MarcoRimini ha scritto:Sei amico di famiglia Alfiso?
In realtà il mi' babbo, in particolare con Aldo Moser. Mio padre era un moseriano di ferro. Per questo sono cresciuto più critico e distaccato dal tifo.

Con vari amici si aveva un appuntamento fisso a Palù, in particolare al ristorante Doss Pules.
Mi riconosco pienamente nelle cose scritte da Galliano e Merlozoro e come non farlo nel solito bel pezzo di Claudiodance.
Ciò non toglie che io sia stato critico (molto col senno di poi) nei confronti di Francesco Moser, soprattutto verso il Moser della parte finale della carriera e quello post-agonistico. Però confondere tutta la famiglia Moser con le peggiori caratteristiche (quelle "sceriffiche") di Francesco è un grosso errore.
Mi ricordo un amico di mio padre che disse rivolto ad Aldo: "se tu avessi avuto la stessa cattiveria del Francesco avresti vinto il doppio" e questi notoriamente taciturno e bonario rispose con un sorriso che mischiava orgoglio mal celato e semi-fastidio (della serie "io sono Aldo, sono così e non sono Francesco").
Aldo era un corridore generoso, che si spese molto per gli altri (credo sia in gara che in famiglia), un po' il classico "primo" della famiglia numerosa che si sacrifica per i fratelli per un rigido e nobile disegno familiare tipicamente contadino. Francesco pertanto era divenuto il fratello privilegiato che non poteva dissipare le occasioni che la famiglia gli forniva. Dice bene Galliano quando parla di saga, perchè come in ogni saga familiare letteraria anche in quella dei Moser troviamo personaggi anche diametralmente opposti fra loro. Sui fratelli comunque a svettare c'era la bellissima nonna Cecilia, il vero leader carismatico della famiglia.
La sua casa, le sue cantine erano aperte a tutti i numerosi e continui ospiti. Impagabile con la sua affabilità ed il suo calore, tutti trentini.
Il dna dei Moser era spiegato facilmente dalla forza della famiglia contadina sino agli anni 80 e le successive scarse vicende sportive di Leonardo avrebbero portato i più a pensare ad un "imborghesimento" del dna. Non me ne voglia Leonardo, ciascuno ha il suo percorso e le sue doti naturali.
Ed invece no. Ecco un altro Moser, a sua volta diverso dagli altri famosi della famiglia (non è taciturno e bonariamente "perdente" come Aldo, non è antipaticamente aggressivo e impacciato coi media come Francesco. E' (per ora) terribilmente vincente. Ha il vento dalla sua; questo corre solo per vincere. Ha messo a frutto anni di osservazioni e suggerimenti vari fra papà, zii, cugini (tutti più o meno famosi) e certamente donne della famiglia

All'intelligenza ed alla ambizione contadina l'ultima generazione ha aggiunto una ben tollerabile "borghese" organizzazione e capacità di ben relazionarsi coi media. Ma, vivaddio la fame è rimasta tutta contadina.
Concordo sul fatto che uno così va buttato allo sbaraglio subito in un Tour per annusare l'aria e picchiare pure un po' il naso (non gli farà male).
Eppoi al mondiale l'Italia ha un certo storico di trentini di grande speranze subito protagonisti. Ed il Cauberg ha un debito verso di noi. Mi sogno una nazionale di senatori riabilitati (che hanno qualcosa da farsi perdonare) e novelli ambiziosi con tanta voglia di far festa a sera, senza egoismi personali e tanta voglia di fare Storia tutti assieme. Ok, mi fermo, rinviamo la cosa.
Ritorno infine sulla antipatia che riguarda Francesco. E' stata associata alle sue recenti prese di posizione politiche.
Bene, non è corretto del tutto farlo, perchè le ragioni dell'antipatia sono più antiche del Padania e sono perlopiù legate al ciclismo ed al ciclismo che Francesco incarnava. In realtà la sperticata di Moser per il Padania ne seguiva altre fatte in favore di altri potenti in passato (Formigoni, Prodi, Malossini, Patt, ecc.).
Francesco è uno sceriffo, uno sempre governativo, che nel contempo difende anche a muso duro i propri interessi, come faceva anche coi suoi avversari, anzi il suo avversario, che certamente non era un angelo. La competizione era forte e con accenti molto forti. E, a differenza del fratello Aldo (percui nutro simpatia e stima assoluti), Francesco non le mandava a dire.
Avere confuso Francesco Moser come il candidato di centrodestra nelle elezioni federali di qualche anno fa contro Ceruti è stato un errore madornale, ben utilizzato da quel presidente che il ciclismo italiano non si meritava. Francesco commise due errori madornali, il primo di accettare senza reazione quella etichetta politica ed il secondo (ancor più madornale) di credere che l'appoggio della gran parte dei campioni (escluso uno, indovinate quale) gli avrebbe spianato la strada dell'elezione. Si aggiunga poi a questo le infelici uscite sul doping e la sua liberalizzazione (un po' per opinione ed un po' per dare un senso storico, un rigurgito dignitoso, al vituperato ciclismo). Quelle frasi, fuori dalla contestualizzazione che oggi tutti stiamo maturando, lo rese vulnerabile agli attacchi ironici e sarcastici della stampa. In realtà Francesco Moser in quelle elezioni era il candidato della base contro il candidato del palazzo (tout court).
Per spiegare ciò ricordo che molti delegati delle regioni tradizionalmente e militarmente rosse avevano appoggiato Moser (compreso qualche illustre forumista) proprio perchè espressione del movimento e non della politica. Ricordiamocelo fra qualche mese!
Ceruti annunciò che Saronni avrebbe potuto essere il ct della nazionale di quel quadriennio

Io so solo che la politica deve servire lo sport. Ogni altra servitù (specie il viceversa) è invece dannosa.
Detto questo di Francesco, dei suoi errori, delle sue goffe uscite e tornando alla nuova generazione mi fa molto piacere leggere i twit di suo figlio Ignazio (nome ereditato dal nonno capostipite, marito della dolce nonna Cecilia), che promanano simpatia ed una rassicurante dose di autocritica che allo smanioso Francesco un poco difettavano. In generale bisogna però ammettere che le gare di Francesco erano uno spettacolo fantastico e se Ignazio ne azzeccasse anche solo la metà ci sarebbe di che gioire senza ritegno. E in ogni caso ai nuovi Moser nessuno spianerà i Giri (semmai ...)
