Messaggio da leggere
da Morris » martedì 19 luglio 2011, 21:43
Ottimo Cadel, mai visto con una faccia così decisa. Il maltempo, comunque, gli è stato amico. Ottimo anche il modo di rispondere a Contador, senza quelle altrettante frustate che alla lunga gli sono dannose. Se nei prossimi giorni si registreranno temperature più basse della media stagionale, potrà vincere, finalmente, il Tour.
Contador, ha rimesso in luce il suo "cavatappi o cacciavite", ma è ancora presto per dire che s’è ritrovato. Ribadisco, oggi tappa particolare, dopo un giorno di riposo, tra l’altro.
Samuel Sanchez, ha esibito l’ennesima prova vivente che in discesa conta la freschezza quanto l’abilità. Oggi è arrivato impiccato al culmine della salita, ed in discesa è stato l’ombra di se stesso. Il suo Tour comunque, fino ad oggi è da incorniciare e non si ruba nulla quando si dice che fra i cosiddetti “big”, fino ad ora, è stato il più brillante.
A Frank Schleck non si chieda troppo. È uno che, da tempo, da il massimo del suo non certo ampio campionario. Non è caduto, ed è un gran passo avanti. Nonostante tutto può andare sul podio, ma a patto di ritrovare salite da percorre con quel clima da Tour che sembra scomparso.
Andy Schleck, è da sempre uno che quando deve pagare, paga di brutto. Gli è andata di lusso che oggi non c’era terreno per sprofondare. Non era brillante prima, difficilmente lo diventerà dopo la spia rossa di oggi. Inoltre ha la testa che ha….Un corridore che rischia seriamente di uscire da questo Tour ridimensionato, anche agli occhi di chi lo vedeva con un tino di pazienza.
Basso, non ha perso in discesa, ma in salita. Che la forbice potesse allargarsi scendendo, soprattutto per le ragioni che ho spiegato sopra su Sanchez, era scontato. Che abbia pagato più di altri il giorno di riposo per il suo essere diesel e per il freddo, ci sta, ma in salita, è stato il peggior Basso da quando è tornato e per ritrovarne uno simile, così pieno di difetti (la solita andatura di spalle e a biscia), bisogna tornare ai primi anni 2000. Corre il rischio di non stare fra i 5. E dire che dopo Luz Ardiden, vista la pochezza degli avversari, era il mio favorito. Ma è pur vero che in quella occasione, poté cancellare la sua mancanza di scatto e di cambio di ritmo, grazie al lavoro di preparazione di Silvestro, il più grande gregario per le salite contemporaneo (ormai purtroppo in calo).
Cunego. Semplicemente bravo. L’ignavia all’insù, è il massimo del suo potenziale nei GT, e la sta tracciando benissimo. Non vincerà probabilmente tappe, ma si piazzerà. Se è questo ciò che volevano sia lui che la sua squadra, la giornata odierna va archiviata con un altro “più”. In altre parole, anche cambiando i fattori, con la trasformazione in chiave d’agilità e l’incollatura del sedere sulla sella, il prodotto in termini di vertice, non cambia. Forse è migliorata la “stabilità”, si dice “alla Nardello", ma Daniele impreziosì la sua “ignavia all’insù”, con una vittoria di tappa al Tour, Sarà capace Damiano di superarlo?
Voeckler. Un corridore che mi piace da sempre, perchè lotta, anima le corse, ed ha di tutto in po’: un Vino in miniatura, insomma. Che possa vincere il Tour ci sta, se consideriamo il basso livello odierno dei cosiddetti big nei GT (checché ne dicano le sentenze involontariamente comiche di Roelf-Jan Tiktak), ma non lo vincerà (anche se mi piacerebbe assai). Chi si stupisce delle sue performance, comunque in calo (la spia rossa nello sprint di Plateau e la non risposta al secondo giro di cacciavite-cavatappi Contador, oggi….), fa i conti solo sul francese e non sugli altri del panorama, scarso (non è mai superfluo ribadirlo), dell’era odierna. E non si prenda come evidente il calo di prestazioni complessive, come una dimostrazione di “cosiddetta pulizia”, perché semmai è aumentato solo il numero degli scalini…. della scala che impera su tutti gli sport: calcio e nuoto in primis. Inoltre, a vangelo secondo i dettami del vissuto, salite e discese, permessi ed eguaglianze, sono di casa nell’asse AsoTrinity…….
Hushovd. Una maglia iridata venuta per caso che si sta meritando quando in giro corre la voce, un tempo siamese alla consorella dei dilettanti, che sia indumento portasfiga. Bravo Thor, soprattutto bravo nell’aver fatto dell’umiltà la base per temprarsi di testa e divenire vincente anche dive non si pensava possibile. Tatticamente uno starnuto di Hushovd, equivale alla proiezione extraterrestre e sempiterna di Andy Schleck.
Boasson Hagen. Adesso che l’assurdità di un’equiparazione a Merckx, che in casa HTC gli avevano affibbiato procurandogli una pre-anestesia sembra lontana, si sta vedendo finalmente un grosso corridore potenziale. Deve comunque continuare con l’umiltà, come l’iridato connazionale gli insegna, e cementare con l’acciaio il ricordo di quell’impossibile accostamento: Eddy (e Marianne Vos) non saranno mai raggiungibili.
La performance più evidente di oggi.
Non è quella di Hushovd, ma di Mark Cavendish. Qualche giorno fa, avevo scritto un intervento che poi non ho postato. A sto punto mi dispiace. Spiegavo nel dettaglio perché questo corridore, dopo una fase iniziale di entusiasmo, mi è sceso fino agli incontri, pur soddisfacenti alla Teofilo Folengo, col gabinetto. Paradossalmente oggi ha dimostrato di essere, oltre che protetto (e se non si è ciechi, si sa), anche una celeberrima testa di minchia. Ha provato a soffrire come ogni corridore dovrebbe sapere e dimostrare, arrivando a partorire la sua più grande performance da quando è salito su una bicicletta (ci si risparmi l’osservazione sulla Sanremo e tappe vinte…). Ha corso senza servile banda accanto, senza quegli appoggi che l’han fatto finire, tante volte immeritatamente nella “rete salvacondotto”; ha pedalato senza quelle scorrettezze che se non fosse dell’Isola di Man, ma di Lanzarote, o Campobasso, o Gorlitz, avrebbe pagato con lunghe squalifiche. Oggi ha morso il manubrio, s’è fatto il mazzo e non voglio pensare al mangime aggiuntivo post riposo. Oggi è stato un corridore, punto. Però, caz.zo, viene subito la domanda: ma quanto ci ha preso per il cu.lo gli altri giorni al Tour e al Giro? Adesso deve continuare a farsi il mazzo, a non cercare l’appoggio all’ammiraglia, a non obbligare due compagni ai lati, a spingerlo con la “x” sui rettilinei in salita e sul sellino sui tornanti. Dimostri che non ha bisogno di giudici ipovedenti a causa di Sindrome Trinity e riconfermi la condotta odierna anche nelle prossime tre tappe. Vuole la Verde a Parigi? La meriti senza scandali, più o meno sottaciuti per intimazioni superiori! Resterà una testa di minchia, ma almeno si salverà uno spicchio di credibilità del ciclismo.
Quando ti alzi la mattina, volgiti verso Aigle e fai una pernacchia o il gesto dell'ombrello. Tu non sai perché lo fai, ma ad Aigle sì.