Bisognerebbe capire la dinamica dell incidente
Bardet ha detto che c era anche un forte vento a favore
Purtroppo il ciclismo resta uno sport pericoloso
Bisognerebbe capire la dinamica dell incidente
Tra l'altro la famigerata discesa del Fauniera non presenta burroni....Winter ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 21:20Si ma con questa proposta favorisci chi va piano in discesaherbie ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 18:25 Ora, oggi tutti i corridori hanno il tachimetro GPS, però. Dunque mi pare che un regolamento, che obblighi i corridori a scaricare i dati GPS della tappa presso la direzione di corsa si possa fare.
Questo non è per colpevolizzare i corridori, ma credo che un limite di velocità con una tolleranza del 5% si possa mettere.
Funzionerebbe così: io credo che per un corridore professionista una velocità massima che dia ancora, sebbene già rischiosa, un margine di sicurezza possa stare tra i 70 e gli 80 km/h. Da stabilire quale, in questo range. Le discese selettive, ovvero quelle con molte curve , tecniche non verrebero snaturate, perchè su quelle discese si scende un po' più piano. Questo limite di velocità servirebbe ad evitare che su drittoni come quello di ieri, che esistono su molte salite delle alpi centrali, sopra i 2000 metri dove la conformazione orografica lo permette, si tocchino velocità improponibili per una bicicletta, discese che non sono poi nemmeno selettive o premianti chi ha ottima tecnica di guida, essendo solo veloci.
Alla fine della tappa i GPS di tutti i corridori vengono inviati alla direzione di corsa dove un programma ad hoc, che credo sia molto semplice da realizzare, vede se qualche corridore ha tenuto una velocità superiore ai poniamo 75 per più del 5% di ciascuna discesa. Per dire, se su una discesa di 20 km. il corridore ha tenuto i 76 per complessivamente più di un chilometro, oppure se ha superato la velocità limite anche per pochi metri di un tot, poniamo 5 km. all'ora. La giuria poi valuta, a seconda dei dati raccolti (qualche volta può sballare il GPS e segnarti 150 all'ora per qualche centinaio di metri, ma lì è chiaro che si tratta di un errore) , se è il caso di squalificare il corridore o no, magari agendo con una certa tolleranza.
Il corridore in cima alla salita mette il GPS su una pagina con il valore della velocità a tutto schermo e tiene d'occhio di non superare i 75 perchè sa che rischia la squalifica , anche se un piccolo margine di tolleranza se lo può permettere. Poi il corridore la velocità la "sente", non credo che su una discesa del Gavia, poniamo, stretta e piena di curve, il corridore abbia bisogno di guardare continuamente la velocità, tanto difficilmente la supera.
Così, una proposta.
In questo modo sarebbero un po' penalizzati i corridori degli ultimi gruppi, che proprio su discese fatte più forte di quelli davanti contano per guadagnare sul tempo massimo. Credo che si prendano molti rischi, e direi che forse è meglio avere 20 corridori in più fuori tempo massimo, ma velocità più sicure.
Ricordo un'intervista dove Savoldelli raccontava che le discese dove faceva la differenza erano soprattutto quelle con semicurve , rettilinei, strada stretta e tanta velocità
E li dove il falco dava a tutti
La discesa del fauniera per esempio
Ma infatti dalla vetta della Marmolada verso malga ciapela non ci hanno mai nemmeno provato a farli scendere.
Vado a memorialucks83 ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 22:15Tra l'altro la famigerata discesa del Fauniera non presenta burroni....Winter ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 21:20Si ma con questa proposta favorisci chi va piano in discesaherbie ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 18:25 Ora, oggi tutti i corridori hanno il tachimetro GPS, però. Dunque mi pare che un regolamento, che obblighi i corridori a scaricare i dati GPS della tappa presso la direzione di corsa si possa fare.
Questo non è per colpevolizzare i corridori, ma credo che un limite di velocità con una tolleranza del 5% si possa mettere.
Funzionerebbe così: io credo che per un corridore professionista una velocità massima che dia ancora, sebbene già rischiosa, un margine di sicurezza possa stare tra i 70 e gli 80 km/h. Da stabilire quale, in questo range. Le discese selettive, ovvero quelle con molte curve , tecniche non verrebero snaturate, perchè su quelle discese si scende un po' più piano. Questo limite di velocità servirebbe ad evitare che su drittoni come quello di ieri, che esistono su molte salite delle alpi centrali, sopra i 2000 metri dove la conformazione orografica lo permette, si tocchino velocità improponibili per una bicicletta, discese che non sono poi nemmeno selettive o premianti chi ha ottima tecnica di guida, essendo solo veloci.
Alla fine della tappa i GPS di tutti i corridori vengono inviati alla direzione di corsa dove un programma ad hoc, che credo sia molto semplice da realizzare, vede se qualche corridore ha tenuto una velocità superiore ai poniamo 75 per più del 5% di ciascuna discesa. Per dire, se su una discesa di 20 km. il corridore ha tenuto i 76 per complessivamente più di un chilometro, oppure se ha superato la velocità limite anche per pochi metri di un tot, poniamo 5 km. all'ora. La giuria poi valuta, a seconda dei dati raccolti (qualche volta può sballare il GPS e segnarti 150 all'ora per qualche centinaio di metri, ma lì è chiaro che si tratta di un errore) , se è il caso di squalificare il corridore o no, magari agendo con una certa tolleranza.
Il corridore in cima alla salita mette il GPS su una pagina con il valore della velocità a tutto schermo e tiene d'occhio di non superare i 75 perchè sa che rischia la squalifica , anche se un piccolo margine di tolleranza se lo può permettere. Poi il corridore la velocità la "sente", non credo che su una discesa del Gavia, poniamo, stretta e piena di curve, il corridore abbia bisogno di guardare continuamente la velocità, tanto difficilmente la supera.
Così, una proposta.
In questo modo sarebbero un po' penalizzati i corridori degli ultimi gruppi, che proprio su discese fatte più forte di quelli davanti contano per guadagnare sul tempo massimo. Credo che si prendano molti rischi, e direi che forse è meglio avere 20 corridori in più fuori tempo massimo, ma velocità più sicure.
Ricordo un'intervista dove Savoldelli raccontava che le discese dove faceva la differenza erano soprattutto quelle con semicurve , rettilinei, strada stretta e tanta velocità
E li dove il falco dava a tutti
La discesa del fauniera per esempio
Oopslucks83 ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 22:24Ma infatti dalla vetta della Marmolada verso malga ciapela non ci hanno mai nemmeno provato a farli scendere.
Il 19 maggio, visto che annullarono il gran San Bernardo, ho deciso di fare il San Carlo e sono passato nel punto in cui morì il povero Pellegrini.
Un punto senza infamia e senza lode, senza curve pericolose e senza burroni.
Il problema è che prima ci arrivavi da un semirettilineo di un km al 12% di pendenza, immagina la velocità che raggiungi in quel punto.
E infatti il San Carlo non lo hanno più fatto in discesa da quel versante.
Guarda, proprio ieri ho fatto i 75 all'ora in discesa da Novazzano (per intenderci, ho percorso in discesa la strada su cui piazzò lo scatto decisivo Evans al mondiale 2009 e che fecero al TDS lo scorso anno sempre in salita).Winter ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 22:27Vado a memorialucks83 ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 22:15Tra l'altro la famigerata discesa del Fauniera non presenta burroni....Winter ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 21:20
Si ma con questa proposta favorisci chi va piano in discesa
Ricordo un'intervista dove Savoldelli raccontava che le discese dove faceva la differenza erano soprattutto quelle con semicurve , rettilinei, strada stretta e tanta velocità
E li dove il falco dava a tutti
La discesa del fauniera per esempio
Ma qualcosa in cima c era (simile all albula di ieri)
Andando a 100 kmh , il falco se non ricordo male disse che i record di velocità (110) li ha fatti li e nel rettilineo del San Carlo dove morì il povero pellegrini (dove io ho fatto il mio record in mtb..con 65 kmh) , il rischio è ovunque
Concordo,in molti casi i punti veramente pericolosi a prescindere dalla fatalità, sono pochi e basterebbe segnalarli adeguatamente.
Parlo per la mia esperienza personale: ho due bici da corsa, una con copertoncino da 25 mm e ruote alto profilo da 50 mm, l'altra con copertoncino da 28 mm e profilo cerchio da 30 mm.robot1 ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 22:35 Domanda per quelli che sono più esperti di bici & tecnica.
Avere copertoncini più larghi (e con un limite alla pressione massima o al profilo), porterebbe ad una diminuzione di velocità e maggiore aderenza che potrebbe migliorare la sicurezza?
Potrebbe essere un compromesso accettabile anche dai "discesisti"?
Un airbag tipo sci o motociclismo mi sembra difficile da inserire nell'abbigliamento del ciclista. Chissà se si potesse integrare qualcosa nei caschi.
In realtà già il mio Garmin obsoleto ti manda un segnale acustico di pericolo appena ti avvicini a una curva pericolosa, in tempo reale, figuriamoci i computerini dei professionisti se non lo fanno.galliano ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 22:58Concordo,in molti casi i punti veramente pericolosi a prescindere dalla fatalità, sono pochi e basterebbe segnalarli adeguatamente.
Addirittura con il gps ormai disponibile per tutti si potrebbe pensare ad una segnalazione acustica per ricordare il punto pericoloso ai corridori.
Anche questo è un aspetto da considerare, assolutamente.galliano ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 22:54 Copertoncini più larghi, airbag integrati, tutto può servire in qualche circostanza.
Poi vorrei far notare la mia personalissima esperienza, coi freni a disco tendo a scendere con una velocità più elevata in tutte le discese e di recente ho rischiato di prendere la tangente un paio di volte per aver percorso un tratto che ho fatto ripetutamente in passato, ma in questa occasione sono arrivato con una velocità maggiore all'imbocco della curva.
La versione banale di questa soluzione non potrebbe essere che, nell'analisi tecnica di sicurezza, nel momento di decidere se includere una certa discesa nel percorso di una corsa, vengano escluse tutte quelle discese in cui con le bici moderne sia ragionevolmente possibile superare gli 80 km/h (giusto per fissare un limite arbitrario di velocità oltre la quale i rischi in caso di caduta si moltiplicano esponenzialmente)?herbie ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 18:25le bici di oggi sono più veloci sicuramente, ma anche più sicure, perchè non hanno alcuna vibrazione e sono maneggevolissime, ottimamente guidabili e stabili.Dr. Solma Di Cormano ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 18:01Sarà che dalla mia ho una tara mentale orientata alla prevenzione, ma il mio pensiero è che ragionamenti come "fatalità" "non è possibile fare niente senza snaturare questo sport" non vadano nella direzione corretta. Chi di dovere deve rimboccarsi le maniche e pensare a soluzioni per migliorare la situazione. Sono riusciti in F1, sono riusciti nel motociclismo, qualcosa dobbiamo provare a fare anche noi, lavorando su tutti i fronti (sicurezza dei mezzi, dei percorsi). Anche quella di Senna sarebbe potuta essere declassata a "fatalità" (quando mai era successo che una protezione rompendosi entrasse nel casco del pilota?), però, casualmente, da allora non è più accaduto.Gaul ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 17:15 Nell’automobilismo , dove fino a 40 anni fa morivano fior di campioni,dopo la morte di Senna sono intervenuti pesantemente su sicurezza dell’auto e dei circuiti.
Nel ciclismo sul mezzo non si può intervenire, restano i percorsi ( guardrail, reti di protezione nei curvoni come nello sci) e l’abbigliamento visto che il casco non è decisivo.
La morte di Mader è un duro colpo per il ciclismo, e credo che bisognerebbe intervenire per migliorare la sicurezza,
Incidenti così gravi non a caso avvengono soprattutto su tratti quasi rettilinei e quindi molto veloci, più difficilmente scendendo da strade tecnicamente difficili e piene di curve.
Come in ogni cosa, il pericolo sta nella velocità.
Ora, oggi tutti i corridori hanno il tachimetro GPS, però. Dunque mi pare che un regolamento, che obblighi i corridori a scaricare i dati GPS della tappa presso la direzione di corsa si possa fare.
Questo non è per colpevolizzare i corridori, ma credo che un limite di velocità con una tolleranza del 5% si possa mettere.
Funzionerebbe così: io credo che per un corridore professionista una velocità massima che dia ancora, sebbene già rischiosa, un margine di sicurezza possa stare tra i 70 e gli 80 km/h. Da stabilire quale, in questo range. Le discese selettive, ovvero quelle con molte curve , tecniche non verrebero snaturate, perchè su quelle discese si scende un po' più piano. Questo limite di velocità servirebbe ad evitare che su drittoni come quello di ieri, che esistono su molte salite delle alpi centrali, sopra i 2000 metri dove la conformazione orografica lo permette, si tocchino velocità improponibili per una bicicletta, discese che non sono poi nemmeno selettive o premianti chi ha ottima tecnica di guida, essendo solo veloci.
Alla fine della tappa i GPS di tutti i corridori vengono inviati alla direzione di corsa dove un programma ad hoc, che credo sia molto semplice da realizzare, vede se qualche corridore ha tenuto una velocità superiore ai poniamo 75 per più del 5% di ciascuna discesa. Per dire, se su una discesa di 20 km. il corridore ha tenuto i 76 per complessivamente più di un chilometro, oppure se ha superato la velocità limite anche per pochi metri di un tot, poniamo 5 km. all'ora. La giuria poi valuta, a seconda dei dati raccolti (qualche volta può sballare il GPS e segnarti 150 all'ora per qualche centinaio di metri, ma lì è chiaro che si tratta di un errore) , se è il caso di squalificare il corridore o no, magari agendo con una certa tolleranza.
Il corridore in cima alla salita mette il GPS su una pagina con il valore della velocità a tutto schermo e tiene d'occhio di non superare i 75 perchè sa che rischia la squalifica , anche se un piccolo margine di tolleranza se lo può permettere. Poi il corridore la velocità la "sente", non credo che su una discesa del Gavia, poniamo, stretta e piena di curve, il corridore abbia bisogno di guardare continuamente la velocità, tanto difficilmente la supera.
Così, una proposta.
In questo modo sarebbero un po' penalizzati i corridori degli ultimi gruppi, che proprio su discese fatte più forte di quelli davanti contano per guadagnare sul tempo massimo. Credo che si prendano molti rischi, e direi che forse è meglio avere 20 corridori in più fuori tempo massimo, ma velocità più sicure.
Però quel segnale te lo manda in base a dei criteri che potrebbero non essere adeguati per una corsa ciclistica.lucks83 ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 23:01In realtà già il mio Garmin obsoleto ti manda un segnale acustico di pericolo appena ti avvicini a una curva pericolosa, in tempo reale, figuriamoci i computerini dei professionisti se non lo fanno.galliano ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 22:58Concordo,in molti casi i punti veramente pericolosi a prescindere dalla fatalità, sono pochi e basterebbe segnalarli adeguatamente.
Addirittura con il gps ormai disponibile per tutti si potrebbe pensare ad una segnalazione acustica per ricordare il punto pericoloso ai corridori.
Con veloviewer e le radioline i corridori sono già ultrabombardati di info sul percorso. Peraltro come si é detto, Mader conosceva bene la discesa. La strada secondo me é invece quella o di aumentare le protezioni individuali, o impedire che velocità veramente ultra-pericolose in caso di caduta anche imponderabile possano essere raggiunte.galliano ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 23:34Però quel segnale te lo manda in base a dei criteri che potrebbero non essere adeguati per una corsa ciclistica.lucks83 ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 23:01In realtà già il mio Garmin obsoleto ti manda un segnale acustico di pericolo appena ti avvicini a una curva pericolosa, in tempo reale, figuriamoci i computerini dei professionisti se non lo fanno.galliano ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 22:58
Concordo,in molti casi i punti veramente pericolosi a prescindere dalla fatalità, sono pochi e basterebbe segnalarli adeguatamente.
Addirittura con il gps ormai disponibile per tutti si potrebbe pensare ad una segnalazione acustica per ricordare il punto pericoloso ai corridori.
Io.intendevo che si potrebbe prevedere l'obbligatorietà di predisporre per ogni corsa di una mappa dei punti più pericolosi, mappa da caricare poi sui computerini dei ciclisti.
penso che con le moderne bici si facciano gli 80 in qualunque discesa alpina, per non dire qualunque discesaDr. Solma Di Cormano ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 23:25La versione banale di questa soluzione non potrebbe essere che, nell'analisi tecnica di sicurezza, nel momento di decidere se includere una certa discesa nel percorso di una corsa, vengano escluse tutte quelle discese in cui con le bici moderne sia ragionevolmente possibile superare gli 80 km/h (giusto per fissare un limite arbitrario di velocità oltre la quale i rischi in caso di caduta si moltiplicano esponenzialmente)?herbie ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 18:25le bici di oggi sono più veloci sicuramente, ma anche più sicure, perchè non hanno alcuna vibrazione e sono maneggevolissime, ottimamente guidabili e stabili.Dr. Solma Di Cormano ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 18:01
Sarà che dalla mia ho una tara mentale orientata alla prevenzione, ma il mio pensiero è che ragionamenti come "fatalità" "non è possibile fare niente senza snaturare questo sport" non vadano nella direzione corretta. Chi di dovere deve rimboccarsi le maniche e pensare a soluzioni per migliorare la situazione. Sono riusciti in F1, sono riusciti nel motociclismo, qualcosa dobbiamo provare a fare anche noi, lavorando su tutti i fronti (sicurezza dei mezzi, dei percorsi). Anche quella di Senna sarebbe potuta essere declassata a "fatalità" (quando mai era successo che una protezione rompendosi entrasse nel casco del pilota?), però, casualmente, da allora non è più accaduto.
Incidenti così gravi non a caso avvengono soprattutto su tratti quasi rettilinei e quindi molto veloci, più difficilmente scendendo da strade tecnicamente difficili e piene di curve.
Come in ogni cosa, il pericolo sta nella velocità.
Ora, oggi tutti i corridori hanno il tachimetro GPS, però. Dunque mi pare che un regolamento, che obblighi i corridori a scaricare i dati GPS della tappa presso la direzione di corsa si possa fare.
Questo non è per colpevolizzare i corridori, ma credo che un limite di velocità con una tolleranza del 5% si possa mettere.
Funzionerebbe così: io credo che per un corridore professionista una velocità massima che dia ancora, sebbene già rischiosa, un margine di sicurezza possa stare tra i 70 e gli 80 km/h. Da stabilire quale, in questo range. Le discese selettive, ovvero quelle con molte curve , tecniche non verrebero snaturate, perchè su quelle discese si scende un po' più piano. Questo limite di velocità servirebbe ad evitare che su drittoni come quello di ieri, che esistono su molte salite delle alpi centrali, sopra i 2000 metri dove la conformazione orografica lo permette, si tocchino velocità improponibili per una bicicletta, discese che non sono poi nemmeno selettive o premianti chi ha ottima tecnica di guida, essendo solo veloci.
Alla fine della tappa i GPS di tutti i corridori vengono inviati alla direzione di corsa dove un programma ad hoc, che credo sia molto semplice da realizzare, vede se qualche corridore ha tenuto una velocità superiore ai poniamo 75 per più del 5% di ciascuna discesa. Per dire, se su una discesa di 20 km. il corridore ha tenuto i 76 per complessivamente più di un chilometro, oppure se ha superato la velocità limite anche per pochi metri di un tot, poniamo 5 km. all'ora. La giuria poi valuta, a seconda dei dati raccolti (qualche volta può sballare il GPS e segnarti 150 all'ora per qualche centinaio di metri, ma lì è chiaro che si tratta di un errore) , se è il caso di squalificare il corridore o no, magari agendo con una certa tolleranza.
Il corridore in cima alla salita mette il GPS su una pagina con il valore della velocità a tutto schermo e tiene d'occhio di non superare i 75 perchè sa che rischia la squalifica , anche se un piccolo margine di tolleranza se lo può permettere. Poi il corridore la velocità la "sente", non credo che su una discesa del Gavia, poniamo, stretta e piena di curve, il corridore abbia bisogno di guardare continuamente la velocità, tanto difficilmente la supera.
Così, una proposta.
In questo modo sarebbero un po' penalizzati i corridori degli ultimi gruppi, che proprio su discese fatte più forte di quelli davanti contano per guadagnare sul tempo massimo. Credo che si prendano molti rischi, e direi che forse è meglio avere 20 corridori in più fuori tempo massimo, ma velocità più sicure.
già, come? Un limitatore di velocità sulle bici mi pare un cosa piiuttosto fantascientifica....Dr. Solma Di Cormano ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 23:51Con veloviewer e le radioline i corridori sono già ultrabombardati di info sul percorso. Peraltro come si é detto, Mader conosceva bene la discesa. La strada secondo me é invece quella o di aumentare le protezioni individuali, o impedire che velocità veramente ultra-pericolose in caso di caduta anche imponderabile possano essere raggiunte.galliano ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 23:34Però quel segnale te lo manda in base a dei criteri che potrebbero non essere adeguati per una corsa ciclistica.
Io.intendevo che si potrebbe prevedere l'obbligatorietà di predisporre per ogni corsa di una mappa dei punti più pericolosi, mappa da caricare poi sui computerini dei ciclisti.
non è così scontato...almeno 300 metri di pendenza forte dove prendere velocità dopo la curva ci devono essere...FrancescoGra ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 0:24penso che con le moderne bici si facciano gli 80 in qualunque discesa alpina, per non dire qualunque discesaDr. Solma Di Cormano ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 23:25La versione banale di questa soluzione non potrebbe essere che, nell'analisi tecnica di sicurezza, nel momento di decidere se includere una certa discesa nel percorso di una corsa, vengano escluse tutte quelle discese in cui con le bici moderne sia ragionevolmente possibile superare gli 80 km/h (giusto per fissare un limite arbitrario di velocità oltre la quale i rischi in caso di caduta si moltiplicano esponenzialmente)?herbie ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 18:25
le bici di oggi sono più veloci sicuramente, ma anche più sicure, perchè non hanno alcuna vibrazione e sono maneggevolissime, ottimamente guidabili e stabili.
Incidenti così gravi non a caso avvengono soprattutto su tratti quasi rettilinei e quindi molto veloci, più difficilmente scendendo da strade tecnicamente difficili e piene di curve.
Come in ogni cosa, il pericolo sta nella velocità.
Ora, oggi tutti i corridori hanno il tachimetro GPS, però. Dunque mi pare che un regolamento, che obblighi i corridori a scaricare i dati GPS della tappa presso la direzione di corsa si possa fare.
Questo non è per colpevolizzare i corridori, ma credo che un limite di velocità con una tolleranza del 5% si possa mettere.
Funzionerebbe così: io credo che per un corridore professionista una velocità massima che dia ancora, sebbene già rischiosa, un margine di sicurezza possa stare tra i 70 e gli 80 km/h. Da stabilire quale, in questo range. Le discese selettive, ovvero quelle con molte curve , tecniche non verrebero snaturate, perchè su quelle discese si scende un po' più piano. Questo limite di velocità servirebbe ad evitare che su drittoni come quello di ieri, che esistono su molte salite delle alpi centrali, sopra i 2000 metri dove la conformazione orografica lo permette, si tocchino velocità improponibili per una bicicletta, discese che non sono poi nemmeno selettive o premianti chi ha ottima tecnica di guida, essendo solo veloci.
Alla fine della tappa i GPS di tutti i corridori vengono inviati alla direzione di corsa dove un programma ad hoc, che credo sia molto semplice da realizzare, vede se qualche corridore ha tenuto una velocità superiore ai poniamo 75 per più del 5% di ciascuna discesa. Per dire, se su una discesa di 20 km. il corridore ha tenuto i 76 per complessivamente più di un chilometro, oppure se ha superato la velocità limite anche per pochi metri di un tot, poniamo 5 km. all'ora. La giuria poi valuta, a seconda dei dati raccolti (qualche volta può sballare il GPS e segnarti 150 all'ora per qualche centinaio di metri, ma lì è chiaro che si tratta di un errore) , se è il caso di squalificare il corridore o no, magari agendo con una certa tolleranza.
Il corridore in cima alla salita mette il GPS su una pagina con il valore della velocità a tutto schermo e tiene d'occhio di non superare i 75 perchè sa che rischia la squalifica , anche se un piccolo margine di tolleranza se lo può permettere. Poi il corridore la velocità la "sente", non credo che su una discesa del Gavia, poniamo, stretta e piena di curve, il corridore abbia bisogno di guardare continuamente la velocità, tanto difficilmente la supera.
Così, una proposta.
In questo modo sarebbero un po' penalizzati i corridori degli ultimi gruppi, che proprio su discese fatte più forte di quelli davanti contano per guadagnare sul tempo massimo. Credo che si prendano molti rischi, e direi che forse è meglio avere 20 corridori in più fuori tempo massimo, ma velocità più sicure.
Non condivido appieno. Nel senso che tra 60 km/h e 100 km/h ci sono una marea di differenze: la quantità di moto è notevolmente più alta, per cui in caso di urto (caduta) l'energia dissipata è significativamente maggiore (quindi più danni, indubbiamente). I tempi di reazione del conducente e le spaziature in frenata aumentano marcatamente e anche la distanza di arresto di ciclista e bici in caso di scivolata è significativamente più alta. Secondo me, a 100 km/h su una bici, devi sperare semplicemente che non ci sia mezzo intoppo, sennò le conseguenze sono catastrofiche, specie se ad esse si unisce un percorso non accuratemente segnalato (quel dirupo era evidentemente da proteggere).Beppugrillo ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 5:40 A me la velocità sembra un problema indiretto, nel senso che per l'impatto in sé quando c'è una caduta è sicuramente importante (non fosse che per le leggi della meccanica studiate alle medie) ma non è decisivo sulle conseguenze, conta più come cadi e contro cosa cadi. Invece di sicuro più vai veloce più è facile che sbagli una curva, anche facile. E quindi credo che il problema sia sbagliare le curve. Se devi evitarlo selezionando i percorsi devi escludere le discese facili perché si va troppo veloci e le discese difficili perché sono difficili. Cosa rimane? Limitare la velocità anche sarebbe assurdo, intanto di quanto la devi limitare? Io nella mia vita non sono mai andato sopra i 55-60 km/h perché quando ci arrivo freno. Però secondo me già bastano ampiamente per farsi malissimo. E 60 km/h li fanno in pianura. Poi come fai? Li obblighi a guardare costantemente il Garmin togliendo gli occhi dalla strada?
Per me le possibilità da seguire per limitare gli incidenti sono nel campo delle protezioni individuali e collettive e bisogna senz'altro ridurre drasticamente il numero di mezzi motorizzati in corsa
Il fatto che conoscesse la discesa è un'arma a doppio taglio.Dr. Solma Di Cormano ha scritto: ↑venerdì 16 giugno 2023, 23:51 Peraltro come si é detto, Mader conosceva bene la discesa. La strada secondo me é invece quella o di aumentare le protezioni individuali, o impedire che velocità veramente ultra-pericolose in caso di caduta anche imponderabile possano essere raggiunte.
Perché il mercato ha rotto i cosiddetti.Salvatore77 ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 8:32 Stabilire degli standard delle biciclette che permette di ridurre la velocità (peso - copertoncini eccetera) è sicuramente utile perchè permette di dilatare i tempi di reazione rispetto agli ostacoli, le traiettorie e gli errori dei corridori.
Ovviamente il ciclismo e il mercato sta andando in tutt'altra direzione.
C'è sulle Latest News del sito ufficialemaurofacoltosi ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 8:37 Nè sul sito ufficiale della corsa, nè sulla pagina fb ci sono notizie relative alla tappa di oggi.
Si puo fare ma allora certamente non guardero piu il ciclismo, e pribabilmente non saro solo.... Il protocollo per situazion estreme esiste gia....se meti il safety car sulla discesa di mercoledi che aveva asfalto perfetto, tempo perfetto e curve non molto pericolose allora lo devi metere da per tutto, e quello non e piu ciclismontun ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 8:34 So che è una soluzione non soluzione, ma neutralizzare le discese più pericolose a mo' di virtuale safety car della F1?
Tipo, tu questo tratto lo devi fare a 40 all'ora, tolleranza di 5 kmh, poi da dove ti dico io puoi ripartire a tutta.
(Sono troppo emotivamente toccato dall'evento appena successo?)
Mi sembra la morte del ciclismo mettere dei limiti di velocità in discesaRogla1 ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 5:36 i copertoni sono già molto ma molto più larghi di quanto si usava anche solo qualche anno fa, quindi lì non cambia molto.
Il limite di velocità sarebbe invece una bellissima e fattibilissima idea. Ad esempio MAX 80 kmh sempre, tutta
la stagione e tutte le gare, ma abbassabile dalla giuria in condizioni particolari, tipo pioggia o discesa pericolosa o con asfalto in cattive condizioni, vedi Croix de Coeur.
I controlli potrebbero avvenire, come detto sopra, dal check dei computerini, ma anche in corsa dai giudici di gara in motocicletta o appostati con dei velox nei punti decisivi e pericolosi delle discese. Sono cose fattibilissime e porterebbero immediatamente un cambiamento.
EDIT: anche senza andare a vedere i computerini, i ciclisti hanno i trasponder gps e già solo quelli vanno benissimo. Insomma ci sono tanti modi per rilevare la velocità.
esattoRobdin2007 ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 9:02
Si puo fare ma allora certamente non guardero piu il ciclismo, e pribabilmente non saro solo.... Il protocollo per situazion estreme esiste gia....se meti il safety car sulla discesa di mercoledi che aveva asfalto perfetto, tempo perfetto e curve non molto pericolose allora lo devi metere da per tutto, e quello non e piu ciclismo
Esatto.Winter ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 9:04esattoRobdin2007 ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 9:02
Si puo fare ma allora certamente non guardero piu il ciclismo, e pribabilmente non saro solo.... Il protocollo per situazion estreme esiste gia....se meti il safety car sulla discesa di mercoledi che aveva asfalto perfetto, tempo perfetto e curve non molto pericolose allora lo devi metere da per tutto, e quello non e piu ciclismo
ma che ciclismo diventa ?
l'altro ieri le condizioni erano perfette
Mah....ci sono discese molto selettive con curve e controvurve dove non c'è quasi mai lo spazio sufficiente per prendere grande velocità. Ci fai la differenza e come guidando al meglio li, la differenza la fai nelle curve non nei rettilinei.Winter ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 9:03Mi sembra la morte del ciclismo mettere dei limiti di velocità in discesaRogla1 ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 5:36 i copertoni sono già molto ma molto più larghi di quanto si usava anche solo qualche anno fa, quindi lì non cambia molto.
Il limite di velocità sarebbe invece una bellissima e fattibilissima idea. Ad esempio MAX 80 kmh sempre, tutta
la stagione e tutte le gare, ma abbassabile dalla giuria in condizioni particolari, tipo pioggia o discesa pericolosa o con asfalto in cattive condizioni, vedi Croix de Coeur.
I controlli potrebbero avvenire, come detto sopra, dal check dei computerini, ma anche in corsa dai giudici di gara in motocicletta o appostati con dei velox nei punti decisivi e pericolosi delle discese. Sono cose fattibilissime e porterebbero immediatamente un cambiamento.
EDIT: anche senza andare a vedere i computerini, i ciclisti hanno i trasponder gps e già solo quelli vanno benissimo. Insomma ci sono tanti modi per rilevare la velocità.
è come neutralizzarle
L'abilità in discesa è una dote importante
Savoldelli non avrebbe mai vinto nessun giro d'italia con ste regole per esempio
Sono d'accordo che l'essenza del ciclismo ne esce comunque ridimensionata, tuttavia una cosa è utilizzare biciclette diverse, o togliere un buon 50 % delle discese dai percorsi, un altro è fare una limitazione regolamentate della velocità massima che certamente danneggia un po' chi sa rischiare più di altri, ma che non snon snatura la dinamica del gesto e non azzera ovviamente la pericolosità del ciclismo, tuttavia va almeno ad evitare quelle situazioni di velocità non controllabile dove la minima cosa diventa pericolosa.luketaro ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 11:14 Ho letto le proposte fatte e mi sembrano quasi tutte improponibili e contro l'essenza del ciclismo su strada.
L'unico provvedimento che potrebbe essere possibile è una regolamentazione dei materiali che indirettamente favorisce la diminuzione delle velocità e rende più facile correggere gli errori, un po' come si fa col limite di peso minimo delle bici (ad esempio si potrebbe imporre copertoni con un'impronta a terra minima e con un range di pressioni limite...).
Tudor è elvetica come Mader
Il mercato deve essere al servizio dell'uomo e non viceversa. Oggi siamo schiavi del consumismo e dei social.galliano ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 8:38Perché il mercato ha rotto i cosiddetti.Salvatore77 ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 8:32 Stabilire degli standard delle biciclette che permette di ridurre la velocità (peso - copertoncini eccetera) è sicuramente utile perchè permette di dilatare i tempi di reazione rispetto agli ostacoli, le traiettorie e gli errori dei corridori.
Ovviamente il ciclismo e il mercato sta andando in tutt'altra direzione.
Il mercato qui, il mercato là.
Col mercato si affamano i popoli, si lavora sempre di più, si ha meno tempo, si è più stressati. Il mercato è un modo di governare la società che dovrà essere superato il prima possibile.
Scusate l'ot.
Ma il problema non è solo la velocità, è soprattutto il fatto che le bici attuali sono troppo rigide e pericolose. Chi le costruisce ha tenuto conto dell'aerodinamica e della scorrevolezza, ma non della guidabilità del mezzo. Altrimenti come si spiegano tutti questi incidenti?herbie ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 10:47Mah....ci sono discese molto selettive con curve e controvurve dove non c'è quasi mai lo spazio sufficiente per prendere grande velocità. Ci fai la differenza e come guidando al meglio li, la differenza la fai nelle curve non nei rettilinei.Winter ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 9:03Mi sembra la morte del ciclismo mettere dei limiti di velocità in discesaRogla1 ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 5:36 i copertoni sono già molto ma molto più larghi di quanto si usava anche solo qualche anno fa, quindi lì non cambia molto.
Il limite di velocità sarebbe invece una bellissima e fattibilissima idea. Ad esempio MAX 80 kmh sempre, tutta
la stagione e tutte le gare, ma abbassabile dalla giuria in condizioni particolari, tipo pioggia o discesa pericolosa o con asfalto in cattive condizioni, vedi Croix de Coeur.
I controlli potrebbero avvenire, come detto sopra, dal check dei computerini, ma anche in corsa dai giudici di gara in motocicletta o appostati con dei velox nei punti decisivi e pericolosi delle discese. Sono cose fattibilissime e porterebbero immediatamente un cambiamento.
EDIT: anche senza andare a vedere i computerini, i ciclisti hanno i trasponder gps e già solo quelli vanno benissimo. Insomma ci sono tanti modi per rilevare la velocità.
è come neutralizzarle
L'abilità in discesa è una dote importante
Savoldelli non avrebbe mai vinto nessun giro d'italia con ste regole per esempio
Se poi quelle discese hanno dei tratti diritti li il limite di velocità è uguale per tutti quindi non viene avvantaggiato chi è dietro.
Ma cosa dici ?herbie ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 10:47
Mah....ci sono discese molto selettive con curve e controvurve dove non c'è quasi mai lo spazio sufficiente per prendere grande velocità. Ci fai la differenza e come guidando al meglio li, la differenza la fai nelle curve non nei rettilinei.
Se poi quelle discese hanno dei tratti diritti li il limite di velocità è uguale per tutti quindi non viene avvantaggiato chi è dietro.
Innanzitutto non è vero che limitare la velocità non snaturi un pezzo importante del ciclismo su strada, ma poi ci sono contraddizioni fondamentali su come regolamentare e attuare una cosa del genere:herbie ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 11:42Sono d'accordo che l'essenza del ciclismo ne esce comunque ridimensionata, tuttavia una cosa è utilizzare biciclette diverse, o togliere un buon 50 % delle discese dai percorsi, un altro è fare una limitazione regolamentate della velocità massima che certamente danneggia un po' chi sa rischiare più di altri, ma che non snon snatura la dinamica del gesto e non azzera ovviamente la pericolosità del ciclismo, tuttavia va almeno ad evitare quelle situazioni di velocità non controllabile dove la minima cosa diventa pericolosa.luketaro ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 11:14 Ho letto le proposte fatte e mi sembrano quasi tutte improponibili e contro l'essenza del ciclismo su strada.
L'unico provvedimento che potrebbe essere possibile è una regolamentazione dei materiali che indirettamente favorisce la diminuzione delle velocità e rende più facile correggere gli errori, un po' come si fa col limite di peso minimo delle bici (ad esempio si potrebbe imporre copertoni con un'impronta a terra minima e con un range di pressioni limite...).
Ps: con pressioni minori l'impronta sull'asfalto è maggiore ma non oltre un certo limite. Poi la bicicletta diventa meno controllabile.
Superquotogalliano ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 8:38Perché il mercato ha rotto i cosiddetti.Salvatore77 ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 8:32 Stabilire degli standard delle biciclette che permette di ridurre la velocità (peso - copertoncini eccetera) è sicuramente utile perchè permette di dilatare i tempi di reazione rispetto agli ostacoli, le traiettorie e gli errori dei corridori.
Ovviamente il ciclismo e il mercato sta andando in tutt'altra direzione.
Il mercato qui, il mercato là.
Col mercato si affamano i popoli, si lavora sempre di più, si ha meno tempo, si è più stressati. Il mercato è un modo di governare la società che dovrà essere superato il prima possibile.
Scusate l'ot.
Come tutte le cose pensate dalla pancia sull'onda dell'emozione.luketaro ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 12:59Innanzitutto non è vero che limitare la velocità non snaturi un pezzo importante del ciclismo su strada, ma poi ci sono contraddizioni fondamentali su come regolamentare e attuare una cosa del genere:herbie ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 11:42Sono d'accordo che l'essenza del ciclismo ne esce comunque ridimensionata, tuttavia una cosa è utilizzare biciclette diverse, o togliere un buon 50 % delle discese dai percorsi, un altro è fare una limitazione regolamentate della velocità massima che certamente danneggia un po' chi sa rischiare più di altri, ma che non snon snatura la dinamica del gesto e non azzera ovviamente la pericolosità del ciclismo, tuttavia va almeno ad evitare quelle situazioni di velocità non controllabile dove la minima cosa diventa pericolosa.luketaro ha scritto: ↑sabato 17 giugno 2023, 11:14 Ho letto le proposte fatte e mi sembrano quasi tutte improponibili e contro l'essenza del ciclismo su strada.
L'unico provvedimento che potrebbe essere possibile è una regolamentazione dei materiali che indirettamente favorisce la diminuzione delle velocità e rende più facile correggere gli errori, un po' come si fa col limite di peso minimo delle bici (ad esempio si potrebbe imporre copertoni con un'impronta a terra minima e con un range di pressioni limite...).
Ps: con pressioni minori l'impronta sull'asfalto è maggiore ma non oltre un certo limite. Poi la bicicletta diventa meno controllabile.
-che limite di velocità impostiamo? 90 km/h? 100? In quanti punti si raggiungono veramente quelle velocità? Ma poi, il rischio non è comunque alto a 70/80 all'ora? Quindi limitiamo tutto a 60 (che comunque se cadi ai 60 all'ora ti puoi fare molto male)?
-come decidiamo in quali zone vige la regola? Una volata dove fanno i 65 km/h va bene, o devono farla più piano? Uno stradone con 4% di pendenza dove il gruppo fa i 70 lo consideriamo discesa oppure no?
-chi si occupa di far rispettare il limite? Mettiamo le safetybikes? Le bandierine? Mettiamo sulle bici un sistema automatico che frena da solo una volta superato il limite? Oppure devono essere i ciclisti che, guardando il computerino invece che la strada, si preoccupano di non sforare?
-se per una qualche ragione uno deve recuperare un buco ma non può né usare la scia, ne fare quella pedalata in più perché sono già tutti al limite consentito, che fa? Deve tirare la staccata? Non è ancora più pericoloso?
-che succede ai freni, dopo che si sono fatti 20 km di discesa costantemente pinzati? Che succede al braccio di uno che per 20 km ha costantemente tunuto pinzato il freno?
Mi sembra assolutamente una cosa improponibile.