@herbie, mi pare un paragone improprio. Il medico si Caraibi non è un potenziale (nemmeno con bassa probabilità come il ciclista o il podista) diffusore del contagio.
Il divieto di uscire non è dettato da invidia, ma dal non voler aggiungere ciclisti e podisti a chi già deve uscire per lavorare.
Ciclisti e podisti si muovono da soli? Devono uscire di casa, prendere un ascensore, toccare maniglie e cancelli, magari sputano per terra, magari si sentono male e bisogna soccorrerli proprio in questi giorni anche se non è mai capitato in vent'anni. Le occasioni di incontro con qualcuno esistono.
Sono troppi quelli che già si muovono per lavoro? Benissimo, non è un buon motivo per aggiungerne altri come ha scritto chinaski.
I boschi di Cortina per un cortinese oggi credo che sarebbero assolutamente innocui. I Navigli milanesi con un via libera allo sport darebbero ben altro risultato (basti pensare a cosa succede sul naviglio Grande nei fine settimana primaverili di solito, che si fa fatica a passare).
Potrei fare lo stesso ragionamento per lo scialpinismo: parto da casa in auto da solo, faccio la gita e torno.
Poi magari succede questo
https://www.ildolomiti.it/cronaca/2020/ ... -in-azione
O magari banalmente devo fermarmi dal benzinaio a fare il pieno.
Oppure ho malauguratamente bisogno del soccorso stradale.
Dovendo dare una regola per tutti, la regola è il divieto. Spiace per chi è appassionato, me compreso, ma prima se ne esce meglio è per tutti.
Che poi ci siano dei frustrati che urlano dalle finestre, be' mi spiace innanzitutto per la loro condizione intellettiva...
Ma mi pare un tema diverso.