alfiso ha scritto:Ca...ata? Sei matto? Tutt'altro. Sei una miniera.
No, devo dirti quello che mi è successo qualche gg fa per dare la vera cifra del tuo lavoro.
Parlando con ex pro 87enne, ma più vispo di me (80 km al giorno anche adesso, giusto per capirsi), il 'giovane' mi dice che lui legge su internet tutte le storie che lo riguardano e mi dice di conoscere benissimo Cicloweb.
Quando leggo di un ex in difficoltà mi piace pertanto pensare che si ristori l'animo leggendosi le tue fantastiche narrazioni. Anzi sono proprio certo che avvenga. Un forum ha un anima che un volume non può dare.
Ma son certo che tu già eri al corrente di questo interesse.
Caro Alfiso, sì, è vero, un forum ha un’anima che nessun libro può avere.
Hai aperto un tema che mi è caro e che è giusto dibattere in apposito thread. Internet, rappresenta una rivoluzione culturale e di qualità della vita. È un insieme di poliedriche possibilità, che hanno pure il dono della vivacità. Dovrebbero capirlo anche taluni divulgatori, categoria alla quale, con presunzione probabilmente, credo di appartenere. Così come dovrebbero capirlo, anche gli imprenditori italiani, che, in questo peculiare contesto, sono il fanalino di coda in Europa. Non voglio proseguire, perché ci saranno altre occasioni per farlo.
Ora voglio solo dirti, a proposito dell’ultima riga del tuo quotato, che, grazie ad un forum a fondo calcistico, dieci anni fa, iniziai a farmi conoscere ad un mondo anche geograficamente impensabile, parlando orizzontalmente di sport, portando temi, come ad esempio il doping, che qualcuno pensava (e sono ancora troppi a pensarlo), legato al solo ciclismo. Parrà incredibile, ma credo di aver fatto campagne, qualcuno mi ha maledetto ed odiato, molti mi hanno arricchito col loro interesse e la loro stima. Soprattutto, feci presto ad incontrare un grande sportivo, Thomas, che parla sei lingue correttamente (inglese, francese, italiano, greco, arabo, spagnolo ed un po’ di tedesco) e vive in Australia dal 1967, juventino come te pensa un po’, che mi si presentò con un’interlocuzione comune, ma con la chiara volontà di sapere. Mi stimolò di quel tanto da postargli la storia di Russell “Mocka” Mockridge. Poco più di una settimana dopo, pochi minuti prima di mezzanotte di un sabato, mentre mi trovavo nella non certo comune situazione di essere già a letto, anche se sveglio, squillò il telefono. La moglie che era a due passi dall’apparecchio, rispose e venne da me dicendomi: “Maurizio c’è un tipo che ti telefona dall’Australia”. Mi alzai, ed in quei pochi metri di distanza dallo strumento, pensai subito a Shane Bannan, allora responsabile delle squadre nazionali australiane di ciclismo, col quale avevo abboccato una trattativa per portare in Alfa Lum, Anna Wilson, ma un attimo dopo, capii che non poteva essere lui, perché si trovava in Italia. Arrivato all’apparecchio, sentii una nitida voce dirmi: “Morris, sono Thomas, il Cody di Sportal forum...”. Aveva fatto una ricerca pazzesca, ed era giunto a me, proiettando al massimo quei pochi dati in suo possesso e con la fortuna di passare attraverso un omonimo che fortunatamente mi conosceva, in quanto il mio nome non appariva nell’elenco telefonico. Da quel giorno, siamo divenuti amici nel reale: mi è venuto a trovare due volte, stiamo ore al telefono e parliamo di tutto, pur partendo quasi sempre da una base sportiva e non potevo non inserire questo amico monumentale in mio libro particolare come “Segnali di fumo”.
Oppure come non ricordare quando la forza di questo forum, mi portò a risolvere involontariamente, un quesito che mi aveva fatto ricercare per anni e che nessuno in Italia era riuscito in qualche modo a risolvere: dove era finito quel talento ciclistico australiano che rispondeva al nome di Garry Clively, già buon professionista in Italia, ed improvvisamente partito nell’estate ’77, abbandonando tutto e tutti per unirsi agli “Arancioni”?
Bene, postai il suo ritratto unito ad un ricordo personale che lo coinvolgeva sul vecchio forum di Cicloweb, ed avvenne questo:
http://oldforum.cicloweb.it/viewthread.php?tid=6679
Come dimenticare le tante mail di richieste, delucidazioni, incontri ecc, purtroppo unite ad un numero maggiore di personaggi, probabilmente sdoppiatisi o triplicatisi per precise intenzioni, che han fatto di tutto, spesso mandandomi oltre le righe della pazienza e del buon senso, affinché abbandonassi Cicloweb… Fra le tante manifestazioni positive, voglio portare la gratificazione, per me laurea, di un ragazzo poco più dell’età di mio figlio, che si prendeva, a mo’ di premio, per il superamento dell’esame universitario, una telefonata al sottoscritto. E dietro l’apparecchio ci restavamo ore, con la gioia intensa che potevo provare nel vedere questo giovane crescere nella conoscenza, maturando un contemporaneo suo uso ottimale. Oggi è laureato, continua a non scrivere quasi mai qui, ma ogni tanto mi telefona e continuiamo a stare all’apparecchio fino alle tre di notte.
Poi c’è altro che per ora non voglio esternare. Altro, che, se da una parte conferma l’anima che sta su questa forma di dialogo e comunicazione, dall’altra, mi fa arrabbiare, o mi fa sentire un cog.lione.
A cornice del tutto, chiudendo questa parentesi personale, di cui mi scuso, la sorpresa che mi fu fatta in occasione dei 50 anni. Sì, una delle più grosse della mia vita, quando un bel gruppo di forumisti di Cicloweb, d’accordo con mia figlia, venne a festeggiarmi, senza che ne avessi solo lontanamente immaginato la possibilità. Ancora oggi, mi chiedo se sono stato meritevole o meno di una simile manifestazione d’affetto e di stima. In ogni caso, anch’essa si inquadra perfettamente con quanto sostieni tu, Alfiso.
Tornando al tuo intervento quotato, il giovane 87enne, è per caso il primo che portò la Maglia Gialla sui tornanti dell’Alpe d’Huez nel 1952? Uno che l’aveva conquistata il giorno prima a Losanna e, senza sapere quale prestigioso simbolo l’aspettasse, dopo l’arrivo se ne era andato tranquillamente in albergo, ed era già a farsi il bagno, quando fu raggiunto da tre ansimanti gendarmi. Appena li vide, pensò fosse per la solita storia che accompagnava i gregari acquaioli che andavano nei bar a prendere acqua e non sempre pagavano, più per fretta che per precisa volontà. Il nostro eroe, ora arzillo 87enne, s’affrettò a dire: “Come, oggi non ho comprato nulla nei bar ….”. Poi capì, che era per la Maglia Gialla. Si tratta di
Andrea Carrea, l’acquaiolo principe di Fausto Coppi, forte in salita, uno che, nelle epoche successive, avrebbe potuto essere un ottimo scalatore per sé. Ma lavorare per Coppi, era già una grande vittoria ……
Eccolo qua:
Andrea Carrea - Tour de France 1952