Subsonico ha scritto:Riallacciandomi al tema del thread, il tempo massimo non ha solo un'utilità sportiva, anzi.
Il tempo massimo esiste anche per ragioni di sicurezza, 52' significa che devi
a) chiudere le strade per un tempo superiore a quanto preventivato di quasi mezz'ora
b) tenere per una mezz'ora in più la polizia stradale occupata, che magari ha delle mansioni anche più socialmente importanti da svolgere
Sapete perchè in Italia non si organizzano più corse a tappe? Uno dei motivi principali sono proprio i costi legati alla stradale...da alcuni anni non basta avere l'autorizzazione, devi anche pagare il servizio come se fossero dei privati...o paghi o adotti soluzioni che sono peggio dei problemi (tipo il Giro del Friuli che mise tempi massimi ridicoli, mandando a casa atleti con un quarto d'ora di ritardo a fine tappa...e guardacaso l'UCI non ha dato l'autorizzazione per riorganizzare quest'anno.
Come mi suggeriva privatamente Seb, una bella multa salata a ciascuno per mancato rispetto del regolamento, con danno arrecato all'organizzazione e danno d'immagine arrecato al ciclismo, avrebbe almeno coperto queste spese aggiuntive che l'organizzazione della Vuelta, salvo accordi particolari, dovrà sostenere. Non vuoi pagare la multa? Torni a casa.
Fai bene a far presente anche questi aspetti, che magari ai più non sono noti e che si vanno ad aggiungere alle motivazioni prettamente etico-sportive.
Non sono d'accordo però sulla questione della multa e ti spiego il perchè. Se devi comminare una sanzione pecuniaria per 'punire' i colpevoli, è chiaro che con 200 franchi svizzeri (183 euro) non hai fatto niente: tutti pagheranno e rientreranno in corsa e saranno pronti a rifarlo la prossima volta. Per far si che la sanzione sia effettivamente sentita dai corridori, è necessario aumentare quella cifra, aggiungendo qualche zero. Ma a questo punto legittimi il 'diritto' ad a andare fuori tempo massimo solo per ricchi: i corridori con più soldi (o di squadre più ricche) possono prendersi il giorno di riposo arbitrario tanto hanno i soldi per pagare la multa; i corridori più poveri, no. Ecco che di nuovo la soluzione è peggio del problema.
Subsonico ha scritto:
Oggi intanto si è creato un precedente molto pericoloso per tutti gli organizzatori.
In realtà quello di ieri è solo il più grave di una serie di episodi che sono accaduti negli ultimi 6-7 anni. Il primo vero 'precedente', il capostipite delle porcate, è quello evidenziato da Walter_White: Tour del 2011, tappa del Galibier. 89 corridori, tra cui la maglia verde Cavendish, beccano 35'40, andando oltre il tempo massimo (circa 33') di 2-3 minuti. Vegnono tutti ripescati a fronte di una misera pena di 20 punti nella classifica della maglia verde. Cavendish poi vince la volata di Parigi e porta a casa la maglia verde. Il tutto mentre quel giorno Rojas e Gilbert, rispettivamente 2° e 3° nella classifica della maglia verde, si fecero un mazzo così per giungere al traguardo con un ritardo consono.
Da quel punto in poi i ciclisti hanno capito una cosa: se si va in massa FTM allora in un modo o nell'altro la giuria li salverà tutti (*). Il precedente ha effettivamente legittimato questo atteggiamento dei corridori e la colpa stavolta è tutta tutta tutta delle giurie perchè i corridori fanno fatica ed è umanamente comprensibile che cerchino di farne di meno. Dovrebbe essere la giuria a far si che il regolamento non diventi un optional.
E' poi chiaro che quanto avvenuto ieri è decisamente più grave rispetto al precedente del Tour, perchè una cosa è abbonare 2-3 minuti di ritardo rispetto al TM, un'altra è abbonarne 22. Nel primo caso ci sta pure che i corridori si siano impegnati almeno un pò, mentre è del tutto chiaro che i 93 di ieri se la sono presa proprio comoda, fottendosene della corsa. La dimostrazione del fatto che la cosa sia stata organizzata sta nel fatto che i 93 sono arrivati tutti insieme. Se avessero corso con l'intento di stare dentro il limite, sarebbero arrivati all'arrivo in gruppi meno consistenti 15-20 per volta, magari qualcuno sarebbe lo stesso finito FTM, ma buona parte di questi 93 si sarebbe 'salvata'. Tra i 93 non ci sono solo velocisti o passistoni di 80 kg, ma anche scalatori, gente che volendo sarebbe arrivata al traguardo con mezz'ora in meno.