jerrydrake ha scritto: ↑sabato 1 giugno 2024, 7:49
Non critico il tuo approccio, ma ritengo che per valutare compiutamente il movimento guardare i primi 20 sia fuorviante nel caso di una nazione a differenza di quanto lo sia per le squadre. Limitandosi ai prof su strada, i corridoi oltre l'8ª piazza aggiungono rumore statistico anziché informazioni aggiuntive, per 3 ragioni:
1) non correndo per squadre nazionali l'importante in ogni corsa non è piazzare un italiano nei migliori,
2) ogni singolo ciclista è sottomesso a logiche di squadra (di club),
3) il sistema dei 20 favorisce la semplice numerosità delle nazioni con più atleti.
Chiaro che avere più professionisti di un'altra nazione sia un buon segnale, ma allo stesso tempo allora basterebbe limitarsi a contare gli atleti presenti in classifica. Io ritengo, opinione personale, che la particolarità del ciclismo sia l'estrema importanza del 1° posto rispetto a tutti gli altri piazzamenti e dunque la differenza di un movimento rispetto a un altro sta nell'avere o meno atleti in grado di competere per la vittoria nelle diverse tipologie di gara. Ed è qui che l'Italia pecca da troppo tempo e non se ne vede l'uscita. Fermo restando che apprezzo ogni approccio matematico alla misurazione del problema.
Diciamo che io non ho una idea ben chiara su quale sia l'approccio giusto per fare una valutazione di sistema.
Premesso che il sistema di punteggio UCI serve ad attribuire i punti a corridori (più o meno) professionisti su strada, escludiamo di inserire pista, cross, gravel, under eccetera perché non credo sia utile a nulla. La classifica UCI è quella, stop.
A cosa serve?
A selezionare i contingenti delle nazionali per olimpiadi e mondiali, fare un ranking di squadre, forse anche a qualcos'altro. Per cui già una valutazione di sistema mal si presta ad essere fatta, sia se ne prendiamo 8 e sia se ne prendiamo 20.
La classifica attuale vede settima la Francia. Portano punti i primi francesi fino a Laporte ottavo che ha 1158 pt. La Francia ne ha 12 nei primi 100 del ranking. La Slovenia ha solo 27 corridori che hanno almeno 1 punto, di questi 10 hanno meno di 10 punti, l'ottavo è un certo Primozic con 114 pt.
Capisco che è giusto che Roglic e Pogacar abbiano gregari al mondiale, ma se dobbiamo analizzare il ciclismo sloveno, io non lo metterei avanti a Francia e Italia, come invece si evince dal ranking.
La tua perplessità sul fatto che non si corre per nazionali è condivisibile. Questo avviene solo in determinati eventi che sappiamo. Però in qualche maniera un ranking serve. Alcuni corridori per scelta personale preferiscono fare i gregari ben pagati e non racimolare punti per la propria nazione, questo fa parte del gioco ed è anche comprensibile perché fare punti personali non serve a qualificare se stesso alla prova mondiale, ma serve a dare un posto ad un tuo connazionale selezionato in base ad altri criteri. Fare punti al tennis serve a collocarti in una zona precisa del tabellone, fare punti allo sci alpino serve a partire con neve migliore. Nel ciclismo praticamente non serve quasi a nulla.
Va detto che i corridori vengono pagati dalle squadre e non dalle nazionali.
A me stride 8 per nazione e 20 per team, se fosse stato il contrario avrebbe avuto più senso, parere soggettivo, anche se prima era più o meno così.
Io ritengo che le valutazioni sulla stato di salute di un movimento ciclistico si misurano non guardando solo i punti ma anche altri indicatori che però sono abbastanza soggettivi. Pertanto credo che sia giusto non valutare l'ottavo posto dell'Italia come un disastro.