rizz23 ha scritto:Mannaggia quanto scrivete davvero.
Io non ho mai frequentato l'altro forum, non ne sapevo nemmeno l'esistenza. In compenso tornerò a bazzicare questo un po' di più...
Detto ciò, vi chiedo: qual è la fonte che riguarda il calo dei tesserati così drastico? Come si spiega?
Qualche volta abbiamo provato ad analizzare qua e là il problema, ma in maniera puntuale, a dire la verità.
Intanto, penso non sia un problema del solo ciclismo, ma della maggioranza degli sport con interesse agonistico che non stiano vivendo un momento di boom. Per un problema sociologico di generale disinteresse dei giovani verso lo sport, sul quale non mi dilungo.
In più, quando parliamo di calo dei tesserati, parliamo di categorie giovanili, perchè se poi ci soffermiamo sul dettaglio degli amatori (categoria da poco esistente) penso che i numeri siano costanti se non crescenti, e questo influisce sull'aggregato visto che parliamo della fetta più ampia di tesserati. (anche se non esiste solo la FCI ma anche gli enti di promozione, ma tralasciamo anche questo)
Le motivazioni potrebbero essere queste, nell'ordine:
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1)
Endemizzazione della pratica e polarizzazione dell'attività in poche regioni chiave (tra gli under 23 l'80% delle gare sono concentrate tra Lombardia, Veneto e Toscana, per dire); alcune regioni sono morte o incancrenite, e sopravvivono grazie a un numero limitato di società storiche. A differenza di un bacino come la Francia, la presenza delle società non è capillare e mal distribuita sul territorio. Questo fa sì che molti giovani non abbiano neanche la possibilità di praticare. Aggiungiamo, nel caso della pista, la sparizione di diverse strutture sul territorio E' una tristezza vedere i campionati italiani su pista con rappresentative di meno della metà delle regioni italiane.
2)
Carenza di sponsor. Determinata da diversi fattori, per lo più riconducibili all'assenza di un ritorno concreto, oltre che alla recessione nella quale questo paese è coinvolto da almeno una decina d'anni. Il calo d'interesse verso il ciclismo contribuisce all'assenza di ritorno d'immagine per chi mette il suo nome sulle maglie; senza sponsor è quasi impossibile pensare di fare una squadra, anche a livello giovanile. Così molti club devono chiudere, o limitarsi all'attività amatoriale, magari autofinanziata.
3)
Aumento progressivo dei costi e oneri organizzativi. La conseguenza è che calano le gare, e questo si ripercuote su tutto il resto (ricordiamo inoltre che le società che organizzano le gare sono le stesse che fanno attività, quindi questo influisce direttamente sulla loro sopravvivenza); le cause diverse. Facciamo qualche esempio: qualche anno fa la stradale di scorta non doveva essere pagata, oggi sì (questo ha massacrato le corse in linea a favore delle corse in circuito, e massacrato le corse a tappe che a livello giovanile sono rarissime e monche rispetto a una volta); i requisiti di sicurezza sono più alti di un tempo. In altre parole, organizzare una gara oggi costa molto di più che vent'anni fa, e la FCI non ha mai adottato contromisure, anche semplici, per venire incontro agli organizzatori (esempio: distribuire in magazzini accessibili e gratuiti il materiale di transennamento e montaggio del palco, o aprire un fondo per le corse storiche come ha proposto la Gimondi).
E sicuramente dimentico qualcosa, qualcun altro magari aggiungerà.