Tutte le info qua, con instruzioni dettagliate per chi vuole andare all'arrivo e alla partenza, altimetrie e planimetria.
http://www.giroditalia.it/it/tappa/tappa-14/
Questa la altimetria per noi ciclowebbisti

Si parte con la lunga ascesa al Pordoi, sostanzialmente tanti gradoni e falsopiani (almeno 3) fino ad Arabba. Terreno ideale per andare in fuga. Da Arabba comincia la salita che, in perfetto stile asburgico sale costante attorno al 6 %. Tanti tornanti arrovellati, strada larga e bella, in cima campo libero e vista mozzafiato. Discesa verso Canazei e svolta verso il passo più duro della Ronda, ovvero il Sella. Con la mano destra si accarezzano (letteralmente) le pendici del Piz Boé, con lo sguardo si ammirano Sasso Piatto e Sasso Lungo, mentre lontano a destra si percepisce un valico che arriva d'improvviso. La discesa è rapida, e subito si torna a salire. Due facili gradini e si è subito al Gardena, di cui ci si ricorda di più per i dentelli dei blocchi male-allineati della lunga strada di cemento che conduce a valle. Svolta a destra, e parte il facilissimo (per lunghezza e pendenze) Campolongo. L'aria rarefatta di Sella e Pordoi è un lontano ricordo, il Campolongo è più domestico, non spaventa troppo.
A questo punto la tappa della fuga e dei punti GPM lascerà posto alla tappa vera, perché dopo un lungo falsopiano con un paio di dentelli spacca ritmo si affronta il Giau. Una delle salite più belle delle Dolomiti come durezza e come paesaggio. Lungo, costante, infognato tra montagne gloriose, si apre in cima come un balcone verso il Cristallo, le Tofane , e più lontane le Tre Cime. A destra si toccano Pelmo e Civetta. I corridori vedranno ben poco, perché se qualche uomo di classifica sarà in difficoltà, ci saranno avvoltoi pronti ad azzannarlo. La discesa poi è rapida, e porta a Pecol (di nuovo! Ma è un altro...), dove comincia il Falzarego. Falzarego, Pordoi, Sella, quando Coppi dava i minuti a Bartali... Stavolta il Falzarego è l'ultimo colle di giornata. Non troppo lungo, non troppo difficile, ma con qualche strappo interessante. Ma è l'ultimo colle di giornata, crampi e fatica saranno in agguato. E poi in cima c'è una svolta a destra per fare un altro km fino al Valparola.
La discesa sarà così: guardarsi intorno, mangiar qualcosa, capire chi c'è e chi non c'è. Rifiatare. Bisogna anche pedalare qua e là perché non è ripidissima. La Strega ci guarda sulla destra, ma noi si plana verso i verdi prati della valle più ladina d'Italia. Eccoci a La Villa. Il più è fatto. Valverde guarda Nibali e si chiede se sia contento o no che abbiam portato il muro di Huy in Alto Adige. Manco il tempo di aver buttato in alto la catena per l'ultimo strappetto maledetto, ed ecco il falsopiano finale. Pensare allo sprint. Pensare a spingere. Pensare a conservare. Pensare a non perdere troppo. è finita, meno male, e a domani penseremo domani...


