
Fine
Dopo la produttiva conversazione su Guccini, sono andato in cerca dell'esistenza di una discussione su Faber e come per magia ti ho ribeccatolemond ha scritto: ↑domenica 27 maggio 2012, 14:23 "La domenica dell salme" è la canzone più discussa e commentata nel passato, ma, essendo ancora attuale, credo anche nel futuro. In essa ci sono quasi tutti gli elementi per capire e, come è buono e giusto, non ci sono giudizi che, come diceva Gaber, nelle canzoni sarebbere "peccati mortali" (in senso laicista, naturalmente)Nessuno punta il dito (non siamo con Di Pietro e Grillo), perché tutto si spiega da sé.
Altro che, a me sembra un fenomeno. Come fa uno del 2000 (sei anni di più dissardino) ad avere una maturità simile.
Se leggi ogni mio scritto (e sono tanti) ti accorgerai che non sono capace di scrivere più di poche righe. Ciao e grazie di essere approdato a questo forum che, fra l'altro, è l'università del ciclismo e anche di altro. Ci sono anche scrittori di gran classe come Nino qui e inoltre grandi umoristi e persone che possono insegnare in vari settori della scienza. Il tutto lo dobbiamo all'intelligenza e lungimiranza di Marco Grassi che da qualcuno è però contestato (ma qui siamo nel lato oscuro della Forza).nibali-san baronto ha scritto: ↑giovedì 28 marzo 2019, 22:02 Siccome hai (credo volontariamente) tralasciato un'analisi più attenta de La domenica delle salme, mi sembrava utile mettere per scritto tutto ciò che ho scoperto sulla canzone.
Lascia che lo siano gli imbecilli, e ci sono anche quelli, anzi per un verso lo siamo tutti (cfr. il Grande M. Ferraris).
E se i complimenti provengono dal più grande maestro che abbiamo qui, credo che siano alquanto da apprezzare.Bitossi ha scritto: ↑sabato 30 marzo 2019, 15:28 Vorrei aggiungere comunque che, fermi restando la grandezza ed il significato complessivo della canzone, non è che ne “La domenica delle salme” tutto fosse anticipazione. Certe cose erano nell’aria; compito di un artista dare forma e parola a questi sentori.
Vado a memoria (non ascolto il brano per intero probabilmente da quegli anni, anche se devo avere ancora la cassetta originale da qualche parte, ed ho quasi tutti i dischi di De André...) per richiamare riferimenti che già all’epoca sembravano abbastanza diretti:
- tra i primi polacchi emigrati in Europa c’erano gli “inventori” del lavaggio del parabrezza, presto imitati da altri. Ricordo che se ne vedevano anche a Milano.
- il poeta della Baggina è un anziano, quindi “passato di moda”. A Milano si diceva e si dice tuttora scherzosamente “devi andare alla Baggina” quando si dimentica qualcosa, o si dimostra un po’ di lentezza senile. Certo che, visto quel che successe meno di due anni dopo, questo riferimento è un colpo da maestro, da vedere se fortunato o, come penso, inspiegabile intuizione artistica (anche se si sapeva che la Baggina, come altri enti pubblici, fosse in mano ai Craxisti - non uso il nome del partito perché per me ha ancora un nobile significato)
- Renato Curcio viene definito “carbonaro”, quindi molto evidente il riferimento a Piero Maroncelli, appunto carbonaro, a cui a causa di un tumore venne amputata una gamba nel carcere dello Spielberg (era compagno di prigionia di Silvio Pellico)
- la scimmia del IV Reich: appena caduto il muro, c’era stato un immediato fiorire di organizzazioni neonaziste (addirittura forse più presenti di adesso), soprattutto nella ex Germania Est. Ricordo anche il caso di un italiano malmenato perché scambiato per nordafricano...![]()
- il cannone nel cortile: vero che oggi pare ironicamente attuale se si pensa alla cosiddetta “difesa sempre legittima”, ma all’epoca sinceramente sembrava (magari solo a me...
) più un estremo, anarchico, individualista richiamo alla necessità di difendersi dallo sfascio, anche attraverso le arti (il cugino De Andrade...)
- la “vibrante protesta” pareva, e mi pare tuttora, una presa p’u culu dell’inanità di alcune forme di opposizione che, appunto, potevano e possono unicamente, in questa democrazia virtuale, utilizzare proteste formali. La frase a me pare detta alla maniera di un politicante piemontese, più che con gravità. Non so se De André avesse in mente qualcuno in particolare...![]()
In ogni caso, mi unisco ai complimenti al giovane compaesano di lemond!![]()
In verità il San Baronto è più un affetto in quanto ciclista. Io sono compaesano di Bettiol, ovvero di Castelfiorentino.lemond ha scritto: ↑domenica 31 marzo 2019, 9:16E se i complimenti provengono dal più grande maestro che abbiamo qui, credo che siano alquanto da apprezzare.Bitossi ha scritto: ↑sabato 30 marzo 2019, 15:28 Vorrei aggiungere comunque che, fermi restando la grandezza ed il significato complessivo della canzone, non è che ne “La domenica delle salme” tutto fosse anticipazione. Certe cose erano nell’aria; compito di un artista dare forma e parola a questi sentori.
Vado a memoria (non ascolto il brano per intero probabilmente da quegli anni, anche se devo avere ancora la cassetta originale da qualche parte, ed ho quasi tutti i dischi di De André...) per richiamare riferimenti che già all’epoca sembravano abbastanza diretti:
- tra i primi polacchi emigrati in Europa c’erano gli “inventori” del lavaggio del parabrezza, presto imitati da altri. Ricordo che se ne vedevano anche a Milano.
- il poeta della Baggina è un anziano, quindi “passato di moda”. A Milano si diceva e si dice tuttora scherzosamente “devi andare alla Baggina” quando si dimentica qualcosa, o si dimostra un po’ di lentezza senile. Certo che, visto quel che successe meno di due anni dopo, questo riferimento è un colpo da maestro, da vedere se fortunato o, come penso, inspiegabile intuizione artistica (anche se si sapeva che la Baggina, come altri enti pubblici, fosse in mano ai Craxisti - non uso il nome del partito perché per me ha ancora un nobile significato)
- Renato Curcio viene definito “carbonaro”, quindi molto evidente il riferimento a Piero Maroncelli, appunto carbonaro, a cui a causa di un tumore venne amputata una gamba nel carcere dello Spielberg (era compagno di prigionia di Silvio Pellico)
- la scimmia del IV Reich: appena caduto il muro, c’era stato un immediato fiorire di organizzazioni neonaziste (addirittura forse più presenti di adesso), soprattutto nella ex Germania Est. Ricordo anche il caso di un italiano malmenato perché scambiato per nordafricano...![]()
- il cannone nel cortile: vero che oggi pare ironicamente attuale se si pensa alla cosiddetta “difesa sempre legittima”, ma all’epoca sinceramente sembrava (magari solo a me...
) più un estremo, anarchico, individualista richiamo alla necessità di difendersi dallo sfascio, anche attraverso le arti (il cugino De Andrade...)
- la “vibrante protesta” pareva, e mi pare tuttora, una presa p’u culu dell’inanità di alcune forme di opposizione che, appunto, potevano e possono unicamente, in questa democrazia virtuale, utilizzare proteste formali. La frase a me pare detta alla maniera di un politicante piemontese, più che con gravità. Non so se De André avesse in mente qualcuno in particolare...![]()
In ogni caso, mi unisco ai complimenti al giovane compaesano di lemond!![]()
P.S. Anche se crede che San Baronto e (ormai o quasi) Firenze siano lo stesso paese, ma che vuoi Bitossi è lombardo.![]()
Se vuoi omaggiare Nibali e non Visconti devi riscrivere il tuo soprannome e indicare Mastromarco, invece di San Baronto.nibali-san baronto ha scritto: ↑domenica 31 marzo 2019, 10:58 In verità il San Baronto è più un affetto in quanto ciclista. Io sono compaesano di Bettiol, ovvero di Castelfiorentino.
In realtà sono due cose separate: Nibali è per Nibali, San Baronto è per la salita stessa in quanto monumento del ciclismo.lemond ha scritto: ↑giovedì 4 aprile 2019, 11:57Se vuoi omaggiare Nibali e non Visconti devi riscrivere il tuo soprannome e indicare Mastromarco, invece di San Baronto.nibali-san baronto ha scritto: ↑domenica 31 marzo 2019, 10:58 In verità il San Baronto è più un affetto in quanto ciclista. Io sono compaesano di Bettiol, ovvero di Castelfiorentino.![]()
nibali-san baronto ha scritto: ↑giovedì 28 marzo 2019, 22:02 P.S. Io ho cercato di essere obiettivo e di ragionare con la mente di De André. Ammetto di sentirmi abbastanza in comunione col suo modo di pensare per cui mi riesce facile (per fortuna o purtroppo) trarre le conseguenze e dargli una mia piccola sfumatura personale in qualità di uditore e quindi interprete. Allo stesso tempo specifico che essendo nato nel 2000 è un periodo che conosco solo attraverso i documentari, i racconti dei miei genitori e le canzoni di Faber e Guccio. Quindi non sono certo di aver detto al 100% cose corrette. Spero di essere stato quantomeno non-banale.