Esattamente
E' il livello delle nazioni leader che è sceso , tranne rare eccezioni non son le altre che son salite
domenica il secondo dei nostri (Trentin) è arrivato a dieci minuti dai primi..
E non è certo stata la roubaix piu' dura della storia..
Esattamente
1) Anderson ??Tranchée d'Arenberg ha scritto: ↑lunedì 15 aprile 2019, 22:04
Ora, quando avrò tempo farò uno studio serio, ma nel frattempo ti faccio un pò di osservazioni:
Australiani. Negli anni 80 quanti ce n'erano e di quale livello. Non mi pare che vincessero Tour, Parigi-Roubaix o Mondiali.
Inglesi. Erano delle comparse. Negli anni 90 il più forte era un toscano. Gli altri chi erano? Corridori in grado di vincere 5 Tour, Giro e Vuelta? Ma dai.
I Colombiani. Vorresti forse paragonare la potenza di fuoco attuale a quella del passato? Negli anni 90 erano considerati una componente folkoristica. Oggi ne hai 15 fortissimi. Han vinto Giro e Vuelta, Lombardia e altre corse. Prima cosa vincevano?
Slovacchia. Prima di Peter Sagan neanche si sapeva della conoscenza di questo piccolo paese a livello ciclistico.
Scandinavi. Avevano mai vinto un mondiale, una Sanremo o un Fiandre prima di Hushovd e Kristoff? Non mi pare.
Idem il Portogallo. Da piccolo c'era solo Orlando Rodrigues.
Il Kazakistan ha vinto due Liegi, una Vuelta e altro ancora con Vino. Prima della metà anni 90 cosa c'era?
Basterebbe semplicemente prendere la top 50-100 del ranking UCI del 1995 e confrontarlo con quello attuale per capire cosa è successo in questi anni.
Perdonami ma l'urss è sempre stata europaLopi90 ha scritto: ↑lunedì 15 aprile 2019, 23:40
Secondo il tuo principio dobbiamo considerare ciclisti americani solo quelli che discendono dai nativi, gli altri sono europei? Virenque si è trasferito in francia da bambino, non ha nulla di marocchino nella sua formazione, Vinokourov ha vissuto in Kazakistan fino ad un anno prima di passare professionista.
Il Kazakistan è molto lontano dalle zone di tradizione storica del ciclismo, è ovvio che il ciclismo è stato portatò lì dai sovietici, ma questo è parte del processo di globalizzazione del ciclismo. Uno nato a Petropavl negli anni 40 non avrebbe vinto 2 liegi, te lo garantisco.
Perdonami ma non capisco.
solo io ci leggo tanta ironia nel post di rddler? e voi lo prendete sul serio
Sì Winter, si è già affrontato questo discorso, e tu tiri sempre fuori la mitica vuelta del 1987 per sostenere che non è cambiato nulla, però non so se è un metodo valido. Occorre vedere i dati in modo un po' più sistematico.Winter ha scritto: ↑mercoledì 17 aprile 2019, 19:341) Anderson ??Tranchée d'Arenberg ha scritto: ↑lunedì 15 aprile 2019, 22:04
Ora, quando avrò tempo farò uno studio serio, ma nel frattempo ti faccio un pò di osservazioni:
Australiani. Negli anni 80 quanti ce n'erano e di quale livello. Non mi pare che vincessero Tour, Parigi-Roubaix o Mondiali.
Inglesi. Erano delle comparse. Negli anni 90 il più forte era un toscano. Gli altri chi erano? Corridori in grado di vincere 5 Tour, Giro e Vuelta? Ma dai.
I Colombiani. Vorresti forse paragonare la potenza di fuoco attuale a quella del passato? Negli anni 90 erano considerati una componente folkoristica. Oggi ne hai 15 fortissimi. Han vinto Giro e Vuelta, Lombardia e altre corse. Prima cosa vincevano?
Slovacchia. Prima di Peter Sagan neanche si sapeva della conoscenza di questo piccolo paese a livello ciclistico.
Scandinavi. Avevano mai vinto un mondiale, una Sanremo o un Fiandre prima di Hushovd e Kristoff? Non mi pare.
Idem il Portogallo. Da piccolo c'era solo Orlando Rodrigues.
Il Kazakistan ha vinto due Liegi, una Vuelta e altro ancora con Vino. Prima della metà anni 90 cosa c'era?
Basterebbe semplicemente prendere la top 50-100 del ranking UCI del 1995 e confrontarlo con quello attuale per capire cosa è successo in questi anni.
2) Tom Simpson ?
3) Vuelta 1987
Classifica Generale
1 Lucho Herrera
5 Oscar Vargas
9 Henry Cardenas
10 Omar Hernandez
13 Pedro Saul Morales
16 Jose Jimenez
18 Martin Ramirez
20 Argemiro Bohorquez
21 Nesto Mora
24 Pablo Wilches
10 colombiani nei primi 24.. Non era per niente Folkloristica . Poi le tre squadre pro son tutte sparite
quando arrivarono con la loro squadra semipro al tour 84 (open..per farli correre)..
se ne accorsero tutti.. Herrera si prese l'alpe
4) I Fratelli Patterson ? Prim ? Knudsen ?
5) Portogallo.. Agostinho , acacio da silva ecc
Son tutte nazioni di grossa tradizione
Il primo colombiano ad aver vinto una tappa al giro.. cochise rodriguez nel 1973.. io non ero manco nato
sicuramente adesso alcune son piu' forti di prima.. altre meno (la svezia per esempio)
Già, il problema è che non tutti sanno che quei 2-3 post seri (e non è detto neppure che esistano) risalgono al 1928, per cui magari qualcuno ci crede puremarco_graz ha scritto: ↑lunedì 29 aprile 2019, 23:58solo io ci leggo tanta ironia nel post di rddler? e voi lo prendete sul serio
Beh almeno uno che mi prende sul serio... ogni tanto ci vuole, al di la del mio post...marco_graz ha scritto: ↑lunedì 29 aprile 2019, 23:58solo io ci leggo tanta ironia nel post di rddler? e voi lo prendete sul serio
Si ma già il Thread andava forse cancellato un anno e mezzo fa a suon di vittorie di Viviani e Trentin...Abruzzese ha scritto: ↑martedì 30 aprile 2019, 1:35Già, il problema è che non tutti sanno che quei 2-3 post seri (e non è detto neppure che esistano) risalgono al 1928, per cui magari qualcuno ci crede puremarco_graz ha scritto: ↑lunedì 29 aprile 2019, 23:58solo io ci leggo tanta ironia nel post di rddler? e voi lo prendete sul serio
Ma perchè!
Il problema è che è proprio lui a tirare in ballo questa cosaherbie ha scritto: ↑martedì 30 aprile 2019, 23:45Ma perchè!
Da che corre Formolo ha sempre dimostrato di essere potenzialmente un forte corridore da classiche con dislivello importante. Sempre fatto risultati lì. Zero nelle corse a tappe, anche provandoci. Da dilettante pressochè idem.
Ma perchè ancora qualcuno tira in ballo questa storia di Formolo che dovrebbe diventare corridore da corse a tappe? Non ha mai avuto una tenuta convincente sulle grandi salite, mentre ha risultati e piazzamenti di buon livello in classiche e tappe, da sempre.
Purtroppo ad oggi l'unico che ha fatto intravedere la possibilità di avvicinare il posto che presto lascerà vacante Nibali nei GT è Aru.
Mondializzazione per me significa che aumentano il numero di contendenti ad una determinato avvenimento (o prodotto)peek ha scritto: ↑martedì 30 aprile 2019, 1:16
Sì Winter, si è già affrontato questo discorso, e tu tiri sempre fuori la mitica vuelta del 1987 per sostenere che non è cambiato nulla, però non so se è un metodo valido. Occorre vedere i dati in modo un po' più sistematico.
E se li si vede in modo sistematico si possono notare due processi: la globalizzazione del ciclismo c'è, anche se procede in modo molto lento; più marcato è invece il processo che vede un numero più alto di paesi europei avere corridori di vertice rispetto al passato, questo si nota facilmente vedendo la minore incidenza di 3 paesi: Belgio, Francia, Olanda.
Ho elaborato i dati di due corse altamente internazionalizzate come il tour e la roubaix contando il numero di podi delle diverse nazioni negli ultimi cinquant'anni. Questo è il risultato.
Per il tour:
Anni Settanta (1969-78) – i 30 podi sono tutti europei, 24 vengono da Belgio-Francia-Olanda, i paesi rappresentati sono 7
Anni Ottanta (1979-88) - 26 podi sono europei, 19 vengono da Belgio-Francia-Olanda, i paesi rappresentati sono 9
Anni Novanta (1989-1998) - 27 podi sono europei, 3 vengono da Belgio-Francia-Olanda, i paesi rappresentati sono 10
Anni 2000 (1999-2008) – 18 podi sono europei, zero da Belgio-Francia-Olanda, i paesi rappresentati sono 9
Anni 10 (2009-2018) – 24 podi sono europei, 5 da Belgio-Francia-Olanda, i paesi rappresentati sono 10
Per la Roubaix:
Anni Settanta (1969-78) – i 30 podi sono tutti europei, 25 vengono da Belgio-Francia-Olanda, i paesi rappresentati sono 4
Anni Ottanta (1979-88) i 30 podi sono tutti europei, 18 vengono da Belgio-Francia-Olanda – 7 paesi rappresentati
Anni Novanta (1989-1998) 29 podi sono europei, 19 vengono da Belgio-Francia-Olanda – 5 paesi rappresentati
Anni 2000 (1999-2008) – 28 podi sono europei, 14 vengono da Belgio-Francia-Olanda – 12 paesi rappresentati
Anni 10 (2009-2018) – 29 podi sono europei, 13 vengono da Belgio-Francia-Olanda – 12 paesi rappresentati
A oggi nessuno dei due ha vinto una classica
Qui però considera anche l'impatto mediatico enorme che aveva Marco Pantani all'epoca, unito alla maggior attrazione che le tappe del Giro e del Tour, in confronto alle classiche del nord, hanno da sempre avuto nello spettatore medio italiano. Per fare un confronto obiettivo bisognerebbe confrontare la Liegi di quell'anno con quella di quest'anno. Per quanto riguarda le squadre pro e le gare in Italia son d'accordo con te, numeri alla mano il calo è evidente
Sono due bei corridori, non ci lamentiamo...
Paradossalmente le poche corse rimaste in Italia godono di ottima salute.Winter ha scritto: ↑mercoledì 1 maggio 2019, 9:25 Per la prima volta nella storia della tirreno adriatico non c'era un italiano nei primi 10
nel 1998 si organizzavano in italia
Giro Calabria
Trofeo Pantalica
Giro Etna
Giro Friuli
Gp Camaiore
Trofeo Scalatore
giro del veneto
coppa Placci
ecc
si organizzavano circa 750 corse under 23/elite , adesso 3 volte meno
c'erano 13 squadre italiane pro.. adesso 4
Mah, la Liegi la guardavamo in 4 gatti anche quando i podi erano tutti italiani...che io sappia il Lombardia non ha mai sfondato quota 1 milione di spettatori.
Ma guarda che non c'è bisogno che una nazione emergente "sostituisca" come numerosità una nazione storica.Winter ha scritto: ↑mercoledì 1 maggio 2019, 9:16Mondializzazione per me significa che aumentano il numero di contendenti ad una determinato avvenimento (o prodotto)peek ha scritto: ↑martedì 30 aprile 2019, 1:16
Sì Winter, si è già affrontato questo discorso, e tu tiri sempre fuori la mitica vuelta del 1987 per sostenere che non è cambiato nulla, però non so se è un metodo valido. Occorre vedere i dati in modo un po' più sistematico.
E se li si vede in modo sistematico si possono notare due processi: la globalizzazione del ciclismo c'è, anche se procede in modo molto lento; più marcato è invece il processo che vede un numero più alto di paesi europei avere corridori di vertice rispetto al passato, questo si nota facilmente vedendo la minore incidenza di 3 paesi: Belgio, Francia, Olanda.
Ho elaborato i dati di due corse altamente internazionalizzate come il tour e la roubaix contando il numero di podi delle diverse nazioni negli ultimi cinquant'anni. Questo è il risultato.
Per il tour:
Anni Settanta (1969-78) – i 30 podi sono tutti europei, 24 vengono da Belgio-Francia-Olanda, i paesi rappresentati sono 7
Anni Ottanta (1979-88) - 26 podi sono europei, 19 vengono da Belgio-Francia-Olanda, i paesi rappresentati sono 9
Anni Novanta (1989-1998) - 27 podi sono europei, 3 vengono da Belgio-Francia-Olanda, i paesi rappresentati sono 10
Anni 2000 (1999-2008) – 18 podi sono europei, zero da Belgio-Francia-Olanda, i paesi rappresentati sono 9
Anni 10 (2009-2018) – 24 podi sono europei, 5 da Belgio-Francia-Olanda, i paesi rappresentati sono 10
Per la Roubaix:
Anni Settanta (1969-78) – i 30 podi sono tutti europei, 25 vengono da Belgio-Francia-Olanda, i paesi rappresentati sono 4
Anni Ottanta (1979-88) i 30 podi sono tutti europei, 18 vengono da Belgio-Francia-Olanda – 7 paesi rappresentati
Anni Novanta (1989-1998) 29 podi sono europei, 19 vengono da Belgio-Francia-Olanda – 5 paesi rappresentati
Anni 2000 (1999-2008) – 28 podi sono europei, 14 vengono da Belgio-Francia-Olanda – 12 paesi rappresentati
Anni 10 (2009-2018) – 29 podi sono europei, 13 vengono da Belgio-Francia-Olanda – 12 paesi rappresentati
E' cosi' nel ciclismo agonistico ?
Per me no
L'aumento di agonisti (ciclisti di alto livello) nei paesi " non storici " compensa la diminuzione nei paesi " storici "?
per me no
faccio un esempio
se i ciclisti d'alto livello (junior , under 23 , elite , pro) anni 90 delle nazioni storiche erano 100
Adesso son scesi .. a 30 ?
le altre nazioni da 20 son salite a 25..
restano lontane da 100
Scusa Winter, ma la globalizzazione è un fenomeno molto ben più complesso di come lo definisci tu. E' la diffusione di una pratica sportiva, di sponsor, di tecnici, di scout, di tecniche di allenamento e materiali, di interesse di pubblico e media ecc. ecc. E questo è sotto gli occhi di tutti e, tra le varie conseguenze ha anche quella di allargare la base geografica dei vincitori delle corse rendendo meno frequente la presenza in cima alla classifica delle nazioni storiche che prima di fatto erano le uniche contendenti.Winter ha scritto: ↑mercoledì 1 maggio 2019, 9:16
Mondializzazione per me significa che aumentano il numero di contendenti ad una determinato avvenimento (o prodotto)
E' cosi' nel ciclismo agonistico ?
Per me no
L'aumento di agonisti (ciclisti di alto livello) nei paesi " non storici " compensa la diminuzione nei paesi " storici "?
per me no
faccio un esempio
se i ciclisti d'alto livello (junior , under 23 , elite , pro) anni 90 delle nazioni storiche erano 100
Adesso son scesi .. a 30 ?
le altre nazioni da 20 son salite a 25..
restano lontane da 100
l'aumento delle altre nazioni è dovuto a quello
Un giorno , visto il boom , anni fa m'ero messo a guardare i risultati delle gare australiane
Utilizzo gli junior perche' è piu' semplice (eta' limitata a due stagioni , nessuno che va in europa o tra i pro)
A livello junior ogni provincia ha la sua federazione e calendario
le due province piu' grosse (victoria e new south wales) avevano una cinquantina di junior a testa
queensland , south australia , western australia una ventina
tasmania e camberra decina..
a esser ottimisti 200 junior (io pensavo 600-800..)
Erano gli stessi che aveva la Svizzera , 25-30 anni fa
adesso son tra i 60 e 70
Condivido virgola per virgola il pensiero di peek. Ciò che è cresciuto notevolmente nei paesi emergenti non è tanto il numero di praticanti, quanto la professionalità. 20-30 anni un ciclista australiano o canadese era costretto a fare un avvicinamento al professionismo molto più amatoriale di un italiano o un francese, che erano seguiti da tecnici esperti in realtà organizzate fin da bambini. Ora non è più così (anzi).peek ha scritto: ↑sabato 4 maggio 2019, 11:24Scusa Winter, ma la globalizzazione è un fenomeno molto ben più complesso di come lo definisci tu. E' la diffusione di una pratica sportiva, di sponsor, di tecnici, di scout, di tecniche di allenamento e materiali, di interesse di pubblico e media ecc. ecc. E questo è sotto gli occhi di tutti e, tra le varie conseguenze ha anche quella di allargare la base geografica dei vincitori delle corse rendendo meno frequente la presenza in cima alla classifica delle nazioni storiche che prima di fatto erano le uniche contendenti.Winter ha scritto: ↑mercoledì 1 maggio 2019, 9:16
Mondializzazione per me significa che aumentano il numero di contendenti ad una determinato avvenimento (o prodotto)
E' cosi' nel ciclismo agonistico ?
Per me no
L'aumento di agonisti (ciclisti di alto livello) nei paesi " non storici " compensa la diminuzione nei paesi " storici "?
per me no
faccio un esempio
se i ciclisti d'alto livello (junior , under 23 , elite , pro) anni 90 delle nazioni storiche erano 100
Adesso son scesi .. a 30 ?
le altre nazioni da 20 son salite a 25..
restano lontane da 100
l'aumento delle altre nazioni è dovuto a quello
Un giorno , visto il boom , anni fa m'ero messo a guardare i risultati delle gare australiane
Utilizzo gli junior perche' è piu' semplice (eta' limitata a due stagioni , nessuno che va in europa o tra i pro)
A livello junior ogni provincia ha la sua federazione e calendario
le due province piu' grosse (victoria e new south wales) avevano una cinquantina di junior a testa
queensland , south australia , western australia una ventina
tasmania e camberra decina..
a esser ottimisti 200 junior (io pensavo 600-800..)
Erano gli stessi che aveva la Svizzera , 25-30 anni fa
adesso son tra i 60 e 70
Il numero di quelli che corrono non è l'unico parametro. Tu in un paese puoi avere 100 che corrono nel 1970 e arrivano sempre ultimi e 100 nel 2010 che arrivano sempre primi, il numero non è cambiato, ma i risultati sì.
e tu la vedi ?peek ha scritto: ↑sabato 4 maggio 2019, 11:24
Scusa Winter, ma la globalizzazione è un fenomeno molto ben più complesso di come lo definisci tu. E' la diffusione di una pratica sportiva, di sponsor, di tecnici, di scout, di tecniche di allenamento e materiali, di interesse di pubblico e media ecc. ecc. E questo è sotto gli occhi di tutti e, tra le varie conseguenze ha anche quella di allargare la base geografica dei vincitori delle corse rendendo meno frequente la presenza in cima alla classifica delle nazioni storiche che prima di fatto erano le uniche contendenti.
Il numero di quelli che corrono non è l'unico parametro. Tu in un paese puoi avere 100 che corrono nel 1970 e arrivano sempre ultimi e 100 nel 2010 che arrivano sempre primi, il numero non è cambiato, ma i risultati sì.
Questo lo posso confermare per esserci in mezzo in pieno.
Si però è un esempio di come non sempre sia opportuno trarre certe conclusioni a prima vista.
Vi pace proprio arrampicarvi sugli specchi, vedo.Slegar ha scritto: ↑sabato 4 maggio 2019, 20:07 Lo sci alpino è stato inventato dagli inglesi.
Il trofeo Kandahar, che ultimamente si è disputato a Garmisch-Partenkirchen, è dedicato al generale dell'impero britannico Frederick Roberts, I conte Kandahar (ora Afghanistan) che, citando Wikipedia, "divenne vicepresidente del Public Schools Alpine Sports Club nel 1903, segnando una tappa fondamentale nella storia dello sci inglese, oltre ad inaugurare la Roberts of Kandahar Cup che ebbe luogo a Crans-Montana (o Crans-sur-Sierre) otto anni dopo, l'11 gennaio 1911, organizzata con l'aiuto di Arnold Lunn (1888–1974) e con i trofei offerti da Lord Roberts in persona."
Cambiamo esempio (e Winter ha pienamente ragione).
esatto , in piu' spesso determinate informazioni danno un'idea errata sull'effettiva mondializzazione del ciclismo
la piu' grande sciatrice di tutti i tempi è nata ed ha iniziato a sciare in minnesotaCthulhu ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 3:59
Vi pace proprio arrampicarvi sugli specchi, vedo.
Gli anglosassoni hanno codificato praticamente tutti gli sport. Ad esempio pure il bob e la pallanuoto. Che notoriamente praticano a legioni
Ryding è il secondo sciatore inglese nella storia ad arrivare sul podio in CdM. L'unico precedente è Bartelski che addirittura viveva in Olanda, altro noto ruolo d'origine di sciatori alpini. Quando arrivò secondo in una discesa libera il commento del telecronista austriaco fu " è impossible, è inglese "
E a dir la verità le prime gare di sci cd alpino le hanno fatte in California nell' 800. Ovviamente erano immigrati norvegesi, visto che lo slalom tra gli alberi faceva parte dell'addestramento dei soldati dell'esercito norvegese
L'ultima volta che sono andato a fare la settimana bianca era pieno di napoletani.
Tutti pronti per la coppa del mondo.
Come si sa per fare sci agonistico basta una settimana all'anno.
Bisognerà farglielo notare agli inglesi che sono un popolo di sciatori come gli austriaci.
Ma per favore...Winter ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 8:40la piu' grande sciatrice di tutti i tempi è nata ed ha iniziato a sciare in minnesotaCthulhu ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 3:59
Vi pace proprio arrampicarvi sugli specchi, vedo.
Gli anglosassoni hanno codificato praticamente tutti gli sport. Ad esempio pure il bob e la pallanuoto. Che notoriamente praticano a legioni
Ryding è il secondo sciatore inglese nella storia ad arrivare sul podio in CdM. L'unico precedente è Bartelski che addirittura viveva in Olanda, altro noto ruolo d'origine di sciatori alpini. Quando arrivò secondo in una discesa libera il commento del telecronista austriaco fu " è impossible, è inglese "
E a dir la verità le prime gare di sci cd alpino le hanno fatte in California nell' 800. Ovviamente erano immigrati norvegesi, visto che lo slalom tra gli alberi faceva parte dell'addestramento dei soldati dell'esercito norvegese
L'ultima volta che sono andato a fare la settimana bianca era pieno di napoletani.
Tutti pronti per la coppa del mondo.
Come si sa per fare sci agonistico basta una settimana all'anno.
Bisognerà farglielo notare agli inglesi che sono un popolo di sciatori come gli austriaci.
famoso stato nordamericano per le montagne..
altitudine massima 700 metri (in scozia si arriva a 1300..)
eppure non si è data all'hockey ne allo sci di fondo
ha iniziato a sciare qui
https://en.wikipedia.org/wiki/Buck_Hill
partenza 369
arrivo a 289
dislivello 80 metri
poi piu' tardi visto che andava forte si son trasferiti a Vail
se leggi la pagina wikipedia della localita' vicino a minneapolis
anche kristina koznick è di li
6 vittorie in coppa del mondo
Tomba di bologna , prima ha sciato a sestola poi a cortina
la Ceccarelli , i Marsaglia son romani. poi visto il loro livello e le disponibilita' economiche si son trasferiti sulle alpi
in misura minore pure Fattori e Razzoli che son emiliani
gli inglesi non sciano una settimana all'anno
ci son tantissime piste da loro
https://www.skiresort.it/comprensori-sc ... -impianti/
simili a quelli della vonn o della koznick
non puoi guardare le medaglie per dire se uno sport è piu' o meno diffuso
anni fa avevamo una slittinista fortissima gerda weissensteiner
aveva vinto sia mondiali che olimpiadi
ricordo di esser rimasto sorpreso che ai campionati italiani.. vinti da lei
avevano partecipati in tre..
1) quando nevica.. pensa un po'Cthulhu ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 11:31
Ma per favore...
i resort in Gran Bretagna sono aperti si e no 10 giorni l'anno.
Quando nevica.
Gli appennini tosco-emiliani hanno un monte di piste da sci.I romani che citi si facevano già da bambini tutto l'inverno sulle alpi
Che cacchio c'entra la Vonn in questo discorso poi lo vedi solo tu.
ripeto, vi piace arrampicarvi sugli specchi.
P.S: ti sei dimenticato di Eddie the eagle, dei bobbisti giamaicani e del fondista di Tonga che sfila a torso nudo alle Olimpiadi invernali.
ma i paesi dell'est negli anni 80 non partecipavano alle corse professionisticheSalvatore77 ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 12:19 Giusto per dirne una, nelle ultime 20 adizioni dei mondiali di ciclismo in linea prof. che sulla carta dovrebbe essere l'apice delle corse di un giorno, per la prima volta ha vinto
1 lettone
1 australiano
1 norvegese
1 portoghese
1 polacco
1 slovacco
per un totale di 8 mondiali su 20.
Di fatto un allargamento è avvenuto.
Va detto che il ciclismo è stato per troppi anni prerogativa di troppe poche nazioni. Pertanto è evidente che era auspicabile una prima fase di allargamento oltre le nazioni storiche e poi in altri lidi (o come direbbe Martinello altre latitudini).
Io potrei risponderti che ti piace essere indolente, perché non ti sforzi a controbattere alle nostre posizioni cercando qualche dato che rafforzi le tue tesi.
Sono tutte nazioni di lunga tradizione ciclistica e poi Winter ti ha già risposto sulle nazioni dell'est.Salvatore77 ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 12:19 1 lettone
1 australiano
1 norvegese
1 portoghese
1 polacco
1 slovacco
Salvatore, è inutile.Salvatore77 ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 12:19 Giusto per dirne una, nelle ultime 20 adizioni dei mondiali di ciclismo in linea prof. che sulla carta dovrebbe essere l'apice delle corse di un giorno, per la prima volta ha vinto
1 lettone
1 australiano
1 norvegese
1 portoghese
1 polacco
1 slovacco
per un totale di 8 mondiali su 20.
Di fatto un allargamento è avvenuto.
Va detto che il ciclismo è stato per troppi anni prerogativa di troppe poche nazioni. Pertanto è evidente che era auspicabile una prima fase di allargamento oltre le nazioni storiche e poi in altri lidi (o come direbbe Martinello altre latitudini).
Tradizione? Quello che contano sono i risultati.Slegar ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 13:51Sono tutte nazioni di lunga tradizione ciclistica e poi Winter ti ha già risposto sulle nazioni dell'est.Salvatore77 ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 12:19 1 lettone
1 australiano
1 norvegese
1 portoghese
1 polacco
1 slovacco
Erano ovviamente più forti di adesso fra i dilettanti per vari motivi, tra cui anche la differenza di età.Winter ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 13:10ma i paesi dell'est negli anni 80 non partecipavano alle corse professionisticheSalvatore77 ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 12:19 Giusto per dirne una, nelle ultime 20 adizioni dei mondiali di ciclismo in linea prof. che sulla carta dovrebbe essere l'apice delle corse di un giorno, per la prima volta ha vinto
1 lettone
1 australiano
1 norvegese
1 portoghese
1 polacco
1 slovacco
per un totale di 8 mondiali su 20.
Di fatto un allargamento è avvenuto.
Va detto che il ciclismo è stato per troppi anni prerogativa di troppe poche nazioni. Pertanto è evidente che era auspicabile una prima fase di allargamento oltre le nazioni storiche e poi in altri lidi (o come direbbe Martinello altre latitudini).
Non c'erano solo per quel motivo
se guardi il campionato del mondo dilettanti è dominato da loro
dal 1980 al 1993 se consideriamo anche le olimpiadi
Russia due titoli
Polonia due titoli
Germania Orientale cinque titoli
Ucraina un titolo
dieci titoli su 13 (nel 1984 non parteciparono alle olimpiadi estive)
gli altri tre titoli
son due vittorie nostre e una francese
Pero' i loro movimenti esistevano eccome , anzi per me erano anche piu' forti di adesso
Erano piu' forti perche' avevano un enorme bacino , tantissimi talenti , grossa organizzazione ed anche l'eta'Salvatore77 ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 14:25
Erano ovviamente più forti di adesso fra i dilettanti per vari motivi, tra cui anche la differenza di età.
Ma noi stiamo parlando di ciclismo professionismo. Il fatto che anche i paesi dell'est da 30 anni corrono fra i prof. (la Polonia anche da prima) sta a dimostrare proprio quello che dico io.
Non fa specie nel ragionamento questa cosa.
Se adesso in Kenia ci sono squadre di ciclismo o i paesi dell'est sono passati al professionismo non fa differenza. Non rileva ai fini dell'analisi il come. Contano i numeri.
Qualche settimana fa l'ho scritto proprio come causa principale del fatto che adesso gli spazi sono ridotti per tutti, cioè la presenza di nazioni che prima non esistevano.
Non sarà globalizzazione ma sicuramente il ciclismo sta cambiando. Non sarà un caso che adesso il mondiale si corre al massimo 9 per squadra e mica tutti, prima si correvva in 12 più il campione del mondo 13.
Stavo per scriverlo io, un conto sono gli sciatori della settimana bianca, un altro quelli agonistici.Cthulhu ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 3:59Vi pace proprio arrampicarvi sugli specchi, vedo.Slegar ha scritto: ↑sabato 4 maggio 2019, 20:07 Lo sci alpino è stato inventato dagli inglesi.
Il trofeo Kandahar, che ultimamente si è disputato a Garmisch-Partenkirchen, è dedicato al generale dell'impero britannico Frederick Roberts, I conte Kandahar (ora Afghanistan) che, citando Wikipedia, "divenne vicepresidente del Public Schools Alpine Sports Club nel 1903, segnando una tappa fondamentale nella storia dello sci inglese, oltre ad inaugurare la Roberts of Kandahar Cup che ebbe luogo a Crans-Montana (o Crans-sur-Sierre) otto anni dopo, l'11 gennaio 1911, organizzata con l'aiuto di Arnold Lunn (1888–1974) e con i trofei offerti da Lord Roberts in persona."
Cambiamo esempio (e Winter ha pienamente ragione).
Gli anglosassoni hanno codificato praticamente tutti gli sport. Ad esempio pure il bob e la pallanuoto. Che notoriamente praticano a legioni
Ryding è il secondo sciatore inglese nella storia ad arrivare sul podio in CdM. L'unico precedente è Bartelski che addirittura viveva in Olanda, altro noto ruolo d'origine di sciatori alpini. Quando arrivò secondo in una discesa libera il commento del telecronista austriaco fu " è impossible, è inglese "
E a dir la verità le prime gare di sci cd alpino le hanno fatte in California nell' 800. Ovviamente erano immigrati norvegesi, visto che lo slalom tra gli alberi faceva parte dell'addestramento dei soldati dell'esercito norvegese
L'ultima volta che sono andato a fare la settimana bianca era pieno di napoletani.
Tutti pronti per la coppa del mondo.
Come si sa per fare sci agonistico basta una settimana all'anno.
Bisognerà farglielo notare agli inglesi che sono un popolo di sciatori come gli austriaci.
se il tuo giudizio viene influenzato da chi hai incontrato in settimana bianca..
basta trasferirsiLazzaro1 ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 14:34
Stavo per scriverlo io, un conto sono gli sciatori della settimana bianca, un altro quelli agonistici.
Per arrivare in Copppa del Mondo devi allenarti tutti i giorni da quando hai 6/7 anni, altrimenti non ci arrivi.
L'Inghilterra potrà tirare fuori, una volta ogni vent'anni, uno scitore da coppa del mondo, ma non potrà mai avere una squadra competitiva