Patate ha scritto: ↑lunedì 28 maggio 2018, 23:21
herbie ha scritto: ↑lunedì 28 maggio 2018, 19:41
una azione inferiore a quella realizzata altri anni
È impossibile bollare come "inferiore" senza tener conto di variabili come lo sterrato fangoso, il vento sul Sestriere, dieci chilometri di falsopiano anch'esso ventoso, cambi climatici e trasferimenti nei giorni precedenti...
momento. Le vallate alpine sono sempre ventose. E pressochè sempre il pomeriggio il vento tira verso monte , quindi sul Sestriere a favore, tranne che lungo i due brevi tornanti al contrario a circa 5 km. dalla cima. Che c'entra ora il vento sul sentriere?
Secondo: non so se avete mai assaggiato lo sterrato del colle delle Finestre: fango o no è piena di sassi sulle curve e in certi punti devi schivare i solchi. Fango, poi, in maggio, quando bene o male la neve in ogni caso se ne è appena andata, c'è sempre. Inoltre, i corridori hanno la """fortuna""" che comunque la strada viene in certa misura "preparata" proprio per il passaggio e, per quanto possibile lisciata e sistemata nello stesso modo.
Ho detto: dopo un Giro non più duro di molti altri, e qui basti vedere il percorso, dove Yates a parte, nessun corridore ha dato l'impressione di essere al meglio della sue possibilità, arriviamo ad una tappa importante nel finale dove una prestazione cronometricamente meno brillante rispetto ad altri anni, in giri altrettanto, se non più, duri, è stata sufficiente per mettere un corridore per cantone con distacchi abissali.
Significa che il livello di fatica, quello di Froome compreso, era altissimo a fronte di un percorso, e anche di uno svolgimento, non più duro e selettivo di altre volte.
Questo lo dico per impressione personale, fin dall'arrivo dell'Etna, di vari corridori piuttosto ingolfati rispetto al loro standard. Poi sono impressioni, ma quando vedo l'80% dei corridori di classifica che prima o poi subisce una pesante crisi , fatto decisamente anomalo se mi permettete (Pozzovivo e quelli del suo gruppetto sul Finestre compresi) e questi tempi con questi distacchi m'è sembrata una chiara conferma. E mi domando il perché.
Che poi uno che va all'attacco a 40 o 50 o 80 km. dal traguardo, da solo, figuriamoci se si mette a centellinare le forze all' 80% qui, al 90 là, al 95 ancora più avanti, perchè lo spaventa il percorso, è del tutto irreale. Evita i cambi di ritmo, stop. Poi tira diritto fin che ne ha. Quelli dietro, se c'è in gioco il Giro come in questo caso, uguale. Froome ha fatto quello che fatto proprio perchè non temeva quello che aveva davanti. Uno non va all'attacco senza alcun appoggio davanti, se pensa di mettersi a misurare la forze. Attacca perchè sente di poter andare al traguardo, da dove si trova, a tutta.
PS: sui tempi di scalata, influisce il dislivello e i chilometri che ci sono PRIMA, non quello che c'è DOPO....