Ho avuto la fortuna di conoscere bene Manuel nel suo ultimo anno da Under23, sia dal punto di vista sportivo che dal punto di vista umano e devo ammettere che mi ha conquistato su entrambi i fronti.
Ragazzo molto sincero, talvolta è risultato antipatico ai suoi colleghi (ma al contempo sa anche farsi voler bene come pochi), più allineati al ciclismo di facciata (nell'"ambiente" è arcinoto che meno si chiacchiera meglio è, ad esempio), anche se col tempo, da ragazzo intelligente, ha saputo smussare ottimamente qualche eccesso.
Per dire...dopo il GP La Torre di fine febbraio di quel 2012, chiuso al secondo posto se ne uscì con «Oh, ma se senza aver fatto neanche un fuori soglia in allenamento vo' così, tra due mesi fo mangiare la polvere a tutti!». Inutile dire che con questa frase mi conquistò definitivamente (e due mesi dopo si mise in saccoccia il Palio del Recioto e la tappa più impegnativa del Toscana-Terra di Ciclismo).

Dal punto di vista tecnico il "Bongio" è dotato di un grande recupero, ma in più di qualche occasione ho avuto l'impressione che paghi oltremisura le salite di un certo chilometraggio. Non so se per la sua voglia di strafare o perché proprio non le digerisce. Io tenderei a propendere per la prima, anche perché talvolta (Val d'Aosta 2010, Terminillo al Giro Bio, scollinò con Aru) ha dimostrato di eccellere anche in quel tipo di sforzo. Di certo il suo terreno ideale è la salita fino a 6-7 km con pendenze in doppia cifra (il tifoso scemo dello Zoncolan non ci ha permesso di capire fin dove sarebbe potuto arrivare sul Kaiser) dove sa davvero esaltarsi e piazzare cambi di ritmo davvero notevoli. Di sicuro il corridore c'è, la testa pure, così come i margini di miglioramento che potranno consegnarci entro un paio d'anni un corridore da GT o, al limite, un ottimo cacciatore di classiche toste (Liegi-Lombardia, ma si vedano già le prestazioni da neopro' a Tre Valli ed Emilia).