dietzen ha scritto:udra ha scritto:Si va bhe dai così è troppo facile. Sembra che gliela lascino vincere sempre
se la freccia la corrono così, in surplace fino ai 200 metri, Valverde la può vincere anche a 50 anni.
Davanti ad un corridore che vince per 5 volte una corsa, comunque importante come la Freccia, tutte le considerazioni perderebbero di valore. Tuttavia prendo spunto da questo post per buttar giù una semplice osservazione.
Mai come in questo caso, il puro dato statistico che ci porta ad associare univocamente l'atleta alla corsa risulta ingannevole ed andrebbe integrato e contestualizzato alle dinamiche di corsa.
Valverde dal 2005 al 2013 (dai suoi 25 ai 33 anni, età in cui generalmente un atleta inizia la parabola discendente) ha disputato 8 volte la Freccia, vincendola una volta e perdendo costantemente le ruote dei più forti nelle altre 7 edizioni.
Ora, è mai possibile che dai 34 ai 37 anni sia improvvisamente diventanto imbattbile su questo stesso percorso in cui prima veniva puntualmente sconfitto? No.
Questo Valverde può aver acquisito fondo e resistenza rispetto alla fase giovanile della sua carriera, ma non è in alcun modo possibile che abbia potenziato la sua esplosività. In generale, è un Valverde che, nella migliore delle ipotesi, è forte al massimo quanto lo era prima. Non può essere globalmente più forte di quello stesso atleta che sino al 2010 vinceva Liegi, Freccia, Delfinato, Vuelta e classifica Pro Tour.
Cosa è cambiato quindi?
Siamo d'accordo che la Freccia, più di qualunque altra corsa, risenta di quella tattica attendista che da diversi anni sta imperversando nel ciclismo. Ci si lamentava già negli anni 2000, ma se ripensiamo a quelle corse, in particolare proprio a quegli arrivi sul muro di Huy, la differenza rispetto a quanto avvenuto negli ultimi 4 anni è evidente: un conto è tenere la corsa chiusa, arrivare compatti a Huy ma poi fare a tutta l'ultimo km, un altro è imboccare il Muro e fare surplace, come scrive dietzen, sino ai 200m per poi fare un puro e semplice sprint in pendenza.
Ecco, è cambiato che sino a quando il forcing iniziava sotto lo striscione dell'ultimo km, Valverde annaspava ed era costretto a staccarsi e puntare solo al piazzamento; nel momento in cui la tendenza all'attendismo si è spinta all'eccesso arrivando sino ai 200m finali, lo spagnolo è riuscito a salvarsi e castigare tutti con i suoi 30secondi di sparata che, e questo gli va riconosciuto, riesce ancora a sprigionare a dispetto dell'età.
Cito ad esempio la Freccia del 2007, emblematica in questo senso: Valverde era il gran favorito, l'Astana fece un ritmo forsennato appena iniziato il muro finale e, metro dopo metro, in testa rimasero in pochissimi, con lo stesso Valverde che fu costretto a mollare la presa. Ai -200m ne aveva 6 davanti e partì con la sua solita sparata (solita, all'epoca come oggi) riuscendone a superare 5 ma arrivando comunque distante da Rebellin vincitore.
Se confrontassimo i tempi di scalata, sono abbastanza certo che il Valverde di quegli anni, pur puntualmente sconfitto, saliva assai più velocemente di quanto abbia fatto nel corso degli ultimi 4 anni da vincitore. E non solo perchè la tattica glielo ha imposto.