In fiorentino è che a "questi" non si sa più come chiamarli che s'offendono.
Chi è nato in Italia fino alla metà degli anni Ottanta ha imparato negro come una parola non offensiva, ma meramente descrittiva.
All’inizio degli anni Novanta si è cominciato a pensare che il termine poteva essere di per sé offensivo. Molto ha influito l’ideologia del politically correct, che venendo dagli Stati Uniti ha istituito il parallelo fra l’inglese nigger e il nostro negro, suggerendo di adottare al suo posto nero a imitazione del neutrale black. Poco ha importato che negro non fosse in italiano un termine ostile e intenzionalmente offensivo come nigger in inglese. L’accusa di razzismo è molto grave, ed è molto difficile scagionarsene,1 poiché si tratta di un sospetto gettato non solo sulle azioni ma anche sui pensieri, per i quali è impossibile dimostrare che non ci sono.
Questo ha fatto sì che accusare qualcuno di razzismo perché usava la parola negro fosse molto facile, e che dichiararsi intimamente corretti servisse a poco, di fronte alla presenza di questa sorta di “tangibile prova” della colpevolezza, costituita dall’effettivo uso della parola. Piuttosto che protestare la propria innocenza e il proprio diritto a continuare a usare quella parola senza offendere nessuno, tutti hanno preferito rinunciare a usarla.
Così è successa una cosa abbastanza stupida: negro è passato dal non essere offensivo, ad essere proibito perché offensivo; e paradossalmente è stata proprio la proibizione a renderlo (forse definitivamente) una parola offensiva. Sapendo questo, si può provare il desiderio di non abbandonare negro; come si può cercare di non abbandonare riunione per meeting e posto per location: non a tutti piace fare qualsiasi cosa facciano gli americani. A molti del resto pare offensivo proprio il fatto di evitare la parola negro, come se ci fosse qualcosa di male nell’essere negri. Per me, che la usavo prima della sua proscrizione, la parola designa in modo neutrale molte persone; e mi sembra di offenderle evitando di chiamarle con il loro nome.
cit. Edoardo Lombardi Vallauri
E negro è offensivo; e nero (negru in romeno) è offensivo; e non bianco è offensivo; e di colore je rode er culo;
Famo che nun chiamalli propio e famo prima.
p.s.

