Top 25 dei corridori in attività: un'altro modo poco scientifico ed ancora più aleatorio per chiacchierare da qui al Tour.
Si, avrebbe più senso farlo sui team, ma #chissenefrega. Tanto è solo una ruzza nella quale voglio coinvolgervi

(dopo il Tour cambierà tutto)
---
25. Pierre Rolland (new entry)
Parole d’amore per il Giro d’Italia e per il ciclismo, uscite fuori da un ex enfant prodige che non vinceva da due anni. Emozionante per tantissimi versi. Uomo e ciclista vero.
24. Simon Yates (n.e.)
Belle vittorie in giro per l’Europa, ma carriera che probabilmente avrà la svolta da battitore libero e non da uomo di punta. Probabilmente vincerà più del gemello, questo conta molto nelle chiacchiere a tavola.
23. Adam Yates (17esimo a fine 2016)
Prestazione così così al Giro, ci aspettavamo la vittoria della bianca, invece cede spesso terreno dai migliori. Alzerà le braccia al cielo meno del gemello, ma se portasse a casa un GT in carriera potrebbe vincere la discussione durante la cena.
22. Caleb Ewan (n.e.)
Tante vittorie a inizio stagione, ma una sola volata vincente al Giro nonostante la miglior gamba del lotto nella prima settimana. #JeSuisNizzolo
21. Sonny Colbrelli (n.e.)
Una delle note positive della campagna primaverile azzurra: prova, ma rimbalza, a seguire il trio della Sanremo, e vince con un numero pazzesco la Freccia del Brabante. Prossimo anno personale favorito al Fiandre, se tutti cadono come quest'anno.
20. Gianni Moscon (n.e.)
Nonostante la pessima caduta di stile e di faccia al Romandia, l’appena 23enne ha saputo cogliere la palla al balzo delle cadute interne al team ed ha sfoderato due superbe prestazioni sulle pietre. A Roubaix addirittura ci ha fatto sognare un’improbabile colpaccio. L'ottimismo è il profumo della vita (prossimo anno di nuovo gregarione per qualche carneade azero di 1,54m).
19. Alexander Kristoff (22)
Tiene in piedi la baracca Katusha con le sue vittorie, ed ottiene ottimi piazzamenti nelle classiche. Però, ecco, sembra essere la copia sbiadita rispetto ad alcuni anni fa. Se ha il tipico riflusso norvegese, lo rivedremo competitivo l’anno venturo, novello Hushovd.
18. Jan Hirt (n.e.)
Che gambe per il giovane polacco! Nella terza settimana di Giro ha dato un ottimo motivo per applaudirlo agli appassionati che storcevano il naso per l’invito della CCC. Avessero invitato Cunego, sai che coppia...
17. Bob Jungels (19)
Nonostante abbia una bella infatuazione -sportiva- per lo statuario lussemburghese, devo dire che c’è ancora da lavorare per poter vincere un GT. Però è giovane, piace al pubblico ed ha una trenata atomica che può garantirgli anche altri tipi di vittorie. Purché la sfrutti…
16. Wout Poels (12)
Secondo uomo Sky per la grande boucle, e personale sorpresa positiva della corsa francese. Paga di avere in squadra il numero 1 al mondo nelle corse a tappe che si svolgono in luglio senza maltempo.
15. Julian Alaphilippe (n.e.)
A Sanremo agguanta il treno giusto ma non incide, pimpante alla Pa-Ni ma non vince la corsa, poi deve saltare le classiche delle Ardenne per un problema fisico. Vorrebbe ma non può.
14. Richie Porte (n.e.)
Il candidato numero 1 al ruolo di anti-Froome ha mostrato ottime cose tra inverno e primavera, e siamo sicuri che quest’anno ci farà davvero divertire fino al giorno di crisi. The truth is out there.
13. MIkel Landa (n.e.)
Sfortunatissimo, le sue prestazioni nella terza settimana del Giro profumavano di podio. Se da un grande potere derivano grandi responsabilità, toglietegli le responsabilità e ritroverete il grande potere dello spagnolo.
12. Christopher Froome (4)
Nonostante la penuria di gare e risultati, è ancora il nostro favorito per il Tour. Però il percorso non lo aiuta, al contrario dell'anno passato quando sorprese gli avversari con attacchi in discesa e scalate a piedi. Fattore età da non sottovalutare, alla sua età Quintana aveva già smesso di vincere GT da un pezzo.
11. Thibaut Pinot (24)
Gagliardo il francesino! Pimpante al Trentinofdealps con una rocambolesca vittoria in volata, molto concentrato al Giro ed abile a cogliere tutte le occasioni –tra cui una tappa- che gli capitano. Capitano coraggioso, peccato che il podio conti soli 3 posti.
10. Alberto Contador (11)
Il madrileno è stato l’ombra di Valverde per tutta la primavera, e quando non l’aveva davanti si è trovato Henao, e qualche volta persino Alonso, ai semafori. Tanti secondi posti, chissà che da qui a fine anno non arrivi un primo importante per concludere due carriere straordinarie!
9. Nairo Quintana (6)
Del lotto di favoriti per il Giro, lo avevo pronosticato con almeno un paio di tappe di vantaggio sugli altri. Ed invece il condor spennato ci ha riproposto la versione un po’ appannata di se, vuoi la febbre, vuoi le medie, vuoi la Movistar. Peccato, un altro paio di GT così e potremmo perderlo definitivamente.
8. Fernando Gaviria (n.e.)
Fortissimo come ce lo immaginavamo diventasse già due anni fa: quattro volate su sei al Giro, e tantissimo lavoro per la squadra, che di rimando ha lavorato ottimamente per lui a Cagliari. Adesso che è un top, dovrà attrezzarsi per qualche traguardo più importante.
7. Michal Kwiatkowski (25)
Le leghe USA lo hanno già definito comeback player of the year ad aprile, ed anche noi: finalmente un inizio di stagione brillante da parte del polacco. Adesso deve credere di più in se stesso e smetterla con i giochetti all’arrivo, che non ci casca più nessuno –tranne Sagan, lo slovacco ci casca sempre-.
6. Vincenzo Nibali (14)
Parlatene bene, parlatene male, ma parlatene: il nostro portabandiera nel ciclismo ha conquistato Fiume, eroe romantico dannunziano, e per poco non riconquista anche Milano, eroe risorgimentale. Vale il ricordo di El Alamein: “mancò la fortuna, non il valore!” (e qui lo spreco di chiacchiere s’impenna).
5. Tom Dumoulin (9)
In Olanda hanno ristampato “Cent’anni di solitudine”, il suo faccione sulla copertina e quello di Kruijswijk nel capitolo di Macondo. Onore al campione di Maastricht, capace di far valere le sue doti e di sfruttare le marcature di uno dei giri più livellati verso l’alto degli ultimi 20 anni. Ora però togliete l’orrorifico “farfalla” dalla lista dei suoi soprannomi!
4. Philippe Gilbert (n.e.)
Chiusa la pessima parentesi BMC, si accasa in un team appena più attento alle classiche e ritorna mostruoso: l’impresa al Fiandre è già copertina della stagione, all’Amstel è scaltro ma la caduta gli preclude la Liegi. Il suo successo più grande però è unire il Belgio senza elezioni né colpi di stato.
3. Peter Sagan (1)
Nonostante le molte battute a vuoto, lo sloveno è ancora il nostro preferito: adesso lo aspettiamo a livelli inimmaginabili al Tour, magari in maglia a pois oltre che in verde. Solo due consigli: fai le volate a centro strada, e non accettare oggetti dagli sconosciuti!
2. Greg Van Avermaet (4)
L’anti Sagan l’ha avuta vinta, ancora: non sarà spettacolare, non sarà un animale da palcoscenico, ma coglie il trionfo che cercava da sempre ed ultimamente ha un rapporto corse/vittorie che fa paura al miglior Merckx. Adesso spiegateci come crescono i ciclisti belgi…
1. Alejandro Valverde (2)
Se Horner non fosse stato un caso oltre il limite, avremmo già il favoritissimo per il prossimo Tour. Vince tutto e di più in primavera, dalle brevi corse a tappe alle classiche di aprile. E poi Quintana non dovrebbe soffrire di sindrome d’inferiorità…
*usciti di classifica, vuoi per mancanza di dati vuoi per prestazioni opache, vuoi per ritiri, vuoi perché non avevo argomenti: Chaves (5 a fine 2016), Bardet (7), Cancellara (8), Demare (10), Majka (13), Ion Izagirre (15), Angel Moreno (16), Matthews (18), Purito (19), Vanmarcke (21), Kruijswijk (23).