La crisi del ciclismo italiano
-
- Messaggi: 7794
- Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 19:49
Re: La crisi del ciclismo italiano
Copiare il modello sloveno???????
E che modello sarebbe???
C è da lavorare sulla base , sulle corse ecc (tutte cose che non ha la slovenia)
E che modello sarebbe???
C è da lavorare sulla base , sulle corse ecc (tutte cose che non ha la slovenia)
-
- Messaggi: 1044
- Iscritto il: sabato 7 maggio 2016, 16:10
Re: La crisi del ciclismo italiano
Per curiosità mi sono calcolato la lunghezza media delle tappe del Tour dall'inizio dell'era Merckx (fine anni '60) ad oggi.Winter ha scritto: ↑venerdì 8 luglio 2022, 12:59Ma quali randonne'Bike65 ha scritto: ↑venerdì 8 luglio 2022, 7:21 Ci sono corse più lunghe si chiamano randonné. Ma davvero pensate che con le preparazioni attuali le esigenze di percorso sicurezza e spettacolo abbia senso fare un tappone da 280 km con 6000 mt dislivello? Praticamente i primi 20 km cicloturistici, i successivi di trasferimento e poi forse sulla penultima salita succede qualcosa, forse. Allora 40 anni fa si lamentavano perché mancavano le strade bianche e non partivano con la pila in bocca?
I tapponi normali che c erano nel ciclismo
L ultimo mi pare sia stato quello del rifugio gardeccia al giro 2011..
229 km 6000 di dislivello
Piancavallo
Forcella cibiana
Giau
Marmolada
E l arrivo finale
Tempo del vincitore 7 ore e 27..
Media Oraria 30 kmh e rotti
La tappa fu bellissima (e non so mai stato fan di contador)
Guarda le facce all arrivo
Il vero ciclismo
I Tour degli anni '60/'70 erano ultra-massacranti, un'infinità di semitappe, a volte anche 3 nello stesso giorno, un chilometraggio complessivo esagerato, spesso oltre i 4000 km, anche se almeno inizialmente le cronometro erano molto brevi; poi c'è stato un improvviso picco dei km a crono a partire dal primo Tour di Hinault (chissà come mai ), con cose folli, tipo una cronosquadre di 153 km , oppure un altro anno due cronosquadre da 90 km l'una (!); quindi, finita l'era di Hinault si è tornati gradualmente alla normalità.
Tuttavia, all'inizio degli anni '90, un nuovo picco di km a cronometro ha aperto l'era Indurain (per la gioia di Chiappucci ) e un ritorno a chilometraggi decisamente impegnativi ha caratterizzato i Tour di quell'epoca, con le tappe in linea che misuravano in media oltre 200 km e spesso superavano i 250 km.
Poi, con gli scandali legati al doping, si è pensato bene di ridurre i km complessivi e il numero di tappe, ma le crono sono rimaste decisamente il fiore all'occhiello degli organizzatori anche nell'era Armstrong, considerando che ai tempi non mancava mai una bella cronosquadre da 65/70 km, una crono piatta di 50/60 km e un'altra mossa di lunghezza simile.
Infine l'era Prudhomme, caratterizzata da un completo stravolgimento della corsa, l'abolizione quasi completa delle cronometro e dei tapponi di montagna, e percorsi sempre più uniformi (e a volte banali).
Nell'arco degli ultimi 30 anni le tappe in linea si sono accorciate mediamente di 30 km e le crono sono diventate una rarità, così come, purtroppo, i tapponi alpini e pirenaici da 6/7 ore che tanto ci appassionavano.
Il Giro d'Italia, invece, sembra essere rimasto più costante nel tempo e i chilometraggi sono sì calati ma con più gradualità, anche se proprio negli ultimi 2-3 anni qualcosa è cambiato anche qua, quest'anno la tappa più lunga era di appena 204 km.
Speriamo che Vegni riproponga dei percorsi più vicini a quelli tradizionali, anche perché altrimenti le corse a tappe tendono a uniformarsi sempre di più, percorsi brevi, poche tappe a cronometro, pochi tapponi di montagna, poche volate, insomma poco di tutto, una dieta per gli appassionati che onestamente non capisco a cosa serva.
Forse piace a chi vuole seguire la diretta integrale, ma non si possono snaturare le corse per qualche fanatico che sta incollato tutto il giorno davanti allo schermo (e poi voglio sapere qual è l'audience delle prime ore di corsa).
E visto che abbiamo Ganna mettiamogliela qualche cronometro, non dico come ai tempi di Moser e Saronni, ma un paio di crono da 40/50 km ci stanno tutte! Poi un bel tappone da 230/240 km sulle Dolomiti e un altro sulle Alpi piemontesi o sugli Appennini.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Almeno avesse detto il modello danese.....
È che i ragazzi italiani non capiscono l'importanza della gavetta, del duro lavoro al mercato del pesce come tappa necessaria sulla lunga strada che conduce alla gloria.
Mi sarebbe piaciuto leggere anche questo, chissà perché non l'hanno scritto.
A parte queste esilaranti considerazioni, noto che il caro vecchio Democassani non si smentisce mai.
-
- Messaggi: 6688
- Iscritto il: domenica 9 gennaio 2011, 19:14
Re: La crisi del ciclismo italiano
Sta cosa dei giovani italiani eccetera per suona un po' come un luogo comune.
1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Lo metto qui: purtroppo quest'anno il Trofeo Matteotti salta di nuovo.
https://www.ilcentro.it/pescara/trofeo- ... -1.2960295
https://www.ilcentro.it/pescara/trofeo- ... -1.2960295
- Leonardo Civitella
- Messaggi: 5677
- Iscritto il: sabato 3 novembre 2018, 13:36
- Località: Civitella San Paolo
Re: La crisi del ciclismo italiano
Vi sono stato lo scorso anno e direi quasi sia meglio così. Sul rettilineo finale fino a 2' dall'arrivo eravamo in 2, io e un signore anziano di Montesilvano giunto in bici e soprattutto presente in ogni edizione dal 1945. Ci facemmo una bella chiacchierata, mi duole solamente per lui.Fragonard ha scritto: ↑mercoledì 3 agosto 2022, 20:42 Lo metto qui: purtroppo quest'anno il Trofeo Matteotti salta di nuovo.
https://www.ilcentro.it/pescara/trofeo- ... -1.2960295
Se la gente non risponde e se gli sponsor latitano è quasi inutile continuare in certi gineprai nocivi per chiunque organizzi.
Il problema è che di rado si centra il focus: ovvero i costi. L'incidenza fra i giovani che passano di figli di industriali o imprenditori è assolutamente superiore a qualsiasi "media nazionale". Il ciclismo è uno sport pericoloso e purtroppo sempre più d'élite.Salvatore77 ha scritto: ↑mercoledì 3 agosto 2022, 20:36 Sta cosa dei giovani italiani eccetera per suona un po' come un luogo comune.
FC2019: Tro Bro Leon-Tour of the Alps
FC2020: Campionato Europeo in linea -Obiettivo Zero Punti Tour
FC2023: Obiettivo Zero Punti Giro
FC2020: Campionato Europeo in linea -Obiettivo Zero Punti Tour
FC2023: Obiettivo Zero Punti Giro
Re: La crisi del ciclismo italiano
Che avrebbe detto di male democassani?Primo86 ha scritto: ↑mercoledì 3 agosto 2022, 16:56Almeno avesse detto il modello danese.....
È che i ragazzi italiani non capiscono l'importanza della gavetta, del duro lavoro al mercato del pesce come tappa necessaria sulla lunga strada che conduce alla gloria.
Mi sarebbe piaciuto leggere anche questo, chissà perché non l'hanno scritto.
A parte queste esilaranti considerazioni, noto che il caro vecchio Democassani non si smentisce mai.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Beh oddio, per me che non abito molto lontano da lì e che, tolte eventuali tappe di Tirreno-Adriatico o Giro d'Italia non ho praticamente altre occasioni di vedere i professionisti gareggiare da queste parti, meno male anche noLeonardo Civitella ha scritto: ↑mercoledì 3 agosto 2022, 21:22Vi sono stato lo scorso anno e direi quasi sia meglio così. Sul rettilineo finale fino a 2' dall'arrivo eravamo in 2, io e un signore anziano di Montesilvano giunto in bici e soprattutto presente in ogni edizione dal 1945. Ci facemmo una bella chiacchierata, mi duole solamente per lui.Fragonard ha scritto: ↑mercoledì 3 agosto 2022, 20:42 Lo metto qui: purtroppo quest'anno il Trofeo Matteotti salta di nuovo.
https://www.ilcentro.it/pescara/trofeo- ... -1.2960295
Se la gente non risponde e se gli sponsor latitano è quasi inutile continuare in certi gineprai nocivi per chiunque organizzi.
Praticamente ci vado ogni anno ed ero presente anche lo scorso anno. Purtroppo anche a livello organizzativo da un certo punto in avanti ci sono stati troppi tira e molla, un po' come succedeva a Roma per il Liberazione.
Comunque ti posso dire che quest'anno sono rimasto molto colpito in negativo da Riccione, dove mi sono recato per vedere la prima tappa e la partenza della seconda tappa della Coppi&Bartali: quel giorno all'arrivo c'era davvero ben poca gente e in generale avevo trovato un ambiente un po' di messo (ok che era inizio settimana ma giuro che il primo giorno non trovai una piadineria aperta). Poi oh, io sono stato benissimo ma mi sarei aspettato di trovare una cittadina un po' più viva, sebbene non fossimo in stagione turistica.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Di male? Nulla.Guglielmo ha scritto: ↑mercoledì 3 agosto 2022, 21:28Che avrebbe detto di male democassani?Primo86 ha scritto: ↑mercoledì 3 agosto 2022, 16:56Almeno avesse detto il modello danese.....
È che i ragazzi italiani non capiscono l'importanza della gavetta, del duro lavoro al mercato del pesce come tappa necessaria sulla lunga strada che conduce alla gloria.
Mi sarebbe piaciuto leggere anche questo, chissà perché non l'hanno scritto.
A parte queste esilaranti considerazioni, noto che il caro vecchio Democassani non si smentisce mai.
Cassani dice sempre un sacco di cose che piacciono alla gente.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Come è possibile che nel 2000, tra World Tour e Professional c'erano 15 squadre italiane,se il World Tour è nato nel 2011 come proseguimento del Pro Tour la cui prima edizione risale al 2005?CicloSprint ha scritto: ↑martedì 2 agosto 2022, 15:17 Dal "Corriere dello Sport-Stadio" del 02 agosto 2022
-
- Messaggi: 1044
- Iscritto il: sabato 7 maggio 2016, 16:10
Re: La crisi del ciclismo italiano
Cioè Cassani il democristiano?Guglielmo ha scritto: ↑mercoledì 3 agosto 2022, 21:28Che avrebbe detto di male democassani?Primo86 ha scritto: ↑mercoledì 3 agosto 2022, 16:56Almeno avesse detto il modello danese.....
È che i ragazzi italiani non capiscono l'importanza della gavetta, del duro lavoro al mercato del pesce come tappa necessaria sulla lunga strada che conduce alla gloria.
Mi sarebbe piaciuto leggere anche questo, chissà perché non l'hanno scritto.
A parte queste esilaranti considerazioni, noto che il caro vecchio Democassani non si smentisce mai.
Anche per me è diventato un po' cerchiobottista, si è calato bene nel ruolo di presidente delle APT.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Vabbè ma sulla salita di Montesilvano c'era tanta gente e i soliti banchetti di arrosticini non mancavano. Una delle corse più divertenti dell'annoLeonardo Civitella ha scritto: ↑mercoledì 3 agosto 2022, 21:22Vi sono stato lo scorso anno e direi quasi sia meglio così. Sul rettilineo finale fino a 2' dall'arrivo eravamo in 2, io e un signore anziano di Montesilvano giunto in bici e soprattutto presente in ogni edizione dal 1945. Ci facemmo una bella chiacchierata, mi duole solamente per lui.Fragonard ha scritto: ↑mercoledì 3 agosto 2022, 20:42 Lo metto qui: purtroppo quest'anno il Trofeo Matteotti salta di nuovo.
https://www.ilcentro.it/pescara/trofeo- ... -1.2960295
Se la gente non risponde e se gli sponsor latitano è quasi inutile continuare in certi gineprai nocivi per chiunque organizzi.
Il problema è che di rado si centra il focus: ovvero i costi. L'incidenza fra i giovani che passano di figli di industriali o imprenditori è assolutamente superiore a qualsiasi "media nazionale". Il ciclismo è uno sport pericoloso e purtroppo sempre più d'élite.Salvatore77 ha scritto: ↑mercoledì 3 agosto 2022, 20:36 Sta cosa dei giovani italiani eccetera per suona un po' come un luogo comune.
Soffrire, cadere, rialzarsi, vincere. Questo è il vocabolario del ciclismo e della vita
-
- Messaggi: 1044
- Iscritto il: sabato 7 maggio 2016, 16:10
Re: La crisi del ciclismo italiano
All'epoca c'era la suddivisione in GS1 e GS2 (poi vennero aggiunti anche i GS3), ma gli organizzatori avevano poche restrizioni e potevano invitare chi volevano con molti meno vincoli di oggi.sceriffo ha scritto: ↑mercoledì 3 agosto 2022, 23:59Come è possibile che nel 2000, tra World Tour e Professional c'erano 15 squadre italiane,se il World Tour è nato nel 2011 come proseguimento del Pro Tour la cui prima edizione risale al 2005?CicloSprint ha scritto: ↑martedì 2 agosto 2022, 15:17 Dal "Corriere dello Sport-Stadio" del 02 agosto 2022
In quel momento fra i GS1 e GS2 avevamo tante squadre:
Mapei, Lampre, Saeco, Fassa Bortolo, Polti, Mercatone Uno, Alessio-Ballan, Liquigas-Pata, Amica Chips-Tacconi, Vini Caldirola, Mobilvetta, Cantina Tollo, Ceramiche Panaria, Selle Italia (forse affiliata in Colombia) e Alexia sono già 15.
L'anno prima c'era anche la Riso Scotti dove ha esordito Ivan Basso.
Ma sicuramente ne ho dimenticata qualcuna.
Re: La crisi del ciclismo italiano
GiàPrimo86 ha scritto: ↑mercoledì 3 agosto 2022, 16:56Almeno avesse detto il modello danese.....
È che i ragazzi italiani non capiscono l'importanza della gavetta, del duro lavoro al mercato del pesce come tappa necessaria sulla lunga strada che conduce alla gloria.
Mi sarebbe piaciuto leggere anche questo, chissà perché non l'hanno scritto.
A parte queste esilaranti considerazioni, noto che il caro vecchio Democassani non si smentisce mai.
Ma almeno la Danimarca come tesserati ha qualche numero in più della Slovenia
Ma anni luce da noi
Idem come gare squadre ecc
-
- Messaggi: 7794
- Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 19:49
Re: La crisi del ciclismo italiano
Al Giro d'Italia tra gli anni '90 e 2000 c'erano ben 13 team italiani.
-
- Messaggi: 1044
- Iscritto il: sabato 7 maggio 2016, 16:10
Re: La crisi del ciclismo italiano
A quei tempi c'erano Giri con 120/130 italiani al via.CicloSprint ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 13:23 Al Giro d'Italia tra gli anni '90 e 2000 c'erano ben 13 team italiani.
E al Tour nel 1996 c'erano 9 squadre italiane e 62 corridori italiani al via.
Proprio altri tempi, in crisi erano gli altri.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Poi venne strangolato Pantani e siamo arrivati dove siamo.gampenpass ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 15:08A quei tempi c'erano Giri con 120/130 italiani al via.CicloSprint ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 13:23 Al Giro d'Italia tra gli anni '90 e 2000 c'erano ben 13 team italiani.
E al Tour nel 1996 c'erano 9 squadre italiane e 62 corridori italiani al via.
Proprio altri tempi, in crisi erano gli altri.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Re: La crisi del ciclismo italiano
Un saluto da Nuova Yorke.nino58 ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 20:57Poi venne strangolato Pantani e siamo arrivati dove siamo.gampenpass ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 15:08A quei tempi c'erano Giri con 120/130 italiani al via.CicloSprint ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 13:23 Al Giro d'Italia tra gli anni '90 e 2000 c'erano ben 13 team italiani.
E al Tour nel 1996 c'erano 9 squadre italiane e 62 corridori italiani al via.
Proprio altri tempi, in crisi erano gli altri.
-
- Messaggi: 1044
- Iscritto il: sabato 7 maggio 2016, 16:10
Re: La crisi del ciclismo italiano
Quello sicuramente ha inciso a livello di immagine, ma è il sistema Pro Tour che ci ha rovinato.nino58 ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 20:57Poi venne strangolato Pantani e siamo arrivati dove siamo.gampenpass ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 15:08A quei tempi c'erano Giri con 120/130 italiani al via.CicloSprint ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 13:23 Al Giro d'Italia tra gli anni '90 e 2000 c'erano ben 13 team italiani.
E al Tour nel 1996 c'erano 9 squadre italiane e 62 corridori italiani al via.
Proprio altri tempi, in crisi erano gli altri.
Pensa che fino a prima dell'introduzione del PT nel 2005, invitavano mediamente 5 squadre e circa 30 corridori italiani al Tour e altrettanti alla Vuelta, vincevamo almeno 3 o 4 grandi classiche all'anno dell'allora Coppa del Mondo, dalla Sanremo al Lombardia, addirittura un anno (mi sembra nel 2002) i primi 5 dell'ordine di arrivo della Liegi erano tutti italiani. Poi, finita l'era di Bartoli, Bettini, Cunego e Di Luca, per le classiche ci siamo accontentati di qualche vittoria di Nibali. O al massimo di qualche outsider come Gasparotto, Paolini, Bettiol e recentemente Colbrelli.
Intanto le squadre italiane, dopo l'addio della Liquigas e della Lampre, sono definitivamente scomparse.
Ma già pochi anni dopo che era stato introdotto il PT il numero di squadre e corridori italiani era calato drasticamente.
Poi anche la gestione della federazione nell'era Di Rocco non è stata certo entusiasmante, a livello giovanile in quei 15 anni è stato fatto poco o nulla. E i risultati si vedono.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Il grosso problemagampenpass ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 22:56 Poi anche la gestione della federazione nell'era Di Rocco non è stata certo entusiasmante, a livello giovanile in quei 15 anni è stato fatto poco o nulla. E i risultati si vedono.
Adesso bisogna ricostruire i danni..
Sperando che non sia tardi
Adesso si parla di mancanza di gare a tappe ecc
Re: La crisi del ciclismo italiano
E pure da sta bella fava.nemecsek. ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 21:59Un saluto da Nuova Yorke.nino58 ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 20:57Poi venne strangolato Pantani e siamo arrivati dove siamo.gampenpass ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 15:08
A quei tempi c'erano Giri con 120/130 italiani al via.
E al Tour nel 1996 c'erano 9 squadre italiane e 62 corridori italiani al via.
Proprio altri tempi, in crisi erano gli altri.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Re: La crisi del ciclismo italiano
Il problema del ciclismo italiano è un problema più generalizzato per lo sport italiano, tranne qualche eccezione fatichiamo a tirar fuori talenti...
Giro 2017: tappe 3 e 18
Giro 2018: tappa 17
Vuelta 2017: tappa 11
Tour de Yorkshire 2018
Tour2020: tappe 3 e 11
Tour2020: Classifica Generale
Tour2022: tappa 18
Giro 2018: tappa 17
Vuelta 2017: tappa 11
Tour de Yorkshire 2018
Tour2020: tappe 3 e 11
Tour2020: Classifica Generale
Tour2022: tappa 18
-
- Messaggi: 1175
- Iscritto il: sabato 22 agosto 2020, 11:31
Re: La crisi del ciclismo italiano
A me non sembra. Nell'atletica le rassegne giovanili sono solitamente migliori di quelle degli assoluti; il nuoto è in salute, lo sci, soprattutto quello femminile, è in salute; il tennis pure abbiamo cavalli di razza, soprattutto al maschile.
Ecuadoriani - Nizzolo - Alaphilippe - Pidcock - Barale - Ciabocco - Landa - Milan - Piccolo - Dainese
Re: La crisi del ciclismo italiano
Sei dallo zio Johnny con Uganda?nemecsek. ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 21:59Un saluto da Nuova Yorke.nino58 ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 20:57Poi venne strangolato Pantani e siamo arrivati dove siamo.gampenpass ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 15:08
A quei tempi c'erano Giri con 120/130 italiani al via.
E al Tour nel 1996 c'erano 9 squadre italiane e 62 corridori italiani al via.
Proprio altri tempi, in crisi erano gli altri.
Certo che non ci sono più i proletari di una volta, adesso tutti a Niuiorc
Re: La crisi del ciclismo italiano
a parte lo sci, gli altri sport sono facilmente praticabili e richiedono relativamente poco tempo (non mi riferisco agli sportivi di professione).StipemdioXTutti ha scritto: ↑venerdì 5 agosto 2022, 10:29A me non sembra. Nell'atletica le rassegne giovanili sono solitamente migliori di quelle degli assoluti; il nuoto è in salute, lo sci, soprattutto quello femminile, è in salute; il tennis pure abbiamo cavalli di razza, soprattutto al maschile.
Un'uscita in bici richiede minimo minimo due ore, senza contare poi che qualcosa va via nella preparazione, una partita di tennis è molto più circoscritta come impegno e anche più facilmente pianificabile. Il nuoto idem.
In più il ciclismo è uno sport molto faticoso se paragonato al tennis o allo sci (alpino).
Conosco gente che muore per fare un km in salita ma non ha problemi a farsi una pista anche lunghetta o una partitella di tennis di 1h.
Con queste premesse è normale che il ciclismo non abbia così tanti praticanti.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Condivido in pieno.gampenpass ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 22:56Quello sicuramente ha inciso a livello di immagine, ma è il sistema Pro Tour che ci ha rovinato.nino58 ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 20:57Poi venne strangolato Pantani e siamo arrivati dove siamo.gampenpass ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 15:08
A quei tempi c'erano Giri con 120/130 italiani al via.
E al Tour nel 1996 c'erano 9 squadre italiane e 62 corridori italiani al via.
Proprio altri tempi, in crisi erano gli altri.
Pensa che fino a prima dell'introduzione del PT nel 2005, invitavano mediamente 5 squadre e circa 30 corridori italiani al Tour e altrettanti alla Vuelta, vincevamo almeno 3 o 4 grandi classiche all'anno dell'allora Coppa del Mondo, dalla Sanremo al Lombardia, addirittura un anno (mi sembra nel 2002) i primi 5 dell'ordine di arrivo della Liegi erano tutti italiani. Poi, finita l'era di Bartoli, Bettini, Cunego e Di Luca, per le classiche ci siamo accontentati di qualche vittoria di Nibali. O al massimo di qualche outsider come Gasparotto, Paolini, Bettiol e recentemente Colbrelli.
Intanto le squadre italiane, dopo l'addio della Liquigas e della Lampre, sono definitivamente scomparse.
Ma già pochi anni dopo che era stato introdotto il PT il numero di squadre e corridori italiani era calato drasticamente.
Poi anche la gestione della federazione nell'era Di Rocco non è stata certo entusiasmante, a livello giovanile in quei 15 anni è stato fatto poco o nulla. E i risultati si vedono.
Sulla moria della squadre la combinazione letale è stata sistema Pro Tour + crisi economica
Re: La crisi del ciclismo italiano
Non erano intervenuti anche dei cambiamenti nella gestione fiscale delle squadre? In sostanza, ai bei tempi le aziende potevano sostanzialmente imboscare il nero (e pulirlo) con le sponsorizzazioni sportive, ma poi a legge cambiata non c'è più stata la "convenienza" e quindi l'interesse degli sponsor è calato. Guarda caso anche la serie A ha iniziato a perdere colpi...Theakston ha scritto: ↑venerdì 5 agosto 2022, 11:09Condivido in pieno.gampenpass ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 22:56Quello sicuramente ha inciso a livello di immagine, ma è il sistema Pro Tour che ci ha rovinato.
Pensa che fino a prima dell'introduzione del PT nel 2005, invitavano mediamente 5 squadre e circa 30 corridori italiani al Tour e altrettanti alla Vuelta, vincevamo almeno 3 o 4 grandi classiche all'anno dell'allora Coppa del Mondo, dalla Sanremo al Lombardia, addirittura un anno (mi sembra nel 2002) i primi 5 dell'ordine di arrivo della Liegi erano tutti italiani. Poi, finita l'era di Bartoli, Bettini, Cunego e Di Luca, per le classiche ci siamo accontentati di qualche vittoria di Nibali. O al massimo di qualche outsider come Gasparotto, Paolini, Bettiol e recentemente Colbrelli.
Intanto le squadre italiane, dopo l'addio della Liquigas e della Lampre, sono definitivamente scomparse.
Ma già pochi anni dopo che era stato introdotto il PT il numero di squadre e corridori italiani era calato drasticamente.
Poi anche la gestione della federazione nell'era Di Rocco non è stata certo entusiasmante, a livello giovanile in quei 15 anni è stato fatto poco o nulla. E i risultati si vedono.
Sulla moria della squadre la combinazione letale è stata sistema Pro Tour + crisi economica
Re: La crisi del ciclismo italiano
Quello però ha inciso su tutti gli sport. La prassi diffusa, anche a livelli minori era quella di fatturare sponsorizzazioni gonfiate da poter scaricare. Però non so quanto abbia pesato sul ciclismo professionistico...piuttosto è stato l'aumento dei costi portato dal Pro Tour insieme alla difficoltà delle aziende di medie dimensioni che erano il sostegno principale del ciclismo italiano.Bomby ha scritto: ↑venerdì 5 agosto 2022, 16:57Non erano intervenuti anche dei cambiamenti nella gestione fiscale delle squadre? In sostanza, ai bei tempi le aziende potevano sostanzialmente imboscare il nero (e pulirlo) con le sponsorizzazioni sportive, ma poi a legge cambiata non c'è più stata la "convenienza" e quindi l'interesse degli sponsor è calato. Guarda caso anche la serie A ha iniziato a perdere colpi...Theakston ha scritto: ↑venerdì 5 agosto 2022, 11:09Condivido in pieno.gampenpass ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 22:56
Quello sicuramente ha inciso a livello di immagine, ma è il sistema Pro Tour che ci ha rovinato.
Pensa che fino a prima dell'introduzione del PT nel 2005, invitavano mediamente 5 squadre e circa 30 corridori italiani al Tour e altrettanti alla Vuelta, vincevamo almeno 3 o 4 grandi classiche all'anno dell'allora Coppa del Mondo, dalla Sanremo al Lombardia, addirittura un anno (mi sembra nel 2002) i primi 5 dell'ordine di arrivo della Liegi erano tutti italiani. Poi, finita l'era di Bartoli, Bettini, Cunego e Di Luca, per le classiche ci siamo accontentati di qualche vittoria di Nibali. O al massimo di qualche outsider come Gasparotto, Paolini, Bettiol e recentemente Colbrelli.
Intanto le squadre italiane, dopo l'addio della Liquigas e della Lampre, sono definitivamente scomparse.
Ma già pochi anni dopo che era stato introdotto il PT il numero di squadre e corridori italiani era calato drasticamente.
Poi anche la gestione della federazione nell'era Di Rocco non è stata certo entusiasmante, a livello giovanile in quei 15 anni è stato fatto poco o nulla. E i risultati si vedono.
Sulla moria della squadre la combinazione letale è stata sistema Pro Tour + crisi economica
-
- Messaggi: 6688
- Iscritto il: domenica 9 gennaio 2011, 19:14
Re: La crisi del ciclismo italiano
Quando parli di praticanti, se paragonati a quelli di alcuni altri sport sono di meno, però di gente che va in bici io ne percepisco parecchia, più di qualche anno fa, soprattutto le donne. Nel 2020 (credo col bonus) vendute 2 milioni di bici. Magari stanno tutte nei garage fermegalliano ha scritto: ↑venerdì 5 agosto 2022, 10:46 a parte lo sci, gli altri sport sono facilmente praticabili e richiedono relativamente poco tempo (non mi riferisco agli sportivi di professione).
Un'uscita in bici richiede minimo minimo due ore, senza contare poi che qualcosa va via nella preparazione, una partita di tennis è molto più circoscritta come impegno e anche più facilmente pianificabile. Il nuoto idem.
In più il ciclismo è uno sport molto faticoso se paragonato al tennis o allo sci (alpino).
Conosco gente che muore per fare un km in salita ma non ha problemi a farsi una pista anche lunghetta o una partitella di tennis di 1h.
Con queste premesse è normale che il ciclismo non abbia così tanti praticanti.
Questo certamente non accresce le possibilità di far nascere campioni. Non è automatico che più bici significa più possibilità di vincere.
Per me la base da cui partire è un numero elevato di praticanti in giovane età seguiti da professionisti che partecipano a gare ufficiali.
Tutto il resto ricade nella casualità. Alle favolette sui maratoneti africani che vanno a scuola a piedi non ho mai creduto. Ci vuole metodo.
1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Be ma le aziende italiane entravano nel ciclismo per farsi conoscereBomby ha scritto: ↑venerdì 5 agosto 2022, 16:57 Non erano intervenuti anche dei cambiamenti nella gestione fiscale delle squadre? In sostanza, ai bei tempi le aziende potevano sostanzialmente imboscare il nero (e pulirlo) con le sponsorizzazioni sportive, ma poi a legge cambiata non c'è più stata la "convenienza" e quindi l'interesse degli sponsor è calato. Guarda caso anche la serie A ha iniziato a perdere colpi...
Ed aumentare i propri numeri
Si poteva investire delle cifre ragionevoli
Adesso per la più scarsa del wt si parla di oltre 10 ml..
Gli unjci sponsor che han usato il ciclismo come le nostre squadre anni 80..90 son bora , alpecin e quick step
Il resto son aziende grandissime , statali o mecenati
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ma basta solo andare in giro per qualche strada in zona pedecollinare il sabato o la domenica: amatori a frotte.Salvatore77 ha scritto: ↑venerdì 5 agosto 2022, 19:19Quando parli di praticanti, se paragonati a quelli di alcuni altri sport sono di meno, però di gente che va in bici io ne percepisco parecchia, più di qualche anno fa, soprattutto le donne. Nel 2020 (credo col bonus) vendute 2 milioni di bici. Magari stanno tutte nei garage fermegalliano ha scritto: ↑venerdì 5 agosto 2022, 10:46 a parte lo sci, gli altri sport sono facilmente praticabili e richiedono relativamente poco tempo (non mi riferisco agli sportivi di professione).
Un'uscita in bici richiede minimo minimo due ore, senza contare poi che qualcosa va via nella preparazione, una partita di tennis è molto più circoscritta come impegno e anche più facilmente pianificabile. Il nuoto idem.
In più il ciclismo è uno sport molto faticoso se paragonato al tennis o allo sci (alpino).
Conosco gente che muore per fare un km in salita ma non ha problemi a farsi una pista anche lunghetta o una partitella di tennis di 1h.
Con queste premesse è normale che il ciclismo non abbia così tanti praticanti.
Questo certamente non accresce le possibilità di far nascere campioni. Non è automatico che più bici significa più possibilità di vincere.
Per me la base da cui partire è un numero elevato di praticanti in giovane età seguiti da professionisti che partecipano a gare ufficiali.
Tutto il resto ricade nella casualità. Alle favolette sui maratoneti africani che vanno a scuola a piedi non ho mai creduto. Ci vuole metodo.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Non conosco come sia strutturato il ciclismo agonistico, ma sul discorso della pratica sono del tutto d'accordo con Galliano. 1) il ciclismo è uno sport di fatica e di fondo: c'è a chi piace, ma non è come fare una partita a calcio. 2) detto in estrema sintesi, proprio per questi motivi la pratica occasionale del ciclismo è quanto di più lontano rispetto al clismo agonistico di quanto non lo sia il torneo di calcio all'oratorio rispetto alla Serie A.galliano ha scritto: ↑venerdì 5 agosto 2022, 10:46a parte lo sci, gli altri sport sono facilmente praticabili e richiedono relativamente poco tempo (non mi riferisco agli sportivi di professione).StipemdioXTutti ha scritto: ↑venerdì 5 agosto 2022, 10:29A me non sembra. Nell'atletica le rassegne giovanili sono solitamente migliori di quelle degli assoluti; il nuoto è in salute, lo sci, soprattutto quello femminile, è in salute; il tennis pure abbiamo cavalli di razza, soprattutto al maschile.
Un'uscita in bici richiede minimo minimo due ore, senza contare poi che qualcosa va via nella preparazione, una partita di tennis è molto più circoscritta come impegno e anche più facilmente pianificabile. Il nuoto idem.
In più il ciclismo è uno sport molto faticoso se paragonato al tennis o allo sci (alpino).
Conosco gente che muore per fare un km in salita ma non ha problemi a farsi una pista anche lunghetta o una partitella di tennis di 1h.
Con queste premesse è normale che il ciclismo non abbia così tanti praticanti.
Le bici comprate con il bonus servono, giustamente, per andare a passeggio, oppure sono elettriche, oppure sono da corsa per quelli di mezza età. Mettiamoci dentro il doping, il cambio d'epoca, la questione sponsor e abbiamo già diverse cause.
Come dite voi, l'unica soluzione per allargare il bacino dei futuri prof., a meno della nascita di un nuovo Pantani, sarebbe allargare la base dei praticanti fin da piccoli. Però - visto che il ciclismo non è più attrattivo di altre cose - bisognerebbe farlo passare come una forma di salute pubblica, come negli anni '80 - '90 era il nuoto. Ci andavi perché ti faceva bene, non necessariamente perché ti piacesse - almeno così era per me
-
- Messaggi: 509
- Iscritto il: sabato 9 luglio 2022, 23:25
Re: La crisi del ciclismo italiano
bisognerebbe anche investire su piste ciclabili. Andare in bici è diventato troppo pericoloso...Claudio84 ha scritto: ↑sabato 6 agosto 2022, 2:35
Come dite voi, l'unica soluzione per allargare il bacino dei futuri prof., a meno della nascita di un nuovo Pantani, sarebbe allargare la base dei praticanti fin da piccoli. Però - visto che il ciclismo non è più attrattivo di altre cose - bisognerebbe farlo passare come una forma di salute pubblica, come negli anni '80 - '90 era il nuoto. Ci andavi perché ti faceva bene, non necessariamente perché ti piacesse - almeno così era per me
Re: La crisi del ciclismo italiano
Vero, ma bisogna prendere atto che in quasi tutte le occasioni non c'è fisicamente e spazio per la pista ciclabile, a meno di non restringere la carreggiata. Io vado sempre in bici in città (e pure in auto), meno spesso fuori città, e sulle provinciali secondo me è molto più pericoloso.Joannes Muller ha scritto: ↑martedì 9 agosto 2022, 15:05bisognerebbe anche investire su piste ciclabili. Andare in bici è diventato troppo pericoloso...Claudio84 ha scritto: ↑sabato 6 agosto 2022, 2:35
Come dite voi, l'unica soluzione per allargare il bacino dei futuri prof., a meno della nascita di un nuovo Pantani, sarebbe allargare la base dei praticanti fin da piccoli. Però - visto che il ciclismo non è più attrattivo di altre cose - bisognerebbe farlo passare come una forma di salute pubblica, come negli anni '80 - '90 era il nuoto. Ci andavi perché ti faceva bene, non necessariamente perché ti piacesse - almeno così era per me
L' unica strada - di lungo periodo - è una vera educazione stradale, sia per automobilisti che per ciclisti. Io ho fatto scuola guida a inizio anni 2000, e l'attenzione alle bici non mi ricordo di sse un tema.
Cmq mi sa che sulla sicurezza sono andato OT rispetto al thread.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Cqranking è un sito simile a procyclingstats.com o a firstcycling.com
Ogni gara ha un punteggio ecc
Fa anche una classifica per nazioni
Prende il punteggio dei primi 10 corridori delle varie nazioni
E fa un classifica
Lo fa dal 1999..
L Italia per i primi anni è stata prima
Poi spesso prima e qualche volta seconda
Fino ad arrivare 4 l anno scorso
Se si prende la classifica con i risultati 2022 è nona
https://cqranking.com/men/asp/gen/cqRan ... a&bestof=1
Nessun italiano è nei primi 30 al mondo
Il primo è Rota 31esimo
Firstcycling.com da caruso 30esimo
Ogni gara ha un punteggio ecc
Fa anche una classifica per nazioni
Prende il punteggio dei primi 10 corridori delle varie nazioni
E fa un classifica
Lo fa dal 1999..
L Italia per i primi anni è stata prima
Poi spesso prima e qualche volta seconda
Fino ad arrivare 4 l anno scorso
Se si prende la classifica con i risultati 2022 è nona
https://cqranking.com/men/asp/gen/cqRan ... a&bestof=1
Nessun italiano è nei primi 30 al mondo
Il primo è Rota 31esimo
Firstcycling.com da caruso 30esimo
Re: La crisi del ciclismo italiano
Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno.Winter ha scritto: ↑giovedì 11 agosto 2022, 21:05 Cqranking è un sito simile a procyclingstats.com o a firstcycling.com
Ogni gara ha un punteggio ecc
Fa anche una classifica per nazioni
Prende il punteggio dei primi 10 corridori delle varie nazioni
E fa un classifica
Lo fa dal 1999..
L Italia per i primi anni è stata prima
Poi spesso prima e qualche volta seconda
Fino ad arrivare 4 l anno scorso
Se si prende la classifica con i risultati 2022 è nona
https://cqranking.com/men/asp/gen/cqRan ... a&bestof=1
Nessun italiano è nei primi 30 al mondo
Il primo è Rota 31esimo
Firstcycling.com da caruso 30esimo
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
- Maìno della Spinetta
- Messaggi: 10693
- Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 15:53
Re: La crisi del ciclismo italiano
No, è centrato - tra sicurezza, doping, e anoressia, quale padre vorrebbe mettere in sella il proprio figlio? Dal doping anni 90 ai polpacci di Froome, usciamo da brutti anni e brutti esempiClaudio84 ha scritto: ↑martedì 9 agosto 2022, 16:08Vero, ma bisogna prendere atto che in quasi tutte le occasioni non c'è fisicamente e spazio per la pista ciclabile, a meno di non restringere la carreggiata. Io vado sempre in bici in città (e pure in auto), meno spesso fuori città, e sulle provinciali secondo me è molto più pericoloso.Joannes Muller ha scritto: ↑martedì 9 agosto 2022, 15:05bisognerebbe anche investire su piste ciclabili. Andare in bici è diventato troppo pericoloso...Claudio84 ha scritto: ↑sabato 6 agosto 2022, 2:35
Come dite voi, l'unica soluzione per allargare il bacino dei futuri prof., a meno della nascita di un nuovo Pantani, sarebbe allargare la base dei praticanti fin da piccoli. Però - visto che il ciclismo non è più attrattivo di altre cose - bisognerebbe farlo passare come una forma di salute pubblica, come negli anni '80 - '90 era il nuoto. Ci andavi perché ti faceva bene, non necessariamente perché ti piacesse - almeno così era per me
L' unica strada - di lungo periodo - è una vera educazione stradale, sia per automobilisti che per ciclisti. Io ho fatto scuola guida a inizio anni 2000, e l'attenzione alle bici non mi ricordo di sse un tema.
Cmq mi sa che sulla sicurezza sono andato OT rispetto al thread.
“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Che poi l' anno scorso più che l' Italia è arrivato quarto Colbrelli. Quest' anno che non c'è...Winter ha scritto: ↑giovedì 11 agosto 2022, 21:05 Cqranking è un sito simile a procyclingstats.com o a firstcycling.com
Ogni gara ha un punteggio ecc
Fa anche una classifica per nazioni
Prende il punteggio dei primi 10 corridori delle varie nazioni
E fa un classifica
Lo fa dal 1999..
L Italia per i primi anni è stata prima
Poi spesso prima e qualche volta seconda
Fino ad arrivare 4 l anno scorso
Se si prende la classifica con i risultati 2022 è nona
https://cqranking.com/men/asp/gen/cqRan ... a&bestof=1
Nessun italiano è nei primi 30 al mondo
Il primo è Rota 31esimo
Firstcycling.com da caruso 30esimo
Re: La crisi del ciclismo italiano
L'unica competizione vinta tra WT e corse pro è il GP industria di Ulissi. L'unico podio WT è il secondo posto di Colbrelli all' Omloop.
A livello WT solo 8 vittorie di tappa, 5 al Giro - che come sempre salva il bilancio - 2 crono di Ganna e la tappa di Bagioli al Catalogna.
Siamo ottavi nella classifica UCI e dei migliori 8 in classifica solo 3 hanno meno di 33 anni, Masnada, Rota e Covi.
Messi male siam messi male...
Nonostante questo continuiamo ad avere più corridori di tutti e anche di parecchio
https://www.procyclingstats.com/statist ... ive-riders
E' come con il calcio: stiamo con le toppe al culo ma abbiamo anche 100 club professionistici contro 92 inglesi, 56 tedeschi, 40 spagnoli e francesi.
Forse se si concentrassero le risorse invece di disperderle sarebbe meglio.
A livello WT solo 8 vittorie di tappa, 5 al Giro - che come sempre salva il bilancio - 2 crono di Ganna e la tappa di Bagioli al Catalogna.
Siamo ottavi nella classifica UCI e dei migliori 8 in classifica solo 3 hanno meno di 33 anni, Masnada, Rota e Covi.
Messi male siam messi male...
Nonostante questo continuiamo ad avere più corridori di tutti e anche di parecchio
https://www.procyclingstats.com/statist ... ive-riders
E' come con il calcio: stiamo con le toppe al culo ma abbiamo anche 100 club professionistici contro 92 inglesi, 56 tedeschi, 40 spagnoli e francesi.
Forse se si concentrassero le risorse invece di disperderle sarebbe meglio.
Re: La crisi del ciclismo italiano
D accordo con te , più per il calcioCthulhu ha scritto: ↑sabato 13 agosto 2022, 15:55
https://www.procyclingstats.com/statist ... ive-riders
Questa sul ciclismo è una statistica falsa
Drogata dai continental
Che di pro non hanno nulla da noi
Tanti prenderanno rimborsi spesa da 500 euro mensili
D altronde per fare una continental in regola
Con stipendi e contributi
Costa oltre il ml..
Non duecentomila euro
Re: La crisi del ciclismo italiano
Verissimo, ma comunque è un'anomalia.Winter ha scritto: ↑domenica 14 agosto 2022, 18:15D accordo con te , più per il calcioCthulhu ha scritto: ↑sabato 13 agosto 2022, 15:55
https://www.procyclingstats.com/statist ... ive-riders
Questa sul ciclismo è una statistica falsa
Drogata dai continental
Che di pro non hanno nulla da noi
Tanti prenderanno rimborsi spesa da 500 euro mensili
D altronde per fare una continental in regola
Con stipendi e contributi
Costa oltre il ml..
Non duecentomila euro
Perché solo noi abbiamo 14 continental e illudiamo qualche centinaio di ragazzi di potere avere un futuro da professionista ?
Capisco che è difficile nel paese di Sior Todero brontolon ( "Son paron dei fioi, e son paron dela nezza, e dela dota, e dela casa, e de tutto quelo che voggio mi" )fare sistema, ma qui si sprecano i pochi soldi messi nel ciclismo.
Comunque molte squadre di calcio " professionistiche" italiane non sono tanto meglio delle continental.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Lo so..
Tornando al ciclismo, la precedente gestione federale e il suo staff dicevano..che il futuro erano le continental
Erano indispensabili
Le han fatte..
Con i budget di quando erano dilettanti
Tornando al ciclismo, la precedente gestione federale e il suo staff dicevano..che il futuro erano le continental
Erano indispensabili
Le han fatte..
Con i budget di quando erano dilettanti
-
- Messaggi: 2450
- Iscritto il: sabato 6 giugno 2020, 18:38
Re: La crisi del ciclismo italiano
oggi mi sono visto per la prima volta in diretta la firenze viareggio
l'ingresso di una nuova società nell'organizzazione si è visto
e la diretta trlrvisiva è sicuramente un valore aggiunto per gli sponsor
per la cronaca ha vinto a sorpresa spinelli in volata ristretta su colombo e faresin
il rilancio del ciclismo in Italia passa inevitabilmente anche dalla promozione e dalla copertura televisiva degli eventi più importanti
Saint Gervais - Sestriere 1992
unforgettable memories
unforgettable memories
-
- Messaggi: 7794
- Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 19:49
Re: La crisi del ciclismo italiano
Bomby ha scritto: ↑venerdì 5 agosto 2022, 16:57Non erano intervenuti anche dei cambiamenti nella gestione fiscale delle squadre? In sostanza, ai bei tempi le aziende potevano sostanzialmente imboscare il nero (e pulirlo) con le sponsorizzazioni sportive, ma poi a legge cambiata non c'è più stata la "convenienza" e quindi l'interesse degli sponsor è calato. Guarda caso anche la serie A ha iniziato a perdere colpi...Theakston ha scritto: ↑venerdì 5 agosto 2022, 11:09Condivido in pienogampenpass ha scritto: ↑giovedì 4 agosto 2022, 22:56
Quello sicuramente ha inciso a livello di immagine, ma è il sistema Pro Tour che ci ha rovinato.
Pensa che fino a prima dell'introduzione del PT nel 2005, invitavano mediamente 5 squadre e circa 30 corridori italiani al Tour e altrettanti alla Vuelta, vincevamo almeno 3 o 4 grandi classiche all'anno dell'allora Coppa del Mondo, dalla Sanremo al Lombardia, addirittura un anno (mi sembra nel 2002) i primi 5 dell'ordine di arrivo della Liegi erano tutti italiani. Poi, finita l'era di Bartoli, Bettini, Cunego e Di Luca, per le classiche ci siamo accontentati di qualche vittoria di Nibali. O al massimo di qualche outsider come Gasparotto, Paolini, Bettiol e recentemente Colbrelli.
Intanto le squadre italiane, dopo l'addio della Liquigas e della Lampre, sono definitivamente scomparse.
Ma già pochi anni dopo che era stato introdotto il PT il numero di squadre e corridori italiani era calato drasticamente.
Poi anche la gestione della federazione nell'era Di Rocco non è stata certo entusiasmante, a livello giovanile in quei 15 anni è stato fatto poco o nulla. E i risultati si vedono.
Sulla moria della squadre la combinazione letale è stata sistema Pro Tour + crisi economica
Allora Zomegnan aveva ragione, se ci fosse stato ancora lui alla direzione del Giro, chissà quanta Italia c'era nel ciclismo ?
-
- Messaggi: 6688
- Iscritto il: domenica 9 gennaio 2011, 19:14
Re: La crisi del ciclismo italiano
Un solo italiano nei 10 alla Tre Valli. Secondo me è il peggior risultato di sempre.
1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Un giovincello, tra l'altro.Salvatore77 ha scritto: ↑martedì 4 ottobre 2022, 20:22 Un solo italiano nei 10 alla Tre Valli. Secondo me è il peggior risultato di sempre.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!