La crisi del ciclismo italiano
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Contador e Basso dicevano che dovevano avere risposte per il nuovo sponsor prima del tour, perché se no poi il mercato è fatto e invece non ci sono state risposte. A sto punto probabilmente proseguiranno con un ulteriore ridimensionamento (fuori Fortunato e Albanese e dentro Umba e Rastrepo, più movimenti minori). Il ciclismo italiano sta agonizzando, probabilmente alla fine fa bene la Bardiani a puntare sui giovani e a inserire direttamente quelli che escono dagli juniores (ora ha fatto anche un accordo con una squadra juniores) perché se no gli u23 buoni vanno subito in squadre straniere. Non aveva i soldi per fare una squadra u23 e ha ottimizzato lo spazio inserendoli in prima squadra. Altro in Italia in questo momento non si può fare.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Comunque gli sponsor seguono i soldi: del ciclismo in Italia non frega niente a nessuno e, di conseguenza, gli sponsor latitano. Purtroppo ehciclistapazzo ha scritto: ↑sabato 1 luglio 2023, 20:09 Contador e Basso dicevano che dovevano avere risposte per il nuovo sponsor prima del tour, perché se no poi il mercato è fatto e invece non ci sono state risposte. A sto punto probabilmente proseguiranno con un ulteriore ridimensionamento (fuori Fortunato e Albanese e dentro Umba e Rastrepo, più movimenti minori). Il ciclismo italiano sta agonizzando, probabilmente alla fine fa bene la Bardiani a puntare sui giovani e a inserire direttamente quelli che escono dagli juniores (ora ha fatto anche un accordo con una squadra juniores) perché se no gli u23 buoni vanno subito in squadre straniere. Non aveva i soldi per fare una squadra u23 e ha ottimizzato lo spazio inserendoli in prima squadra. Altro in Italia in questo momento non si può fare.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Non so dove inserire questa bella intervista al Diablo.
Nel dubbio, metto qui, perché in parte è coerente con il thread.
https://www.fanpage.it/sport/ciclismo/c ... o-stupido/
Nel dubbio, metto qui, perché in parte è coerente con il thread.
https://www.fanpage.it/sport/ciclismo/c ... o-stupido/
Un giorno potremo raccontare ai nipotini che noi siamo stati fortunati a veder correre Sagan
Re: La crisi del ciclismo italiano
Grande diablo
Spiega bene i mali del ciclismo attuale (italiano e non)
Spiega bene i mali del ciclismo attuale (italiano e non)
Re: La crisi del ciclismo italiano
Comunque ho visto su Wiki un poco di riassunti dei Tour degli anni 90 quando partivano più italiani che francesi e ho capito il perché di questo thread
Re: La crisi del ciclismo italiano
Canada 2
Belgio 16
Slovenia 13
Gran Bretagna 6
Francia 5
Australia 6
Danimarca 9
Olanda 4
Lussemburgo 1
Usa 1
Austria 1
Germania 2
Norvegia 1
Kazakistan 1
Irlanda 2
Svizzera 1
Colombia 2
Polonia 1
Son le nazioni che han vinto almeno una tappa negli ultimi 4 tour..
Belgio 16
Slovenia 13
Gran Bretagna 6
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Son le nazioni che han vinto almeno una tappa negli ultimi 4 tour..
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Re: La crisi del ciclismo italiano
La crisi del ciclismo italiano per me e cosi inspiegabile come quella del tennis francese...e crisi e una parola debole. ok ci sono periodi e periodi ma non poter vincere una tappa al Tour per 4 anni per me fantascienza
- jerrydrake
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Re: La crisi del ciclismo italiano
I 2 migliori under 20 al mondo (nel tennis) sono francesi. E giocano benissimo. Paragone sbagliatissimo.Robdin2007 ha scritto: ↑domenica 9 luglio 2023, 22:13 La crisi del ciclismo italiano per me e cosi inspiegabile come quella del tennis francese...e crisi e una parola debole. ok ci sono periodi e periodi ma non poter vincere una tappa al Tour per 4 anni per me fantascienza
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Anche Baroncini e Battistella hanno vinto il mondiale under 23. Allora possiamo stare tranquilli.
1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
La crisi dell'Italia non riguarda solo il ciclismo, ma quasi tutte le discipline sportive. Da quant'è che la nazionale italiana di calcio non è competitiva ai massimi livelli, Europei a parte dove però abbiamo avuto una bella dose di fortuna?Robdin2007 ha scritto: ↑domenica 9 luglio 2023, 22:13 La crisi del ciclismo italiano per me e cosi inspiegabile come quella del tennis francese...e crisi e una parola debole. ok ci sono periodi e periodi ma non poter vincere una tappa al Tour per 4 anni per me fantascienza
La Serie A da almeno 20 anni è in costante declino, ormai sono più competitive la Bundesliga e la Ligue 1.
Da quant'è che non c'è un pilota italiano competitivo in F1? La stessa Ferrari da quanto tempo non vince un mondiale?
Solo il motociclismo sembra salvarsi. Più qualche sport minore.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Negli sport olimpici più importanti non c'è questa tendenzagampenpass ha scritto: ↑lunedì 10 luglio 2023, 0:23La crisi dell'Italia non riguarda solo il ciclismo, ma quasi tutte le discipline sportive. Da quant'è che la nazionale italiana di calcio non è competitiva ai massimi livelli, Europei a parte dove però abbiamo avuto una bella dose di fortuna?Robdin2007 ha scritto: ↑domenica 9 luglio 2023, 22:13 La crisi del ciclismo italiano per me e cosi inspiegabile come quella del tennis francese...e crisi e una parola debole. ok ci sono periodi e periodi ma non poter vincere una tappa al Tour per 4 anni per me fantascienza
La Serie A da almeno 20 anni è in costante declino, ormai sono più competitive la Bundesliga e la Ligue 1.
Da quant'è che non c'è un pilota italiano competitivo in F1? La stessa Ferrari da quanto tempo non vince un mondiale?
Solo il motociclismo sembra salvarsi. Più qualche sport minore.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ma dove l'hai vista la bella dose di fortuna all'europeo?gampenpass ha scritto: ↑lunedì 10 luglio 2023, 0:23La crisi dell'Italia non riguarda solo il ciclismo, ma quasi tutte le discipline sportive. Da quant'è che la nazionale italiana di calcio non è competitiva ai massimi livelli, Europei a parte dove però abbiamo avuto una bella dose di fortuna?Robdin2007 ha scritto: ↑domenica 9 luglio 2023, 22:13 La crisi del ciclismo italiano per me e cosi inspiegabile come quella del tennis francese...e crisi e una parola debole. ok ci sono periodi e periodi ma non poter vincere una tappa al Tour per 4 anni per me fantascienza
La Serie A da almeno 20 anni è in costante declino, ormai sono più competitive la Bundesliga e la Ligue 1.
Da quant'è che non c'è un pilota italiano competitivo in F1? La stessa Ferrari da quanto tempo non vince un mondiale?
Solo il motociclismo sembra salvarsi. Più qualche sport minore.
La Ligue 1 che è dietro pure l'Eredivisie?
Nella storia dell' F1 i piloti italiani competitivi si contano sulle dita di una mano, evidentemente non abbiamo miliardari appassionati...
Inoltre parli di crisi generale, ma citi solo 2 sport, tra l'altro in maniera inesatta.
Pallavolo non la consideri?
Atletica?
Tennis?
Pallanuoto?
Nuoto?
Rugby (specialmente a livello giovanile qualcosa di interessante c'è)?...
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Nel ciclismo femminile e sci alpino femminile ci siamo.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Le analisi vanno fatte bene. Calcio e F1 non sono lo Sport.
Siamo una superpotenza (forse i n.1) nel volley che certamente non è uno sport minore. Abbiamo vinto 5 ori olimpici nell'atletica.
Mai avuto un movimento così forte nel tennis e nel nuoto.
E poi ci sono gli "sport minori": abbiamo appena DOMINATO, non vinto, gli European Games che altro non sono che le Olimpiadi Europee.
La crisi è soprattutto nel ciclismo. Poi se uno vuol vedere nel calcio professionistico uno specchio del movimento sportivo, libero di farlo ma allora prepariamoci al dominio "sportivo" dell'Arabia Saudita.
Siamo una superpotenza (forse i n.1) nel volley che certamente non è uno sport minore. Abbiamo vinto 5 ori olimpici nell'atletica.
Mai avuto un movimento così forte nel tennis e nel nuoto.
E poi ci sono gli "sport minori": abbiamo appena DOMINATO, non vinto, gli European Games che altro non sono che le Olimpiadi Europee.
La crisi è soprattutto nel ciclismo. Poi se uno vuol vedere nel calcio professionistico uno specchio del movimento sportivo, libero di farlo ma allora prepariamoci al dominio "sportivo" dell'Arabia Saudita.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Sta di fatto che il calcio in Italia è di gran lunga lo sport più seguito davanti a F1, motociclismo, basket, tennis, rugby, ciclismo ecc.jerrydrake ha scritto: ↑lunedì 10 luglio 2023, 14:25 Le analisi vanno fatte bene. Calcio e F1 non sono lo Sport.
Siamo una superpotenza (forse i n.1) nel volley che certamente non è uno sport minore. Abbiamo vinto 5 ori olimpici nell'atletica.
Mai avuto un movimento così forte nel tennis e nel nuoto.
E poi ci sono gli "sport minori": abbiamo appena DOMINATO, non vinto, gli European Games che altro non sono che le Olimpiadi Europee.
La crisi è soprattutto nel ciclismo. Poi se uno vuol vedere nel calcio professionistico uno specchio del movimento sportivo, libero di farlo ma allora prepariamoci al dominio "sportivo" dell'Arabia Saudita.
Già l'atletica, per quanto importante (dal mio punto di vista è il principe degli sport), conta molti meno appassionati, il nuoto ancora meno, forse lo sci va un po' meglio ma siamo lontani dai tempi di Alberto Tomba e Gustav Thöni. Nel tennis abbiamo un campione alto-atesino (Sinner) ma il resto non è così eccezionale.
Insomma, fatte le debite proporzioni negli anni '90 eravamo "giganti" in quasi tutte le discipline, oggi no.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Fermo restando che negli anni '90 non c'ero, mi pare che in classe 500 ci fosse solo Cadalora, che nel tennis Musetti, Sonego e Berrettini sarebbero stati oro colato, che il movimento del nuoto fosse quasi inesistente, che nell'atletica in coppa europa si retrocedeva...gampenpass ha scritto: ↑lunedì 10 luglio 2023, 14:41Sta di fatto che il calcio in Italia è di gran lunga lo sport più seguito davanti a F1, motociclismo, basket, tennis, rugby, ciclismo ecc.jerrydrake ha scritto: ↑lunedì 10 luglio 2023, 14:25 Le analisi vanno fatte bene. Calcio e F1 non sono lo Sport.
Siamo una superpotenza (forse i n.1) nel volley che certamente non è uno sport minore. Abbiamo vinto 5 ori olimpici nell'atletica.
Mai avuto un movimento così forte nel tennis e nel nuoto.
E poi ci sono gli "sport minori": abbiamo appena DOMINATO, non vinto, gli European Games che altro non sono che le Olimpiadi Europee.
La crisi è soprattutto nel ciclismo. Poi se uno vuol vedere nel calcio professionistico uno specchio del movimento sportivo, libero di farlo ma allora prepariamoci al dominio "sportivo" dell'Arabia Saudita.
Già l'atletica, per quanto importante (dal mio punto di vista è il principe degli sport), conta molti meno appassionati, il nuoto ancora meno, forse lo sci va un po' meglio ma siamo lontani dai tempi di Alberto Tomba e Gustav Thöni. Nel tennis abbiamo un campione alto-atesino (Sinner) ma il resto non è così eccezionale.
Insomma, fatte le debite proporzioni negli anni '90 eravamo "giganti" in quasi tutte le discipline, oggi no.
Bisogna poi anche ricordare che in quegli anni in certi sport si dominava soprattutto grazie ad un grande gap nelle conoscenze dei preparatori...
- jerrydrake
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Solo Sinner?!?gampenpass ha scritto: ↑lunedì 10 luglio 2023, 14:41Sta di fatto che il calcio in Italia è di gran lunga lo sport più seguito davanti a F1, motociclismo, basket, tennis, rugby, ciclismo ecc.jerrydrake ha scritto: ↑lunedì 10 luglio 2023, 14:25 Le analisi vanno fatte bene. Calcio e F1 non sono lo Sport.
Siamo una superpotenza (forse i n.1) nel volley che certamente non è uno sport minore. Abbiamo vinto 5 ori olimpici nell'atletica.
Mai avuto un movimento così forte nel tennis e nel nuoto.
E poi ci sono gli "sport minori": abbiamo appena DOMINATO, non vinto, gli European Games che altro non sono che le Olimpiadi Europee.
La crisi è soprattutto nel ciclismo. Poi se uno vuol vedere nel calcio professionistico uno specchio del movimento sportivo, libero di farlo ma allora prepariamoci al dominio "sportivo" dell'Arabia Saudita.
Già l'atletica, per quanto importante (dal mio punto di vista è il principe degli sport), conta molti meno appassionati, il nuoto ancora meno, forse lo sci va un po' meglio ma siamo lontani dai tempi di Alberto Tomba e Gustav Thöni. Nel tennis abbiamo un campione alto-atesino (Sinner) ma il resto non è così eccezionale.
Insomma, fatte le debite proporzioni negli anni '90 eravamo "giganti" in quasi tutte le discipline, oggi no.
Sei serio o semplicemente non hai mai visto una partita di tennis?
E poi il movimento sportivo lo basi sui praticanti, sui tesserati o su gli appassionati da divano?
Il ciclismo italiano è in fondo a un tunnel privo di luci, il calcio italiano fa cagare più o meno dal post 2006 e i club con 0 giocatori italiani non rappresentano di certo il movimento calcistico italiano. Altri sport attraversano la loro età dell'oro e altri ancora stanno lavorando bene ma un campione emerge in 10/15 anni.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Beh, questo è "revisionismo" storico!luketaro ha scritto: ↑lunedì 10 luglio 2023, 15:49Fermo restando che negli anni '90 non c'ero, mi pare che in classe 500 ci fosse solo Cadalora, che nel tennis Musetti, Sonego e Berrettini sarebbero stati oro colato, che il movimento del nuoto fosse quasi inesistente, che nell'atletica in coppa europa si retrocedeva...gampenpass ha scritto: ↑lunedì 10 luglio 2023, 14:41Sta di fatto che il calcio in Italia è di gran lunga lo sport più seguito davanti a F1, motociclismo, basket, tennis, rugby, ciclismo ecc.jerrydrake ha scritto: ↑lunedì 10 luglio 2023, 14:25 Le analisi vanno fatte bene. Calcio e F1 non sono lo Sport.
Siamo una superpotenza (forse i n.1) nel volley che certamente non è uno sport minore. Abbiamo vinto 5 ori olimpici nell'atletica.
Mai avuto un movimento così forte nel tennis e nel nuoto.
E poi ci sono gli "sport minori": abbiamo appena DOMINATO, non vinto, gli European Games che altro non sono che le Olimpiadi Europee.
La crisi è soprattutto nel ciclismo. Poi se uno vuol vedere nel calcio professionistico uno specchio del movimento sportivo, libero di farlo ma allora prepariamoci al dominio "sportivo" dell'Arabia Saudita.
Già l'atletica, per quanto importante (dal mio punto di vista è il principe degli sport), conta molti meno appassionati, il nuoto ancora meno, forse lo sci va un po' meglio ma siamo lontani dai tempi di Alberto Tomba e Gustav Thöni. Nel tennis abbiamo un campione alto-atesino (Sinner) ma il resto non è così eccezionale.
Insomma, fatte le debite proporzioni negli anni '90 eravamo "giganti" in quasi tutte le discipline, oggi no.
Bisogna poi anche ricordare che in quegli anni in certi sport si dominava soprattutto grazie ad un grande gap nelle conoscenze dei preparatori...
Parlando di moto, nella classe 250 dal 1994 al 1997 ha vinto sempre Max Biaggi; inoltre nel 1997 Valentino Rossi vinceva il suo primo mondiale nelle 125 e nel '99 vinceva anche nella classe 250 cc prima di esordire nella classe "regina". Poi hai citato Cadalora, ma Capirossi dove lo metti?
Almeno nella seconda metà del decennio, non puoi dire che non eravamo competitivi.
Per quanto riguarda lo sci, io prima ho parlato di Tomba, ma come non citare Kristian Ghedina? E fra le donne Isolde Kostner e Stefania Belmondo?
E altri nomi ci sarebbero, questi sono i primi che mi vengono in mente.
Nel tennis l'unico italiano attualmente nei primi 10 del ranking ATP è Jannik Sinner (8°), Musetti è 16°, Berrettini solo 38°, Sonego 42°. Non è male, intendiamoci, però forse non è la migliore epoca di sempre per il tennis italiano.
Per dire negli anni '70 avevamo Panatta e Barazzutti. Forse è proprio questo l'unico sport in cui andavamo peggio negli anni '90.
Nel nuoto invece avevamo campioni come Giorgio Lamberti (a inizio decennio), Domenico Fioravanti e Massimiliano Rosolino.
Nella pallavolo eravamo fortissimi, al punto che abbiamo vinto il titolo mondiale per 3 volte consecutive (1990, 1994, 1998).
Anche nel basket eravamo forti, tanto che nel 1999 abbiamo vinto gli Europei dopo il 2° posto del 1997 (battuti dalla Jugoslavia, come nel '91).
Poi nella ginnastica (anelli) avevamo un fuoriclasse come Jury Chechi.
Insomma, si fa prima a dire dove non andavamo bene in quel decennio. Forse solo negli anni '30 abbiamo avuto un numero così elevato di campioni.
Re: La crisi del ciclismo italiano
A corredo di tutto quello che dite, vi ricordo (ma non so se è la sezione giusta) che a partire dai primi anni 80 abbiamo di fatto iniziato a praticare una sorta di “ricerca di stato” inizialmente spinta dai massimi organismi che, con ogni probabilità, ha prodotto saperi e risultati in varie discipline.
Poi abbiamo distrutto il ciclismo da Madonna di Campiglio fino ad almeno il 2010-2012 e con esso che ha fatto da capro espiatorio ci siamo persi probabilmente qualche altro sport.
Oggi il ciclismo sconta la distruzione sistematica a livello mediatico che c’è stata in quel decennio che, probabilmente, ha portato molte persone a fare altro.
Mettiamoci il cambio epocale del world tour che ha tagliato fuori tutti i vari team che avevamo perché gli sponsor erano troppo piccoli o, banalmente, non volevano più investire in uno sport “sputtanato” con un calo costante di pubblico. Ecco, la frittata a me sembra fatta. Poi un fenomeno come gli sloveni può spuntare dal nulla anche a noi ma i tempi in cui si andava al tour con 50 atleti credo che ce li sogniamo anche perché nel frattempo è cambiato il mondo e la geografia si è allargata.
Poi abbiamo distrutto il ciclismo da Madonna di Campiglio fino ad almeno il 2010-2012 e con esso che ha fatto da capro espiatorio ci siamo persi probabilmente qualche altro sport.
Oggi il ciclismo sconta la distruzione sistematica a livello mediatico che c’è stata in quel decennio che, probabilmente, ha portato molte persone a fare altro.
Mettiamoci il cambio epocale del world tour che ha tagliato fuori tutti i vari team che avevamo perché gli sponsor erano troppo piccoli o, banalmente, non volevano più investire in uno sport “sputtanato” con un calo costante di pubblico. Ecco, la frittata a me sembra fatta. Poi un fenomeno come gli sloveni può spuntare dal nulla anche a noi ma i tempi in cui si andava al tour con 50 atleti credo che ce li sogniamo anche perché nel frattempo è cambiato il mondo e la geografia si è allargata.
Re: La crisi del ciclismo italiano
In Italia non c'è decennio senza successi sportivi.
Oggi nuoto, atletica, pallavolo, ecc.
Ieri sci, ciclismo, calcio.
La crisi dello sport italiano si misura alla base, l'assenza completa di una vera e diffusa politica per lo sport, uno sviluppo motorio ridotto in molti bambini, problemi di sovrappeso, accesso allo sport spesso caro economicamente e sulle spalle solo delle famiglie, educazione fisica e strutture sportive scolastiche spesso ridicoli o assenti, mancanza di gioco per strada.
A tutto questo ci aggiungi la mancanza di soldi negli sport professionistici, come il calcio e ciclismo, e l'impossibilità politica di fare una riforma del CONI.
Finché si misura la salute di un movimento sportivo solo dal medagliere olimpico, si va poco lontano.
La crisi del calcio è fondamentale, perché piaccia o no, regge il movimento sportivo italiano, prima anche con il totocalcio.
Al ciclismo italiano bisogna aggiungere altri fattori che determinano la sua crisi: sicurezza strade, narrazione doping, sport noioso per molti ragazzi, volontari che tengono in vita il movimento che sono in là con gli anni, difficoltà ad organizzare corse (sicure), sponsor in fuga, ecc
La crisi vera dello sport italiano è politica, non sono i successi in questo o quell'altro sport a risolvere i problemi di fondo.
In più la debolezza economica del paese ha fatto mancare soldi a tutti.
Si può affermare tranquillamente che lo sport italiano è l'immagine di una crisi politica ed economica.
Il guaio che questa immagine si allarga ad aspetti ancora più gravi: scuola, sanità, infrastrutture, ecc
Non basta un ottimo medagliere nel nuoto agli Europei per avere una piscina in ogni scuola; da noi è utopia, in Francia un progetto politico avanzato.
In Italia nell'istruzione si spende, spesso male, circa 4000 € a residente sotto i 30, in Francia 5000 €, in Germania 5500€.
In Slovenia non a caso arrivano i campioni, ma andrebbe bene anche se non arrivassero, perché vanta statistiche rilevanti nello sport, con dati che mostrano che una media dal 65% al 75% della popolazione ha praticato regolarmente attività fisica o sportiva nell'ultimo decennio.
Questo significa anche un miglioramento degli indici di salute e di rendimento scolastico.
Nessun paese è quello dei balocchi, ma esempi positivi vicino ci sono. Quando passo il confine è mortificante notare che le strutture edilizie più belle siano ospedali, scuole e biblioteche, dove da noi sono le più fatiscenti.
A Torino non si costruisce un ospedale da 50 anni!
Oggi nuoto, atletica, pallavolo, ecc.
Ieri sci, ciclismo, calcio.
La crisi dello sport italiano si misura alla base, l'assenza completa di una vera e diffusa politica per lo sport, uno sviluppo motorio ridotto in molti bambini, problemi di sovrappeso, accesso allo sport spesso caro economicamente e sulle spalle solo delle famiglie, educazione fisica e strutture sportive scolastiche spesso ridicoli o assenti, mancanza di gioco per strada.
A tutto questo ci aggiungi la mancanza di soldi negli sport professionistici, come il calcio e ciclismo, e l'impossibilità politica di fare una riforma del CONI.
Finché si misura la salute di un movimento sportivo solo dal medagliere olimpico, si va poco lontano.
La crisi del calcio è fondamentale, perché piaccia o no, regge il movimento sportivo italiano, prima anche con il totocalcio.
Al ciclismo italiano bisogna aggiungere altri fattori che determinano la sua crisi: sicurezza strade, narrazione doping, sport noioso per molti ragazzi, volontari che tengono in vita il movimento che sono in là con gli anni, difficoltà ad organizzare corse (sicure), sponsor in fuga, ecc
La crisi vera dello sport italiano è politica, non sono i successi in questo o quell'altro sport a risolvere i problemi di fondo.
In più la debolezza economica del paese ha fatto mancare soldi a tutti.
Si può affermare tranquillamente che lo sport italiano è l'immagine di una crisi politica ed economica.
Il guaio che questa immagine si allarga ad aspetti ancora più gravi: scuola, sanità, infrastrutture, ecc
Non basta un ottimo medagliere nel nuoto agli Europei per avere una piscina in ogni scuola; da noi è utopia, in Francia un progetto politico avanzato.
In Italia nell'istruzione si spende, spesso male, circa 4000 € a residente sotto i 30, in Francia 5000 €, in Germania 5500€.
In Slovenia non a caso arrivano i campioni, ma andrebbe bene anche se non arrivassero, perché vanta statistiche rilevanti nello sport, con dati che mostrano che una media dal 65% al 75% della popolazione ha praticato regolarmente attività fisica o sportiva nell'ultimo decennio.
Questo significa anche un miglioramento degli indici di salute e di rendimento scolastico.
Nessun paese è quello dei balocchi, ma esempi positivi vicino ci sono. Quando passo il confine è mortificante notare che le strutture edilizie più belle siano ospedali, scuole e biblioteche, dove da noi sono le più fatiscenti.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Grazie! Bellissima analisi!Krisper ha scritto: ↑venerdì 14 luglio 2023, 9:59 In Italia non c'è decennio senza successi sportivi.
Oggi nuoto, atletica, pallavolo, ecc.
Ieri sci, ciclismo, calcio.
La crisi dello sport italiano si misura alla base, l'assenza completa di una vera e diffusa politica per lo sport, uno sviluppo motorio ridotto in molti bambini, problemi di sovrappeso, accesso allo sport spesso caro economicamente e sulle spalle solo delle famiglie, educazione fisica e strutture sportive scolastiche spesso ridicoli o assenti, mancanza di gioco per strada.
A tutto questo ci aggiungi la mancanza di soldi negli sport professionistici, come il calcio e ciclismo, e l'impossibilità politica di fare una riforma del CONI.
Finché si misura la salute di un movimento sportivo solo dal medagliere olimpico, si va poco lontano.
La crisi del calcio è fondamentale, perché piaccia o no, regge il movimento sportivo italiano, prima anche con il totocalcio.
Al ciclismo italiano bisogna aggiungere altri fattori che determinano la sua crisi: sicurezza strade, narrazione doping, sport noioso per molti ragazzi, volontari che tengono in vita il movimento che sono in là con gli anni, difficoltà ad organizzare corse (sicure), sponsor in fuga, ecc
La crisi vera dello sport italiano è politica, non sono i successi in questo o quell'altro sport a risolvere i problemi di fondo.
In più la debolezza economica del paese ha fatto mancare soldi a tutti.
Si può affermare tranquillamente che lo sport italiano è l'immagine di una crisi politica ed economica.
Il guaio che questa immagine si allarga ad aspetti ancora più gravi: scuola, sanità, infrastrutture, ecc
Non basta un ottimo medagliere nel nuoto agli Europei per avere una piscina in ogni scuola; da noi è utopia, in Francia un progetto politico avanzato.
In Italia nell'istruzione si spende, spesso male, circa 4000 € a residente sotto i 30, in Francia 5000 €, in Germania 5500€.
In Slovenia non a caso arrivano i campioni, ma andrebbe bene anche se non arrivassero, perché vanta statistiche rilevanti nello sport, con dati che mostrano che una media dal 65% al 75% della popolazione ha praticato regolarmente attività fisica o sportiva nell'ultimo decennio.
Questo significa anche un miglioramento degli indici di salute e di rendimento scolastico.
Nessun paese è quello dei balocchi, ma esempi positivi vicino ci sono. Quando passo il confine è mortificante notare che le strutture edilizie più belle siano ospedali, scuole e biblioteche, dove da noi sono le più fatiscenti.
A Torino non si costruisce un ospedale da 50 anni!
Re: La crisi del ciclismo italiano
+1Erinnerung ha scritto: ↑venerdì 14 luglio 2023, 10:29Grazie! Bellissima analisi!Krisper ha scritto: ↑venerdì 14 luglio 2023, 9:59 In Italia non c'è decennio senza successi sportivi.
Oggi nuoto, atletica, pallavolo, ecc.
Ieri sci, ciclismo, calcio.
La crisi dello sport italiano si misura alla base, l'assenza completa di una vera e diffusa politica per lo sport, uno sviluppo motorio ridotto in molti bambini, problemi di sovrappeso, accesso allo sport spesso caro economicamente e sulle spalle solo delle famiglie, educazione fisica e strutture sportive scolastiche spesso ridicoli o assenti, mancanza di gioco per strada.
A tutto questo ci aggiungi la mancanza di soldi negli sport professionistici, come il calcio e ciclismo, e l'impossibilità politica di fare una riforma del CONI.
Finché si misura la salute di un movimento sportivo solo dal medagliere olimpico, si va poco lontano.
La crisi del calcio è fondamentale, perché piaccia o no, regge il movimento sportivo italiano, prima anche con il totocalcio.
Al ciclismo italiano bisogna aggiungere altri fattori che determinano la sua crisi: sicurezza strade, narrazione doping, sport noioso per molti ragazzi, volontari che tengono in vita il movimento che sono in là con gli anni, difficoltà ad organizzare corse (sicure), sponsor in fuga, ecc
La crisi vera dello sport italiano è politica, non sono i successi in questo o quell'altro sport a risolvere i problemi di fondo.
In più la debolezza economica del paese ha fatto mancare soldi a tutti.
Si può affermare tranquillamente che lo sport italiano è l'immagine di una crisi politica ed economica.
Il guaio che questa immagine si allarga ad aspetti ancora più gravi: scuola, sanità, infrastrutture, ecc
Non basta un ottimo medagliere nel nuoto agli Europei per avere una piscina in ogni scuola; da noi è utopia, in Francia un progetto politico avanzato.
In Italia nell'istruzione si spende, spesso male, circa 4000 € a residente sotto i 30, in Francia 5000 €, in Germania 5500€.
In Slovenia non a caso arrivano i campioni, ma andrebbe bene anche se non arrivassero, perché vanta statistiche rilevanti nello sport, con dati che mostrano che una media dal 65% al 75% della popolazione ha praticato regolarmente attività fisica o sportiva nell'ultimo decennio.
Questo significa anche un miglioramento degli indici di salute e di rendimento scolastico.
Nessun paese è quello dei balocchi, ma esempi positivi vicino ci sono. Quando passo il confine è mortificante notare che le strutture edilizie più belle siano ospedali, scuole e biblioteche, dove da noi sono le più fatiscenti.
A Torino non si costruisce un ospedale da 50 anni!
Re: La crisi del ciclismo italiano
Discorso molto condivisibileKrisper ha scritto: ↑venerdì 14 luglio 2023, 9:59 In Italia non c'è decennio senza successi sportivi.
Oggi nuoto, atletica, pallavolo, ecc.
Ieri sci, ciclismo, calcio.
La crisi dello sport italiano si misura alla base, l'assenza completa di una vera e diffusa politica per lo sport, uno sviluppo motorio ridotto in molti bambini, problemi di sovrappeso, accesso allo sport spesso caro economicamente e sulle spalle solo delle famiglie, educazione fisica e strutture sportive scolastiche spesso ridicoli o assenti, mancanza di gioco per strada.
A tutto questo ci aggiungi la mancanza di soldi negli sport professionistici, come il calcio e ciclismo, e l'impossibilità politica di fare una riforma del CONI.
Finché si misura la salute di un movimento sportivo solo dal medagliere olimpico, si va poco lontano.
La crisi del calcio è fondamentale, perché piaccia o no, regge il movimento sportivo italiano, prima anche con il totocalcio.
Al ciclismo italiano bisogna aggiungere altri fattori che determinano la sua crisi: sicurezza strade, narrazione doping, sport noioso per molti ragazzi, volontari che tengono in vita il movimento che sono in là con gli anni, difficoltà ad organizzare corse (sicure), sponsor in fuga, ecc
La crisi vera dello sport italiano è politica, non sono i successi in questo o quell'altro sport a risolvere i problemi di fondo.
In più la debolezza economica del paese ha fatto mancare soldi a tutti.
Si può affermare tranquillamente che lo sport italiano è l'immagine di una crisi politica ed economica.
Il guaio che questa immagine si allarga ad aspetti ancora più gravi: scuola, sanità, infrastrutture, ecc
Non basta un ottimo medagliere nel nuoto agli Europei per avere una piscina in ogni scuola; da noi è utopia, in Francia un progetto politico avanzato.
In Italia nell'istruzione si spende, spesso male, circa 4000 € a residente sotto i 30, in Francia 5000 €, in Germania 5500€.
In Slovenia non a caso arrivano i campioni, ma andrebbe bene anche se non arrivassero, perché vanta statistiche rilevanti nello sport, con dati che mostrano che una media dal 65% al 75% della popolazione ha praticato regolarmente attività fisica o sportiva nell'ultimo decennio.
Questo significa anche un miglioramento degli indici di salute e di rendimento scolastico.
Nessun paese è quello dei balocchi, ma esempi positivi vicino ci sono. Quando passo il confine è mortificante notare che le strutture edilizie più belle siano ospedali, scuole e biblioteche, dove da noi sono le più fatiscenti.
A Torino non si costruisce un ospedale da 50 anni!
anche se manca una delle parte piu' importanti .. il calo demografico..
1975 (il mio anno di nascita..) Italia Popolazione 55293073 Nati 827852
2022 Italia Popolazione 59030133 Nati 392598
I nati son meno della metà
Francia
1975 Popolazione 52699000 Nati 745065
2002 Popolazione 65384387 Nati 6866'00
In Francia ci son quasi il doppio dei nati che in Italia.. partendo da dati simili
Purtroppo tutti i governi dagli anni 80 in poi (di sinistra o destra cambia poco) se ne son fregati del calo della natalità
Sulla Slovenia.. i numeri ciclistici son bassissimi e per nulla in aumento.. le strutture e il numero di corse.. no comment
Re: La crisi del ciclismo italiano
in piccola parte lo sport rappresenta anche il benessere generale di una nazione.
Sarà un assolo di Evenelimitissssss?
Re: La crisi del ciclismo italiano
Statistica odierna dei movimenti ciclistici "tradizionali".
Ho preso dal ranking di PCS (qualcuno non apprezzerà la fonte, ma è un ranking abbastanza preciso, e comunque non ci può essere un ranking univoco che vada bene per tutti) i corridori nei primi 100 al mondo, come valutazione della salute del movimento.
Della Spagna si diceva peste e corna dopo i ritiri di Contador e Valverde. Io metterei la firma per stare come stanno loro.
Bisognerebbe fare un'analisi più approfondita, in particolare guardando l'età e le prospettive dei corridori, ma intanto i risultati sono questi.
Spagna:
Mas
Bilbao
Landa
Rodriguez
Ayuso
Herrada
Izagirre
Garcia Cortina
Aranburu
Francia:
Laporte
Pinot
Gaudu
Démare
Bardet
Martin G.
Zingle
Madouas
Coquard
Sivakov
Vaquelin
Cosnefroy
Belgio:
Evenepeol
Van Aert
Philipsen
De Lie
Meeus
Merlier
Thijssen
Benoot
Menten
Van Gils
Van Wilder
Van Gestel
Olanda:
Van Der Poel
Kooij
Groenewegen
Arensman
Jakobsen
Italia:
Ganna
Ciccone
Rota
Ulissi
Trentin
Caruso
Milan
Zana
Ho preso dal ranking di PCS (qualcuno non apprezzerà la fonte, ma è un ranking abbastanza preciso, e comunque non ci può essere un ranking univoco che vada bene per tutti) i corridori nei primi 100 al mondo, come valutazione della salute del movimento.
Della Spagna si diceva peste e corna dopo i ritiri di Contador e Valverde. Io metterei la firma per stare come stanno loro.
Bisognerebbe fare un'analisi più approfondita, in particolare guardando l'età e le prospettive dei corridori, ma intanto i risultati sono questi.
Spagna:
Mas
Bilbao
Landa
Rodriguez
Ayuso
Herrada
Izagirre
Garcia Cortina
Aranburu
Francia:
Laporte
Pinot
Gaudu
Démare
Bardet
Martin G.
Zingle
Madouas
Coquard
Sivakov
Vaquelin
Cosnefroy
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De Lie
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Thijssen
Benoot
Menten
Van Gils
Van Wilder
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Olanda:
Van Der Poel
Kooij
Groenewegen
Arensman
Jakobsen
Italia:
Ganna
Ciccone
Rota
Ulissi
Trentin
Caruso
Milan
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Un giorno potremo raccontare ai nipotini che noi siamo stati fortunati a veder correre Sagan
Re: La crisi del ciclismo italiano
Addendum.
Questa classifica spiega anche perché Ganna e Ciccone sono i corridori italiani più criticati da alcuni sul forum.
Questa classifica spiega anche perché Ganna e Ciccone sono i corridori italiani più criticati da alcuni sul forum.
Un giorno potremo raccontare ai nipotini che noi siamo stati fortunati a veder correre Sagan
Re: La crisi del ciclismo italiano
Si ma poi ti basta avere 3 corridori per la Slovenia come Pogacar,Roglic e Mahoric o come la Danimarca con Vingegard ed ecco lì che il problema sembra meno serio.robot1 ha scritto: ↑sabato 22 luglio 2023, 12:09 Statistica odierna dei movimenti ciclistici "tradizionali".
Ho preso dal ranking di PCS (qualcuno non apprezzerà la fonte, ma è un ranking abbastanza preciso, e comunque non ci può essere un ranking univoco che vada bene per tutti) i corridori nei primi 100 al mondo, come valutazione della salute del movimento.
Della Spagna si diceva peste e corna dopo i ritiri di Contador e Valverde. Io metterei la firma per stare come stanno loro.
Bisognerebbe fare un'analisi più approfondita, in particolare guardando l'età e le prospettive dei corridori, ma intanto i risultati sono questi.
Spagna:
Mas
Bilbao
Landa
Rodriguez
Ayuso
Herrada
Izagirre
Garcia Cortina
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Francia:
Laporte
Pinot
Gaudu
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Sarà un assolo di Evenelimitissssss?
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Il 2022 è stato l'anno più basso della storia del ciclismo italiano. Colbrelli costretto al ritiro, primo anno senza Nibali, Moscon malato, il migliore dei nostri nel ranking è stato Rota con una chiusura appena nella top 40.
Adesso le cose stanno andando decisamente meglio con Ganna protagonista nelle gare di un giorno, Ciccone abbastanza fruttuoso nella prima parte di stagione, Milan velocista di vertice.
La tendenza è verso una risalita anche se con alcune gravi lacune.
Adesso le cose stanno andando decisamente meglio con Ganna protagonista nelle gare di un giorno, Ciccone abbastanza fruttuoso nella prima parte di stagione, Milan velocista di vertice.
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1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Ma Nibali nel 2022 ha fatto quarto al Giro.Salvatore77 ha scritto: ↑sabato 22 luglio 2023, 18:09 Il 2022 è stato l'anno più basso della storia del ciclismo italiano. Colbrelli costretto al ritiro, primo anno senza Nibali, Moscon malato, il migliore dei nostri nel ranking è stato Rota con una chiusura appena nella top 40.
Adesso le cose stanno andando decisamente meglio con Ganna protagonista nelle gare di un giorno, Ciccone abbastanza fruttuoso nella prima parte di stagione, Milan velocista di vertice.
La tendenza è verso una risalita anche se con alcune gravi lacune.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Hai ragione, mi sono sbagliato.Tommeke92 ha scritto: ↑sabato 22 luglio 2023, 18:11Ma Nibali nel 2022 ha fatto quarto al Giro.Salvatore77 ha scritto: ↑sabato 22 luglio 2023, 18:09 Il 2022 è stato l'anno più basso della storia del ciclismo italiano. Colbrelli costretto al ritiro, primo anno senza Nibali, Moscon malato, il migliore dei nostri nel ranking è stato Rota con una chiusura appena nella top 40.
Adesso le cose stanno andando decisamente meglio con Ganna protagonista nelle gare di un giorno, Ciccone abbastanza fruttuoso nella prima parte di stagione, Milan velocista di vertice.
La tendenza è verso una risalita anche se con alcune gravi lacune.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
NIbali non era arrivato 4° al giro?Salvatore77 ha scritto: ↑sabato 22 luglio 2023, 18:09 Il 2022 è stato l'anno più basso della storia del ciclismo italiano. Colbrelli costretto al ritiro, primo anno senza Nibali, Moscon malato, il migliore dei nostri nel ranking è stato Rota con una chiusura appena nella top 40.
Adesso le cose stanno andando decisamente meglio con Ganna protagonista nelle gare di un giorno, Ciccone abbastanza fruttuoso nella prima parte di stagione, Milan velocista di vertice.
La tendenza è verso una risalita anche se con alcune gravi lacune.
Scusa dove sarebe la tendenza alla risalita?...Al tour hanno partecipato 7 italiani!.
IL ranking tranne negli ultimi anni che è migliorato come sistema è sempre stato poco indicativo sul reale valore dei corridori.
Sarà un assolo di Evenelimitissssss?
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Non vedi la risalita? A me sembra abbastanza evidente.Covadonga ha scritto: ↑sabato 22 luglio 2023, 18:14NIbali non era arrivato 4° al giro?Salvatore77 ha scritto: ↑sabato 22 luglio 2023, 18:09 Il 2022 è stato l'anno più basso della storia del ciclismo italiano. Colbrelli costretto al ritiro, primo anno senza Nibali, Moscon malato, il migliore dei nostri nel ranking è stato Rota con una chiusura appena nella top 40.
Adesso le cose stanno andando decisamente meglio con Ganna protagonista nelle gare di un giorno, Ciccone abbastanza fruttuoso nella prima parte di stagione, Milan velocista di vertice.
La tendenza è verso una risalita anche se con alcune gravi lacune.
Scusa dove sarebe la tendenza alla risalita?...Al tour hanno partecipato 7 italiani!.
IL ranking tranne negli ultimi anni che è migliorato come sistema è sempre stato poco indicativo sul reale valore dei corridori.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
La realtà é evidente.
Il movimento é in piena crisi.
Negli ultimi anni ci ha tenuto a galla qualche episodica vittoria nelle classiche (Bettiol e Colbrelli) e nei GT (2 posto di caruso, 4 di Nibali a fine carriera).
Col ritiro di Nibali, quello di Colbrelli, l'involuzione di Bettiol e Moscon ci ritroviamo praticamente senza nessun corridore in grado di lottare ne per un GT, ne per una classica.
Nei GT addirittura non ne abbiamo neanche uno in grado di giocarsi una top 10 (a parte il 36 enne caruso).
E non c'é nessuno che lascia intravedere la possibilità di poter fare un reale salto di qualità.
La spagna almeno ha un mas per il presente e un Ayuso e un Rodriguez per il futuro.
La Francia ha comunque nomi interessanti che potrebbero dare un ricambio generazionale dopo bardet e pinot.
Il movimento é in piena crisi.
Negli ultimi anni ci ha tenuto a galla qualche episodica vittoria nelle classiche (Bettiol e Colbrelli) e nei GT (2 posto di caruso, 4 di Nibali a fine carriera).
Col ritiro di Nibali, quello di Colbrelli, l'involuzione di Bettiol e Moscon ci ritroviamo praticamente senza nessun corridore in grado di lottare ne per un GT, ne per una classica.
Nei GT addirittura non ne abbiamo neanche uno in grado di giocarsi una top 10 (a parte il 36 enne caruso).
E non c'é nessuno che lascia intravedere la possibilità di poter fare un reale salto di qualità.
La spagna almeno ha un mas per il presente e un Ayuso e un Rodriguez per il futuro.
La Francia ha comunque nomi interessanti che potrebbero dare un ricambio generazionale dopo bardet e pinot.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Mi sa che a marzo e aprile il ciclismo è poco seguito...
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Non vedo nulla al di là di Ganna e Milan, che hanno però obiettivi piuttosto specifici.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Re: La crisi del ciclismo italiano
"Due nazioni (Danimarca e Olanda ndr), che, al contrario dell’Italia o della Spagna, si sono pubblicamente e profondamente vergognate del loro passato, non hanno riciclato i vecchi dopati in improbabili ruoli tecnici o dirigenziali e sono ripartite da zero. Punto e a capo."
M. Bonarrigo - corriere.it
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Re: La crisi del ciclismo italiano
sceriffo ha scritto: ↑martedì 25 luglio 2023, 0:01 "Due nazioni (Danimarca e Olanda ndr), che, al contrario dell’Italia o della Spagna, si sono pubblicamente e profondamente vergognate del loro passato, non hanno riciclato i vecchi dopati in improbabili ruoli tecnici o dirigenziali e sono ripartite da zero. Punto e a capo."
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Credo che questa discussione vada avanti da anni ma da un paio il livello è proprio crollato, considerate che seguo dal 2000 quindi ho vissuto ancora anni ottimi sebbene mi sia perso epopea Pantani per ragioni anagrafiche.
Fino a qualche anno fa non avevamo fenomeni ma tanti buoni outsider: Viviani, Colbrelli, Pozzovivo, Moscon, Trentin, Ganna, Bettiol, Caruso, Ciccone, Nizzolo, Fortunato. Poi Nibali e in teoria Aru erano le stelle, col secondo purtroppo involutosi presto.
Da un paio di anni alcuni di questi nomi si sono ritirati, altri sono calati prematuramente ed è venuto fuori il vuoto.
Credo che l’ultimo biennio 22-23 sia stato forse il peggio che io ricordi, da ora si può fare solo meglio ma perché siamo ai minimi termini o quasi.
L’unico campione è Ganna, forse Milan ha la stoffa da grande velocista e Ciccone può cogliere ottimi risultati come al Tour.
Bettiol potrebbe ancora dire la sua, su Moscon purtroppo mi sa che non dobbiamo più sperare.
E i giovani? Non vedo gli Ayuso o i Rodriguez
Fino a qualche anno fa non avevamo fenomeni ma tanti buoni outsider: Viviani, Colbrelli, Pozzovivo, Moscon, Trentin, Ganna, Bettiol, Caruso, Ciccone, Nizzolo, Fortunato. Poi Nibali e in teoria Aru erano le stelle, col secondo purtroppo involutosi presto.
Da un paio di anni alcuni di questi nomi si sono ritirati, altri sono calati prematuramente ed è venuto fuori il vuoto.
Credo che l’ultimo biennio 22-23 sia stato forse il peggio che io ricordi, da ora si può fare solo meglio ma perché siamo ai minimi termini o quasi.
L’unico campione è Ganna, forse Milan ha la stoffa da grande velocista e Ciccone può cogliere ottimi risultati come al Tour.
Bettiol potrebbe ancora dire la sua, su Moscon purtroppo mi sa che non dobbiamo più sperare.
E i giovani? Non vedo gli Ayuso o i Rodriguez
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ahahahaaha.nemecsek. ha scritto: ↑martedì 25 luglio 2023, 0:19sceriffo ha scritto: ↑martedì 25 luglio 2023, 0:01 "Due nazioni (Danimarca e Olanda ndr), che, al contrario dell’Italia o della Spagna, si sono pubblicamente e profondamente vergognate del loro passato, non hanno riciclato i vecchi dopati in improbabili ruoli tecnici o dirigenziali e sono ripartite da zero. Punto e a capo."
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Re: La crisi del ciclismo italiano
nemecsek. ha scritto: ↑martedì 25 luglio 2023, 0:19sceriffo ha scritto: ↑martedì 25 luglio 2023, 0:01 "Due nazioni (Danimarca e Olanda ndr), che, al contrario dell’Italia o della Spagna, si sono pubblicamente e profondamente vergognate del loro passato, non hanno riciclato i vecchi dopati in improbabili ruoli tecnici o dirigenziali e sono ripartite da zero. Punto e a capo."
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Non ci sono gli Ayuso o i Rodriguez, esatto, e, se si intravedono, vengono licenziati perché sparano ai gatti.damr ha scritto: ↑martedì 25 luglio 2023, 23:57 Credo che questa discussione vada avanti da anni ma da un paio il livello è proprio crollato, considerate che seguo dal 2000 quindi ho vissuto ancora anni ottimi sebbene mi sia perso epopea Pantani per ragioni anagrafiche.
Fino a qualche anno fa non avevamo fenomeni ma tanti buoni outsider: Viviani, Colbrelli, Pozzovivo, Moscon, Trentin, Ganna, Bettiol, Caruso, Ciccone, Nizzolo, Fortunato. Poi Nibali e in teoria Aru erano le stelle, col secondo purtroppo involutosi presto.
Da un paio di anni alcuni di questi nomi si sono ritirati, altri sono calati prematuramente ed è venuto fuori il vuoto.
Credo che l’ultimo biennio 22-23 sia stato forse il peggio che io ricordi, da ora si può fare solo meglio ma perché siamo ai minimi termini o quasi.
L’unico campione è Ganna, forse Milan ha la stoffa da grande velocista e Ciccone può cogliere ottimi risultati come al Tour.
Bettiol potrebbe ancora dire la sua, su Moscon purtroppo mi sa che non dobbiamo più sperare.
E i giovani? Non vedo gli Ayuso o i Rodriguez
Von Rock ? Nein, danke.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Credo dipenda anche dalla pratica sportiva giovanile. Qui dalle mie parti c'erano molte squadre e praticavano in tantini, ora non ci sono quasi più ne squadre ne praticanti. Tra l'altro capisco benissimo i genitori, credo che sia l'ultimo sport che farei fare anche io. Già è pericoloso di suo, ma con le strade che ci sono diventa pericolosissimo.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Secondo me questa intervista dice cose interessanti: è un addetto ai lavori che si esprime.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Il calcio ha fatto un figura imbarazzante prima vincendo gli Europei e poi non andando ai Mondiali, e l'Under 21 dal 2008 non va alle Olimpiadi e mancherà anche a Parigi 2024.
E negli altri sport di squadra, solo la Pallavolo tiene.
Nel ciclismo siamo forse nel momento peggiore della Storia.
E negli altri sport di squadra, solo la Pallavolo tiene.
Nel ciclismo siamo forse nel momento peggiore della Storia.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Son d'accordo in tutto
1) Costi assurdi dei pro (con squadre che dovrebbero costare l'un decimo)
2) Costi assurdi per organizzare gare
3) La miopia della federazione (soprattutto la gestione precedente ) verso la moria di gare e tesserati
4) il parallelismo con il pugilato anni 80
Damiani con un incontro di campionato europeo.. si era comprato una casa
adesso il 99 dei pugili italiani professionisti deve lavorare
per un incontro di campionato italiano prendono 2000..2500 euro (massimo fanno 3 incontri all'anno)
completamente sparito dalle tv
Re: La crisi del ciclismo italiano
qualcuno sa dirmi se la Boxe è ancora uno sport professionistico in Italia?
l'intervista a Reverberi è condivisibile, ha detto cose talmente vere che quasi appaiono banali, ma non lo sono per niente.
forse, se non ho mal interpretato io, tra le righe dice che solo un intervento pubblico può salvare il ciclismo italiano. Aldilà che non c'è la capacità politica nel farlo, secondo voi sarebbe giusto? e in che forma?
l'intervista a Reverberi è condivisibile, ha detto cose talmente vere che quasi appaiono banali, ma non lo sono per niente.
forse, se non ho mal interpretato io, tra le righe dice che solo un intervento pubblico può salvare il ciclismo italiano. Aldilà che non c'è la capacità politica nel farlo, secondo voi sarebbe giusto? e in che forma?
La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra