In Roma era tutto un correre di voci incontrollate, tanto più che il bambino aveva i capelli rossi e la moglie di Catone Saloniano aveva mandato al marito l'avviso di divorzio.
Druso forse soffriva più di tutti, nonostante che lo zio Rufo prendesse la vicenda piuttosto sul ridere e che il nuovo ospite nella casa, Marco Porcio Catone fosse un vero gentiluomo e finalmente vedesse sua sorella un po' felice. Ma i guai per Druso non erano solo quelli, perché di lì a poco seppe che i consoli stavano indagando sui registri dei censori fatti (lui lo intuì) manipolare da Quinto Poppedio Silone!
Se ne andò al Foro e, per fortuna, trovò suo zio Rufo, ma il colloquio si rivelò infruttifero, perché lui non aveva alcun potere in Senato!
Invece sembrava dare altri risultati quanto Cepione andò a dire ai consoli e cioè che Marco Livio Druso aveva elaborato un piano per falsificare il censimento!
Quando i consoli andarono da Druso, la risposta fu eloquente: "Se voi non riuscite a capire che quanto vi ha riferito fanno parte dell'attuale persecuzione di Cepione verso la mia famiglia, allora non siete i romani che pensavo foste! Per Silone e Mutilo non posso pronunciarmi, ma per parte mia la cittadinanza che vorrei fosse estesa agli italici deve essere legale e fare altrimenti è una cosa che non potrei perdonare a nessuno e quindi nemmeno a me stesso." I consoli sembravano dello stesso avviso e si concessero di bere una coppa insieme all'ospite.

Una volta rimasto solo a Druso venne in mente su come avesse avuto Cepione quelle informazioni, specie su Mutilo che lui stesso non conosceva per niente, se non come amico alla lontana di Silone? Questa riflessione ad alta voce fu fatta alla presenza di Livia e Catone lei ebbe l'idea giusta, vale a dire che la spia-fantasiosa potesse esere soltanto una: Servilia!

La bambina confessò subito e di averci aggiunto anche proprie elucubrazioni, basate sul fatto che lo zio Druso era favorevole agli spregevoli italici, al che al padrone di casa non rimase altro da fare se non mettere, per così dire, Servilia agli "arresti domiciliari". Sarebbe potuta andare dal padre, se questi lo avesse voluto, ma una volta uscita dalla casa non vi sarebbe più rientrata!
E Saloniano aggiunse: - Dato che suo padre, siamo sicuri, non se prendera cura, penserai tu a trovarle un marito e ti consiglio di sposarla a un liberto, uno che non abbia la minima possibilità di diventare nobile, allora forse scoprirà che gli schiavi e gli ex-schiavi possono anche essere meglio dei patrizi come lei e il padre! -
