Storia
Re: Storia
da Eric J. Hobsbawn "Il secolo breve" 1914 - 1991 - LXIV
Le crisi a est e a ovest correvano su binari paralleli ed erano connesse, al limite, in una unica; c'erano, però, almeno due punti importanti in cui differivano: per il sistema comunista era in gioco la sopravvivenza, di contro il sistema economico occidentale non fu mai in questione e all'inizio dei Novanta neppure uno degli stati nazionali occidentali, la cui unità era stata minacciata da movimenti separatisti, si è infranto.
Tuttavia, proprio a causa del maggiore dinamismo dell'economia capitalistica, il tessuto sociale ivi era stato più lesionato in profondità e di conseguenza la crisi poteva avere una portato addirittura maggiore. Dove si possono fare paragoni, ovvero in Germania, sembra che i valori e le abitudini della vecchia Prussia si siano meglio preservati sotto la cappa del comunismo, che in mezzo ai "miracoli economici" della regione occidentale. Gli abitanti di Mosca e Varsavia non erano così preoccupati, come quelli di New York e Londra, dalla criminalità. In altre parole, ciò che è apparso evidente è che il comunismo ha prodotto una società molto più conservatrice dell'altro sistema.
Le crisi a est e a ovest correvano su binari paralleli ed erano connesse, al limite, in una unica; c'erano, però, almeno due punti importanti in cui differivano: per il sistema comunista era in gioco la sopravvivenza, di contro il sistema economico occidentale non fu mai in questione e all'inizio dei Novanta neppure uno degli stati nazionali occidentali, la cui unità era stata minacciata da movimenti separatisti, si è infranto.
Tuttavia, proprio a causa del maggiore dinamismo dell'economia capitalistica, il tessuto sociale ivi era stato più lesionato in profondità e di conseguenza la crisi poteva avere una portato addirittura maggiore. Dove si possono fare paragoni, ovvero in Germania, sembra che i valori e le abitudini della vecchia Prussia si siano meglio preservati sotto la cappa del comunismo, che in mezzo ai "miracoli economici" della regione occidentale. Gli abitanti di Mosca e Varsavia non erano così preoccupati, come quelli di New York e Londra, dalla criminalità. In altre parole, ciò che è apparso evidente è che il comunismo ha prodotto una società molto più conservatrice dell'altro sistema.
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Eric J. Hobsbawn "Il secolo breve" 1914 - 1991 - LXV
Uno dei prodotti della nuova grande crisi è stata l'introduzione della parola *comunità*! Essa non era mai stata usata prima in maniera tanto vuota e indiscriminata come in questi ultimi decenni, nei quali le comunità in senso sociologico sono davvero difficili da trovare. Le millantate identità di gruppo, ovvero il formarsi di un insieme di persone ai quali un individuo poteva "appartenere" inequivocabilmente furono introdotte per la prima volta negli anni Sessanta in America da alcuni saggisti, propensi alla autoanalisi.
Specie negli Stai Uniti era difficile collegare gli individui in base alla nazione o all'etnia, ma lo scopo essenziale di una politica, se non etnica, similare, in una società urbanizzata e quindi disomogenea per forza di cose, è quello di entrare in competizione con altri gruppi (altrettanto immaginari) per appropriarsi una quota di risorse gestite dallo stato, facendo leva sulla fedeltà dei politici al "gruppo di appartenenza". (Nota mia: un esempio preclaro è la strategia da sempre adottata dalla chiesa cattolica romana per accaparrarsi ogni tipo di prebende, una volta terminato il potere diretto su un territorio, trasformandolo in...)
L'esclusività diventa ancora più essenziale per le politiche identitarie, perché ormai le differenze effettive, che una volta distinguevano gli umani, si sono attenuate: la fluidità delle caratteristiche etniche nelle società urbane fa sì che la scelta del criterio etnico, come il solo che individui l'appartenenza a un gruppo, sia arbitraria e artificiosa (gli sposalizi inter-etnici sono sempre più comuni) e a es, come potrebbero raggrupparsi in naziskin tedeschi, se non bastonando turchi e albanesi immigrati!? Come potrebbero distinguersi croati e serbi, dopo che per secoli si sono mischiati? Oppure davvero qualcuno crede ancora che i vecchi italo-americani di Brooklyn si sentano figli del paese dove il sì suona?
Si può essere sicuri che la parola comunità non è la soluzione, bensì, semmai il sintomo di una malattia, che il vecchio stato nazionale non è in grado di sanare. Il secolo breve si può dire che non ha trovato soluzioni!
Uno dei prodotti della nuova grande crisi è stata l'introduzione della parola *comunità*! Essa non era mai stata usata prima in maniera tanto vuota e indiscriminata come in questi ultimi decenni, nei quali le comunità in senso sociologico sono davvero difficili da trovare. Le millantate identità di gruppo, ovvero il formarsi di un insieme di persone ai quali un individuo poteva "appartenere" inequivocabilmente furono introdotte per la prima volta negli anni Sessanta in America da alcuni saggisti, propensi alla autoanalisi.

L'esclusività diventa ancora più essenziale per le politiche identitarie, perché ormai le differenze effettive, che una volta distinguevano gli umani, si sono attenuate: la fluidità delle caratteristiche etniche nelle società urbane fa sì che la scelta del criterio etnico, come il solo che individui l'appartenenza a un gruppo, sia arbitraria e artificiosa (gli sposalizi inter-etnici sono sempre più comuni) e a es, come potrebbero raggrupparsi in naziskin tedeschi, se non bastonando turchi e albanesi immigrati!? Come potrebbero distinguersi croati e serbi, dopo che per secoli si sono mischiati? Oppure davvero qualcuno crede ancora che i vecchi italo-americani di Brooklyn si sentano figli del paese dove il sì suona?
Si può essere sicuri che la parola comunità non è la soluzione, bensì, semmai il sintomo di una malattia, che il vecchio stato nazionale non è in grado di sanare. Il secolo breve si può dire che non ha trovato soluzioni!
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
Quoto. Termine che significa tutto, ma soprattutto niente.lemond ha scritto: ↑martedì 2 aprile 2024, 10:44 da Eric J. Hobsbawn "Il secolo breve" 1914 - 1991 - LXV
Uno dei prodotti della nuova grande crisi è stata l'introduzione della parola *comunità*! Essa non era mai stata usata prima in maniera tanto vuota e indiscriminata come in questi ultimi decenni, nei quali le comunità in senso sociologico sono davvero difficili da trovare. Le millantate identità di gruppo, ovvero il formarsi di un insieme di persone ai quali un individuo poteva "appartenere" inequivocabilmente furono introdotte per la prima volta negli anni Sessanta in America da alcuni saggisti, propensi alla autoanalisi.Specie negli Stai Uniti era difficile collegare gli individui in base alla nazione o all'etnia, ma lo scopo essenziale di una politica, se non etnica, similare, in una società urbanizzata e quindi disomogenea per forza di cose, è quello di entrare in competizione con altri gruppi (altrettanto immaginari) per appropriarsi una quota di risorse gestite dallo stato, facendo leva sulla fedeltà dei politici al "gruppo di appartenenza". (Nota mia: un esempio preclaro è la strategia da sempre adottata dalla chiesa cattolica romana per accaparrarsi ogni tipo di prebende, una volta terminato il potere diretto su un territorio, trasformandolo in...)
L'esclusività diventa ancora più essenziale per le politiche identitarie, perché ormai le differenze effettive, che una volta distinguevano gli umani, si sono attenuate: la fluidità delle caratteristiche etniche nelle società urbane fa sì che la scelta del criterio etnico, come il solo che individui l'appartenenza a un gruppo, sia arbitraria e artificiosa (gli sposalizi inter-etnici sono sempre più comuni) e a es, come potrebbero raggrupparsi in naziskin tedeschi, se non bastonando turchi e albanesi immigrati!? Come potrebbero distinguersi croati e serbi, dopo che per secoli si sono mischiati? Oppure davvero qualcuno crede ancora che i vecchi italo-americani di Brooklyn si sentano figli del paese dove il sì suona?
Si può essere sicuri che la parola comunità non è la soluzione, bensì, semmai il sintomo di una malattia, che il vecchio stato nazionale non è in grado di sanare. Il secolo breve si può dire che non ha trovato soluzioni!
Re: Storia
da Eric J. Hobsbawn "Il secolo breve" 1914 - 1991 - LXVI
Negli anni '70 c'era un paese socialista, la Cina, particolarmente preoccupato per l'arretratezza economica, tanto più che il paese vicino ero lo stato capitalista che aveva ottenuto il successo più spettacolare. (il P.I.L. era inferiore a quello dell'Italia, della Corea del Sud e di Taiwan)
Il novo corso, inaugurato da Deng fu la più sincera ammissione pubblica che erano necessari grandi mutamenti nella struttura del "socialismo reale".
Ma prima di interessarci in particolare della Cina, dobbiamo quantomeno accennare a come avvenne il crollo, appunto del c.d. socialismo reale in Europa.
Polonia e Ungheria erano il punto più vulnerabile del sistema sovietico. In Polonia la situazione era molto critica, perché era l'unico paese dove si era creata una certa opposizione con il congiungersi di tre fattori:
a) il nazionalismo anti russo e anti ebraico
b) l'organizzazione mantenuta dalla Chiesa cattolica
c) la classe operaia aveva mantenuto una certa forza politica.
Nel 1980 il trionfo del movimento sindacale di Solidarnosc dimostrò la crisi profonda del regime, anche se non poteva essere rovesciato, per il pericolo di un intervento dell'Unione Sovietica. Pertanto la Chiesa e lo Stato si accordarono tacitamente per l'insediamento di un regime militare, capeggiato dal comandante delle forze armate, il quale poteva rivendicare una certa credibilità sia come nazionalista che comunista.
L'ordine fu ristabilito , ma il governo si rivelò subito incapace di affrontare la situazione economica e quindi le proteste di una opposizione, che rimaneva attiva e che rappresentava in qualche modo l'opinione pubblica nazionale.
Tutto ormai dipendeva dall'URSS, ma non solo in Polonia, perché in ogni paese "satellite" si guardava con apprensione e paura all'evolversi (o no) dello scenario. Dopo poco tempo si comprese che i sovietici non erano più interessati a intervenire.
Negli anni '70 c'era un paese socialista, la Cina, particolarmente preoccupato per l'arretratezza economica, tanto più che il paese vicino ero lo stato capitalista che aveva ottenuto il successo più spettacolare. (il P.I.L. era inferiore a quello dell'Italia, della Corea del Sud e di Taiwan)
Il novo corso, inaugurato da Deng fu la più sincera ammissione pubblica che erano necessari grandi mutamenti nella struttura del "socialismo reale".
Ma prima di interessarci in particolare della Cina, dobbiamo quantomeno accennare a come avvenne il crollo, appunto del c.d. socialismo reale in Europa.
Polonia e Ungheria erano il punto più vulnerabile del sistema sovietico. In Polonia la situazione era molto critica, perché era l'unico paese dove si era creata una certa opposizione con il congiungersi di tre fattori:
a) il nazionalismo anti russo e anti ebraico
b) l'organizzazione mantenuta dalla Chiesa cattolica
c) la classe operaia aveva mantenuto una certa forza politica.
Nel 1980 il trionfo del movimento sindacale di Solidarnosc dimostrò la crisi profonda del regime, anche se non poteva essere rovesciato, per il pericolo di un intervento dell'Unione Sovietica. Pertanto la Chiesa e lo Stato si accordarono tacitamente per l'insediamento di un regime militare, capeggiato dal comandante delle forze armate, il quale poteva rivendicare una certa credibilità sia come nazionalista che comunista.
L'ordine fu ristabilito , ma il governo si rivelò subito incapace di affrontare la situazione economica e quindi le proteste di una opposizione, che rimaneva attiva e che rappresentava in qualche modo l'opinione pubblica nazionale.
Tutto ormai dipendeva dall'URSS, ma non solo in Polonia, perché in ogni paese "satellite" si guardava con apprensione e paura all'evolversi (o no) dello scenario. Dopo poco tempo si comprese che i sovietici non erano più interessati a intervenire.
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Eric J. Hobsbawn "Il secolo breve" 1914 - 1991 - LXVII
Nel 1985 era diventato segretario del PCUS un appassionato riformatore: M. Gorbacev, che era succeduto a un altro che aveva le stesse idee Y. Andropov, ma era morto appena dopo un anno circa di potere.
Il nuovo segretario era un uomo colto e intelligente e quindi non aveva seguito la vecchia strada dei quadri stalinisti, che portava alle massime cariche pubbliche, partendo dalle fabbriche, con una laurea in ingegneria o agronomia. Egli lanciò l'appello per la "glasnost" e ci fu una risposta immediata e vastissima da parte degli strati politici e intellettuali, anche se questa non va confusa con la massa del popolo.
La popolazione sovietica, a differenza di quella degli stati satelliti, riconosceva piena legittimità al regime, se non altro perché era l'unico che conosceva: "nessun" abitate nato nell'URSS poteva aver avuto una esperienza diretta (la vita media colà, a causa del comunismo e della vodka è molto bassa e quindi quanti novantenni ci saranno stati nel 1985?).
Il sistema offriva un tenore di vita minimo garantito, una certa sicurezza sociale e soprattutto il "diritto di ozio" teorizzato da Paul Lafargue e quindi c'è poco da meravigliarsi se i riformatori radicali si trovarono a contrastare l'umanità sovietica che, era ormai abituata a prendere (anche poco) anziché a darsi (da fare).

Nel 1985 era diventato segretario del PCUS un appassionato riformatore: M. Gorbacev, che era succeduto a un altro che aveva le stesse idee Y. Andropov, ma era morto appena dopo un anno circa di potere.
Il nuovo segretario era un uomo colto e intelligente e quindi non aveva seguito la vecchia strada dei quadri stalinisti, che portava alle massime cariche pubbliche, partendo dalle fabbriche, con una laurea in ingegneria o agronomia. Egli lanciò l'appello per la "glasnost" e ci fu una risposta immediata e vastissima da parte degli strati politici e intellettuali, anche se questa non va confusa con la massa del popolo.
La popolazione sovietica, a differenza di quella degli stati satelliti, riconosceva piena legittimità al regime, se non altro perché era l'unico che conosceva: "nessun" abitate nato nell'URSS poteva aver avuto una esperienza diretta (la vita media colà, a causa del comunismo e della vodka è molto bassa e quindi quanti novantenni ci saranno stati nel 1985?).
Il sistema offriva un tenore di vita minimo garantito, una certa sicurezza sociale e soprattutto il "diritto di ozio" teorizzato da Paul Lafargue e quindi c'è poco da meravigliarsi se i riformatori radicali si trovarono a contrastare l'umanità sovietica che, era ormai abituata a prendere (anche poco) anziché a darsi (da fare).


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Eric J. Hobsbawn "Il secolo breve" 1914 - 1991 - LXVIII
La società sovietica è sempre stata molto stabile, in parte per l'ignoranza su gli altri paesi (notizie sempre censurate) e in secundis, i giovani non hanno mai rappresentato un fattore destabilizzante: forse fu l'unico paese europeo a non conoscere la rivoluzione studentesca del 1968. E il tentativo di riforma, infatti, venne dai quarantenni.
Ma come fece un uomo come Gorbacev ad assumere il potere e prima di lui Andropov?
In primo luogo la smaccata corruzione dei dirigenti del partito e in secondo, gli strati istruiti e competenti, che facevano funzionare in qualche modo l'economia, erano consapevoli che, senza un cambiamento drastico, ci sarebbe stata una crisi senza fondo, anche perché le debolezze strutturali erano aggravate dalle esigenze di una superpotenza militare e la guerra in Afghanistan nel 1980 aveva ancor più peggiorato la situazione. Gli S.U.A. scelsero di considerare l'intervento sovietico come una minaccia contro il mondo libero e aiutarono "generosamente" i fondamentalisti islamici! E l'Afghanistan divenne per l'URSS quello che era stato il Vietnam per gli Stati Uniti, ma soprattutto dissanguò l'economia.
A questo punto Gorbacev dovette porre fine senza indugi ai, fino allora, 40 anni di Guerra fredda. Il Nostro non intendeva abbandonare il socialismo, ma renderlo migliore, ma la storia ci dice che il sistema non poteva essere riformato dall'interno.
La società sovietica è sempre stata molto stabile, in parte per l'ignoranza su gli altri paesi (notizie sempre censurate) e in secundis, i giovani non hanno mai rappresentato un fattore destabilizzante: forse fu l'unico paese europeo a non conoscere la rivoluzione studentesca del 1968. E il tentativo di riforma, infatti, venne dai quarantenni.
Ma come fece un uomo come Gorbacev ad assumere il potere e prima di lui Andropov?
In primo luogo la smaccata corruzione dei dirigenti del partito e in secondo, gli strati istruiti e competenti, che facevano funzionare in qualche modo l'economia, erano consapevoli che, senza un cambiamento drastico, ci sarebbe stata una crisi senza fondo, anche perché le debolezze strutturali erano aggravate dalle esigenze di una superpotenza militare e la guerra in Afghanistan nel 1980 aveva ancor più peggiorato la situazione. Gli S.U.A. scelsero di considerare l'intervento sovietico come una minaccia contro il mondo libero e aiutarono "generosamente" i fondamentalisti islamici! E l'Afghanistan divenne per l'URSS quello che era stato il Vietnam per gli Stati Uniti, ma soprattutto dissanguò l'economia.
A questo punto Gorbacev dovette porre fine senza indugi ai, fino allora, 40 anni di Guerra fredda. Il Nostro non intendeva abbandonare il socialismo, ma renderlo migliore, ma la storia ci dice che il sistema non poteva essere riformato dall'interno.
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Eric J. Hobsbawn "Il secolo breve" 1914 - 1991 - LXIX
Gorbacev lanciò la campagna per trasformare il socialismo sovietico attraverso due slogan: perestrojka (ristrutturazione) e glasnost (libertà di informazione). Ma fra questi due momenti si manifestò un conflitto insolubile: la sola cosa che potesse far funzionare il sistema era la struttura gerarchica e autoritaria del partito/stato, così come dello zar in precedenza. Le riforme erano sempre venute dal vertice, ma in questo caso il partito era connesso a interessi cospicui e non poteva trovare un'alternativa confacente. Il modus operandi era sempre stato simile a quello militare e gli eserciti, se vengono democratizzati, non migliorano la loro efficienza. D'altro canto, se non si vuole più un sistema militare, bisogna fare in modo che esiste un'alternativa civile, prima che il vecchio sistema sia distrutto, altrimenti si provoca il crollo.
L'URSS, sotto la guida di Gorbacev precipitò nel crepaccio sempre più largo che aveva creato: quello fra glasnost e perestrojka!
Purtroppo quasi nessuno aveva le idee chiare su come doveva essere la transizione da un'economia centralizzata al nuovo sistema e nemmeno come avrebbe in effetti funzionato quella che nel futuro sarebbe stata un'economia duplice, di tipo statale e privato. Un vago riferimento poteva essere la NEP e la politica della Cina, dopo il maoismo, ma non si poteva paragonare la Russia degli anni '20, né la Cina rurale a questa URSS altamente urbanizzata e industrializzata (anche se solo in quella militare e spaziale) degli anni '80.
Il paese si dovette muovere verso un sistema democratico e pluralista proprio quando sprofondava nell'anarchia economica: era una concomitanza esplosiva, che minava le fondamenta poco profonde dell'unità della federazione russa.
Gorbacev lanciò la campagna per trasformare il socialismo sovietico attraverso due slogan: perestrojka (ristrutturazione) e glasnost (libertà di informazione). Ma fra questi due momenti si manifestò un conflitto insolubile: la sola cosa che potesse far funzionare il sistema era la struttura gerarchica e autoritaria del partito/stato, così come dello zar in precedenza. Le riforme erano sempre venute dal vertice, ma in questo caso il partito era connesso a interessi cospicui e non poteva trovare un'alternativa confacente. Il modus operandi era sempre stato simile a quello militare e gli eserciti, se vengono democratizzati, non migliorano la loro efficienza. D'altro canto, se non si vuole più un sistema militare, bisogna fare in modo che esiste un'alternativa civile, prima che il vecchio sistema sia distrutto, altrimenti si provoca il crollo.
L'URSS, sotto la guida di Gorbacev precipitò nel crepaccio sempre più largo che aveva creato: quello fra glasnost e perestrojka!

Purtroppo quasi nessuno aveva le idee chiare su come doveva essere la transizione da un'economia centralizzata al nuovo sistema e nemmeno come avrebbe in effetti funzionato quella che nel futuro sarebbe stata un'economia duplice, di tipo statale e privato. Un vago riferimento poteva essere la NEP e la politica della Cina, dopo il maoismo, ma non si poteva paragonare la Russia degli anni '20, né la Cina rurale a questa URSS altamente urbanizzata e industrializzata (anche se solo in quella militare e spaziale) degli anni '80.
Il paese si dovette muovere verso un sistema democratico e pluralista proprio quando sprofondava nell'anarchia economica: era una concomitanza esplosiva, che minava le fondamenta poco profonde dell'unità della federazione russa.

Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Eric J. Hobsbawn "Il secolo breve" 1914 - 1991 - LXX
Gli ultimi anni dell'Unione Sovietica furono una catastrofe al rallentatore e non fu a opera delle forze nazionalistiche, ma al contrario fu la disintegrazione dell'autorità centrale che costrinse ogni regione del paese a pensare a se stessa. La crisi finale non fu economica. ma politica:
Alla fine di aprile del 1991 Gorbacev negoziò un Trattato dell'Unione, sostenuto dalle nove repubbliche più grandi, che aveva lo scopo di preservare un potere federale centrale, che doveva entrare in vigore il 20 agosto.
Due giorni prima della data quasi tutti i pezzi grossi dell'Unione proclamarono invece che un Comitato d'emergenza avrebbe assunto il potere in assenza del presidente e del segretario generale (posto agli arresti domiciliari).
Non era un vero colpo di stato, nessuno fu arrestato a Mosca e non furono occupate le stazioni radiotelevisive, quanto una proclamazione che la macchina del potere reale si era rimessa in moto.
La popolazione di Mosca rimase indifferente e ai cospiratori non rimase altro da fare che desistere, dopo che la nuova stella, Eltsin, spalleggiato da qualche migliaio di sostenitori venne a difendere di persona il proprio quartier generale e, in televisione, sfidò i carri armati e sciolse il Partito comunista. Trattò la Russia come il successore naturale della defunta URSS e accennò anche a un possibile rinegoziazione di confini con le altre repubbliche.
L'Ucraina dichiarò immediatamente l'indipendenza, perché per la prima volta le altre repubbliche avevano motivi per temere l'oppressione di Mosca, per salvaguardare gli interessi di una sola nazione! (E questi timori saranno di molto accentuati con l'ascesa al potere di Putin!)
Gli ultimi anni dell'Unione Sovietica furono una catastrofe al rallentatore e non fu a opera delle forze nazionalistiche, ma al contrario fu la disintegrazione dell'autorità centrale che costrinse ogni regione del paese a pensare a se stessa. La crisi finale non fu economica. ma politica:
Alla fine di aprile del 1991 Gorbacev negoziò un Trattato dell'Unione, sostenuto dalle nove repubbliche più grandi, che aveva lo scopo di preservare un potere federale centrale, che doveva entrare in vigore il 20 agosto.
Due giorni prima della data quasi tutti i pezzi grossi dell'Unione proclamarono invece che un Comitato d'emergenza avrebbe assunto il potere in assenza del presidente e del segretario generale (posto agli arresti domiciliari).
Non era un vero colpo di stato, nessuno fu arrestato a Mosca e non furono occupate le stazioni radiotelevisive, quanto una proclamazione che la macchina del potere reale si era rimessa in moto.
La popolazione di Mosca rimase indifferente e ai cospiratori non rimase altro da fare che desistere, dopo che la nuova stella, Eltsin, spalleggiato da qualche migliaio di sostenitori venne a difendere di persona il proprio quartier generale e, in televisione, sfidò i carri armati e sciolse il Partito comunista. Trattò la Russia come il successore naturale della defunta URSS e accennò anche a un possibile rinegoziazione di confini con le altre repubbliche.
L'Ucraina dichiarò immediatamente l'indipendenza, perché per la prima volta le altre repubbliche avevano motivi per temere l'oppressione di Mosca, per salvaguardare gli interessi di una sola nazione! (E questi timori saranno di molto accentuati con l'ascesa al potere di Putin!)

Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Eric J. Hobsbawn "Il secolo breve" 1914 - 1991 - LXXI
Possiamo concludere l'esame con due osservazioni:
a) quanto sia stata superficiale la presa del comunismo sull'area enorme che aveva conquistato in poco tempo: essa quasi scomparve da un giorno all'altro con la fine dei regimi politici che l'avevano imposta. Il comunismo non si fondava sulla conversione di massa, ma era solo la fede di alcuni quadri (per usare la terminologia di Lenin) delle avanguardie e infatti tutti i partiti comunisti arrivati al potere, lo furono grazie a élite minoritarie. L'adesione, successiva, delle masse, dipendeva dalla qualità della vita che offriva il regime e "nulla quaestio" fino a quando non si potevano fare paragoni con i paesi esterni. Una volta che non fu più possibile isolare il popolo, i giudizi delle masse divennero scettici e poi molti critici.
Un altro aspetto riguarda l'elemento fideistico strumentale: il presente aveva valore come mezzo per arrivare al futuro millenaristico., e un tale sistema di credenze è più adatta alle "sette", che alle "chiese" universali, il cui campo d'azione invece è solo la vita quotidiana.
Quando poi il futuro si spostava sempre più lontano, anche i quadri cominciarono a concentrare gli interessi sulla sodisfazione dei bisogni quotidiani.
Il paradosso del fallimento dell'URSS fu che offrì uno dei più forti argomenti alla conferma dell'analisi di Marx:
"Nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali... A un dato punto del loro sviluppo le forze produttive materiali della società entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cioè con i rapporti di proprietà (che ne sono soltanto l'espressione giuridica) dentro i quali tali forze per l'innanzi si erano mosse. Da forme di sviluppo delle forze produttive queste relazioni si sono trasformate nelle loro catene. Entriamo allora in un'epoca di rivoluzione sociale."
Il primo risultato dell'epoca della rivoluzione sociale iniziata nei regimi comunisti fu la disintegrazione del sistema stesso, ovvero il socialismo-reale non fu sostituito, come Marx prevedeva, dal comunismo senza stato, ma ...
Possiamo concludere l'esame con due osservazioni:
a) quanto sia stata superficiale la presa del comunismo sull'area enorme che aveva conquistato in poco tempo: essa quasi scomparve da un giorno all'altro con la fine dei regimi politici che l'avevano imposta. Il comunismo non si fondava sulla conversione di massa, ma era solo la fede di alcuni quadri (per usare la terminologia di Lenin) delle avanguardie e infatti tutti i partiti comunisti arrivati al potere, lo furono grazie a élite minoritarie. L'adesione, successiva, delle masse, dipendeva dalla qualità della vita che offriva il regime e "nulla quaestio" fino a quando non si potevano fare paragoni con i paesi esterni. Una volta che non fu più possibile isolare il popolo, i giudizi delle masse divennero scettici e poi molti critici.
Un altro aspetto riguarda l'elemento fideistico strumentale: il presente aveva valore come mezzo per arrivare al futuro millenaristico., e un tale sistema di credenze è più adatta alle "sette", che alle "chiese" universali, il cui campo d'azione invece è solo la vita quotidiana.
Quando poi il futuro si spostava sempre più lontano, anche i quadri cominciarono a concentrare gli interessi sulla sodisfazione dei bisogni quotidiani.
Il paradosso del fallimento dell'URSS fu che offrì uno dei più forti argomenti alla conferma dell'analisi di Marx:
"Nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali... A un dato punto del loro sviluppo le forze produttive materiali della società entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cioè con i rapporti di proprietà (che ne sono soltanto l'espressione giuridica) dentro i quali tali forze per l'innanzi si erano mosse. Da forme di sviluppo delle forze produttive queste relazioni si sono trasformate nelle loro catene. Entriamo allora in un'epoca di rivoluzione sociale."
Il primo risultato dell'epoca della rivoluzione sociale iniziata nei regimi comunisti fu la disintegrazione del sistema stesso, ovvero il socialismo-reale non fu sostituito, come Marx prevedeva, dal comunismo senza stato, ma ...
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
... dallo stato senza comunismo?
Re: Storia
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Eric J. Hobsbawn "Il secolo breve" 1914 - 1991 - LXXII
Il secolo breve è terminato lasciando aperti interrogativi, per i quali nessuno ha soluzioni; per la prima volta in due secoli il mondo manca del tutto di ogni sistema o struttura internazionale ed è indicativo il fatto che, dopo il 1989, sono comparse decine di nuovi stati territoriali, senza che vi sia un qualche meccanismo indipendente per la fissazione dei confini ed eventuali conflitti.
L'unica cosa che forse appare certa in questa temperie è che anche gruppi abbastanza piccoli, che si oppongano all'ordine esistente, possono portare dovunque lo sconquasso e la distruzione, perfino con armi nucleari.
Un fenomeno emergente è il fondamentalismo, anche se non ha nulla da dire alla società attuale, che non è più formata dai pastori nomadi dell'antico vicino Oriente e quindi non offrono nessuna soluzione, anzi amplificano le difficoltà di comprensione. Essi sono solo il sintomo di una malattia di cui pretendono di essere la cura, per usare la definizione che dava K. Kraus della psicoanalisi.
Lo stesso dicasi per la xenofobia e le politiche di identità: esse hanno la probabilità di contribuire al progresso nel mondo del terzo millennio quante ne aveva il fascismo di fronte alle difficoltà dell'Era della catastrofe! P.S. Le soluzioni non le ha neppure l'autore di questo libro.
Fine
Il secolo breve è terminato lasciando aperti interrogativi, per i quali nessuno ha soluzioni; per la prima volta in due secoli il mondo manca del tutto di ogni sistema o struttura internazionale ed è indicativo il fatto che, dopo il 1989, sono comparse decine di nuovi stati territoriali, senza che vi sia un qualche meccanismo indipendente per la fissazione dei confini ed eventuali conflitti.
L'unica cosa che forse appare certa in questa temperie è che anche gruppi abbastanza piccoli, che si oppongano all'ordine esistente, possono portare dovunque lo sconquasso e la distruzione, perfino con armi nucleari.
Un fenomeno emergente è il fondamentalismo, anche se non ha nulla da dire alla società attuale, che non è più formata dai pastori nomadi dell'antico vicino Oriente e quindi non offrono nessuna soluzione, anzi amplificano le difficoltà di comprensione. Essi sono solo il sintomo di una malattia di cui pretendono di essere la cura, per usare la definizione che dava K. Kraus della psicoanalisi.

Lo stesso dicasi per la xenofobia e le politiche di identità: esse hanno la probabilità di contribuire al progresso nel mondo del terzo millennio quante ne aveva il fascismo di fronte alle difficoltà dell'Era della catastrofe! P.S. Le soluzioni non le ha neppure l'autore di questo libro.

Fine
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - I
La redazione dei vangeli è, dopo la vita Gesù, il capitolo principale della storia delle origini del cristianesimo. Le circostanze materiali sono circondate dal mistero, anche se negli ultimi anni si è arrivati a comprendere molto di più.
Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme il cristianesimo a Roma si stava rapidamente espandendo, diventando sempre più greco e meno ebraico e la "Chiesa cattolica" cominciava a formarsi dall'accordo di tutte le chiese particolari e a costituire un centro di autorità, fino ad arrivare alla separazione assoluta durante la rivolta di Bar-Coziba: l'odio più assoluto contrapporrà la madre e la figlia.
La nuova bibbia prende il posto della vecchia e si chiama Nuovo testamento; Gesù è riconosciuto come dio, anche se non eguale al padre. Tutte le "eresie" sono sconfitte grazie al principio interno di autorità e grazie a ciò (soprattutto) questo piccolo parto del giudaismo crescerà in fretta, da che il cordone ombelicale è stato tagliato.
La redazione dei vangeli è, dopo la vita Gesù, il capitolo principale della storia delle origini del cristianesimo. Le circostanze materiali sono circondate dal mistero, anche se negli ultimi anni si è arrivati a comprendere molto di più.
Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme il cristianesimo a Roma si stava rapidamente espandendo, diventando sempre più greco e meno ebraico e la "Chiesa cattolica" cominciava a formarsi dall'accordo di tutte le chiese particolari e a costituire un centro di autorità, fino ad arrivare alla separazione assoluta durante la rivolta di Bar-Coziba: l'odio più assoluto contrapporrà la madre e la figlia.
La nuova bibbia prende il posto della vecchia e si chiama Nuovo testamento; Gesù è riconosciuto come dio, anche se non eguale al padre. Tutte le "eresie" sono sconfitte grazie al principio interno di autorità e grazie a ciò (soprattutto) questo piccolo parto del giudaismo crescerà in fretta, da che il cordone ombelicale è stato tagliato.
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - II
Dobbiamo avvertire il lettore che ciò che tentiamo di fare è come si è arrivati all'embrione cristianesimo e poi alla nascita; in gran parte le conclusione assomiglia più a indovinare che sapere.
Coloro che pretendono la sicurezza, li consigliamo di passare ad altro, raramente per questi periodi del passato remoto si arriva a poter dire con precisione come i fatti si sono davvero svolti, possiamo solo consolarci pensando che la "scienza" della mitologia comparata ha fatto "passi da gigante" negli ultimi anni.
Certo non sappiamo con esattezza i dettagli di tante cose e dobbiamo accontentarci delle linee generali, che restano vere a prescindere dai primi.
In questo libro cercheremo di spiegare in maniera plausibile come si sono formati i tre vangeli c.d. sinottici (il nome ci dice che sono simili in quanto si possono osservare con lo stesso sguardo). Qualcosa possiamo argomentare su di essi, a differenza del quarto, che resta un caso a parte e dove il mistero è molto più fitto. Ma comiciamo con ordine...
Dobbiamo avvertire il lettore che ciò che tentiamo di fare è come si è arrivati all'embrione cristianesimo e poi alla nascita; in gran parte le conclusione assomiglia più a indovinare che sapere.

Certo non sappiamo con esattezza i dettagli di tante cose e dobbiamo accontentarci delle linee generali, che restano vere a prescindere dai primi.
In questo libro cercheremo di spiegare in maniera plausibile come si sono formati i tre vangeli c.d. sinottici (il nome ci dice che sono simili in quanto si possono osservare con lo stesso sguardo). Qualcosa possiamo argomentare su di essi, a differenza del quarto, che resta un caso a parte e dove il mistero è molto più fitto. Ma comiciamo con ordine...
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - III
Si conoscono tre tipi di vangeli: a) gli originali, prevalentemente orali, con solo qualche appunto scritto in ebraico o siriaco e dei quali si trova solo qualche frammento di traduzione in greco e in latino; b) quelli di seconda mano, combinando testi antichi e tradizioni orali, per esempio Luca e Matteo prendono per canovaccio il testo di Marco e ci aggiungono... c) i vangeli successivi, scritti a prescindere dalle tradizioni, ma per lo più scrivendo quel che si voleva fosse accaduto. C'è da dire che lo spirito del tempo era quello che voleva non una sintesi unica di una storia, bensì il raggruppamento il più possibile vasto di testi eterogenei.
I documenti più importanti che tratterò nel volume, oltre i Vangeli, saranno le epistole attribuite a San Paolo. La domanda che si fanno in tanti, quella di sapere se siano state scritte davvero da Lui ha poca importanza, perché si capisce piuttosto bene che rappresentano comunque la fede della chiesa romana. Però, fra le tredici, solo sette possono riferirsi alla prima metà del secolo, mentre per le altre c'è troppa incertezza e, anzi è quasi sicuro che siano state scritte più di sessant'anni dopo, quando lo scenario era cambiato completamente.
Anche le sette lettere più facilmente attribuibili a Paolo presentano molti dubbi, ma dobbiamo passarci sopra, altrimenti non finiremmo mai.
Si conoscono tre tipi di vangeli: a) gli originali, prevalentemente orali, con solo qualche appunto scritto in ebraico o siriaco e dei quali si trova solo qualche frammento di traduzione in greco e in latino; b) quelli di seconda mano, combinando testi antichi e tradizioni orali, per esempio Luca e Matteo prendono per canovaccio il testo di Marco e ci aggiungono... c) i vangeli successivi, scritti a prescindere dalle tradizioni, ma per lo più scrivendo quel che si voleva fosse accaduto. C'è da dire che lo spirito del tempo era quello che voleva non una sintesi unica di una storia, bensì il raggruppamento il più possibile vasto di testi eterogenei.
I documenti più importanti che tratterò nel volume, oltre i Vangeli, saranno le epistole attribuite a San Paolo. La domanda che si fanno in tanti, quella di sapere se siano state scritte davvero da Lui ha poca importanza, perché si capisce piuttosto bene che rappresentano comunque la fede della chiesa romana. Però, fra le tredici, solo sette possono riferirsi alla prima metà del secolo, mentre per le altre c'è troppa incertezza e, anzi è quasi sicuro che siano state scritte più di sessant'anni dopo, quando lo scenario era cambiato completamente.
Anche le sette lettere più facilmente attribuibili a Paolo presentano molti dubbi, ma dobbiamo passarci sopra, altrimenti non finiremmo mai.

Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - IV
Gli ebrei dopo la distruzione del Tempio
Forse mai un popolo ha subito un dolore comparabile a quello che colpì il "popolo eletto" quando ciò che tutti avevano detto fosse indistruttibile, crollò a opera dei soldati di Tito. Tutte le promesse sembravano prive di fondamento e forse lo era dio stesso, dopo che l'empio Edom (così erano soprannominati i romani al tempo) l'eterno nemico di Jehowah, trionfava!?
La più parte dei Gerosolimitani era morta e i sopravvissuti passarono il resto della vita in uno stato di semi pazzia. I Sadducei e l'intiera aristocrazia sacerdotale dispersa, soprattutto in Syria, Armenia e Palmira e uno di loro lo ritroveremo nel III secolo: Zenobio che, con il monoteismo assoluto che predicava, aveva preceduto l'arianesimo e l'islamismo.
Dopo il 70 nella tertra di Canaan erano rimasti i farisei, la classe media della società, coloro che meno degli altri coniugavano politica e religione, vivevano come prescriveva la Legge e si erano salvati in massa, perché erano fuggiti da Gerusalemme, trovando rifugio nelle città di Iabné e Lydda.
In altre parole i farisei rappresentarono la nazione vera: pacifici, usi a una vita tranquilla, cercando di essere ignorati dai gentili, coloro che conserveranno il nocciolo dell'ebraismo attraverso il tempo, fino a farlo giungere a noi.
Gli ebrei dopo la distruzione del Tempio
Forse mai un popolo ha subito un dolore comparabile a quello che colpì il "popolo eletto" quando ciò che tutti avevano detto fosse indistruttibile, crollò a opera dei soldati di Tito. Tutte le promesse sembravano prive di fondamento e forse lo era dio stesso, dopo che l'empio Edom (così erano soprannominati i romani al tempo) l'eterno nemico di Jehowah, trionfava!?
La più parte dei Gerosolimitani era morta e i sopravvissuti passarono il resto della vita in uno stato di semi pazzia. I Sadducei e l'intiera aristocrazia sacerdotale dispersa, soprattutto in Syria, Armenia e Palmira e uno di loro lo ritroveremo nel III secolo: Zenobio che, con il monoteismo assoluto che predicava, aveva preceduto l'arianesimo e l'islamismo.
Dopo il 70 nella tertra di Canaan erano rimasti i farisei, la classe media della società, coloro che meno degli altri coniugavano politica e religione, vivevano come prescriveva la Legge e si erano salvati in massa, perché erano fuggiti da Gerusalemme, trovando rifugio nelle città di Iabné e Lydda.
In altre parole i farisei rappresentarono la nazione vera: pacifici, usi a una vita tranquilla, cercando di essere ignorati dai gentili, coloro che conserveranno il nocciolo dell'ebraismo attraverso il tempo, fino a farlo giungere a noi.

Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - V
Per il popolo di Israele e quindi per i farisei, quel che restava era solo la Legge (la Tōrāh), che non era solo un testo religioso, ma anche un codice civile. I rituali sono stati spesso cambiati, ma il diritto e la prassi furono mantenuti nei secoli e talvolta praticare la Legge con esattezza era l'unico scopo del fariseo medio e la tradizione divenne la patria ideale dell'ebreo.
Una conseguenza importante fu la prevalenza del dottore della Legge sul Sacerdote: il tempio era caduto, ma la scuola era rimasta. Chi può entrare nella Scuola è un rabbino e i discepoli ascoltano e imparano, il che li farà diventare dottori e giudici a loro volta. Nei primi tempi non c'erano manuali e tutto si faceva oralmente, finché le discussioni arrivarono a formare un corpo, denominato Mishnāh (all'inizio del terzo secolo).
A differenza il nascente cristianesimo si stava distaccando sempre più dalla Legge e la parola fariseo cambiò per loro totalmente di significato e divenne addirittura sinonimo di "nemico di Gesù", allorché, in effetti, Gesù stesso era un fariseo. Forse il motivo del cambiamento semantico è perché il farisaismo mette quasi in ridicolo la virtù personale, mentre niente ci piace di più (come cristiani) che vedere Gesù il più virtuoso degli uomini.
Per contrapposto, gli israeliti si richiusero sempre più in se stessi, smettendo altresì di fare proselitismo.
Per il popolo di Israele e quindi per i farisei, quel che restava era solo la Legge (la Tōrāh), che non era solo un testo religioso, ma anche un codice civile. I rituali sono stati spesso cambiati, ma il diritto e la prassi furono mantenuti nei secoli e talvolta praticare la Legge con esattezza era l'unico scopo del fariseo medio e la tradizione divenne la patria ideale dell'ebreo.
Una conseguenza importante fu la prevalenza del dottore della Legge sul Sacerdote: il tempio era caduto, ma la scuola era rimasta. Chi può entrare nella Scuola è un rabbino e i discepoli ascoltano e imparano, il che li farà diventare dottori e giudici a loro volta. Nei primi tempi non c'erano manuali e tutto si faceva oralmente, finché le discussioni arrivarono a formare un corpo, denominato Mishnāh (all'inizio del terzo secolo).
A differenza il nascente cristianesimo si stava distaccando sempre più dalla Legge e la parola fariseo cambiò per loro totalmente di significato e divenne addirittura sinonimo di "nemico di Gesù", allorché, in effetti, Gesù stesso era un fariseo. Forse il motivo del cambiamento semantico è perché il farisaismo mette quasi in ridicolo la virtù personale, mentre niente ci piace di più (come cristiani) che vedere Gesù il più virtuoso degli uomini.
Per contrapposto, gli israeliti si richiusero sempre più in se stessi, smettendo altresì di fare proselitismo.
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - VI
Avevamo visto nell'anno 68 la chiesa cristiana di Gerusalemme, condotta dai parenti di Gesù, fuggire dalla città per rifugiarsi a Pella, dall'altra riva del Giordano e abbiamo osservato l'autore dell'Apocalisse, qualche mese dopo, impiegare le parole più toccanti per esprimere la protezione con la quale Dio aiutava la chiesa fuggitiva. Il ritorno a Gerusalemme era impossibile e le profezie indicavano che il tutto avrebbe avuto termine nell'anno 72.
La distruzione del Tempio fu una grandissima sorpresa, nessuno, né ebrei, né ebrei-cristiani si sarebbe potuto immaginare il fatto e questo avvenimento rischiava di farli impazzire! E dopo le distinzioni si fecero sempre più nette.
I c.d. Nazareni restarono fedeli allo spirito primitivo, per il quale Gesù altri non era che un profeta scelto da Dio per salvare Israele, mentre per i Paolinisti, il Nostro era sempre più il dio incarnato, la qual cosa per gli altri rappresentava una pura blasfemia! Un uomo-dio era una mostruosità e si facevano forti delle parole stesse di Gesù: "Non sono venuto per abolire, bensì per compiere la Legge."
Avevamo visto nell'anno 68 la chiesa cristiana di Gerusalemme, condotta dai parenti di Gesù, fuggire dalla città per rifugiarsi a Pella, dall'altra riva del Giordano e abbiamo osservato l'autore dell'Apocalisse, qualche mese dopo, impiegare le parole più toccanti per esprimere la protezione con la quale Dio aiutava la chiesa fuggitiva. Il ritorno a Gerusalemme era impossibile e le profezie indicavano che il tutto avrebbe avuto termine nell'anno 72.
La distruzione del Tempio fu una grandissima sorpresa, nessuno, né ebrei, né ebrei-cristiani si sarebbe potuto immaginare il fatto e questo avvenimento rischiava di farli impazzire! E dopo le distinzioni si fecero sempre più nette.
I c.d. Nazareni restarono fedeli allo spirito primitivo, per il quale Gesù altri non era che un profeta scelto da Dio per salvare Israele, mentre per i Paolinisti, il Nostro era sempre più il dio incarnato, la qual cosa per gli altri rappresentava una pura blasfemia! Un uomo-dio era una mostruosità e si facevano forti delle parole stesse di Gesù: "Non sono venuto per abolire, bensì per compiere la Legge."
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - VII
Talmudisti e cristiani stavano diventando gli antipodi di un mondo morale che all'inizio doveva essere unico. I primi studiavano di continuo ed erano grati al signore di aver loro concesso di frequentare la Scuola e non di essere lasciati nell'ignoranza come coloro che hanno per sola fonte il Bazar!
A ciò gli evangelisti potevano solo rispondere citando alcuni passi attribuiti a Gesù: "Non giudicate e non sarete giudicati... l'uomo ingenuo, ma pieno di cuore è preferito al dottore orgoglioso. Come San Paolo essi criticavano negli avversari il rispetto eccessivo della Legge, ben al di là di quello che l'uomo medio può sopportare. Per orrore dell'ipocrisia, i cristiani arrivano fino al paradosso di preferire il mondo vizioso, ma suscettibile di conversione, a coloro che forse mostravano soltanto onestà a tutto tondo.
Fra gli ebrei ortodossi si arrivò nel tempo a considerare cosa buona e giusta professare ogni giornata in sinagoga una triplice maledizione verso i c.d. cristiani (la prima al mattino, poi a mezzogiorno e infine alla sera). Essa suonava così: "Ai delatori, nessuna speranza! Ai malviventi la distruzione! Che il loro orgoglio sia indebolito, spezzato, umiliato nei nostri tempi! Sia lode a te Signore Eterno che cancelli i nemici!
Talmudisti e cristiani stavano diventando gli antipodi di un mondo morale che all'inizio doveva essere unico. I primi studiavano di continuo ed erano grati al signore di aver loro concesso di frequentare la Scuola e non di essere lasciati nell'ignoranza come coloro che hanno per sola fonte il Bazar!

A ciò gli evangelisti potevano solo rispondere citando alcuni passi attribuiti a Gesù: "Non giudicate e non sarete giudicati... l'uomo ingenuo, ma pieno di cuore è preferito al dottore orgoglioso. Come San Paolo essi criticavano negli avversari il rispetto eccessivo della Legge, ben al di là di quello che l'uomo medio può sopportare. Per orrore dell'ipocrisia, i cristiani arrivano fino al paradosso di preferire il mondo vizioso, ma suscettibile di conversione, a coloro che forse mostravano soltanto onestà a tutto tondo.

Fra gli ebrei ortodossi si arrivò nel tempo a considerare cosa buona e giusta professare ogni giornata in sinagoga una triplice maledizione verso i c.d. cristiani (la prima al mattino, poi a mezzogiorno e infine alla sera). Essa suonava così: "Ai delatori, nessuna speranza! Ai malviventi la distruzione! Che il loro orgoglio sia indebolito, spezzato, umiliato nei nostri tempi! Sia lode a te Signore Eterno che cancelli i nemici!
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - VIII
I cristiani erano pertinaci nel voler mantenere il paradosso fra la nobiltà di Gesù e la felicità di essere poveri e forse è stato proprio quest'ultimo aspetto che ha permesso a quella religione di prosperare. (Ma il paradosso consiste nel fatto che ciò che intendevano con la parola i cristiani delle origini, non ha niente a che vedere col significato odierno: i poveri (evionim) erano loro, la setta si autonominava così e quindi quando Gesù dice "lascia tutti e dona ciò che hai ai poveri...
)
Ma con l'andare del tempo l'essenza della sètta non rimase al fondatore e ai compagni, che invece furono scomunicati e se ne appropriarono i paolinisti che, ne erano stati i più accaniti rivali.
I cristiani erano pertinaci nel voler mantenere il paradosso fra la nobiltà di Gesù e la felicità di essere poveri e forse è stato proprio quest'ultimo aspetto che ha permesso a quella religione di prosperare. (Ma il paradosso consiste nel fatto che ciò che intendevano con la parola i cristiani delle origini, non ha niente a che vedere col significato odierno: i poveri (evionim) erano loro, la setta si autonominava così e quindi quando Gesù dice "lascia tutti e dona ciò che hai ai poveri...

Ma con l'andare del tempo l'essenza della sètta non rimase al fondatore e ai compagni, che invece furono scomunicati e se ne appropriarono i paolinisti che, ne erano stati i più accaniti rivali.
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - IX
Dopo che si è prodotto un fatto sconvolgente come la prima apparizione di un ordine religioso fatto e finito, ecco che la seconda generazione di quell'ordine prova il bisogno di fissare il ricordo di ciò che è memorabile e che riguarda, ovviamente le origini. Si cerca, in particolare, di fissare l'immagine del fondatore con tratti durevoli. Dobbiamo pensare che prima che la scrittura fosse totalizzante, la memoria era come un libro e sapeva rendere molto bene anche le conversazioni alle quali l'oratore non aveva assistito per niente (cfr. la parte iniziale del Parmenide di Platone).
La vita di Gesù, anche se mai scritta allora, era l'alimento principale della Chiesa e le sentenze morali, che formano la parte più solida dell'insegnamento di Gesù, erano ancora più facili da tenere a mente e le si recitava di continuo, anche se poi da una bocca all'altra qualcosa, di sicuro, cambiava. Dopo decenni, qualcuno pensò che era meglio scrivere qualcosa e forse il "Discorso della Montagna" è stato il primo gruppo di precetti riuniti insieme chissà di chi e scelti proprio perché erano rimasti impressi nella memoria di tanti. Ma in quale lingua queste sentenza morali furono ascoltate nessuno lo sa con certezza, quel che è certo è che nei vangeli sono stati scritti in greco e quindi tradotti dalla lingua primigenia e tradurre vuol dire anche tradire!
Dopo che si è prodotto un fatto sconvolgente come la prima apparizione di un ordine religioso fatto e finito, ecco che la seconda generazione di quell'ordine prova il bisogno di fissare il ricordo di ciò che è memorabile e che riguarda, ovviamente le origini. Si cerca, in particolare, di fissare l'immagine del fondatore con tratti durevoli. Dobbiamo pensare che prima che la scrittura fosse totalizzante, la memoria era come un libro e sapeva rendere molto bene anche le conversazioni alle quali l'oratore non aveva assistito per niente (cfr. la parte iniziale del Parmenide di Platone).
La vita di Gesù, anche se mai scritta allora, era l'alimento principale della Chiesa e le sentenze morali, che formano la parte più solida dell'insegnamento di Gesù, erano ancora più facili da tenere a mente e le si recitava di continuo, anche se poi da una bocca all'altra qualcosa, di sicuro, cambiava. Dopo decenni, qualcuno pensò che era meglio scrivere qualcosa e forse il "Discorso della Montagna" è stato il primo gruppo di precetti riuniti insieme chissà di chi e scelti proprio perché erano rimasti impressi nella memoria di tanti. Ma in quale lingua queste sentenza morali furono ascoltate nessuno lo sa con certezza, quel che è certo è che nei vangeli sono stati scritti in greco e quindi tradotti dalla lingua primigenia e tradurre vuol dire anche tradire!

Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - X
Ma qualunque cosa si fosse scritto intorno ai discorsi, originali o no, di Gesù, quello che lo caratterizzava era che gli insegnamenti non fossero mai distinti dalle azioni: le lezioni erano anche atti e quindi solo raccontandone la vita si poteva capire chi Lui fosse: il Messia.
In particolare gli ultimi due giorni erano raccontati quasi ora per ora, la vigilia della morte celebrava la Pasqua con i discepoli e istituiva il rito divino della comunione. Uno dei suoi lo tradiva, le autorità ufficiali del giudaismo ottenevano la morte per decreto di Roma, era sepolto, ma l'idomani la tomba sarebbe stata trovata vuota: era resuscitato ed era alla destra del Padre. Questo era l'essenziale, il resto delle vita poteva essere raccontato in vari modi, senza un ordine particolare e poteva ben essere trascritto in greco per annunciare la buona novella a un gran numero di persone. Avrebbe avuto poca importanza se alle parole di Gesù si fossero aggiunti aneddoti che si supponeva soltanto fossero usciti dalla bocca del Messia, l'importante era, come detto, il legame fra parole e azioni. E questo ci fa credere che, tutto sommato, il ritratto che i vangeli ci dànno assomiglia all'originale nei tratti essenziali.
P.S. Però, si potrebbe anche dire con Quinto Curzio "Equidem plura trascribo quam credo" ( In effetti, scrivo più di quanto credo)
Ma qualunque cosa si fosse scritto intorno ai discorsi, originali o no, di Gesù, quello che lo caratterizzava era che gli insegnamenti non fossero mai distinti dalle azioni: le lezioni erano anche atti e quindi solo raccontandone la vita si poteva capire chi Lui fosse: il Messia.
In particolare gli ultimi due giorni erano raccontati quasi ora per ora, la vigilia della morte celebrava la Pasqua con i discepoli e istituiva il rito divino della comunione. Uno dei suoi lo tradiva, le autorità ufficiali del giudaismo ottenevano la morte per decreto di Roma, era sepolto, ma l'idomani la tomba sarebbe stata trovata vuota: era resuscitato ed era alla destra del Padre. Questo era l'essenziale, il resto delle vita poteva essere raccontato in vari modi, senza un ordine particolare e poteva ben essere trascritto in greco per annunciare la buona novella a un gran numero di persone. Avrebbe avuto poca importanza se alle parole di Gesù si fossero aggiunti aneddoti che si supponeva soltanto fossero usciti dalla bocca del Messia, l'importante era, come detto, il legame fra parole e azioni. E questo ci fa credere che, tutto sommato, il ritratto che i vangeli ci dànno assomiglia all'originale nei tratti essenziali.
P.S. Però, si potrebbe anche dire con Quinto Curzio "Equidem plura trascribo quam credo" ( In effetti, scrivo più di quanto credo)

Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - XI
Dubitiamo che le varie tradizioni orali che circolavano siano state messe per iscritto prima del 75, ovvero dopo la distruzione del Tempio e fu certo in un dialetto oscuro e senza cultura letteraria che furono tracciate le prime righe di un libro che poi ha scaldato gli animi per secoli successivi. Ma se il vangelo fosse rimasto in quella lingua, non avrebbe avuto molti lettori e quindi si dovette trovare qualcuno che conoscesse anche il greco, in modo che, tramite quella lingua, potesse essere letto da ogni popolo del mondo conosciuto.
Probabilmente proprio il fatto che la storia fosse piena di errori, incongruenze, falsificazioni presumibili, ne ha stabilito l'enorme successo: ogni difetto ha aumentato la bellezza e il dubbio è forse stato la principale ragione del successo. Un ritratto di Gesù finito alla maniera classica non avrebbe mai avuto un simile "charme"! In altre parole, si tratta di un romanzo popolare, che ha saputo conquistare i cuori: un delicato miscuglio di poesia e di senso morale, che oscilla fra il sogno e la realtà, in una specie di paradiso, dove il tempo non ha corso.

Dubitiamo che le varie tradizioni orali che circolavano siano state messe per iscritto prima del 75, ovvero dopo la distruzione del Tempio e fu certo in un dialetto oscuro e senza cultura letteraria che furono tracciate le prime righe di un libro che poi ha scaldato gli animi per secoli successivi. Ma se il vangelo fosse rimasto in quella lingua, non avrebbe avuto molti lettori e quindi si dovette trovare qualcuno che conoscesse anche il greco, in modo che, tramite quella lingua, potesse essere letto da ogni popolo del mondo conosciuto.
Probabilmente proprio il fatto che la storia fosse piena di errori, incongruenze, falsificazioni presumibili, ne ha stabilito l'enorme successo: ogni difetto ha aumentato la bellezza e il dubbio è forse stato la principale ragione del successo. Un ritratto di Gesù finito alla maniera classica non avrebbe mai avuto un simile "charme"! In altre parole, si tratta di un romanzo popolare, che ha saputo conquistare i cuori: un delicato miscuglio di poesia e di senso morale, che oscilla fra il sogno e la realtà, in una specie di paradiso, dove il tempo non ha corso.


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - XII
La tolleranza che il cristianesimo ricevette sotto il regno dei Flavi fu molto favorevole allo sviluppo. Antiochia, Efeso, Corinto e Roma, soprattutto, furono i centri dove il nome di Gesù prendeva sempre più importanza e la convivenza con i pagani era piuttosto facile se i pregiudizi cedevano.
Ciò che costituiva ancora un ostacolo era la differenza fra i cristiani convertiti dal paganesimo (paolinisti) e quelli invece provenienti/stanziati da/in Oriente (gesuani). Le cose si complicavano ancora di più quando, alla differenza di origine, si aggiungeva la lingua, come in Antiochia, dove un gruppo parlava greco e l'altro aramaico, in quel caso era molto complicato scegliere il vescovo. Un caso ancora peggiore era l'Egitto che non aveva nessuna origine apostolica e nemmeno di Paolo si trovavano lettere (che fossero vere o false in questo caso non era importante, perché non ce n'era nemmeno una).
Ma in effetti fu proprio dalla chiesa di Alessandria che uscirà il più energico manifesto di separazione completa fra il giudaismo e il cristianesimo, esso prende il nome di Epistola di Barnaba e da essa nascerà un Cristo nuovo, somigliante a quello che avevamo conosciuto come mito di Osiride o del simbolismo di Iside.
La tolleranza che il cristianesimo ricevette sotto il regno dei Flavi fu molto favorevole allo sviluppo. Antiochia, Efeso, Corinto e Roma, soprattutto, furono i centri dove il nome di Gesù prendeva sempre più importanza e la convivenza con i pagani era piuttosto facile se i pregiudizi cedevano.
Ciò che costituiva ancora un ostacolo era la differenza fra i cristiani convertiti dal paganesimo (paolinisti) e quelli invece provenienti/stanziati da/in Oriente (gesuani). Le cose si complicavano ancora di più quando, alla differenza di origine, si aggiungeva la lingua, come in Antiochia, dove un gruppo parlava greco e l'altro aramaico, in quel caso era molto complicato scegliere il vescovo. Un caso ancora peggiore era l'Egitto che non aveva nessuna origine apostolica e nemmeno di Paolo si trovavano lettere (che fossero vere o false in questo caso non era importante, perché non ce n'era nemmeno una).
Ma in effetti fu proprio dalla chiesa di Alessandria che uscirà il più energico manifesto di separazione completa fra il giudaismo e il cristianesimo, esso prende il nome di Epistola di Barnaba e da essa nascerà un Cristo nuovo, somigliante a quello che avevamo conosciuto come mito di Osiride o del simbolismo di Iside.
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - XIII
Il primo vangelo fu quello di Marco, il quale non sodisfaceva gran che i cristiani: non c'erano o erano molto sintetizzate le più belle predicazioni di Gesù e la vita era solo accennata e addirittura non si diceva nulla dell'infanzia. Si sarebbe voluto un racconto nuovo, che si aggiungesse a ciò che Marco aveva scritto, magari tenendo conto delle migliori tradizioni dell'Oriente.
Fu questa l'origine del secondo vangelo, quello detto di Matteo, scritto da chi aveva ben presente il testo di Marco, addirittura alcuni brani sono copiati alla lettera; c'erano anche cambiamenti, trasposizioni e omissioni di cui non si può conoscere il motivo, magari lo scrivente si è affidato ai ricordi, che in qualche modo completavano il vangelo precedente.
Una cosa certa che si può dire del secondo vangelo è che fu composto a più mani, per poi essere rivisto da chi ebbe il compito di dare unità letteraria al testo, senza preoccuparsi troppo della veridicità dei particolari. Ad es, il discorso della Montagna è ovviamente ripreso da più fonti diverse e messe insieme a scopo didattico, così come sono inseriti in un solo capitolo tutti i rimproveri che Gesù aveva fatto in anni diversi ai farisei.
La preoccupazione che si vede nel testo è soprattutto il voler essere completi, anche se per farlo si devono aggiungere tradizioni diverse e possono emergere contraddizioni e imbarazzi nella narrazione.
Il primo vangelo fu quello di Marco, il quale non sodisfaceva gran che i cristiani: non c'erano o erano molto sintetizzate le più belle predicazioni di Gesù e la vita era solo accennata e addirittura non si diceva nulla dell'infanzia. Si sarebbe voluto un racconto nuovo, che si aggiungesse a ciò che Marco aveva scritto, magari tenendo conto delle migliori tradizioni dell'Oriente.
Fu questa l'origine del secondo vangelo, quello detto di Matteo, scritto da chi aveva ben presente il testo di Marco, addirittura alcuni brani sono copiati alla lettera; c'erano anche cambiamenti, trasposizioni e omissioni di cui non si può conoscere il motivo, magari lo scrivente si è affidato ai ricordi, che in qualche modo completavano il vangelo precedente.
Una cosa certa che si può dire del secondo vangelo è che fu composto a più mani, per poi essere rivisto da chi ebbe il compito di dare unità letteraria al testo, senza preoccuparsi troppo della veridicità dei particolari. Ad es, il discorso della Montagna è ovviamente ripreso da più fonti diverse e messe insieme a scopo didattico, così come sono inseriti in un solo capitolo tutti i rimproveri che Gesù aveva fatto in anni diversi ai farisei.
La preoccupazione che si vede nel testo è soprattutto il voler essere completi, anche se per farlo si devono aggiungere tradizioni diverse e possono emergere contraddizioni e imbarazzi nella narrazione.

Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - XIV
È soprattutto a proposito del "pauperismo" che si scoprono in Matteo precauzioni e inquietudini: "Beati i poveri!" fu forse la prima asserzione uscita dalla bocca divina, ma questa frase poteva essere intesa in vari modi, perché poveri allora era una parola diversa da quella che intendiamo noi, dato che erano gli stessi seguaci di Gesù che si autoproclamavano tali. Pertanto Matteo decise di aggiungervi "di spirito", che sarebbero stati coloro che, fra gli ebrei, svolgevano un ruolo umile, a differenza dei sacerdoti che detenevano il potere.
Un'altra aggiunta si ha alla beatitudine di chi ha fame; la specificazione non originale è "di giustizia".
Dipoi il racconto delle tentazioni nel deserto sono molto sopra le righe, la Passione è arricchita parecchio, infine fa parlare Gesù sulla "sua chiesa", fondata di già sulla primazia di Pietro, mentre il Nostro non ha mai avuto intenzione, da quel che sappiamo quasi per certo, di procedere a qualsiasi fondazione!
La formula del battesimo è stata molto allargata, fino a comprendere addirittura il dogma della Trinità.
Infine i discorsi apocalittici sulla fine dei tempi sono assai rafforzati e Luca, dopo, dovrà darsi da fare parecchio per attenuare tutte quelle affermazioni temerarie su una fine che non arrivava!
È soprattutto a proposito del "pauperismo" che si scoprono in Matteo precauzioni e inquietudini: "Beati i poveri!" fu forse la prima asserzione uscita dalla bocca divina, ma questa frase poteva essere intesa in vari modi, perché poveri allora era una parola diversa da quella che intendiamo noi, dato che erano gli stessi seguaci di Gesù che si autoproclamavano tali. Pertanto Matteo decise di aggiungervi "di spirito", che sarebbero stati coloro che, fra gli ebrei, svolgevano un ruolo umile, a differenza dei sacerdoti che detenevano il potere.
Un'altra aggiunta si ha alla beatitudine di chi ha fame; la specificazione non originale è "di giustizia".
Dipoi il racconto delle tentazioni nel deserto sono molto sopra le righe, la Passione è arricchita parecchio, infine fa parlare Gesù sulla "sua chiesa", fondata di già sulla primazia di Pietro, mentre il Nostro non ha mai avuto intenzione, da quel che sappiamo quasi per certo, di procedere a qualsiasi fondazione!
La formula del battesimo è stata molto allargata, fino a comprendere addirittura il dogma della Trinità.

Infine i discorsi apocalittici sulla fine dei tempi sono assai rafforzati e Luca, dopo, dovrà darsi da fare parecchio per attenuare tutte quelle affermazioni temerarie su una fine che non arrivava!

Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - XV
Il vangelo di Matteo è stata l'opera di una coscienza in qualche modo doppia: l'autore/i è/sono sia giudei che cristiani. Per semplicità usiamo il singolare, egli ama due cose allo stesso tempo e il lettore gode della duplicità.
Benché parli dei giudei in terza persona, lo spirito è permeato di Gerusalemme, come città santa. Per Lui Paolo non rappresenta niente di speciale e anche l'avversione per i farisei non comporta la sconfessione delle autorità giudaiche in sé. Si potrebbe riassumere quel che pensa con la massima latina "Ama tamquam osurus" (Ama come se in futuro dovessi odiare).
Mentre Paolo sopprime il giudaismo, gli evangelisti e Matteo in particolare esistano e si collocano in una penombra molto più delicata.
I pagani convertiti... alla fine vincono, anche se, secondo Renan, invece il vangelo di Matteo sarebbe dovuto essere il libro più importante del cristianesimo.
Il vangelo di Matteo è stata l'opera di una coscienza in qualche modo doppia: l'autore/i è/sono sia giudei che cristiani. Per semplicità usiamo il singolare, egli ama due cose allo stesso tempo e il lettore gode della duplicità.

Mentre Paolo sopprime il giudaismo, gli evangelisti e Matteo in particolare esistano e si collocano in una penombra molto più delicata.
I pagani convertiti... alla fine vincono, anche se, secondo Renan, invece il vangelo di Matteo sarebbe dovuto essere il libro più importante del cristianesimo.
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
da Ernest Renan "Histoire des origines du Christianisme" Livre cinquieme (74-117) - XVI
Ai tempi di Domiziano era difficile distinguere gli ebrei dai giudei-cristiani; forse un po' di chiarezza si sarebbe potuta fare quando il fisco si intrometteva, perché esisteva la c.d. "Tassa giudaica". ma l'esosità del Principe l'aveva estesa a tutti coloro che, ancorché non circoncisi, seguivano i costumi della setta.
Anche lo storico Giuseppe Flavio non si sa bene da che parte stesse, era circonciso, ma completamente sconosciuto alla tradizione talmudica, mentre era stato adottato dai cristiani come uno di loro, addirittura come "scrittore sacro". In effetti è stato molto importante per quella apologetica.
Una delle idee alle quali i cristiani tenevano di più era che Gesù avesse predetto la distruzione del Tempio e Giuseppe fu fatto diventare un testimone fondamentale e fu copiato da moltissimi cristiani, che naturalmente corressero i passaggi che i copisti trovavano un po' scioccanti (anche se non tutti).
Le bibbia fu corretta anche in altre parti, il tutto affinché potesse essere accettata meglio da tutti.
Ai tempi di Domiziano era difficile distinguere gli ebrei dai giudei-cristiani; forse un po' di chiarezza si sarebbe potuta fare quando il fisco si intrometteva, perché esisteva la c.d. "Tassa giudaica". ma l'esosità del Principe l'aveva estesa a tutti coloro che, ancorché non circoncisi, seguivano i costumi della setta.
Anche lo storico Giuseppe Flavio non si sa bene da che parte stesse, era circonciso, ma completamente sconosciuto alla tradizione talmudica, mentre era stato adottato dai cristiani come uno di loro, addirittura come "scrittore sacro". In effetti è stato molto importante per quella apologetica.
Una delle idee alle quali i cristiani tenevano di più era che Gesù avesse predetto la distruzione del Tempio e Giuseppe fu fatto diventare un testimone fondamentale e fu copiato da moltissimi cristiani, che naturalmente corressero i passaggi che i copisti trovavano un po' scioccanti (anche se non tutti).

Le bibbia fu corretta anche in altre parti, il tutto affinché potesse essere accettata meglio da tutti.

Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."

Re: Storia
Salve a tutti ogni tanto mi faccio vedere
Anche se il forum ho visto che per un periodo non so se intermittente funzionava male
Faccio una premessa, non sono mai stato un drago in storia e nemmeno nelle materie letterarie quindi sarei passibile di qualsiasi attacco
Però ho sempre preferito fare ragionamenti da solo anche sbagliati
Premessa che ho 2 figlie che si sono diplomate da qualche anno
In linea di massima il loro programma di storia del quinto anno era lo stesso del mio negli anni 90 e probabilmente anche quelli di mio padre... ossia fino alla seconda guerra mondiale quello che è successo dopo pare non contare...sono passati 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale
Stesso discorso per italiano alla fine si fanno Pascoli, Verga, D'Annunzio stesso programma mio padre, io i miei figli e magari quando sarà i miei nipoti... non leggo molto è vero ma evidentemente dopo questi praticamente il nulla o quasi o almeno è questo che mi viene trasmesso... ma comunque su questo tasto non voglio approfondire
Invece alla luce della grave crisi che sta colpendo il mondo oggi non sarebbe il caso di approfondire la storia un po più recente?
- La caduta del muro di Berlino
- La scissione dell'URSS
- La crisi palestinese
- La guerra nel golfo
- la nascita dei movimenti già citati come Solidarnosc
- La guerra in ex Jugoslavia
Non potrebbe aiutare a capire realmente quello che sta succedendo? E fare partecipi i ragazzi
Come mai la Russia è interessata all'ukraina
Come mai quest'odio tra Israele e Palestina
E via discorrendo
Così facendo noi ascoltiamo o leggiamo cosa dicono i tg o i giornali
Non sarebbe più importante di reintrodurre il latino alle medie?
Sembra che la storia si sia fermata a 80 anni fa
Non so la vedo io in questo modo
Anche se il forum ho visto che per un periodo non so se intermittente funzionava male
Faccio una premessa, non sono mai stato un drago in storia e nemmeno nelle materie letterarie quindi sarei passibile di qualsiasi attacco
Però ho sempre preferito fare ragionamenti da solo anche sbagliati
Premessa che ho 2 figlie che si sono diplomate da qualche anno
In linea di massima il loro programma di storia del quinto anno era lo stesso del mio negli anni 90 e probabilmente anche quelli di mio padre... ossia fino alla seconda guerra mondiale quello che è successo dopo pare non contare...sono passati 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale
Stesso discorso per italiano alla fine si fanno Pascoli, Verga, D'Annunzio stesso programma mio padre, io i miei figli e magari quando sarà i miei nipoti... non leggo molto è vero ma evidentemente dopo questi praticamente il nulla o quasi o almeno è questo che mi viene trasmesso... ma comunque su questo tasto non voglio approfondire
Invece alla luce della grave crisi che sta colpendo il mondo oggi non sarebbe il caso di approfondire la storia un po più recente?
- La caduta del muro di Berlino
- La scissione dell'URSS
- La crisi palestinese
- La guerra nel golfo
- la nascita dei movimenti già citati come Solidarnosc
- La guerra in ex Jugoslavia
Non potrebbe aiutare a capire realmente quello che sta succedendo? E fare partecipi i ragazzi
Come mai la Russia è interessata all'ukraina
Come mai quest'odio tra Israele e Palestina
E via discorrendo
Così facendo noi ascoltiamo o leggiamo cosa dicono i tg o i giornali
Non sarebbe più importante di reintrodurre il latino alle medie?
Sembra che la storia si sia fermata a 80 anni fa
Non so la vedo io in questo modo
Ecco l'elenco delle corse minori del ciclismo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
Re: Storia
Non posso che essere d'accordo, ma va fatta attenzione a non trascurare gli eventi del passato che causano i conflitti del presente.
Per spiegare le guerre fra Israele e gli arabi di Palestina, occorre partire almeno dal sionismo ottocentesco, da Lawrence d'Arabia, dalla dichiarazione Balfour, dalla risoluzione 181
Per spiegare la caduta del muro e l'aggressione all'Ucraina bisogna parlare della guerra civile russa che seguì la rivoluzione, dell'holodomor, di Yalta, dei colpi di stato immediatamente dopo la seconda guerra mondiale nei paesi dell'Europa centro orientale
Voglio dire, bisogna evitare l'errore opposto, quello di concentrarci SOLO sugli ultimi 80 anni
Chiaro, non è facile (e sarebbe importante inserire anche elementi di storia dell'America Latina, dell'Africa, dell'India, della Cina ....) e non ho idea di cosa si possa o si debba tagliare (magari, verosimilmente, la storia antica e altomedievale può essere raccontata a un livello meno approfondito di adesso. O magari si possono aggiungere ore di storia a scapito di altre materie, anche se non saprei quali)
Anche se, riandando ai miei ricordi scolastici, sarebbe probabilmente bastato che l'insegnante non saccheggiasse le ore di storia per fare italiano e le usasse davvero per fare storia. Ma l'esame di maturità di allora, con solo due scritti e quattro orali, di cui italiano usciva sempre e storia mai, agevolava quet tipo di approccio
Per spiegare le guerre fra Israele e gli arabi di Palestina, occorre partire almeno dal sionismo ottocentesco, da Lawrence d'Arabia, dalla dichiarazione Balfour, dalla risoluzione 181
Per spiegare la caduta del muro e l'aggressione all'Ucraina bisogna parlare della guerra civile russa che seguì la rivoluzione, dell'holodomor, di Yalta, dei colpi di stato immediatamente dopo la seconda guerra mondiale nei paesi dell'Europa centro orientale
Voglio dire, bisogna evitare l'errore opposto, quello di concentrarci SOLO sugli ultimi 80 anni
Chiaro, non è facile (e sarebbe importante inserire anche elementi di storia dell'America Latina, dell'Africa, dell'India, della Cina ....) e non ho idea di cosa si possa o si debba tagliare (magari, verosimilmente, la storia antica e altomedievale può essere raccontata a un livello meno approfondito di adesso. O magari si possono aggiungere ore di storia a scapito di altre materie, anche se non saprei quali)
Anche se, riandando ai miei ricordi scolastici, sarebbe probabilmente bastato che l'insegnante non saccheggiasse le ore di storia per fare italiano e le usasse davvero per fare storia. Ma l'esame di maturità di allora, con solo due scritti e quattro orali, di cui italiano usciva sempre e storia mai, agevolava quet tipo di approccio
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
"Il Finestre toglie e il Finestre dà" (Merlozero)
"Il Finestre toglie e il Finestre dà" (Merlozero)
- Beppugrillo
- Messaggi: 4827
- Iscritto il: martedì 4 settembre 2018, 6:41
Re: Storia
Per me la scuola deve semplicemente insegnare dei metodi, quindi un argomento vale un altro, tanto non saresti esaustivo neanche se il liceo durasse 100 anni. Potresti iniziare in prima da Erodoto e finire in quinta con Tucidide e il risultato probabilmente sarebbe lo stesso. Gli eventi recenti non so se è facile insegnarli, probabilmente ti sfuggirebbero da tutte le parti perché ci sono troppe opinioni, troppe fonti, genitori che quegli eventi li hanno vissuti
Re: Storia
sono d'accordo con te. Sulla storia recente è pressochè impossibile trovare fonti limpide.Beppugrillo ha scritto: ↑lunedì 31 marzo 2025, 23:06 Per me la scuola deve semplicemente insegnare dei metodi, quindi un argomento vale un altro, tanto non saresti esaustivo neanche se il liceo durasse 100 anni. Potresti iniziare in prima da Erodoto e finire in quinta con Tucidide e il risultato probabilmente sarebbe lo stesso. Gli eventi recenti non so se è facile insegnarli, probabilmente ti sfuggirebbero da tutte le parti perché ci sono troppe opinioni, troppe fonti, genitori che quegli eventi li hanno vissuti
- Beppugrillo
- Messaggi: 4827
- Iscritto il: martedì 4 settembre 2018, 6:41
Re: Storia
Non so se è una questione limpidezza. Fino a un certo punto della storia il problema non si pone perché tanto di fonte ce n'è una quando va bene, quindi limpida o non limpida non cambia nulla, invece poi sulla prima metà del novecento credo che semplicemente ci siano dei modi di raccontare la storia che hanno prevalso (per motivi che non hanno necessariamente a che fare con la verità o la limpidezza), almeno a un livello scolastico e accessibile a tutti (nel senso che se è vero che nessuna voce viene censurata, non è vero che tutte le voci arrivano a tutti). Su tutta l'esperienza sovietica forse non è ancora successo? Figuriamoci poi su quella americana, di cui probabilmente facciamo parte anche in questo momento.
Mi verrebbe da dire che le cose recenti che si potrebbero raccontare più facilmente a scuola sono quelle che si sono concluse, tipo la guerra delle Falkland, oppure quelle che non si sono concluse per nulla ma almeno sono fisicamente lontanissime da noi, come la rivoluzione iraniana, quella cinese, il post-colonialismo (tra l'altro, pensandoci, questo io a scuola credo di averlo studiato).
Però davvero, l'argomento in sé a scuola credo sia un puro pretesto. Come in letteratura, l'uomo scrive da tremila anni, come si fa a scegliere cosa insegnare a scuola? Oppure la musica (non basterebbe Mozart per riempire un'ora a settimana per cinque anni e dire tutto?), la filosofia, la storia dell'arte (che forse è la materia che oggi a scuola arriva più vicina al presente, almeno nella mia esperienza), ma in realtà anche nelle scienze, io mi sono laureato in ingegneria e non ho imparato a fare nulla di concreto, mi hanno parlato di termosifoni e di reattori nucleari, però adesso mi rendo conto che imparo ogni cosa nuova in metà del tempo rispetto a chi non ha avuto l'insegnamento di un metodo
Mi verrebbe da dire che le cose recenti che si potrebbero raccontare più facilmente a scuola sono quelle che si sono concluse, tipo la guerra delle Falkland, oppure quelle che non si sono concluse per nulla ma almeno sono fisicamente lontanissime da noi, come la rivoluzione iraniana, quella cinese, il post-colonialismo (tra l'altro, pensandoci, questo io a scuola credo di averlo studiato).
Però davvero, l'argomento in sé a scuola credo sia un puro pretesto. Come in letteratura, l'uomo scrive da tremila anni, come si fa a scegliere cosa insegnare a scuola? Oppure la musica (non basterebbe Mozart per riempire un'ora a settimana per cinque anni e dire tutto?), la filosofia, la storia dell'arte (che forse è la materia che oggi a scuola arriva più vicina al presente, almeno nella mia esperienza), ma in realtà anche nelle scienze, io mi sono laureato in ingegneria e non ho imparato a fare nulla di concreto, mi hanno parlato di termosifoni e di reattori nucleari, però adesso mi rendo conto che imparo ogni cosa nuova in metà del tempo rispetto a chi non ha avuto l'insegnamento di un metodo
- Maìno della Spinetta
- Messaggi: 11876
- Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 15:53
Re: Storia
i programmi andrebbero aggiornati, sono d'accordo.riddler ha scritto: ↑sabato 29 marzo 2025, 21:38 Salve a tutti ogni tanto mi faccio vedere
Anche se il forum ho visto che per un periodo non so se intermittente funzionava male
Faccio una premessa, non sono mai stato un drago in storia e nemmeno nelle materie letterarie quindi sarei passibile di qualsiasi attacco
Però ho sempre preferito fare ragionamenti da solo anche sbagliati
Premessa che ho 2 figlie che si sono diplomate da qualche anno
In linea di massima il loro programma di storia del quinto anno era lo stesso del mio negli anni 90 e probabilmente anche quelli di mio padre... ossia fino alla seconda guerra mondiale quello che è successo dopo pare non contare...sono passati 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale
Stesso discorso per italiano alla fine si fanno Pascoli, Verga, D'Annunzio stesso programma mio padre, io i miei figli e magari quando sarà i miei nipoti... non leggo molto è vero ma evidentemente dopo questi praticamente il nulla o quasi o almeno è questo che mi viene trasmesso... ma comunque su questo tasto non voglio approfondire
Invece alla luce della grave crisi che sta colpendo il mondo oggi non sarebbe il caso di approfondire la storia un po più recente?
- La caduta del muro di Berlino
- La scissione dell'URSS
- La crisi palestinese
- La guerra nel golfo
- la nascita dei movimenti già citati come Solidarnosc
- La guerra in ex Jugoslavia
Non potrebbe aiutare a capire realmente quello che sta succedendo? E fare partecipi i ragazzi
Come mai la Russia è interessata all'ukraina
Come mai quest'odio tra Israele e Palestina
E via discorrendo
Così facendo noi ascoltiamo o leggiamo cosa dicono i tg o i giornali
Non sarebbe più importante di reintrodurre il latino alle medie?
Sembra che la storia si sia fermata a 80 anni fa
Non so la vedo io in questo modo
Tutti i fatti che indichi sarebbero da studiare a scuola sotto un unico cappello: il mondo unipolare americano.
C'è tuttavia un ulteriore grosso punto su cui riflettere nell'aggiornare i programmi: la storia che studiamo noi parte dal mediterraneo e finisce a Yalta (grosso modo): la storia italiana e quella europea si intrecciano per circa 3000 anni. Negli ultimi 80 anni la storia succede fuori dall'Italia. E qui si arriva al punto: nei nuovi programmi, come scegliere quali fatti esterni all'Italia e all'Europa meritano di essere approfonditi? Perché tante "storie" dispiegano ancora oggi i loro effetti, quindi è difficile catturarle in modo unitario e sintetico come dovrebbe succedere a scuola. Non studiamo molto della decolonizzazione e dei suoi effetti oggi, non parliamo del medio oriente, come capire il mondo di oggi senza riassumere per sommi capi le svolte cinesi dal 1972 in poi? E allora diviene difficile capire cosa selezionare e cosa no, se abbracciare una storia del mondo o restare più fedeli a un focus euro-italo-mediterraneo, and so on...
“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
Re: Storia
E come si può essere sicuri che quello che abbiamo studiato finora è verità assoluta?Beppugrillo ha scritto: ↑lunedì 31 marzo 2025, 23:06 Per me la scuola deve semplicemente insegnare dei metodi, quindi un argomento vale un altro, tanto non saresti esaustivo neanche se il liceo durasse 100 anni. Potresti iniziare in prima da Erodoto e finire in quinta con Tucidide e il risultato probabilmente sarebbe lo stesso. Gli eventi recenti non so se è facile insegnarli, probabilmente ti sfuggirebbero da tutte le parti perché ci sono troppe opinioni, troppe fonti, genitori che quegli eventi li hanno vissuti
Sono d'accordo su quello che dici
Però boh non lo so quello che sta succedendo in Palestina finora ci hanno sempre dipinti gli israeliani come vittime
Ma invece stiamo vedendo che sono carnefici
Mah
Ecco l'elenco delle corse minori del ciclismo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
Re: Storia
Si ma nel 1993 poi c'è stata la nascita della comunità europeaMaìno della Spinetta ha scritto: ↑martedì 1 aprile 2025, 13:18i programmi andrebbero aggiornati, sono d'accordo.riddler ha scritto: ↑sabato 29 marzo 2025, 21:38 Salve a tutti ogni tanto mi faccio vedere
Anche se il forum ho visto che per un periodo non so se intermittente funzionava male
Faccio una premessa, non sono mai stato un drago in storia e nemmeno nelle materie letterarie quindi sarei passibile di qualsiasi attacco
Però ho sempre preferito fare ragionamenti da solo anche sbagliati
Premessa che ho 2 figlie che si sono diplomate da qualche anno
In linea di massima il loro programma di storia del quinto anno era lo stesso del mio negli anni 90 e probabilmente anche quelli di mio padre... ossia fino alla seconda guerra mondiale quello che è successo dopo pare non contare...sono passati 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale
Stesso discorso per italiano alla fine si fanno Pascoli, Verga, D'Annunzio stesso programma mio padre, io i miei figli e magari quando sarà i miei nipoti... non leggo molto è vero ma evidentemente dopo questi praticamente il nulla o quasi o almeno è questo che mi viene trasmesso... ma comunque su questo tasto non voglio approfondire
Invece alla luce della grave crisi che sta colpendo il mondo oggi non sarebbe il caso di approfondire la storia un po più recente?
- La caduta del muro di Berlino
- La scissione dell'URSS
- La crisi palestinese
- La guerra nel golfo
- la nascita dei movimenti già citati come Solidarnosc
- La guerra in ex Jugoslavia
Non potrebbe aiutare a capire realmente quello che sta succedendo? E fare partecipi i ragazzi
Come mai la Russia è interessata all'ukraina
Come mai quest'odio tra Israele e Palestina
E via discorrendo
Così facendo noi ascoltiamo o leggiamo cosa dicono i tg o i giornali
Non sarebbe più importante di reintrodurre il latino alle medie?
Sembra che la storia si sia fermata a 80 anni fa
Non so la vedo io in questo modo
Tutti i fatti che indichi sarebbero da studiare a scuola sotto un unico cappello: il mondo unipolare americano.
C'è tuttavia un ulteriore grosso punto su cui riflettere nell'aggiornare i programmi: la storia che studiamo noi parte dal mediterraneo e finisce a Yalta (grosso modo): la storia italiana e quella europea si intrecciano per circa 3000 anni. Negli ultimi 80 anni la storia succede fuori dall'Italia. E qui si arriva al punto: nei nuovi programmi, come scegliere quali fatti esterni all'Italia e all'Europa meritano di essere approfonditi? Perché tante "storie" dispiegano ancora oggi i loro effetti, quindi è difficile catturarle in modo unitario e sintetico come dovrebbe succedere a scuola. Non studiamo molto della decolonizzazione e dei suoi effetti oggi, non parliamo del medio oriente, come capire il mondo di oggi senza riassumere per sommi capi le svolte cinesi dal 1972 in poi? E allora diviene difficile capire cosa selezionare e cosa no, se abbracciare una storia del mondo o restare più fedeli a un focus euro-italo-mediterraneo, and so on...
Quindi le strade poi convergono
E alla luce di quello che si sta discutendo adesso e la possibilità di un esercito europeo è utile approfondire questo aspetto
Io penso sia tutto concatenato in quel periodo
Nel 1945 la Germania era nemica.
Dieci anni fa comandavano l'Europa con la Francia
Adesso pare stia cambiando la storia ancora....
Lasciamo alle spalle quel periodo storico...
Pure Napoleone voleva conquistare tutto oltre ad Hitler ma poi falli
Non per questo ci fermiamo li
Ecco l'elenco delle corse minori del ciclismo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
Re: Storia
persino su argomenti chiari e cristallini come la guerra delle Falkland, ci sono moltissimi italiani che ti vengono a blaterare di colonialismo, di aggressione britannica, di sovranità argentina e altre cose ridicole e assurde di questo genere. E’ un problema di cui l’Italia è tremendamente afflitta: l’antioccidentalismo da operetta. E su questo terreno la propaganda russa ha trovato terreno fertilissimo. Credo che purtroppo, anche se venisse insegnata a scuola, il complottismo su un argomento semplice come le Falkland sarebbe duro da eliminare. Certo, meglio provarci.Beppugrillo ha scritto: ↑martedì 1 aprile 2025, 7:34 Non so se è una questione limpidezza. Fino a un certo punto della storia il problema non si pone perché tanto di fonte ce n'è una quando va bene, quindi limpida o non limpida non cambia nulla, invece poi sulla prima metà del novecento credo che semplicemente ci siano dei modi di raccontare la storia che hanno prevalso (per motivi che non hanno necessariamente a che fare con la verità o la limpidezza), almeno a un livello scolastico e accessibile a tutti (nel senso che se è vero che nessuna voce viene censurata, non è vero che tutte le voci arrivano a tutti). Su tutta l'esperienza sovietica forse non è ancora successo? Figuriamoci poi su quella americana, di cui probabilmente facciamo parte anche in questo momento.
Mi verrebbe da dire che le cose recenti che si potrebbero raccontare più facilmente a scuola sono quelle che si sono concluse, tipo la guerra delle Falkland, oppure quelle che non si sono concluse per nulla ma almeno sono fisicamente lontanissime da noi, come la rivoluzione iraniana, quella cinese, il post-colonialismo (tra l'altro, pensandoci, questo io a scuola credo di averlo studiato).
Però davvero, l'argomento in sé a scuola credo sia un puro pretesto. Come in letteratura, l'uomo scrive da tremila anni, come si fa a scegliere cosa insegnare a scuola? Oppure la musica (non basterebbe Mozart per riempire un'ora a settimana per cinque anni e dire tutto?), la filosofia, la storia dell'arte (che forse è la materia che oggi a scuola arriva più vicina al presente, almeno nella mia esperienza), ma in realtà anche nelle scienze, io mi sono laureato in ingegneria e non ho imparato a fare nulla di concreto, mi hanno parlato di termosifoni e di reattori nucleari, però adesso mi rendo conto che imparo ogni cosa nuova in metà del tempo rispetto a chi non ha avuto l'insegnamento di un metodo

- Maìno della Spinetta
- Messaggi: 11876
- Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 15:53
Re: Storia
sono d'accordissimo, forse non mi sono espresso chiaramente: sto dicendo anche io che lo studio della storia va portato avanti come tempo, rilevavo due punti che rendono difficile questo aggiornamento dei programmiriddler ha scritto: ↑martedì 1 aprile 2025, 15:02Si ma nel 1993 poi c'è stata la nascita della comunità europeaMaìno della Spinetta ha scritto: ↑martedì 1 aprile 2025, 13:18i programmi andrebbero aggiornati, sono d'accordo.riddler ha scritto: ↑sabato 29 marzo 2025, 21:38 Salve a tutti ogni tanto mi faccio vedere
Anche se il forum ho visto che per un periodo non so se intermittente funzionava male
Faccio una premessa, non sono mai stato un drago in storia e nemmeno nelle materie letterarie quindi sarei passibile di qualsiasi attacco
Però ho sempre preferito fare ragionamenti da solo anche sbagliati
Premessa che ho 2 figlie che si sono diplomate da qualche anno
In linea di massima il loro programma di storia del quinto anno era lo stesso del mio negli anni 90 e probabilmente anche quelli di mio padre... ossia fino alla seconda guerra mondiale quello che è successo dopo pare non contare...sono passati 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale
Stesso discorso per italiano alla fine si fanno Pascoli, Verga, D'Annunzio stesso programma mio padre, io i miei figli e magari quando sarà i miei nipoti... non leggo molto è vero ma evidentemente dopo questi praticamente il nulla o quasi o almeno è questo che mi viene trasmesso... ma comunque su questo tasto non voglio approfondire
Invece alla luce della grave crisi che sta colpendo il mondo oggi non sarebbe il caso di approfondire la storia un po più recente?
- La caduta del muro di Berlino
- La scissione dell'URSS
- La crisi palestinese
- La guerra nel golfo
- la nascita dei movimenti già citati come Solidarnosc
- La guerra in ex Jugoslavia
Non potrebbe aiutare a capire realmente quello che sta succedendo? E fare partecipi i ragazzi
Come mai la Russia è interessata all'ukraina
Come mai quest'odio tra Israele e Palestina
E via discorrendo
Così facendo noi ascoltiamo o leggiamo cosa dicono i tg o i giornali
Non sarebbe più importante di reintrodurre il latino alle medie?
Sembra che la storia si sia fermata a 80 anni fa
Non so la vedo io in questo modo
Tutti i fatti che indichi sarebbero da studiare a scuola sotto un unico cappello: il mondo unipolare americano.
C'è tuttavia un ulteriore grosso punto su cui riflettere nell'aggiornare i programmi: la storia che studiamo noi parte dal mediterraneo e finisce a Yalta (grosso modo): la storia italiana e quella europea si intrecciano per circa 3000 anni. Negli ultimi 80 anni la storia succede fuori dall'Italia. E qui si arriva al punto: nei nuovi programmi, come scegliere quali fatti esterni all'Italia e all'Europa meritano di essere approfonditi? Perché tante "storie" dispiegano ancora oggi i loro effetti, quindi è difficile catturarle in modo unitario e sintetico come dovrebbe succedere a scuola. Non studiamo molto della decolonizzazione e dei suoi effetti oggi, non parliamo del medio oriente, come capire il mondo di oggi senza riassumere per sommi capi le svolte cinesi dal 1972 in poi? E allora diviene difficile capire cosa selezionare e cosa no, se abbracciare una storia del mondo o restare più fedeli a un focus euro-italo-mediterraneo, and so on...
Quindi le strade poi convergono
E alla luce di quello che si sta discutendo adesso e la possibilità di un esercito europeo è utile approfondire questo aspetto
Io penso sia tutto concatenato in quel periodo
Nel 1945 la Germania era nemica.
Dieci anni fa comandavano l'Europa con la Francia
Adesso pare stia cambiando la storia ancora....
Lasciamo alle spalle quel periodo storico...
Pure Napoleone voleva conquistare tutto oltre ad Hitler ma poi falli
Non per questo ci fermiamo li
“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
- Beppugrillo
- Messaggi: 4827
- Iscritto il: martedì 4 settembre 2018, 6:41
Re: Storia
Penso che uno degli scopi dell'insegnamento della storia dovrebbe essere proprio che cercare di identificare uno Stato, un popolo, come vittima o come carnefice non ha senso (non perché non esistano, in ogni delitto o guerra, una vittima e un carnefice ben distinti, ma perché nella storia tutti hanno coperto entrambi i ruoli e in tutti i popoli c'è di tutto). Però appunto per insegnare questo non serve mica guardare la Palestina o l'URSS, bastano Sparta e Atene. Secondo me ogni società chiusa, se gli dai un arco di tempo sufficiente, ti realizza tutto l'arco delle possibili esperienze umane.riddler ha scritto: ↑martedì 1 aprile 2025, 14:53E come si può essere sicuri che quello che abbiamo studiato finora è verità assoluta?Beppugrillo ha scritto: ↑lunedì 31 marzo 2025, 23:06 Per me la scuola deve semplicemente insegnare dei metodi, quindi un argomento vale un altro, tanto non saresti esaustivo neanche se il liceo durasse 100 anni. Potresti iniziare in prima da Erodoto e finire in quinta con Tucidide e il risultato probabilmente sarebbe lo stesso. Gli eventi recenti non so se è facile insegnarli, probabilmente ti sfuggirebbero da tutte le parti perché ci sono troppe opinioni, troppe fonti, genitori che quegli eventi li hanno vissuti
Sono d'accordo su quello che dici
Però boh non lo so quello che sta succedendo in Palestina finora ci hanno sempre dipinti gli israeliani come vittime
Ma invece stiamo vedendo che sono carnefici
Mah
Forse sarebbe bello concentrarsi sui grandi risultati ottenuti dalla società umana negli ultimi 50 anni (un ridimensionamento delle guerre, una prevalenza quasi assoluta, in "Occidente", della democrazia, che è un'eccezione assoluta nella storia) perché se pensare positivo non rende certamente da solo le cose positive, comunque male non può fare. Però mi rendo conto che un ragionamento così lascia il fianco a tante critiche