Bah, sì, il pezzo è scritto discretamente, ma ha grossi problemi di logica, sia nel descrivere il "rapporto" fra Riccò e il doping (seguendo la catena logica direi che arrivare secondo al giro dietro Contador sia "atleticamente più facile" di superare in salita i cicciopassistoni nei dilettanti ) sia nel tentativo generale di "dare un senso" allo sport professionistico prescindendo dalla genetica. Lo sport è principalmente genetica (o un mix di genetica+ambiente nei primissimi anni di vita, ma qui stiamo sottilizzando sul linguaggio), che piaccia o no. Mi fanno sempre molto sorridere ragionamenti tipo questo:Deadnature ha scritto:Come esercizio di provocazione e stimolo intellettuale è molto interessante e ben scritto, seppur assolutorio in maniera a tratti quasi parodistica. Tipo qui:
Anche meno, dai.Diventato dilettante, Riccardo conosce però una parola terribile. Una parola che annebbia la mente e indurisce il cuore. Disillusione. I suoi avversari sembrano aerei da caccia. Passistoni sovrappeso che volano in salita. Riccardo arriva ai piedi delle montagne già esausto e non riesce più a fare la differenza sul suo terreno preferito. Alcuni sorridono della sua ingenuità. Il Cobra decide di adeguarsi. Un piccolo aiuto chimico, una ‘cura’ di due mesi ed eccolo di nuovo vincente. Se si gioca alla pari, il Cobra non ha rivali.
Riguardo al tono generale dell'articolo e dell'autobiografia, invece, non riesco proprio a emozionarmi per Riccò, né tantomeno a vedere in lui una qualche grandezza tragica.
Le persone (purtroppo non poche) che ragionano in questo modo sembrano attribuire una caratteristica speciale a ciò che chiamano "intelligenza" o ancora peggio "volontà", come se queste caratteristiche fossero in qualche modo un merito dell'individuo indipendentemente dal "sorteggio iniziale". Senza scendere nei dettagli annoianti di quale sia il mio pensiero sulla natura delle cose e dell'uomo, mi pare evidente che ci "si meriti" tanto l'eccesso di globuli rossi quanto la maggiore rapidità-efficenza delle sinapsi cerebrali. Ognuno può scegliere il metro che vuole per valutare quali caratteristiche per lui siano "migliori", ma voler sostenere che quelle che abbiamo scelto (solitamente, fra l'altro, perché noi stessi ne possediamo, o crediamo di possederne, in misura maggiore) siano più "genuine" di altre è, a mio avviso, un atto di grande scorrettezza.Soprattutto, l’EPO permette di usare abnegazione, scienza e intelligenza per sopperire alle differenze biologiche che la natura (o il caso) stabiliscono. Hamilton aveva un livello di ematocrito molto più basso della media: fosse stato per la sua biologia, non avrebbe mai potuto competere con atleti più fortunati di lui, nati con un sangue più ricco di globuli rossi. Anche allenandosi più a lungo e più duramente degli altri, fino a modificare radicalmente la conformazione muscolare del proprio corpo, non ce l’avrebbe fatta.
[Scusatemi il delirio, spero si capisca anche vagamente il concetto che voglio esprimere]