sparandole grosse:
1)
sarà l’anno di Cavendish, che forse non riuscirà a superare Kittel al TdF ma che si è tirato a puntino in tutto l’inverno e si farà immortalare a braccia alzate più volte durante la stagione. a partire dalla vittoria della sanremo.
2)
sarà la stagione in cui boonen e cancellara andicheranno dal trono del nord, direi definitivamente. i due dioscuri non vinceranno ne’ la roubaix ne’ il fiandre, e nemmeno la gand-wevelgem. evento accaduto solo una volta (2007) negli ultimi 10 anni. i loro successori sono già tanti ed evidenti, ma nello specifico dico che vanmarcke vincerà il fiandre e degenkolb sia la roubaix che la gand. mi spiace per wiggo, ma pure i sogni hanno un limite.
3)
finalmente si rivedrà protagonista carlos betancur, il fenomeno colombiano che io ritengo l’erede diretto di Danilo Di Luca per classe, completezza e coraggio. Lo si rivedrà già sulle ardenne, contribuendo a rendere le corse un po’ più interessanti, ma non vincerà nulla perchè l’Amstel sarà di kwiatkoski, la freccia resterà a valverde e la liegi tornerà a pippo gilbert (ma magari!).
4)
dopo un po’ di confino “burocratico”, i vampiri dell’antidoping torneranno al protagonismo sulle scene. l’uci obbligherà l’astana a fare un passo indietro, ma la squadra sarà salvata grazie ai petroldollari di qualche sceicco e cambierà nome e colori a metà stagione. prima di tutto ciò ci sarà il giro d’italia, dove torneremo a vedere un corridore di primo piano espulso dalla corsa per non aver passato un controllo… e torneremo a vedere alberto contador in maglia rosa a milano.
5)
Sagan impiegherà un po’ di tempo ad abituarsi al cambio di squadra, e pure quest’anno chiuderà senza vincere nessun monumento. in compenso sarà un mattatore assoluto al tour de france, dove vincerà diverse tappe salvando la spedizione Tinkoff dalla prestazione opaca di un contador che chiuderà ai piedi del podio, sul cui gradino più alto salirà inevitabilmente nairo quintana.
6)
a giugno, wiggo stabilirà il nuovo record dell’ora con l’incredibile prestazione di 55,323. un record difficilmente battibile, ma comunque inferiore a quanto fatto da boardman nel ‘96. motivo per cui wiggo deciderà di tentare un nuovo assalto già nel mese di ottobre.
7)
delusi dalle corse a tappe, i corridori italiani torneranno ad essere protagonisti in quelle in linea, con due resurrezioni miracolose: quella di pozzato, che salirà sul podio del fiandre, e quella di moreno moser, vero mattatore delle corse estive, perdipiù in maglia di campione italiano. come l’avvio di stagione già ha fatto intuire: si vedranno con regolarità sia guardini che bonifazio a giocarsi il risultato negli arrivi in volata.
8)
deluso dal tdf, contador si impunterà per correre un terzo GT e si presenterà al via della vuelta, dove si giocherà la vittoria fino alle ultime tappe. come andrà a finire, questo non si sa, ma sicuramente farà caldo e fuglsang andrà fortissimo.
9)
il 27 settembre a Richmond, contro ogni pronostico, tony gallopin vestirà la maglia di campione del mondo 2015.
10)
dopo le vittorie al delfinato e al lombardia e l’ottimo piazzamento al tour, wilco keldermann verrà unanimamente riconosciuto come la maggior sorpresa della stagione e diventerà l’oggetto del desiderio del prossimo ciclomercato.
tornando sulla terra.
spero che le classiche monumento siano un pochino meglio dell'anno passato.
mi piacerebbe molto se contador riuscisse nella doppietta, ma la vedo davvero dura.
sono curiosissimo di seguire 3 corridori su tutti: sagan, degenkolb e kelderman. tre a cui manca (chi più o chi meno) quel gradino definitivo...
e per quanto riguarda i neoprofessionisti, che sono sempre la cosa più interessante, copio/incollo direttamente i nomi che ho segnalato altrove (
http://www.ciclismo.it/neo-professionis ... ismo-27272):
Carlos Barbero (Caja Rural): nonostante una crisi profondissima, il ciclismo spagnolo riesce ancora a esprimere nuovi elementi che avranno l’ingrato compito di colmare quel gap generazionale che ha seguito la generazione dei fenomeni Contador-Valverde-Rodriguez. Barbero è un potenziale uomo da classiche, con un ottimo sprint e ampi margini di crescita.
Tiesj Benoot (Lotto – Soudal): l’ennesimo nome per le classiche della scuola belga. Benoot è un corridore potenzialmente polivalente, che avrà modo di scoprire col tempo quali saranno i suoi traguardi d’elezione.
Giacomo Berlato (Nippo): uno di quegli attaccanti di razza di cui il ciclismo ha bisogno come il pane. Tra i dilettanti ha dimostrato di saper correre con coraggio, ma anche di finalizzare. Il passaggio tra i pro è difficile, ma speriamo che non lo spaventi.
Clément Chevrier (Iam): questo giovane scalatore svizzero ha avuto una maturazione lenta passata dalle strade degli Usa. Cercherà di tenere le ruote dei grandi in montagna (dove e quando possibile), ma soprattutto di impararne i segreti.
Magnus Cort (Orica – GreenEdge): colpaccio di mercato degli australiani, che sottraendolo alla “predestinata” Tinkoff vogliono costruirsi da subito l’erede di Simon Gerrans.
Caleb Ewan (Orica – GreenEdge): è il nome più atteso tra tutti i giovani (e, guarda caso, ha già vinto due tappe consecutive al Jayco Herald Sun Tour!). Velocista fenomenale che già da junior riusciva a rivaleggiare con i grandi, non stupirebbe vederlo protagonista da subito.
Ilia Koshevoy (Lampre): pistard bielorusso che tra i dilettanti in Italia ha imparato a correre su strada, vincendo un Gp Liberazione e rivaleggiando già con i professionisti al Tour of Utah. È il classico corridore i cui margini sono tutti da scoprire.
Stefan Küng (Bmc): ottimo passista, formatosi come inseguitore e rivelatosi subito un gran cronoman. È il corridore con cui la Svizzera spera di “rimpiazzare” Fabian Cancellara nelle classiche.
Olivier Le Gac (FdJ): laureatosi campione del mondo tra gli juniores nel 2010, la FdJ lo ha per le mani da un paio d’anni ma ha preferito lasciarlo maturare con calma, permettendogli anche di concludere gli studi prima di passare tra i professionisti lo scorso agosto. È la più grande speranza del ciclismo francese del domani.
Jakub Mareczko (Southeast): velocista potente ma soprattutto scaltro, l’italo-polacco ha già messo la sua firma all’esordio tra i professionisti con due vittorie in Venezuela. Dovrà abituarsi ad altre distanze e ad altri ritmi, ma chi ben comincia…
Kristoffer Skjerping (Cannondale – Garmin): più dell’iridato Sven Erik Bystrom, sembra lui la vera gemma dell’incredibile nuova generazione norvegese. Un altro uomo da classiche con una gran volata.
Mike Teunissen (LottoNL): viene dal ciclocross, dove è stato iridato under 23 nel 2013. Lo scorso anno ha vinto la Roubaix e la Paris-Tour di categoria, mentre al Fiandre è stato “solo” quinto. Serve altro?
Dylan Teuns (Bmc): l’elenco di cacciatori di classiche che riesce a sfornare il ciclismo belga ogni anno è impressionante. Eccone un altro, che curiosamente non corre in squadre fiamminghe ma in uno di quei team che sui giovani investe ancora tantissimo.
Louis Vervaeke (Lotto – Soudal): probabilmente anche Vervaeke diventerà un cacciatore di classiche e un domani lo vedremo inseguire la Liegi, ma qui al momento del passaggio tra i professionisti siamo davanti all’unica vera speranza di rivedere il Belgio protagonista nei Gt. Una speranza che da troppo tempo aspetta di concretizzarsi.
Federico Zurlo (UnitedHealthCare): dopo aver chiuso la carriera dilettantistica con una stagione bersagliata dalla malasorte, il vicentino riparte degli USA. Alla UnitedHealthCare trova un maestro come Roberto Damiani, uno che sa benissimo come si vincono le corse che contano.