jumbo ha scritto: ↑lunedì 27 aprile 2020, 14:41
albopaxo, se si calendarizza una riapertura dei musei, non vedo perchè non si possa calendarizzare una riapertura delle messe...
I primi rappresentano un aspetto della vita culturale (a me non interessano, ma è un fatto mio) le seconde sono il residuo di una tradizione secolare che ha avuto pregi e difetti (i primi soprattutto per gli ominidi), ma che ormai mostra quel che è veramente: un inno alla superstizione più assoluta. Un luogo di ritrovo dove non esiste più nemmeno il mistero, dovuto al rito in una lingua che risuonava senza conoscenza; ormai è chiaro a tutti che si parla solo di parole vuote, flatus voci appunto.
Il primo che sembra parli di tale obbligo per i devoti fu tal Giustino (santo e martire, per cui con molte probabilità sarà stato un criminale in senso metaforico, ma anche letterale, perché condannato per crimini contro Roma, che aveva a quel tempo come imperatore Marco Aurelio, non proprio un persecutore di cristiani, nemmeno secondo la storia tramandataci da questi ultimi ).
Detto fra noi, il Nostro era anche eretico, perché in lui, come in Origene, Clemente e altri il Figlio sembra assumere sussistenza propria solo in quanto "emesso" dal Padre in vista della creazione … proprio la funzione che egli assume una volta generato lo colloca in una posizione d’inferiorità rispetto al Padre (subordinazionismo). Invece che decapitarlo, i cristiani al comando lo avrebbero bruciato, se fosse nato in altra epoca!
Ma che cos'è la messa che Giustino ci ha tramandato? Essa si compone di due parti principali:
a) la liturgia della parola, vale a dire traduzioni di traduzioni di traduzioni, il che significa tradimento dell'originale semitico per quanto riguarda il vecchio testamento e del greco (vedere anche come può essere originale questa lingua, visto che gli eroi del vangelo non sono quelli di Omero)
L'unica cosa degna di storia è il Credo di Nicea/Costantinopoli imposto da un politeista rinnegato (Costantino) che però aveva tutto l'interesse a un solo dio, avendo reintrodotto da poco la monarchia al posto della tetrarchia.
b) la liturgia eucaristica, in altre parole la transustanziazione e in che cosa consiste quanti credini lo sapranno? Essa si basa su quanto è scritto in non so quale vangelo, perché ognuno racconta una storia diversa e le parole sembrano "questo (che io vi mostro) è il mio corpo": parole che mentre proclamano la presenza reale, la producono. Ne segue che, dopo la consacrazione, nulla resta della sostanza del pane e del vino ma soltanto le loro apparenze o specie (accidenti) e che Gesù Cristo continua ad esser presente sotto le medesime fino a che quelle sussistono. In quale lingua furono, se furono, dette, in quale scritte e ora in quali e quante proclamate?
Penso che possa bastare per sostenere che c'è una certa differenza fra musei e messe.
P.S. un mio amico molto licenzioso vi direbbe quali messe per lui dovrebbero essere concesse, ma io non posso riferirle perché aborro il turpiloquio.