VI - Le consonanti e le semivocali
Per uno studio particolareggiato sulle consonanti, si rimanda alla grammatica italiana, perché in genere la distinzione fra sorde (labiali/dentali/labiovelari) e sonore (nasali, liquide, sibilanti) è la stessa della nostra lingua. Si deve aggiungere che la *h* produce una leggera aspirazione, ma che se segue la p, il gruppo (ph) si pronucia effe. Il gruppo gl è sempre gutturale, come in italiano negligente: gleba (zolla) glis (ghiro). Il gruppo ti, non accentato, seguito da vocale fa zi, natio (pron. nàzio, it. nazione). Conserva però il suono scritto se è preceduto da altra t, s o x. hostia (vittima), mixtio (miscela). Oppure se cade l'accento sulla i totius (pr. totìus, it. di tutto).
Le semivocali sono i e u e hanno valore intermedio, come in italiano Iulius (Giulio) iustitia (giustizia) uestis (veste)
La pronuncia classica o scientifica, detta anche "restituta", cioè restaurata, si distingue da quella dei preti nei seguenti casi:
i dittonghi si pronunciano come sono scritti e, se acccentati, sulla prima vocale Kàesar
c e g sempre dure: Kikero e il gruppo gn eguale e quindi G-neus Pompeo e non lo ng- di agnello.
la y, come la u francese
la v è, come detto una u e quindi Suetonius e non Svetonio
il gruppo ti si pronuncia come scritto.
P.S. Ma ormai è tardi e complicato per un ritorno all'antico, ma comunque non fa male saperlo.

Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
