sono contento che stia venendo fuori questa po' po' di conversazione rispetto al thread che avevo aperto...
qualche considerazione in ordine sparso, a cominciare da Valverde:
- ha ragionissimo
il_panta quando, a proposito di Alejandro e Froome, dice che questi due non hanno alcuna convenienza ad attaccare, quando gli "basta" attendere il finale per battere la concorrenza: questo non li renderà i corridori più spettacolari in circolazione, ma guardate che essere i più forti nel momento clou di una corsa (e non di una corsetta: Liegi per il primo, addirittura il Tour per il secondo) è un fatto che ne esalta il valore, e non certo lo riduce! liquidare la doppietta di Valverde dicendo che è "stato davanti 300 metri in due gare" è assurdo: io ribalto il concetto e mi limito a constatare che ha dato la paga a tutti gli avversari più forti nelle due gare per loro più importanti di tutta la primavera; e non l'ha fatto solo quest'anno, ma lo fa DA ANNI. Quindi chapeau!
Per essere ancora più chiaro: a me stra-piace Wellens, ma non si può certo dire che sia superiore a Valverde né che sia più meritevole, per il semplice fatto che lo vediamo spesso all'attacco. Nel momento in cui Wellens sa di perdere ad aspettare il finale, è logico che provi prima, ciò cmq non lo rende più forte; e Valverde non ha vinto ad un concorso a premi la sua abilità a fare quello che riesce a fare nei finali di una classica di 260 km: è solo un suo merito avere caratteristiche tali che gli consentano di poter correre in questo modo. Semmai il problema è di chi interpreta le corse in copia-carbone con la sola, "trascurabile" differenza di quegli ultimi 300 metri.
Fatto questo mio endorsement pro Valverde, mi sento cmq di smorzare gli entusiasmi di
Merlozoro rispetto a luglio: nonostante le tre gare a tappe vinte in serie, Valverde rimane prima di tutto uno squisito clasicomane che si difende sulle tre settimane, ma NON è mai stato un vero specialista dei GT. Pensiamo a quanta fatica ha sempre fatto al Tour anche nei suoi anni migliori. Ha sempre avuto almeno una giornata no, ha sempre avuto problemi su salite lunghe più di 15-20 km che implichino sforzi prolungati di circa un'ora o più. E battere Contador e Froome al Catalogna, non è lo stesso che batterli in Francia a luglio: fra l'altro Valverde ci ha sempre abituato a partenze di stagione a razzo, salvo poi perdere brillantezza nel corso della stagione, soprattutto per quanto riguarda appunto le gare a tappe. Poi per carità, c'è anche da dire che pure Froome sta forse iniziando a perdere qualche colpo (il suo "spettacolare" attacco dalla discesa del Peyresourde o il suo inserimento nell'azione dei ventagli con Sagan li interpreto come segnali di debolezza: nel senso che non era ancora sicuro gli potesse bastare fare la differenza in salita, come in effetti non era riuscito a fare ad Andorra) e che in un percorso come quello di quest'anno sarà pure più difficile per la Sky anestetizzare la corsa. C'è da dire che pure Contador denota ormai i suoi limiti, che Quintana arriverà al Tour avendo già il Giro nelle gambe, e che altre stelle di prima grandezza che abbiano puntato la stagione sulla Grande Boucle non ce ne sono (c'è Chaves, ma bisogna vedere se riesce a riprendersi in tempo, e c'è Bardet: ma sia Chaves sia Bardet possono ancora essere avversari alla portata di Valverde) e che quindi, per tutti questi motivi, Valverde potrebbe anche avere una piccola, remota possibilità di cavare il coniglio dal cilindro.
Quanto ai mondiali: già dall'altimetria non mi entusiasmano, e poi non sarebbe la prima volta che si inizia la stagione pensando a mondiali durissimi, poi si rivede il giudizio dopo la corsa degli under, e a mondiale finito vince Freire
Scherzi a parte, il bello dei mondiali è proprio che, al di là dei percorsi proposti, si trovano a competere gomito a gomito corridori diversissimi tra loro come in nessun altra classica nel corso dell'anno, il che unito ad uno svolgimento tattico diverso (correre per nazionali riduce le possibilità di tanti ottimi corridori che nei loro club sono capitani, e che invece al mondiale devono cmq correre con un occhio al rispettivo leader designato) lo rende una corsa unica, a prescindere. E il mondiale di Doha, secondo me, è stato molto meno insulso di quanto lo si voglia far passare: quei 150 km nel deserto hanno esaltato un fondamentale del ciclismo che è quello di saper correre nei ventagli e che, soprattutto per i cacciatori da classiche, è importante e degno quanto gli altri fondamentali - andare forte sugli strappi, andare forte in volata, saper guidare la bicicletta su percorsi accidentati o tortuosi, saper limare -... non vorrei invece che questo mondiale norvegese, soprattutto in caso di bel tempo, venisse fuori come l'ennesimo percorso né carne né pesce, con uno strappo buono a far fuori giusto i Kittel e i Guardini e nulla più. L'orribile, cmq, è stato il mondiale di Copenhagen con quell'insulsa rampetta finale e nient'altro (a maggior ragione essendo stato proposto un anno dopo il mondiale di Geelong, la cui rampa d'arrivo era praticamente la stessa), non certo quello di Doha.
Quanto all'inserimento di Kwiatkowski in questo sondaggio: non discuto che per valore assoluto sia ancora una spanna al di sotto degli altri tre, ma allora a maggior ragione va tenuto in considerazione per l'abilità tattica grazie a cui riesce a giocarsela contro avversari di caratura superiore. Vero che alla Strade Bianche sia stato forse sottovalutato dagli avversari, ma a Sanremo ha fatto un capolavoro e all'Amstel ha corso con l'autorità del favorito, secondo me senza nemmeno sbagliare la volata (solo un immenso Gilbert è riuscito a recuperare, più con la testa che con le gambe, quel buco che era riuscito ad aprire partendo in anticipo). E per quanto le sue ultime due stagioni siano state in tono minore, ci ha cmq piazzato un'Harelbeke vinto alla grande e l'anno prima un'Amstel vinta in volata - a dimostrazione che lui ben più di altri può permettersi di sfidare Valverde sulla linea d'arrivo, senza bisogno di rischiare l'azzardo dalla media distanza.
Chiudo con Colbrelli:
Fabian von Paterberg dice che non è pervenuto ad Amstel e Liegi... beh, all'Amstel ha fatto nono ok, ma primo del gruppo dietro a quelli che se ne sono andati, e battendo Matthews che in caso di arrivo a ranghi più o meno compatti era indicato da tutti come lo stra-favorito. Direi niente male, per uno che era per altro reduce dalla campagna fiamminga praticamente completa. Alla Liegi, invece, non è pervenuto semplicemente perché non è nemmeno partito! e secondo me ha sbagliato a non correre perché gli sarebbe cmq servita come esperienza: poi boh, magari ha avuto problemi fisici ma non mi risulta....