Non so chi sia il prof. Bellavite e non me ne frega più di tanto saperlo.matteo.conz ha scritto: ↑venerdì 11 giugno 2021, 15:58 Io invece direi che quella ragazza 18enne non avrebbe dovuto venir proprio vaccinata. Se non l'hai guardato, ti consiglio il video del prof. Bellavite che ho postato stamattina. Secondo me è una discorso di grande buon senso in generale ed in particolare sul bilancio rischio beneficio che viene fatto in maniere superficiale. Senza contare gli studi che affermano in modo abbastanza sicuro che gli asintomatici, come la stragrande maggioranza dei giovani positivi, molto difficilmente sono contagiosi.
Ma ci sono due controargomenti a quel che scrivi tu:
1) incertezza di questo famoso rapporto rischi-benefici, anche nella sua stessa definizione
2) il fatto che quando un rischio non è elevato (e qui il rischio = probabilità x magnitudine dell'evento è infimo), di solito non ragioniamo nell'ottica di evitare il rischio ma subentrano ben altri fattori. Sennò non faremmo più nulla.
Il famoso "rapporto rischi-benefici" è una quantità dal numeratore e denominatore molto incerti.
Nel numeratore c'è la nonna a cui attacchi il covid? C'è il mantenimento di una circolazione del virus col possibile sviluppo di varianti? C'è la considerazione che si possano identificare specifiche categorie di rischio e semmai escludere quei pochi invece di dire "non vacciniamo più nessuno sotto X anni"? (breaking news: Camilla aveva una carenza di piastrine)
Nel denominatore c'è il fatto di evitare il covid tout-court? con tutto quel che comporta anche in termini di strascichi nel lungo periodo.
La "stragrande maggioranza" dei giovani positivi non attacca il covid ad altri? Non so su che basi lo affermi, a me basta che una sparuta minoranza la attacchi e faccia più morti di tutta la storia dei vaccini da Jenner ai giorni nostri, ma in ogni caso basta pensare che una maggioranza ancora più stragrande dei giovani che si vaccina (con AZ o altro) non ha la minima conseguenza, al massimo un giorno di febbricola.
Poi dicevo, le valutazioni individuali che facciamo su rischi molto bassi.
A livello individualistico il discorso "Penso ai cazzi miei, il rapporto benefici-costi individuali è inferiore a 1, non mi vaccino", ripeto ammesso e non concesso di poter determinare questo rapporto, ci sta.
Se uno alza un attimo lo sguardo dal disbrigo dei cazzi suoi e guarda alla società di cui fa parte nel suo complesso (la mortalità più alta dal 1944, un milione di posti di lavoro evaporati, milioni di ragazzi che cresceranno con ritardi cognitivi dati dalle scuole chiuse, ecc.), pensa all'impatto che potrebbe avere la scelta di milioni di persone come lui/lei di vaccinarsi o no, e poi magari pensa alle scelte che opera ogni santo giorno (che so, andare al lavoro in bici col rischio di farsi arrotare), la prospettiva cambia un po'.