Ecco perché il Giro d'Italia resterà alla Rai
Il Giro d'Italia è sempre stato un prodotto Rai e alla Rai resterà anche il prossimo anno: certo, Urbano Cairo è astuto, editore (fra cui La7) e organizzatore della corsa ciclistica più amata dagli italiani, quella che attraversa tutto il cuore del Paese. Attualmente i diritti tv per il Giro costano 12 milioni: Cairo ne chiede 18. Mediaset non è interessata, Sky nemmeno (il Giro non è un prodotto da pay tv) e La7, la tv appunto di Cairo, sulla sport ormai ha battuto in ritirata da anni. Discovery si potrebbe accontentare dei secondi diritti. Quindi, alla fine la corsa ciclistica resterà alla Rai: il nuovo direttore di Rai Sport, Auto Bulbarelli, viene proprio dal ciclismo e non vuole esordire a Saxa Rubra, dove si è appena insediato con entusiasmo e voglia di fare bene, perdendo il ciclismo.
La Rai è disposta ad un piccolo ritocco, ma mai quei 18 milioni che vorrebbe Cairo. Fra l'altro, produrre un Giro costa caro: quasi 4,5 milioni fra elicotteri, moto, ponte aereo, eccetera. Cosa che può permettersi solo la Rai con i suoi mezzi. La tv pubblica ha perso la F.1 (andata a Sky), le Moto Gp (sempre Sky), il Mondiale di calcio (Mediaset). Ora sta trattando per avere le Olimpiadi estive di Tokyo.
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