Quando parlo di filtri, una parte importante sono proprio i percorsi proposti nella categoria juniores in cui le lunghe salite, anche a sentire le testimonianze dirette qui nel forum, non ci sono proprio. Il nuovo corso federale sembra non preoccuparsi di ciò, anzi, ed il primo anno (probabilmente quello più importante in cui si imposta il lavoro di tutto il quadriennio) della presidenza Dagnoni è già volato via.Stylus ha scritto: ↑lunedì 27 settembre 2021, 9:21Sarà anche colpa dei percorsi: per anni sono scomparse le corse a tappe e le corse dure e le squadre giovanili nostrane difficilmente uscivano dai confini per correre preferendo fare incetta di trofei del quartiere, la tendenza a trasformarsi a continental e correre più all'estero e la rinascita di corse a tappe è solo storia recente, credo che ora almeno per quanto riguarda gli under 23, ci vuole ancora un po' di pazienza, qualche frutto si vede. Ne so invece meno e altrettanto meno ottimista lo sono sulla situazione allievi.
La crisi del ciclismo italiano
Re: La crisi del ciclismo italiano
Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità
Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
Re: La crisi del ciclismo italiano
In partejumbo ha scritto: ↑martedì 28 settembre 2021, 17:17quindi mettendo i numeri in formato leggibile (vittorie/piazzamenti sul podio):
12-21 - 1 medaglia mondiale e 4/14 nelle monumento
02-11 - 6 medaglie mondiali e 16/40 nelle monumento
92-01 - 6 medaglie mondiali e 16/61 nelle monumento
a me pare evidente che il calo nei risultati tra mondiali e monumento è sostanzialmente sulla stessa linea. se i risultati nelle monumento sono diventati circa 1/4 di quelli dei decenni precedenti, e le medaglie mondiali 1/6, è anche perché 6/4=1,5 e non si possono prendere frazioni di medaglie (per cui proprio numericamente non ha senso dividere per 5 i risultati delle monumento perdendo di precisione).
La statistica delle vittorie è per me quella più indicativa
La decade
Alla 12..21 manca rapportata alle classiche un titolo mondiale
Quella 02..11 invece ha un titolo mondiale in più rispetto alle classiche
La 92..01 ha due titoli mondiali in meno
Re: La crisi del ciclismo italiano
La singola vittoria al Mondiale è troppo influenzata anche da variabili casuali della specifica corsa, per questo per me ha più senso guardare i piazzamenti. Già nel totale delle classiche è diverso essendo 5 a stagione.Winter ha scritto: ↑martedì 28 settembre 2021, 20:45In partejumbo ha scritto: ↑martedì 28 settembre 2021, 17:17quindi mettendo i numeri in formato leggibile (vittorie/piazzamenti sul podio):
12-21 - 1 medaglia mondiale e 4/14 nelle monumento
02-11 - 6 medaglie mondiali e 16/40 nelle monumento
92-01 - 6 medaglie mondiali e 16/61 nelle monumento
a me pare evidente che il calo nei risultati tra mondiali e monumento è sostanzialmente sulla stessa linea. se i risultati nelle monumento sono diventati circa 1/4 di quelli dei decenni precedenti, e le medaglie mondiali 1/6, è anche perché 6/4=1,5 e non si possono prendere frazioni di medaglie (per cui proprio numericamente non ha senso dividere per 5 i risultati delle monumento perdendo di precisione).
La statistica delle vittorie è per me quella più indicativa
La decade
Alla 12..21 manca rapportata alle classiche un titolo mondiale
Quella 02..11 invece ha un titolo mondiale in più rispetto alle classiche
La 92..01 ha due titoli mondiali in meno
Per lo stesso motivo, una vittoria in più o in meno rispetto alla tendenza calcolata non modifica la valutazione sulla tendenza generale, che infatti rimane chiara: meno vittorie e meno piazzamenti nelle classiche, e lo stesso sostanzialmente in proporzione succede al mondiale.
Re: La crisi del ciclismo italiano
quello si
In generale però fa notare come negli anni 90..diversi mondiali ci son sfuggiti per troppa abbondanza..
E l ottimo lavoro fatto da ballerini
Mentre ne bettini ne cassani han dato grossi miglioramenti al trend negativo
In generale però fa notare come negli anni 90..diversi mondiali ci son sfuggiti per troppa abbondanza..
E l ottimo lavoro fatto da ballerini
Mentre ne bettini ne cassani han dato grossi miglioramenti al trend negativo
Re: La crisi del ciclismo italiano
Bohjumbo ha scritto: ↑mercoledì 29 settembre 2021, 10:19La singola vittoria al Mondiale è troppo influenzata anche da variabili casuali della specifica corsa, per questo per me ha più senso guardare i piazzamenti. Già nel totale delle classiche è diverso essendo 5 a stagione.Winter ha scritto: ↑martedì 28 settembre 2021, 20:45In partejumbo ha scritto: ↑martedì 28 settembre 2021, 17:17
quindi mettendo i numeri in formato leggibile (vittorie/piazzamenti sul podio):
12-21 - 1 medaglia mondiale e 4/14 nelle monumento
02-11 - 6 medaglie mondiali e 16/40 nelle monumento
92-01 - 6 medaglie mondiali e 16/61 nelle monumento
a me pare evidente che il calo nei risultati tra mondiali e monumento è sostanzialmente sulla stessa linea. se i risultati nelle monumento sono diventati circa 1/4 di quelli dei decenni precedenti, e le medaglie mondiali 1/6, è anche perché 6/4=1,5 e non si possono prendere frazioni di medaglie (per cui proprio numericamente non ha senso dividere per 5 i risultati delle monumento perdendo di precisione).
La statistica delle vittorie è per me quella più indicativa
La decade
Alla 12..21 manca rapportata alle classiche un titolo mondiale
Quella 02..11 invece ha un titolo mondiale in più rispetto alle classiche
La 92..01 ha due titoli mondiali in meno
Per lo stesso motivo, una vittoria in più o in meno rispetto alla tendenza calcolata non modifica la valutazione sulla tendenza generale, che infatti rimane chiara: meno vittorie e meno piazzamenti nelle classiche, e lo stesso sostanzialmente in proporzione succede al mondiale.
Premettendo che per me il decennio migliore è quello del 90 con Bugno e Pantani
Ma detto questo quello del 2000 è stato monopolizzato da Bettini o quasi
Nell'ultimo decennio pare che non abbiamo vinto nulla...
Ma le vittorie nei grandi giri di Nibali non contano?
Ecco l'elenco delle corse minori del ciclismo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
Re: La crisi del ciclismo italiano
Si parlava di Mondiali e del confronto tra i risultati ai Mondiali e nelle classiche nei tre decenni.riddler ha scritto: ↑domenica 3 ottobre 2021, 20:18Bohjumbo ha scritto: ↑mercoledì 29 settembre 2021, 10:19La singola vittoria al Mondiale è troppo influenzata anche da variabili casuali della specifica corsa, per questo per me ha più senso guardare i piazzamenti. Già nel totale delle classiche è diverso essendo 5 a stagione.Winter ha scritto: ↑martedì 28 settembre 2021, 20:45
In parte
La statistica delle vittorie è per me quella più indicativa
La decade
Alla 12..21 manca rapportata alle classiche un titolo mondiale
Quella 02..11 invece ha un titolo mondiale in più rispetto alle classiche
La 92..01 ha due titoli mondiali in meno
Per lo stesso motivo, una vittoria in più o in meno rispetto alla tendenza calcolata non modifica la valutazione sulla tendenza generale, che infatti rimane chiara: meno vittorie e meno piazzamenti nelle classiche, e lo stesso sostanzialmente in proporzione succede al mondiale.
Premettendo che per me il decennio migliore è quello del 90 con Bugno e Pantani
Ma detto questo quello del 2000 è stato monopolizzato da Bettini o quasi
Nell'ultimo decennio pare che non abbiamo vinto nulla...
Ma le vittorie nei grandi giri di Nibali non contano?
Direi che per quel confronto i risultati nei grandi giri non contano granché, visto che si parla di corse di un giorno.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Bartoli, Di Luca, Rebellin, Cunego, Ballan, Pozzato, Petacchi, Cipollini...riddler ha scritto: ↑domenica 3 ottobre 2021, 20:18
Boh
Premettendo che per me il decennio migliore è quello del 90 con Bugno e Pantani
Ma detto questo quello del 2000 è stato monopolizzato da Bettini o quasi
Nell'ultimo decennio pare che non abbiamo vinto nulla...
Ma le vittorie nei grandi giri di Nibali non contano?
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ho detto o quasiTatranky ha scritto: ↑domenica 3 ottobre 2021, 20:24Bartoli, Di Luca, Rebellin, Cunego, Ballan, Pozzato, Petacchi, Cipollini...riddler ha scritto: ↑domenica 3 ottobre 2021, 20:18
Boh
Premettendo che per me il decennio migliore è quello del 90 con Bugno e Pantani
Ma detto questo quello del 2000 è stato monopolizzato da Bettini o quasi
Nell'ultimo decennio pare che non abbiamo vinto nulla...
Ma le vittorie nei grandi giri di Nibali non contano?
Comunque la vittoria del tour di Nibali per me un pochino conta
Ecco l'elenco delle corse minori del ciclismo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
Re: La crisi del ciclismo italiano
ma era una analisi sui risultati del mondiale comparati a quelli delle classiche nello stesso periodo
Ha scritto bene jumbo..cosa centrano i gt?
Ha scritto bene jumbo..cosa centrano i gt?
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ma in quel quasi a memoria ci stanno sei lombardia, un paio di mondiali, tre sanremo e due Liegi...alla faccia del quasi
Il problema dell'ultimo decennio è che a parte Nibali che si è fatto valere e molto sia nei GT che nelle corse di un giorno abbiamo avuto tutta una serie di corridori discreti ma nessun campione, sia nei GT (Aru, Pozzovivo, a questo punto direi anche Damiano Caruso) che nelle corse di un giorno, dove anzi siamo quasi scomparsi salvo qualche rarissimo exploit - credo su sessantadue tra monumento, mondiali e olimpiadi a parte Nibali abbiamo una vittoria in dieci anni con Bettiol, che fatico a non definire estemporanea dato quanto visto prima e dopo.
In pratica ad altissimi livelli a parte Nibali nello scorso decennio non c'è stato altro, e anche il poco che c'è stato a livello di seconde file non è che abbia brillato. Le uniche due eccezioni praticamente sono corridori del decennio precedente - Gasparotto all'Amstel e la Gand di Paolini, tra i giovani po' meglio i passisti veloci come Viviani, Trentin, lo stesso Colbrelli ,mentre nelle classiche vallonate un paio di squilli di Diego Rosa e Formolo e poi il nulla).
Insomma, come classiche il confronto è impietoso, un Di Luca che nello scorso decennio stava nel "quasi" e che ha vinto 1 liegi, 1 lombardia, 1 amstel e varie ed eventuali in questo decennio era di gran lunga il miglior corridore da classiche italiano dietro Nibali, ma senza proprio paragoni.
EDIT: aggiungo, giusto per far finta di essere in topic, che al di là dell'odierno squillo di Colbrelli, che è oltre i trenta però pare essersi stabilizzato su un livello medio alto, mi sembra le uniche speranze sul breve termine siano Moscon e Bettiol (forse Ballerini o Bagioli?), entrambi con grossi problemi di continuità. Insomma, la vittoria di oggi non ci induca a pensare che la crisi che dà il titolo al topic sia alle spalle, e infatti credo tutti fatichiamo a individuare un italiano in grado di giocarsela già in una classica di casa come il Lombardia di domenica prossima.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ma intanto pensiamo al presenteTatranky ha scritto: ↑domenica 3 ottobre 2021, 20:44Ma in quel quasi a memoria ci stanno sei lombardia, un paio di mondiali, tre sanremo e due Liegi...alla faccia del quasi
Il problema dell'ultimo decennio è che a parte Nibali che si è fatto valere e molto sia nei GT che nelle corse di un giorno abbiamo avuto tutta una serie di corridori discreti ma nessun campione, sia nei GT (Aru, Pozzovivo, a questo punto direi anche Damiano Caruso) che nelle corse di un giorno, dove anzi siamo quasi scomparsi salvo qualche rarissimo exploit - credo su sessantadue tra monumento, mondiali e olimpiadi a parte Nibali abbiamo una vittoria in dieci anni con Bettiol, che fatico a non definire estemporanea dato quanto visto prima e dopo.
In pratica ad altissimi livelli a parte Nibali nello scorso decennio non c'è stato altro, e anche il poco che c'è stato a livello di seconde file non è che abbia brillato. Le uniche due eccezioni praticamente sono corridori del decennio precedente - Gasparotto all'Amstel e la Gand di Paolini, tra i giovani po' meglio i passisti veloci come Viviani, Trentin, lo stesso Colbrelli ,mentre nelle classiche vallonate un paio di squilli di Diego Rosa e Formolo e poi il nulla).
Insomma, come classiche il confronto è impietoso, un Di Luca che nello scorso decennio stava nel "quasi" e che ha vinto 1 liegi, 1 lombardia, 1 amstel e varie ed eventuali in questo decennio era di gran lunga il miglior corridore da classiche italiano dietro Nibali, ma senza proprio paragoni.
EDIT: aggiungo, giusto per far finta di essere in topic, che al di là dell'odierno squillo di Colbrelli, che è oltre i trenta però pare essersi stabilizzato su un livello medio alto, mi sembra le uniche speranze sul breve termine siano Moscon e Bettiol (forse Ballerini o Bagioli?), entrambi con grossi problemi di continuità. Insomma, la vittoria di oggi non ci induca a pensare che la crisi che dà il titolo al topic sia alle spalle, e infatti credo tutti fatichiamo a individuare un italiano in grado di giocarsela già in una classica di casa come il Lombardia di domenica prossima.
Io ho l'impressione che noi abbiamo subito il complesso di inferiorità nei confronti dei "presunti" fenomeni imbattibili belgi
Alle olimpiadi erano i grandi favoriti sia in linea che a Crono
Ai mondiali idem con patate
Cos'hanno vinto più di noi come monumento?
Abbiamo Ganna e Colbrelli partiamo da queste certezze
Abbiamo vinto un mondiale u23
Poi si vede
Ecco l'elenco delle corse minori del ciclismo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
Re: La crisi del ciclismo italiano
Comunque vorrei far notare, quando si parla di crisi del ciclismo italiano, che lo sport si è internazionalizzato come altre discipline.
Anzi, il ciclismo di quando ero bambino a fine anni novanta era un affare tra relativamente poche nazioni mentre oggi comunque c’è maggiore concorrenza e per un fatto statistico vinci meno.
Poi ci sta che non abbiamo avuto fenomeni a parte Nibali ma la cosa va anche contestualizzata.
Anzi, il ciclismo di quando ero bambino a fine anni novanta era un affare tra relativamente poche nazioni mentre oggi comunque c’è maggiore concorrenza e per un fatto statistico vinci meno.
Poi ci sta che non abbiamo avuto fenomeni a parte Nibali ma la cosa va anche contestualizzata.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Il movimento è in crisi per tanti motivi..squadre, corse, anche risultati fino ad un certo punto, siamo quasi assenti nei GT che rimangono le corse più seguite...
Ma un movimento in crisi che porta a casa negli ultimi 5 anni...1 Roubaix 1 Sanremo 1 Fiandre 2 Lombardia 4 europei, un onorevole 2°posto al Giro, 2 mondiali crono, medaglie abbondanti su pista..in generale un buon numero di vittorie in corse di accettabile livello...insomma, tanti movimenti se lo sognano.
Poi vabbè abbiamo una storia importante però in questo ciclismo non credo che si sfiguri.
Ma un movimento in crisi che porta a casa negli ultimi 5 anni...1 Roubaix 1 Sanremo 1 Fiandre 2 Lombardia 4 europei, un onorevole 2°posto al Giro, 2 mondiali crono, medaglie abbondanti su pista..in generale un buon numero di vittorie in corse di accettabile livello...insomma, tanti movimenti se lo sognano.
Poi vabbè abbiamo una storia importante però in questo ciclismo non credo che si sfiguri.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ma mica solo i belgi (che hanno vinto le ultime due Sanremo e l'ultima Roubaix corsa prima di questa)*...i danesi (Asgreen, Pedersen), i francesi (Alaphilippe), gli sloveni (Pogacar, Roglic), gli olandesi (Van Der Poel)...I nostri nomi son quelli che ho detto sotto (volendo possiamo aggiungere Formolo, proprio a essere generosi) e non dico Sagan, Gilbert o Alaphilippe, ma non ce n'è uno che sembri valere un Van Avermaet - cioè capace di piazzarsi costantemente a livello di classiche monumento e di vincerle - o, per restare in casa, il Di Luca che citavamo prima e che un tempo ci sembrava "uno dei tanti" e ha comunque portato a casa un Lombardia e una Liegi, pur correndo le classiche a mezzo servizio.riddler ha scritto: ↑domenica 3 ottobre 2021, 21:21
Ma intanto pensiamo al presente
Io ho l'impressione che noi abbiamo subito il complesso di inferiorità nei confronti dei "presunti" fenomeni imbattibili belgi
Alle olimpiadi erano i grandi favoriti sia in linea che a Crono
Ai mondiali idem con patate
Cos'hanno vinto più di noi come monumento?
Abbiamo Ganna e Colbrelli partiamo da queste certezze
Abbiamo vinto un mondiale u23
Poi si vede
*Van Aert, che praticamente fa strada da tre anni di cui uno molto anomalo, in questo arco di tempo ha vinto Strade Bianche, Sanremo, Amstel e Gand Wevelgem, se prendo tutti i ciclisti italiani nello stesso arco di tempo abbiamo una Roubaix, un Fiandre e una Het Nieuwsblad...il confronto è impietoso. Poi certo, se uno prende la singola corsa...
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ho dimenticato di specificare quest'anno
Ecco l'elenco delle corse minori del ciclismo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
Re: La crisi del ciclismo italiano
Io credo che Alaphilippe temeva Colbrelli al mondiale...
Ecco l'elenco delle corse minori del ciclismo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
Re: La crisi del ciclismo italiano
Un anno vuol dire poco, i trend si vedono sul lungo periodo ed è un decennio (da quando è finita la generazione nata nei '70, dei Bettini, dei Petacchi e dei Basso) che il movimento ciclistico italiano ha risultati mediocri rispetto a quelli che storicamente ha avuto, nascosti in sostanza da un unico fuoriclasse (Nibali). E ripeto che anche ora non mi sembra che siano emersi dei giovani che sembrano al livello degli Evenepoel, dei Pidcock, dei Bernal, degli Almeida e dei Pogacar che già fanno risultati importanti in corse di primo piano.
- Visconte85
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Guardando gli anni addietro la vera crisi del ciclismo italiano è nelle corse a tappe di 3 settimane
l'ultima vittoria è di Nibali nel 2016
Caruso ci ha tenuto a galla quest'anno
ma il futuro lo vedo nero
non penso che un Fortunato o un Ciccone possano competere per un podio in un futuro prossimo
l'ultima vittoria è di Nibali nel 2016
Caruso ci ha tenuto a galla quest'anno
ma il futuro lo vedo nero
non penso che un Fortunato o un Ciccone possano competere per un podio in un futuro prossimo
2024. amstel, romandia
Re: La crisi del ciclismo italiano
Incoraggiante finale di stagione dei giovani italiani:
Battistella, Covi e Dainese hanno fatto vedere belle cose e con una certa regolarità.
Nelle classiche e semiclassiche possiamo ben figurare su diversi terreni, il neo invece è l'uomo di classifica per le grandi corse a tappe, speriamo spunti fuori qualcuno di buono.
Battistella, Covi e Dainese hanno fatto vedere belle cose e con una certa regolarità.
Nelle classiche e semiclassiche possiamo ben figurare su diversi terreni, il neo invece è l'uomo di classifica per le grandi corse a tappe, speriamo spunti fuori qualcuno di buono.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Io penso piu' Masnada e Cattaneo per la classifica,Ciccone ma anche Fortunato non credo possano arrivare meglio di una top 10,invece i 2 gregari QS,se hanno spazio una Top 5 potrebbero anche farla,mentre da podio non abbiamo nessunoVisconte85 ha scritto: ↑lunedì 4 ottobre 2021, 0:56 Guardando gli anni addietro la vera crisi del ciclismo italiano è nelle corse a tappe di 3 settimane
l'ultima vittoria è di Nibali nel 2016
Caruso ci ha tenuto a galla quest'anno
ma il futuro lo vedo nero
non penso che un Fortunato o un Ciccone possano competere per un podio in un futuro prossimo
Re: La crisi del ciclismo italiano
Già all'ultimo giro Ciccone era abbondantemente nella top 5...jan80 ha scritto: ↑domenica 17 ottobre 2021, 19:25Io penso piu' Masnada e Cattaneo per la classifica,Ciccone ma anche Fortunato non credo possano arrivare meglio di una top 10,invece i 2 gregari QS,se hanno spazio una Top 5 potrebbero anche farla,mentre da podio non abbiamo nessunoVisconte85 ha scritto: ↑lunedì 4 ottobre 2021, 0:56 Guardando gli anni addietro la vera crisi del ciclismo italiano è nelle corse a tappe di 3 settimane
l'ultima vittoria è di Nibali nel 2016
Caruso ci ha tenuto a galla quest'anno
ma il futuro lo vedo nero
non penso che un Fortunato o un Ciccone possano competere per un podio in un futuro prossimo
Re: La crisi del ciclismo italiano
ah si??arrivato come poi??luketaro ha scritto: ↑domenica 17 ottobre 2021, 19:41Già all'ultimo giro Ciccone era abbondantemente nella top 5...jan80 ha scritto: ↑domenica 17 ottobre 2021, 19:25Io penso piu' Masnada e Cattaneo per la classifica,Ciccone ma anche Fortunato non credo possano arrivare meglio di una top 10,invece i 2 gregari QS,se hanno spazio una Top 5 potrebbero anche farla,mentre da podio non abbiamo nessunoVisconte85 ha scritto: ↑lunedì 4 ottobre 2021, 0:56 Guardando gli anni addietro la vera crisi del ciclismo italiano è nelle corse a tappe di 3 settimane
l'ultima vittoria è di Nibali nel 2016
Caruso ci ha tenuto a galla quest'anno
ma il futuro lo vedo nero
non penso che un Fortunato o un Ciccone possano competere per un podio in un futuro prossimo
Re: La crisi del ciclismo italiano
Caduto
Re: La crisi del ciclismo italiano
quindi non e' arrivato nella top 5 non dirmi si ma nella quarta tappa era quinto,perche' so' come e' stato il Giro,quando e' caduto era gia' bello fuori dai giochi e dalla top 5,se era fortunato poteva chiudere in top 10,ma ho forti dubbi
Re: La crisi del ciclismo italiano
Alla sedicesima tappa era sesto, a 50 secondi dal terzo (Carthy), ed a 13 dal quarto (Vlasov). Aveva guadagnato su entrambi sia sullo zoncolan, sia a Cortina.
È caduto quando era in piena lotta per il podio
Re: La crisi del ciclismo italiano
vediamo 2022
Re: La crisi del ciclismo italiano
2019 (1°): Giro d'Italia tp 4, 5, 20; Giro d'Italia classifica generale; Tour de France tp 1, 10; Tour of Britain;
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Per le corse di un giorno comincio a vedere dei buoni spiragli, oltre a Sonny, Bettiol, Trentin se si ritrova, forse Moscon, abbiamo Bagioli, Battistella, Covi che promettono un buon futuro, il problema è che con la generazione dei fenomeni, veri o presunti, finisce che ti aspetti risultati già al primo anno da pro quando invece logica vorrebbe che ci volesse più tempo....per i GT continuo a vederla dura, anche perché un uomo da GT ha bisogno di più tempo per emergere, ma intanto quest'anno abbiamo fatto terzo all'avenir, e poi non dimentico certo gli ottimi risultati di Lovanio.....
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Ciccone prima o poi un GT senza cadute riuscirà a farlo e un podio al Giro è alla sua portata. Dei nomi fatti in precedenza, lui è quello che ha mostrato di avere nelle gambe le prestazioni migliori.
Masnada e Cattaneo sono buoni corridori che possono tranquillamente ambire a una top10, forse top5 in casi eccezionali. Però del resto anche Caruso era questo tipo di ciclista quindi magari anche loro potranno trovare le tre settimane della vita e finire sul podio.
Su Fortunato sono più pessimista. A crono è fermissimo. Lo vedo più come cacciatore di tappe.
Chiudo con Caruso che non vedo di nuovo sul podio in futuro ma magari un altro piazzamento in top5 potrebbe essere alla sua portata.
Masnada e Cattaneo sono buoni corridori che possono tranquillamente ambire a una top10, forse top5 in casi eccezionali. Però del resto anche Caruso era questo tipo di ciclista quindi magari anche loro potranno trovare le tre settimane della vita e finire sul podio.
Su Fortunato sono più pessimista. A crono è fermissimo. Lo vedo più come cacciatore di tappe.
Chiudo con Caruso che non vedo di nuovo sul podio in futuro ma magari un altro piazzamento in top5 potrebbe essere alla sua portata.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Credo che manchi anche un velocista di prima fascia. Inteso come uno che quando ci sono tutti i migliori, abbia delle reali possibilità di vittoria.
Anche qui ci sono dei buone prospettive.
Anche qui ci sono dei buone prospettive.
1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Sono un po' scaramantico e amante dei giochi sillabici e secondo me avremo soddisfazioni da quello che potrebbe assumere una notorietà come il trio Ba-Ba-Ba Bagioli, Baroncini, Battistella. Sono in progresso e secondo me hanno buoni numeri per riuscire.
Re: La crisi del ciclismo italiano
È vero.Salvatore77 ha scritto: ↑lunedì 18 ottobre 2021, 13:02 Credo che manchi anche un velocista di prima fascia. Inteso come uno che quando ci sono tutti i migliori, abbia delle reali possibilità di vittoria.
Anche qui ci sono dei buone prospettive.
L'ultimo è stato Viviani, che per 3 anni è stato al livello dei migliori, ora è tornato ad essere un outsider.
Vediamo se tra Dainese e Moschetti si possa colmare questa lacuna.
- Walter_White
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Per me in prospettiva sarà Milan, ha tutte le carte in regola per diventare uno sprinter topqrier ha scritto: ↑lunedì 18 ottobre 2021, 14:09È vero.Salvatore77 ha scritto: ↑lunedì 18 ottobre 2021, 13:02 Credo che manchi anche un velocista di prima fascia. Inteso come uno che quando ci sono tutti i migliori, abbia delle reali possibilità di vittoria.
Anche qui ci sono dei buone prospettive.
L'ultimo è stato Viviani, che per 3 anni è stato al livello dei migliori, ora è tornato ad essere un outsider.
Vediamo se tra Dainese e Moschetti si possa colmare questa lacuna.
FCC 2019/20: rit.
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
FCC 2017/18: 3°; Trofeo dei titoli; Campionato Europeo Donne Elite, Campionato del Mondo Donne Elite, ROTY
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
FCC 2017/18: 3°; Trofeo dei titoli; Campionato Europeo Donne Elite, Campionato del Mondo Donne Elite, ROTY
Re: La crisi del ciclismo italiano
Moschetti mi piace, però non penso potrà diventare un top sprinter. A Dainese qualche possibilità in più la darei, anche in percorsi mossi, una sorta di Caleb Ewan. Poi bisogna vedere quanto si avvicina al livello dell'australianoqrier ha scritto: ↑lunedì 18 ottobre 2021, 14:09È vero.Salvatore77 ha scritto: ↑lunedì 18 ottobre 2021, 13:02 Credo che manchi anche un velocista di prima fascia. Inteso come uno che quando ci sono tutti i migliori, abbia delle reali possibilità di vittoria.
Anche qui ci sono dei buone prospettive.
L'ultimo è stato Viviani, che per 3 anni è stato al livello dei migliori, ora è tornato ad essere un outsider.
Vediamo se tra Dainese e Moschetti si possa colmare questa lacuna.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Mi limito al pavè.
Nell' immediato (intendo, prossimi 2-3 anni) la situazione riguardo le pitre è ancora incerta. Bettiol è molto incostante e Colbrelli ha vinto anche grazie ad una collocazione anomala della Roubaix.
Al presente quello cui mi verrebbe da puntare maggiormente è Moscon, ma vale lo stesso discorso per Colbrelli.
Già l' anno prossimo vedremo se questi tre potranno essere competitivi in maniera costante o se per dovremo attendere ancora.
Nell' immediato (intendo, prossimi 2-3 anni) la situazione riguardo le pitre è ancora incerta. Bettiol è molto incostante e Colbrelli ha vinto anche grazie ad una collocazione anomala della Roubaix.
Al presente quello cui mi verrebbe da puntare maggiormente è Moscon, ma vale lo stesso discorso per Colbrelli.
Già l' anno prossimo vedremo se questi tre potranno essere competitivi in maniera costante o se per dovremo attendere ancora.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Il Colbrelli ammirato dal Benelux in poi parte tra i 5 favoriti in ogni classica del Nord a mio parere
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Credo anche io.Walter_White ha scritto: ↑lunedì 18 ottobre 2021, 14:13Per me in prospettiva sarà Milan, ha tutte le carte in regola per diventare uno sprinter topqrier ha scritto: ↑lunedì 18 ottobre 2021, 14:09È vero.Salvatore77 ha scritto: ↑lunedì 18 ottobre 2021, 13:02 Credo che manchi anche un velocista di prima fascia. Inteso come uno che quando ci sono tutti i migliori, abbia delle reali possibilità di vittoria.
Anche qui ci sono dei buone prospettive.
L'ultimo è stato Viviani, che per 3 anni è stato al livello dei migliori, ora è tornato ad essere un outsider.
Vediamo se tra Dainese e Moschetti si possa colmare questa lacuna.
2019 (1°): Giro d'Italia tp 4, 5, 20; Giro d'Italia classifica generale; Tour de France tp 1, 10; Tour of Britain;
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ho trovato questo interessante articolo sulla rinascita che sta vivendo il festival di Sanremo (il secondo principale evento della cittadina ligure):
https://www.ilpost.it/2022/02/08/rinasc ... l-sanremo/
Perché ne parlo? Beh, un evento che era in netta crisi solo 10 anni fa è riuscito a riguadagnare popolarità senza stravolgere sé stesso e guadagnando un pubblico giovane, semplicemente facendo ciò che è: una gara canora (come ce ne sono tante) che è anche un evento, che attira curiosità e traffico sui social. Senza superospiti internazionali e con partecipanti non sempre conosciuti ai più. Secondo me il mondo del ciclismo, e il giro d'Italia in particolare avrebbero molto da imparare. Se ci pensate non si deve nemmeno pensare a come far digerire a dei giovani uno come Massimo Ranieri o Iva Zanicchi: i protagonisti sono tutti già giovani, i più forti al mondo sono poco più che ventenni. Solo che si presentano, si comportano e -soprattutto- vengono gestiti e narrati come se fossero sessantenni...
https://www.ilpost.it/2022/02/08/rinasc ... l-sanremo/
Perché ne parlo? Beh, un evento che era in netta crisi solo 10 anni fa è riuscito a riguadagnare popolarità senza stravolgere sé stesso e guadagnando un pubblico giovane, semplicemente facendo ciò che è: una gara canora (come ce ne sono tante) che è anche un evento, che attira curiosità e traffico sui social. Senza superospiti internazionali e con partecipanti non sempre conosciuti ai più. Secondo me il mondo del ciclismo, e il giro d'Italia in particolare avrebbero molto da imparare. Se ci pensate non si deve nemmeno pensare a come far digerire a dei giovani uno come Massimo Ranieri o Iva Zanicchi: i protagonisti sono tutti già giovani, i più forti al mondo sono poco più che ventenni. Solo che si presentano, si comportano e -soprattutto- vengono gestiti e narrati come se fossero sessantenni...
Re: La crisi del ciclismo italiano
e' peggio fargli digerire ore di nulla in attesa del poggio...almeno le canzoni durano 3 minutiBomby ha scritto: ↑martedì 8 febbraio 2022, 22:51 Ho trovato questo interessante articolo sulla rinascita che sta vivendo il festival di Sanremo (il secondo principale evento della cittadina ligure):
https://www.ilpost.it/2022/02/08/rinasc ... l-sanremo/
Perché ne parlo? Beh, un evento che era in netta crisi solo 10 anni fa è riuscito a riguadagnare popolarità senza stravolgere sé stesso e guadagnando un pubblico giovane, semplicemente facendo ciò che è: una gara canora (come ce ne sono tante) che è anche un evento, che attira curiosità e traffico sui social. Senza superospiti internazionali e con partecipanti non sempre conosciuti ai più. Secondo me il mondo del ciclismo, e il giro d'Italia in particolare avrebbero molto da imparare. Se ci pensate non si deve nemmeno pensare a come far digerire a dei giovani uno come Massimo Ranieri o Iva Zanicchi: i protagonisti sono tutti già giovani, i più forti al mondo sono poco più che ventenni. Solo che si presentano, si comportano e -soprattutto- vengono gestiti e narrati come se fossero sessantenni...
Re: La crisi del ciclismo italiano
A febbraio siamo fortissimi niente da fare. Forse spariremo come al solito quando il gioco si fa duro, ma, per la dimensione attuale del nostro movimento, queste vittorie e piazzamenti a ripetizione in tutte le corse e quasi su tutti i terreni sono una gran bella cosa.
Poi..Ganna vincerà ancora, Covi speriamo sia solo l'inizio, Battistella e Tiberi potrebbero essere pronti per uno step avanti, Masnada ha già un 2° in una monumento, Bettiol se sano vale....forse non è solo magico febbraio.
Piccola nota, avrei sperato in qualcosina di più da Zana, però è lì..
Poi..Ganna vincerà ancora, Covi speriamo sia solo l'inizio, Battistella e Tiberi potrebbero essere pronti per uno step avanti, Masnada ha già un 2° in una monumento, Bettiol se sano vale....forse non è solo magico febbraio.
Piccola nota, avrei sperato in qualcosina di più da Zana, però è lì..
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Il Giro deve lavorare sulla accoppiabilità con il Tour, che ad oggi è utopia. Magari spostandosi una settimana indietro.Bomby ha scritto: ↑martedì 8 febbraio 2022, 22:51 Ho trovato questo interessante articolo sulla rinascita che sta vivendo il festival di Sanremo (il secondo principale evento della cittadina ligure):
https://www.ilpost.it/2022/02/08/rinasc ... l-sanremo/
Perché ne parlo? Beh, un evento che era in netta crisi solo 10 anni fa è riuscito a riguadagnare popolarità senza stravolgere sé stesso e guadagnando un pubblico giovane, semplicemente facendo ciò che è: una gara canora (come ce ne sono tante) che è anche un evento, che attira curiosità e traffico sui social. Senza superospiti internazionali e con partecipanti non sempre conosciuti ai più. Secondo me il mondo del ciclismo, e il giro d'Italia in particolare avrebbero molto da imparare. Se ci pensate non si deve nemmeno pensare a come far digerire a dei giovani uno come Massimo Ranieri o Iva Zanicchi: i protagonisti sono tutti già giovani, i più forti al mondo sono poco più che ventenni. Solo che si presentano, si comportano e -soprattutto- vengono gestiti e narrati come se fossero sessantenni...
Re: La crisi del ciclismo italiano
tra quelli che hai citato, io nutro speranze ovviamente in Ganna, ma purtroppo con una forte limitazione delle sue potenzialità nelle corse più importanti, e in Covi, che mi è sembrato da subito un corridore con doti nettamente sopra la media e forte su tutti i terreni, col solo limite (che per altro deduco dal comportamento in poche occasioni in cui l'ho visto finora) di una non brillantissima intuitività nella lettura delle situazioni corsa. Spero non finisca in men che non si dica a fare il gregario di lusso carriera natural durante.nikybo85 ha scritto: ↑domenica 13 febbraio 2022, 12:00 A febbraio siamo fortissimi niente da fare. Forse spariremo come al solito quando il gioco si fa duro, ma, per la dimensione attuale del nostro movimento, queste vittorie e piazzamenti a ripetizione in tutte le corse e quasi su tutti i terreni sono una gran bella cosa.
Poi..Ganna vincerà ancora, Covi speriamo sia solo l'inizio, Battistella e Tiberi potrebbero essere pronti per uno step avanti, Masnada ha già un 2° in una monumento, Bettiol se sano vale....forse non è solo magico febbraio.
Piccola nota, avrei sperato in qualcosina di più da Zana, però è lì..
Sugli altri nomi citati non vedo grandi prospettive, anche se spero di sbagliarmi.
PS: ma Ganna non era scarsissimo allo sprint, così da rendere eretica ogni considerazione sul suo spreco a tirare sul Poggio? Figuriamoci, come potrebbe essere competitivo per una Sanremo?
discussioni dello scorso anno ...
Re: La crisi del ciclismo italiano
Sai dipende un po dalle aspettative. Non vedo fenomeni tra loro, salvo Ganna nel suo settore, ma mi sembrano dei ragazzi che possono portare dei risultati e "farsi seguire" anche in corse importanti, magari più occasionalmente che come costante, ma che possono regalarci qualche soddisfazione.herbie ha scritto: ↑domenica 13 febbraio 2022, 16:36tra quelli che hai citato, io nutro speranze ovviamente in Ganna, ma purtroppo con una forte limitazione delle sue potenzialità nelle corse più importanti, e in Covi, che mi è sembrato da subito un corridore con doti nettamente sopra la media e forte su tutti i terreni, col solo limite (che per altro deduco dal comportamento in poche occasioni in cui l'ho visto finora) di una non brillantissima intuitività nella lettura delle situazioni corsa. Spero non finisca in men che non si dica a fare il gregario di lusso carriera natural durante.nikybo85 ha scritto: ↑domenica 13 febbraio 2022, 12:00 A febbraio siamo fortissimi niente da fare. Forse spariremo come al solito quando il gioco si fa duro, ma, per la dimensione attuale del nostro movimento, queste vittorie e piazzamenti a ripetizione in tutte le corse e quasi su tutti i terreni sono una gran bella cosa.
Poi..Ganna vincerà ancora, Covi speriamo sia solo l'inizio, Battistella e Tiberi potrebbero essere pronti per uno step avanti, Masnada ha già un 2° in una monumento, Bettiol se sano vale....forse non è solo magico febbraio.
Piccola nota, avrei sperato in qualcosina di più da Zana, però è lì..
Sugli altri nomi citati non vedo grandi prospettive, anche se spero di sbagliarmi.
PS: ma Ganna non era scarsissimo allo sprint, così da rendere eretica ogni considerazione sul suo spreco a tirare sul Poggio? Figuriamoci, come potrebbe essere competitivo per una Sanremo?
discussioni dello scorso anno ...
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Però una settimana prima vorrebbe dire dire addio o quasi alle vette oltre i 2500m (Stelvio, Agnello, Gavia & co)...cassius ha scritto: ↑domenica 13 febbraio 2022, 14:29Il Giro deve lavorare sulla accoppiabilità con il Tour, che ad oggi è utopia. Magari spostandosi una settimana indietro.Bomby ha scritto: ↑martedì 8 febbraio 2022, 22:51 Ho trovato questo interessante articolo sulla rinascita che sta vivendo il festival di Sanremo (il secondo principale evento della cittadina ligure):
https://www.ilpost.it/2022/02/08/rinasc ... l-sanremo/
Perché ne parlo? Beh, un evento che era in netta crisi solo 10 anni fa è riuscito a riguadagnare popolarità senza stravolgere sé stesso e guadagnando un pubblico giovane, semplicemente facendo ciò che è: una gara canora (come ce ne sono tante) che è anche un evento, che attira curiosità e traffico sui social. Senza superospiti internazionali e con partecipanti non sempre conosciuti ai più. Secondo me il mondo del ciclismo, e il giro d'Italia in particolare avrebbero molto da imparare. Se ci pensate non si deve nemmeno pensare a come far digerire a dei giovani uno come Massimo Ranieri o Iva Zanicchi: i protagonisti sono tutti già giovani, i più forti al mondo sono poco più che ventenni. Solo che si presentano, si comportano e -soprattutto- vengono gestiti e narrati come se fossero sessantenni...
Di certo snaturare la corsa ha più senso farlo anticipando di una settimana per attrarre top riders e cercare l'accoppiata, piuttosto che la corsa sviluppata per il 2022
#prego
Re: La crisi del ciclismo italiano
Quota 2000 e Giro anticipato:ilgiulio90 ha scritto: ↑martedì 15 febbraio 2022, 11:22Però una settimana prima vorrebbe dire dire addio o quasi alle vette oltre i 2500m (Stelvio, Agnello, Gavia & co)...cassius ha scritto: ↑domenica 13 febbraio 2022, 14:29Il Giro deve lavorare sulla accoppiabilità con il Tour, che ad oggi è utopia. Magari spostandosi una settimana indietro.Bomby ha scritto: ↑martedì 8 febbraio 2022, 22:51 Ho trovato questo interessante articolo sulla rinascita che sta vivendo il festival di Sanremo (il secondo principale evento della cittadina ligure):
https://www.ilpost.it/2022/02/08/rinasc ... l-sanremo/
Perché ne parlo? Beh, un evento che era in netta crisi solo 10 anni fa è riuscito a riguadagnare popolarità senza stravolgere sé stesso e guadagnando un pubblico giovane, semplicemente facendo ciò che è: una gara canora (come ce ne sono tante) che è anche un evento, che attira curiosità e traffico sui social. Senza superospiti internazionali e con partecipanti non sempre conosciuti ai più. Secondo me il mondo del ciclismo, e il giro d'Italia in particolare avrebbero molto da imparare. Se ci pensate non si deve nemmeno pensare a come far digerire a dei giovani uno come Massimo Ranieri o Iva Zanicchi: i protagonisti sono tutti già giovani, i più forti al mondo sono poco più che ventenni. Solo che si presentano, si comportano e -soprattutto- vengono gestiti e narrati come se fossero sessantenni...
Di certo snaturare la corsa ha più senso farlo anticipando di una settimana per attrarre top riders e cercare l'accoppiata, piuttosto che la corsa sviluppata per il 2022
1) Innanzitutto ci vorrebbe una policy un attimino diversa sulla gestione del maltempo e della quota.
L'unico fattore che conta davvero è l'aderenza della bici: se nevica e "prende" o anche solo fa poltiglia, non ci son cazzi, non si può passare perchè qualcuno scivola e si schianta.
In quel caso si deve trovare un'alternativa e poi fare eventualmente solo l'arrivo in salita, in quelle condizioni.
A tutto il resto invece c'è rimedio. Piuttosto si taglia un colle. Piuttosto si faccia il trasferimento stile Sanremo 2013.
E piuttosto si eviti di fare maxi trasferimenti dopo le tappe di montagna: chè se prendi una botta di freddo devi anche avere qualche ora per riprenderti al caldo.
2) Passaggi in quota 2000: studiarsi qualche backup e/o far arrivare queste tappe in cima, in modo che alla peggio si trasformano in un monopuerto.
Il riscaldamento globale renderà purtroppo sempre più fattibile un Giro ai primi di maggio.
In aggiunta:
3) dotarsi di un servizio meteo cazzutissimo che permetta di prendere decisioni più tempestive.
4) urge upgrade delle riprese. Almeno delle riprese registrate bisogna essere in grado di farle arrivare, per portare a casa uno straccio di racconto delle tappe con meteo più avverso.
Si farà qualcosa di quel che ho scritto?
No, perchè a RCS non gliene frega più un cazzo del Giro.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Non penso che ad RCS non freghi niente del giro, fa solo fatica a ricollocarlo nei suoi asset. Causa provincialismo diffuso
Re: La crisi del ciclismo italiano
Io farei l opposto
Una settimana in avanti
C è anche il due giugno
Quindi audience più alta
E clima migliore , quindi più gente dal vivo
In più i passi alpini aprono a giugno
Non a metà maggio