Marco, per quanto personalmente mi riesca ad appassionare anche ad un doppio misto di badminton azero, provo a ribaltare il tuo punto di vista, che è un po' il modo migliore per provare a comprendere il nostro
![Wink ;)](./images/smilies/icon_e_wink.gif)
Cosa risponderesti se un nordamericano fan del basket ti chiedesse "cosa ti appassiona esattamente del calcio?"
Ora, sia tu che io diremmo che è lo sport nazionale e che abbiamo una cultura di base che volenti o nolenti ci identifica con ciò -è un po' quello che succede, oggi in tono minore, con le grandi corse a tappe in TV, quando anche i meno attenti a certe dinamiche hanno sempre una domanda da porre o una chiacchiera sui risultati-, ma se eliminassimo il valore storico e culturale da attribuirgli, cosa ci resterebbe in mano per convincerli a cambiare idea?
Riguardo al nostro essere appassionati degli sport USA invece, mi ritrovo in parte con le motivazioni di galliano ma ancor più, sopratutto per football e baseball che seguo con più interesse, con un tipo di gioco completamente diverso dalle abitudini europee e che quindi trova due sfoghi logici: il rigetto oppure la passione esagerata (se ne trovano tanti, di matti col botto che seguono intere regular season
![Very Happy :D](./images/smilies/icon_e_biggrin.gif)
due anni fa il commentatore Sky, dichiarò di aver visto oltre 200 partite in diretta di stagione, cioè praticamente tutte le notti insonni).
Ogni volta che il battitore affronta un lancio del pitcher, è come osservare un turno di rigore. Solo che è il difensore a batterlo, e l'attaccante a doverlo intercettare: rivoluzione assoluta rispetto ai nostri canoni! E cosa ci può essere di più potenzialmente interessante (e di rigetto di così esageratamente noioso) di una continua sfida da far west tra i due protagonisti? Ehi, neppure Sergio Leone piace a tutti
Ogni volta che il quarterback lancia la palla in aria gli spettatori bloccano il fiato ed attendono, in un momento eterno, di vedere se la palla giungerà al compagno o verrà intercettata dal difensore, creando un pathos paragonabile alle punizioni dal limite o ai calci d'angolo. Solo che il QB lancia la palla molto più spesso.
In conclusione, ritengo che per quanto il tempo di gioco -che nel baseball non esiste, altra differenza non da poco con le nostre abitudini- sia dilatato come in pochi altri casi, gli sport USA abbiano un potenziale di "emotional"* da non sottovalutare con leggerezza. Si, le regole vanno capite, ma è molto più semplice di quanto si pensi: con un ascolto dell'inglese decente non serve neppure una telecronaca italiana (che anzi...).
Inoltre c'è quel quid di storia americana di sottofondo che rende tutto più interessante ed apprezzabile: gli States sono una nazione giovane, e molto legata con i suoi sport ad ogni livello. La scuola incita allo sport, anche se potremmo discutere mesi sulle interazioni economiche che comporta per college e atenei, mentre qui io ho vinto per due anni il provinciale di orienteering (ed ho sfiorato i nazionali) e poi ho dovuto smettere per carenza di possibilità.
E il cinema? Se ti è piaciuto Field of dreams, guarda anche The natural con Robert Redford e Bull Durham con lo stesso Kostner, ottimi prodotti legati al meraviglioso giuoco del baseball.
*L'esempio più lampante è stata la conclusione delle ultime World Series, in cui si sono affrontate le due franchigie che da più tempo non vincevano il titolo: i favoriti Cubs erano sotto 3-1 nella serie al meglio delle 7, ed hanno rimontato incredibilmente fino ad arrivare a gara7 a Cleveland che è stata probabilmente la più bella partita degli ultimi 10 anni.
Io non ho sentito minimamente il sonno, quella notte.