secondo me non è affatto meno spettacolare.Gimbatbu ha scritto:[...] Non ho nostalgia di quei tempi e se adesso stanno tutti al gancio e contano i metri prima di fare lo scattino, non sarà il massimo dello spettacolo, ma voglio sperare sia un ciclismo più vero.quasar ha scritto:Alla fine di questa tappa, il sentimento che prevale è unicamente tristezza.
Non incazzatura per lo scempio a cui ho assistito nella salita finale. Ma tristezza.
Tristezza per una maglia rosa che non merita di essere leader. Non che gli altri suoi avversari siano più meritevoli ma, essendo loro non così talentuosi, quantomeno li si può giustificare. Ma un favorito, anzi il favorito, che resta passivo dinanzi alle difficoltà del suo diretto rivale, non provando il minimo allungo, non merita di vincere il Giro. Mi spiace per l'amico mestatore, ma Quintana non infiamma, non ti ruba l'anima. E mai lo farà.
Tristezza per la conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, della mancanza di spirito nel ciclismo odierno.
È una tappa, questa, soprattutto gli ultimi 15 km, che tutti coloro che si eccitano all'inverosimile nel guardare e fantasticare sulle altimetrie dei percorsi, dovrebbero guardare sino allo sfinimento per capire che se mancano gli atleti, se manca lo spirito giusto, discutere in continuazione di percorsi e contro percorsi non porta da nessuna parte.
La maglia rosa, il presunto nuovo tiranno dei grandi giri, si stacca da 30 corridori, nel tratto più duro, e nessuno che sputa l'anima per affossarlo definitivamente. Si preferisce stare a ruota di un gregario 39enne. Mai vista una roba del genere.
Onore a Pinot, che nei suoi enormi limiti, quantomeno ci prova.
Sono tutti al limite e nessuno ha energie per provarci? D'accordo, non gliene si può fare una colpa. Giustamente in bici ci vanno loro e la fatica non la faccio io. Ma se nel finale non hai la forza per andare più forte del tuo gregario che si scula tutto il giorno per te, allora non meriti di essere considerato un campione e capitano.
Tristezza per un Giro qualitativamente basso, con il più talentuoso lontano dal suo top, con il più spettacolare che inevitabilmente sta perdendo lo smalto dei giorni migliori, con gli outsider che non vanno oltre una desolante mediocrità e con le piccole squadre, un tempo garanzia di spettacolo in queste tappe, che sembrano facciano a gara a chi si mostra di meno. (a proposito Admin : sempre convinto che i soldini delle squadre dell'est alla fine siano stati realmente più utili rispetto a quel che avrebbe potuto apportare alla corsa un Savio con quel suo modo di far ciclismo ancorato a 20 anni fa?).
Pochezza disarmante, in cui uno spilungone indubbiamente dotato, appare a qualcuno addirittura come la versione moderna Miguel il navarro, quando a malapena potrebbe essere accostato ad Alex l'occhialuto.
E in tutto questo scenario si continua a parlare di percorsi.
Alla fine ce lo meritiamo veramente questo ciclismo.
Oggi la sensazione era che chiunque potesse saltare da un momento all'altro, chi era davanti e chi era dietro. Le facce e le pedalate davanti parlavano chiarissimo. Paura. Sensazione di precarietà, di tutti. Tutti con gamba sull'orlo del baratro, tutti che si sentono esposti alla batosta, non sapendo cosa ci sia nei serbatoi altrui.
Non sono arrivati i botti proprio perché c'è stato Pellizzotti che ha fatto un ritmo regolare per tutti.
Tanta paura da parte di tutti significa anche che uno straccio di tentativo, magari anche da lontano può far saltare tutto.
Significa che se uno trova un giorno giusto, tipo domani, e si sveglia con la gamba non incatramata sa che può ribaltare tutta la corsa.
Il ciclismo dove chiunque apre il gas, va, e poi non accusa alcun colpo, è chiuso. Questo invece è aperto.
Su Dumuolin io da due anni dico che se cominciasse a reggere i grandi dislivelli (unica cosa che gli manca, perché su salite brevi , sulle cote, e perfino allo sprint ha una esplosività che mancava a Indurain), nel panorama del ciclismo di oggi non ci sono scalatori tali da recuperare tutto quello che può guadagnare lui a crono. Dunque non dico che sia UGUALE a Indurain, come valori assoluti, ma che possa vincere NELLO STESSO MODO di Indurain. Perché le differenze relative ai suoi avversari di oggi sono le stesse di allora.
Questo Giro riguardo a questa capacità di reggere i dislivelli ancora ha detto né sì né no. Perché ha retto bene alcune tappe di dislivello notevole, cosa che mai aveva fatto prima, ma ora ho la sensazione che fatichi a recuperare i dislivelli in giorni consecutivi.
E' comunque in progresso dalla parte giusta.
PS: si è capito il motivo di quell'attacco della Sunweb subito dopo il GPM di Cima Sappada, con il capitano nelle retrovie?
questo mi sembrerebbe interessante da spiegare.
Con le telecamere che inquadravano Tom dall'alto nelle retrovie dal gruppo, mi pare impossibile che in ammiraglia non lo sapessero....e allora? difficilmente spiegabile senza pensare a qualche retroscena.
Guarda caso era la stessa salita, dal versante opposto, a quella della vicenda Carrera-Visentini-Roche...
