Abruzzese ha scritto: ↑sabato 4 maggio 2024, 21:40
Babylon ha scritto: ↑sabato 4 maggio 2024, 21:28
Abruzzese ha scritto: ↑sabato 4 maggio 2024, 19:41
A quei livelli ci arrivi solo per vie traverse, non ci nasci. Invece è un fatto che uno come Pogacar vincesse gare a tappe già da juniores. La gradualità dovrebbe passare quantomeno da un provare a correre in un certo modo e poi andare in crescendo. Se invece passi dal fare gruppetto coi velocisti a stare costantemente coi migliori in salita, significa che qualcosa non funziona come dovrebbe.
Riguardo le classiche del pavé, sempre detto che Thomas avrebbe potuto avere almeno un Fiandre o una Roubaix in bacheca, se non gli avessero messo in testa certe idee. C'è riuscito Devolder a vincere due Fiandre, addirittura dopo che aveva già pure provato a fare classifica nei giri (fortunatamente per lui non perseverando su quella strada), vuoi che non potesse riuscirci lui?
P.S.: Geraint è gallese, non scozzese
Quando dici che gli hanno messo in testa certe idee sembra che tu stia parlando di un corridore con buon potenziale ma che è rimasto un incompiuto per scelte scellerate: Thomas ha vinto un Tour con ottimi contendenti, è salito sul podio in altri due dietro a dei fenomeni generazionali, e ha fatto 2° al Giro a 37 anni suonati. Senza contare vittorie in molte corse a tappe brevi. Direi che è una scommessa che ha pagato. Se non hai una predisposizione alle salite o un motore superiore al 95% dei tuoi colleghi dei risultati così non li ottieni, e Thomas ha dimostrato ben presto ottime caratteristiche di passista-scalatore, oltre ad avere gran fondo e solidità necessarie per puntare ai grandi giri. In SKY le hanno affinate al meglio e lui ha raccolto pure meno di quanto avrebbe potuto in ambito GT causa numerosi imprevisti, a mio avviso.
Sul discorso di Fiandre e Roubaix sono d'accordo in linea di massima, ma non baratteresti una Roubaix con un Tour?
Infine, il discorso sul Talento con la T maiuscola che deve punire e mettere al suo posto gli onesti mestieranti per me lascia il tempo che trova, anzi: non dico che non sia bello vedere gli assoli dei fenomeni, a me alcune delle classiche di questa Primavera criticate per la loro scontatezza hanno esaltato per i gesti atletici di cui siamo stati testimoni, ma non nego che sia molto più interessante quando accade il contrario, tipo oggi che Narvaez ha battuto Pogacar, o quando Asgreen vinse il Fiandre con VdP.
E' ovvio che un Bernal, un Pogacar o un Contador siano molto più esaltanti, ma d'altro canto ben venga che qualcuno che parte da basi di talento minori riesca a rivaleggiare, anche a costo di sacrifici (leggi classiche delle pietre per Thomas), con i fortunati che il talento lo hanno innato.
Il problema è che la predisposizione di Thomas per le salite la vedete solo tu e altri, se vai a vedere la parabola di Geraint fino ad un certo periodo non c'era nulla, ma proprio nulla che facesse presagire quello che si è visto dopo. Perfino Vingegaard, che in un Avenir prese barcate di minuti da Tadej che quell'edizione la vinse, qualcosina aveva già fatto (vedasi ad esempio prologo in salita del Valle d'Aosta). Come ti posso confutare quel che dici se non ho uno straccio di elemento per darti ragione?
Io ripeto il concetto: se prendo in mano una chitarra (a parte non saperla suonare), posso prendere tutte le lezioni che voglio ma non la suonerò mai come Jimi Hendrix o Eric Clapton, semplicemente perché non ho quella base di talento innato che mi permette di avere orecchio e versatilità. Oppure per quanto possa impegnarmi coi pennelli non dipingerò mai come Raffaello o come Renoir. Invece Thomas è passato, in certi contesti, dal dipingere come il ragazzino di scuola media con gli acquerelli a tirar fuori dipinti da pieno Rinascimento. Come sia possibile questo senza avere alcuna predisposizione? Spiegatemelo voi senza ovvie conclusioni.
E' necessario delineare un minimo di contesto: Thomas, gallese dunque britannico, dimostra grande talento per la pista già da giovanissimo, quasi contemporaneamente all'entrata di SKY nel ciclismo.
La SKY ha come GM Brailsford, che era stato precedentemente a capo della Federazione ciclistica britannica.
La SKY porta innovazione negli allenamenti, nella preparazione, nell'alimentazione e nell'analisi delle prestazioni dei ciclisti, aumentando a dismisura l'efficienza di chiunque entri nelle loro fila e talvolta reindirizzandone i percorsi in base alle potenzialità intraviste. Oltre a ciò ha una fortissima impronta britannica, infatti ho sempre pensato che più che una squadra di ciclismo portassero avanti un'operazione culturale e di stampo nazionalista, rappresentata dai suoi leader (Wiggins, Froome e infine lo stesso Thomas).
Brailsford porta dunque Thomas in SKY nel 2010, intuendone le grandi potenzialità, che sembrano essere più da uomo veloce/uomo da classiche del nord che da uomo da GT.
Al primo Tour corso in appoggio di Wiggins fa 64°, e nel 2011, dopo un anno di apprendistato nella nuova squadra, a 24 anni (quindi ancora giovane) e con una carriera ancora decisamente proiettata sulla pista, mostra miglioramenti sostanziali e fa 30° al Tour, come già qualche altro utente ha riportato. Non è certo un treno in salita, ma è ovvio che sia un risultato lontano anni luce dal fare gruppetto coi velocisti, e che sia dato da una crescita fisica e sportiva che testimonia ottimi margini di miglioramento, prontamente sfruttati visto che corre in una squadra che fa dell'approccio iper-scientifico e dell'evoluzione dei corridori il proprio credo.
Nel 2012 pur correndo su strada basa la preparazione sulla pista visto l'appuntamento olimpico a Londra.
2013: smette di correre su pista e fa un ottimo Delfinato da gregario, mentre al Tour cade alla prima tappa procurandosi una frattura al bacino: chiude 140° ma direi che ha tutte le scusanti del caso.
Dopo l'impegno olimpico e l'intoppo dell'anno precedente, dal 2014 in poi la crescita è graduale, e sinceramente visti i pregressi mi pare plausibile che Thomas, senza infortuni e ormai focalizzato unicamente su strada, possa aver trovato in questo periodo la sua piena maturazione di ciclista stradista.
2014: fa 22° al Tour da gregario dopo la Primavera migliore della sua carriera. Inoltre si deve ritirare dopo una caduta alla P-N dove era 2° e pienamente in lizza per la vittoria.
2015: sacrifica la primavera sulle pietre, vince l'Algarve, fa 5° alla P-N, 2° al Giro della Svizzera e crolla negli ultimi tapponi al Tour dopo essere stato a lungo in top-5, chiudendo comunque 15.
2016: vince la P-N e sempre da gregario conferma il 15° al Tour
2017: vince il TOTA, 5° alla T-A, cade e si ritira al Giro, cade e si ritira al Tour, dove era 2°.
2018: 2° all'Algarve, 3° alla T-A, vince Delfinato e Tour.
2019: 3° al Romandia, 2° al Tour.
2020: 2° alla Tirreno, cade al Giro.
2021: canna il Tour alla grande, vince Romandia e fa 3° al Delfinato e Catalunya
2022: vince lo Svizzera e fa 3° al Tour dietro i fenomeni
2023: 2° al Giro
"La gradualità dovrebbe passare quantomeno da un provare a correre in un certo modo e poi andare in crescendo".
Mi pare che sia un percorso perfettamente in linea con questa tua frase visto che ha provato a correre nei GT e nelle brevi corse a tappe migliorando di anno in anno e raggiungendo infine un ottimo livello, mantenuto poi con costanza. Non ha avuto un'evoluzione repentina, non è stato folgorato sulla via di Damasco nè è stato una meteora che ha trovato l'anno perfetto per poi sparire.
E' sempre stato un corridore con un grande motore, molto forte sul passo e fortunato ad aver trovato il connubio perfetto con la SKY, sotto la quale nel corso degli anni è diventato sempre più solido. Inoltre le sue caratteristiche si adattavano perfettamente alla modalità di corsa "regolarista" di quegli anni ("trenino SKY"), alle prove contro il tempo dove è sempre stato fortissimo ed alle salite francesi, dove ha infatti ottenuto i migliori risultati in carriera.
E' indubbiamente un corridore "costruito" se lo paragoniamo ai grandissimi talenti attuali o passati, di cui non ha mai raggiunto le vette: nello stesso Tour 2018 ha approfittato alla grande di una condizione fisica incredibile, di una squadra molto forte che lo circondava, e del fatto che i suoi due principali avversari, Froome e Domoulin, venivano entrambi da un Giro esigente. Eppure, ha vinto con grandissimo merito.
In aggiunta, non è manco stato un caso isolato questo suo successo, visto che ha continuato a performare in maniera solida in quasi tutti gli anni successivi, a dimostrazione del fatto che le qualità c'erano e ci sono tuttora.
Non ha mai fatto prestazioni da lasciare a bocca aperta, o "dipinti da pieno Rinascimento", ma di certo non partiva dal "dipingere come il ragazzino di scuola media con gli acquerelli". Dimostrazioni ce ne sono, se dipingi con gli acquerelli non fai quel che ha fatto lui, per quanto aiutato dalla squadra in cui ha militato/milita tutt'ora, e se sei Raffaello non arrivi sempre parecchio dietro ai Caravaggio o Leonardo della situazione, come successo con Contador, Nibali, Froome prima e Bernal, Pogacar, Vingegaard poi.
La predisposizione ed il talento innato sono requisiti praticamente fondamentali nello sport, ma vi sono anche potenzialità nascoste che hanno bisogno di tempo e intuito per manifestarsi, e percorsi di evoluzione e scoperta dei propri limiti/capacità che non sono lineari. E per fortuna aggiungo, a suo modo la traiettoria di Thomas è affascinante ai miei occhi, proprio perchè si tratta di una scommessa riuscita che aveva tutti i crismi per poter essere narrata come una grande limitazione del suo potenziale.
E' un corridore dotato di talento indubbio ma non soverchiante, che è stato messo nelle condizioni di rendere al meglio rispettando le aspettative del suo team e che è stato un cecchino nel cogliere le sue occasioni. Spettacolare? Decisamente no. Simpatico? a me non troppo, ma non per questo da sminuire.