Salite italiane - I Sibillini

Per raccontare le proprie avventure in bici, le uscite, gli allenamenti, le gare amatoriali e le gran fondo
Avatar utente
Beppugrillo
Messaggi: 4642
Iscritto il: martedì 4 settembre 2018, 6:41

Salite italiane - I Sibillini

Messaggio da leggere da Beppugrillo »

Ciao a tutti, volevo provare a creare qualche sezione un po' organizzata e strutturata sulle salite italiane (beh poi magari anche straniere, perché no). Con calma, senza impegno, per divertimento, ma anche magari per dare qualche consiglio, condividere qualche esperienza e ricevere nuove idee.

Cercherò di dare un contesto geografico, note sulle salite in termini di pendenze, durezza, varianti, collegamenti, stato del fondo, chiaramente riferendomi a quelle che ho fatto e magari accennando a quelle non fatte, riservandomi di passarci quando capiterà. Pensando a come raggrupparle, ho escluso le regioni, le province, qualsiasi categoria amministrativa troppo rigida, le raggrupperò come mi sembra coerente volta per volta, in piena libertà.

E non posso che partire dai Monti Sibillini, che sono le mie salite (e pure le salite dell'attuale astro nascente del ciclismo italiano, quindi doppio motivo). La prima soddisfazione di scollinare una salita lunga l'ho vissuta qua, a Sassotetto, e da lì in poi non ho più smesso e penso valga un po' per chiunque ha provato la gioia di fare fatica in bicicletta in luoghi così belli.

Il gruppo dei Sibillini, come tutti gli Appennini del centro Italia non è particolarmente denso di strade, immagino perché non ha vissuto le guerre mondiali e perché ci sono sempre a disposizione modi molto più semplici di connettere i territori rispetto ai valichi. Poi in realtà la prima vetta che condivido direbbe il contrario, ci si arriva da 7 versanti diversi, pure con qualche variante aggiuntiva, però è un'eccezione.

Andare in bici sui Sibillini è faticoso perché sei a bassa quota, fa caldo, la vegetazione non è mai particolarmente fitta, gli asfalti raramente sono in ottime condizioni. Però si raggiungono luoghi magici, come Castelluccio, Ussita, il Fargno, Macereto, per me che ci ho vissuto accanto per tanto tempo sono quasi scontati, ma quando non ci torno da un po' comunque mi pesa. E mi sento anche di invitare tutti a visitarli, ma le Marche in generale, perché in poche decine di chilometri hai tutta l'Italia, dal mare alla montagna passando per città medievali e zone collinari produttive. Pedalare dal mare verso la montagna, passare in 80-100 km dalla spiaggia alla base degli impianti sciistici è una cosa che si può fare in diverse parti del centro, ma da nessuna parte è bello come nelle Marche
Avatar utente
Beppugrillo
Messaggi: 4642
Iscritto il: martedì 4 settembre 2018, 6:41

Re: Salite italiane - I Sibillini

Messaggio da leggere da Beppugrillo »

SASSOTETTO (VALICO DI SANTA MARIA MADDALENA)

Immagine

La salita di Sassotetto prende il nome dalla località sciistica che si incontra ai tre quarti del versante di Sarnano, mentre il complesso dei vari versanti delle strade che portano nello stesso punto di scollinamento andrebbe chiamato Valico di Santa Maria Maddalena, come in effetti dice il cartello stradale posizionato in cima a fianco della stele in ricordo di Michele Scarponi.
Si può discutere su quanti siano i versanti (non perché ci siano strade nascoste, ma perché ce ne sono di sterrate e alcune si riuniscono in un tratto comune prima della cime), personalmente ne identifico 7, che sono quelli che ho effettivamente percorso, più uno. Tutti i versanti, in sostanza, vanno a unire il comune di Fiastra e il suo Lago con il comune di Sarnano e si riuniscono in unico punto al Valico, a quota 1455 metri circa, che in realtà non è il punto più alto in assoluto raggiungibile su asfalto.

Versante Sarnano
► Mostra testo
Questo è il versante più ovvio, quello che si percorre in auto e quello che in genere percorre la Tirreno-Adriatico. Ed è anche l'unico che passa effettivamente in prossimità di Sassotetto, pur senza attraversarla. Parte dalla piazzetta di Sarnano appena fuori dal centro storico (https://earth.google.com/web/@43.035430 ... _____wEQAA) e prosegue senza lasciare grandi dubbi di orientamento sulla Strada Provinciale 120. Si incontrano tre centri abitati: Brilli, Piobbico e Sassotetto, ognuno scandisce l'inizio di una fase della salita. Da Brilli fino a Piobbico è la parte più semplice, a tratti la pendenza è anche minima, si fa fatica solo sulle primissime curve dopo Brilli. Da Piobbico inizia la parte centrale della salita, sicuramente quella che contiene i tratti più duri. Questa è anche l'unica parte in cui la strada è organizzata in tornanti (sono comunque solamente 7). Tra il secondo e il terzo tornante (sono contati a partire dal basso, diversamente da altri casi) c'è il tratto più duro, un rettilineo con un paio di semi-curve nelle quali la pendenza aumenta progressivamente, arrivando a superare il 10%.
► Mostra testo
Al terzo tornante la salita torna regolare ma comunque piuttosto dura. In questo tratto c'è anche il mitico, super-maceratese, guard-rail con gli adesivi del Varnelli, il distillato all'anice (terribile, per quanto mi riguarda) che da noi si usa (https://earth.google.com/web/@43.012356 ... _____wEQAA), tra le altre cose, per correggere il caffè. Nell'intorno del quarto tornante si rifiata, ci sono anche 200 metri di pianura, prima della tampa verso Sassotetto. In prossimità di Sassotetto comincia la terza e ultima parte della salita, in cui cambia completamente lo scenario. Nella prima e nella seconda lo spazio visivo era aperto verso il mare, nella terza verso la montagna. Qui c'è un'altra breve serie di tornanti (altri tre) prima del lungo rettilineo finale appoggiato sul fianco interno della montagna con vista sul gpm. La pendenza della strada è meno severa rispetto ai tratti più duri della seconda parte ma capita che ci sia il vento a dare fastidio sul rettilineo finale. Questa terza parte avrebbe anche una possibile variante che passa, questa sì, effettivamente da Sassotetto, collegando le basi dei vari impianti di risalita (per quanto sia solo una piccola deviazione, a me piace di più passare da qui che dalla strada principale).
► Mostra testo
Versante San Lorenzo al Lago
► Mostra testo
Questo è il versante più semplice ed è la continuazione della strada principale che del versante di Sarnano. Però ha due elementi di difficoltà: per arrivare alla base bisogna comunque superare un'altra salita precedente (da qualsiasi direzione si arrivi) e la parte più dura è posta in fondo.
► Mostra testo
La base è a San Lorenzo al Lago e per arrivare ci sono due possibilità (a meno di non scendere dal valico stesso, ovviamente): da Pian di Pieca, cioè da est, si deve superare la salita di Monastero (indicativamente 6 km al 4% medio con punte al 10-11% nella seconda parte); da Polverina, cioè da nord-ovest, si deve superare la salita di Cicconi (7,5 km al 5,6%, regolare e ombreggiata, molto bella secondo me).
Comunque ci si arrivi, si parte da San Lorenzo al Lago e la prima parte è estremamente facile, contiene anche dei tratti in contropendenza. La salita vera comincia quando terminano le case del centro abitato di Acquacanina, non ci sono praticamente curve fino a Bolognola quindi c'è un po' la difficoltà psicologica dell'assenza di punti di riferimento, ma molto meno che in altri casi ben più celebri (Blockhaus, senza scomodare il Fedaia) visto che le pendenze sono molto abbordabili (6-7%).
Il punto più duro si incontra prima di entrare a Bolognola con una rampa che sale oltre il 10% e continua fino alla piazza di questo minuscolo comune dove la strada spiana e si trova anche una fontanella (l'ultima prima del valico).

Da Bolognola in su comincia un'altra salita, completamente diversa. Ci sono i tornanti, c'è il bosco, si apre la vista sul Passo del Fargno e su Pizzo Tre Vescovi. Sale la pendenza media ma non ci sono più i picchi dell'ultima rampa prima di Bolognola, inoltre tra ombra e tornanti si fa meno fatica. La fine di questo tratto, e sostanzialmente anche della salita, è a Pintura di Bolognola, alla base degli impianti di risalita. Da qui in su si fa ancora un po' di dislivello ma al 3-4% (eccetto una brevissima rampa prima del valico). Pintura è anche un po' il centro nevralgico dell'intera zona per le altre attività sportive: sci alpino e di fondo, trekking, mountain bike. Per chi sale in bici da corsa è un punto d'arrivo, per chi fa altro è la partenza, come succede spesso.

Versante Callarella (Laminox) / San Liberato
► Mostra testo
Qui siamo su una salita di un altro livello come durezza. Tra l'altro il dato complessivo di 12 km all'8,2% è molto influenzato dalla parte finale facilissima, i chilometri centrali sono costantemente sopra il 10%. La salita si prende da Callarella, dalla fabbrica Laminox che dà il nome anche al versante. In realtà c'è fin da subito una variante perché il primo terzo di salita si potrebbe fare anche passando dal Santuario di San Liberato, che ugualmente pone delle sfide importanti in termini di pendenza, ma in modo un po' più irregolare. Irregolare, in questa prima parte, è anche la strada di base, che sale praticamente in costa sulla collina quindi asseconda la pendenza naturale. Dove si uniscono i due versanti comincia la parte più dura con i tornanti nel bosco. Pendenza fissa sopra il 10%, asfalto danneggiato, tornanti che non spianano.
► Mostra testo
Dopo il tratto più duro in assoluto, con una serie di curve appena accennate e pendenza intorno al 15%, si trova una fontana e la parte dura della salita è terminata. Infatti subito dopo si esce dal bosco e dopo un tratto con pendenze molto più semplici ci si trova su un altopiano molto panoramico e ci si riunisce ad altri due versanti (Acquacanina e Podalla) per andare a scollinare sui Piani di Ragnolo, appena sopra il Valico di Santa Maria Maddalena. Qua la difficoltà della salita è minima, diventa sfidante quando c'è freddo o vento, perché è totalmente esposta.

Credo che sia un versante mai affrontato in corsa, però sarebbe interessante, anche perché si può pensare non come salita totale ma fermarsi sull'altopiano affrontando solo la parte veramente dura (ne verrebbe una salita di 8 km intorno al 9,5%). Direi anche che è la salita più dura di tutti i Monti Sibillini, limitandosi all'asfalto. Ce ne sono di più lunghe, ma mai con queste pendenze medie. Per cicloamatori e cicloturisti, se si riesce a fare questa salita significa che sono abbordabili anche la maggior parte delle salite alpine più famose, che raramente concentrano tanti chilometri consecutivi sopra il 10% medio.

Versante Acquacanina
► Mostra testo
Cominciamo a entrare nel campo dei versanti molto secondari. Questo è l'ultimo interamente asfaltato, non ha un significato logistico particolare se non per raggiungere le abitazioni e le attività produttive che si trovano lungo la strada. Credo che a un certo punto questo versante fosse nel percorso della Granfondo dei Sibillini, adesso non più. In compenso, dovrebbe ancora essere nel percorso della Randonnée "Rghiro". Devo comunque essere onesto (su questo e sui prossimi versanti): non è che me lo ricordi poi così bene…

Però qualcosa si può dire comunque, in attesa di tornarci. Il blocco completo di salita ha la prima parte in comune col versante di San Lorenzo al Lago, dal quale devia all'altezza delle fontane di Acquacanina. Il cartello stradale indica "Piani di Ragnolo" (https://earth.google.com/web/@43.022303 ... _____wEQAA) con un audace pittogramma di sciatori di fondo, che non credo frequentassero quella zona neanche durante la Piccola Era Glaciale. C'è anche subito un cartello di pendenza 15% piuttosto minaccioso ma a sua volta abbastanza fuori luogo (non ci sono tratti al 15%, niente paura).

La parte dura arriva esattamente dove ce la si può aspettare guardando lo sviluppo planimetrico: su quel lungo rettilineo che inizia dove finiscono i gomiti e inizia a diradarsi la vegetazione. L'ombra si azzera e si vede strada dritta davanti a sé per almeno un chilometro senza significativi cali della pendenza e, tra l'altro, quando arriva finalmente la curva, in realtà c'è un ulteriore piccolo aumento di pendenza. Niente di trascendentale, è una salita piuttosto facile (basta dire che rispetto alla "Laminox" fa 100 metri di dislivello in meno con 4 km di strada in più, quindi la pendenza è decisamente diluita).

La peculiarità del versante è che si sviluppa quasi per intero sulla parte "pelata" della montagna, quindi la vista è sempre aperta verso l'alto. Il paesaggio è molto vicino a quello del Blockhaus dal lato di Roccamorice. In un ipotetico tentativo di aggressione di tutti i versanti in serie nella stessa giornata, questo è sicuramente da tenere verso la fine perché si sale con più facilità. Molto buono anche da fare in discesa senza dover temere il traffico, perché non ci passa nessuno (non che altrove ci sia traffico, ma qua ci sono ottime probabilità di farsi 15 km di discesa senza incrociare neanche un'auto).

Versante Podalla
► Mostra testo
Il versante di Podalla è decisamente "esotico", sicuramente poco conosciuto e poco frequentato e il motivo è che è una strada sterrata per circa un terzo. Lo riporto perché mi è capitato di percorrerlo con la bici da corsa quando il mio terrore degli sterrati non era ancora cresciuto su se stesso e dovevo pure continuare a cercare percorsi nuovi. Averlo fatto in bici da corsa comunque non vuol dire che si possa fare in bici da corsa, infatti sono sceso in più di un tratto. In Street View si vede la primissima parte della strada sterrata, la foto è del 2011 ma lo stato della strada che si vede è quello che ci si può aspettare (beh poi non ci passo da 5 anni almeno eh, magari nel frattempo l'hanno sistemato o addirittura ricoperto di asfalto, ma non mi sembra probabile). Di sicuro è fattibile in mountain bike, immagino anche gravel ma non so giudicare.

In ogni caso è una salita interessante, si prende dalla strada che costeggia il Lago di Fiastra (ha lo stesso vincolo del versante di San Lorenzo al Lago: per arrivare a prendere questa salita se ne deve fare un'altra) e la strada è asfaltata fino a Podalla, una frazioncina con poche case. Pendenze tranquille, strada larga, parecchia ombra. Da Podalla parte lo sterrato e si interrompe il report della macchina di Street View che non ha osato inoltrarsi. Anche qua, lo ammetto, i ricordi sono piuttosto vaghi.

Le pendenze maggiori sul tratto sterrato sono nel primissimo rettilineo dopo il tornante di Podalla, subito dopo la prima curva e poi nel tratto conclusivo prima di rientrare sull'asfalto ricongiungendosi al versante di Acquacanina (che a sua volta confluisce in quello Laminox per arrivare ai Piani di Ragnolo). Non dico di più perché davvero non ricordo altro, sulla bellezza del paesaggio non ho particolari dubbi

Versante Garulla
► Mostra testo
Cambiando completamente la zona di partenza rispetto agli ultimi tre versanti, c'è anche quello di Garulla. A sua volta è un versante parzialmente sterrato e come il precedente secondo me non è uno sterrato per bici da corsa. Anche qui Street View offre un accenno della parte sterrata e si vede che la strada diventa molto sconnessa dopo poche decine di metri dalla fine dell'asfalto.

Però è una salita che può valer la pena fare perché offre una vista un po' diversa dalle altre (si rientra sulle strade principali a Pintura, passando sul fianco del Monte Castel Manardo) e perché ha pure una difficoltà sportiva abbastanza importante. Infatti direi che di tutti i versanti è il più irregolare. Si può prendere in diversi punti, però per come la intendo io comincia da Case Innamorati (quindi nel Comune di Amandola, mai toccato dagli altri versanti), c'è un primo lungo tratto facile, largo, boscoso, poi qualche rampa più pendente anticipa il cuore della salita, cioè un tratto con quattro tornanti stretti e poi un lungo rettilineo in cui a memoria si toccano le pendenze più importanti di tutti i versanti eccetto quello di Callarella.

Avvicinandosi a Garulla la situazione torna sotto controllo. Nel paesino c'è l'acqua, c'è un by-pass al posto della strada più diretta (tra Garulla inferiore e superiore, faranno 50 case in tutto e praticamente hanno una "tangenziale") se si vuole diluire un po' la pendenza. Dopo il paese si sale ancora un po', sempre con una difficoltà altimetrica da non sottovalutare, e poi si entra nello sterrato. La memoria non è freschissima ma mi sembra di ricordare uno sterrato molto ghiaioso e con una pendenza importante e relativamente regolare. Quasi tutto nel bosco ma con la vista abbastanza aperta verso Pintura di Bolognola. Prima di arrivare a Pintura c'è anche uno scollinamento, si scende per almeno un chilometro passando anche dalla base di un paio di impianti di risalita.

Guardando un po' l'altimetria con RideWithGPS vedo che si misurano 13,1 km (esclusa la contropendenza finale) con 906 metri di dislivello. Va considerato che nei primi 3,5 km la pendenza non supera mai il 3-4%, quindi la media nella seconda parte è decisamente importante. Da fare in mountain bike, in bici da corsa non lo consiglio. Strada comunque da segnalare anche per il trekking perché si raggiungono dei posti interessanti (non ultimo una piccola spianata in cui ho assistito, trascinato, ad un concerto all'aperto di Marco Mengoni per Risorgimarche)

Versante Montastero
► Mostra testo
Questo versante lo cito perché esiste e direi che è decisamente percorribile, però non l'ho mai fatto quindi non so dire nulla. Si prende da Monastero, lungo la strada per arriva al Lago di Fiastra da Pian di Pieca, da lì fino al ricongiungimento con la strada principale dovrebbe essere tutto sterrato. Linko la pagina di LaFlammeRouge (in cui non è segnalato lo sterrato, ma non credo voglia dire che è stato asfaltato): https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/78871
Avatar utente
Beppugrillo
Messaggi: 4642
Iscritto il: martedì 4 settembre 2018, 6:41

Re: Salite italiane - I Sibillini

Messaggio da leggere da Beppugrillo »

FRONTIGNANO

Immagine

La salita di Frontignano è entrata quest'anno nel ciclismo professionistico, un po' a sorpresa visto che non p frequentatissima neanche dai cicloturisti e cicloamatori di zona. Un po' perché il boom recente del ciclismo praticato qui si è anche scontrato con i danni del terremoto (il versante fatto alla Tirreno-Adriatico è stato chiuso per anni, la corsa era anche un'occasione per celebrare la riapertura), un po' perché nel pedalare lì intorno questa salita si può aggirare. Personalmente, nel giro ad anello dei Sibillini che ritengo il migliore possibile, da 4.000 metri di dislivello circa, la salita di Frontignano la ritengo un passaggio obbligato.
Frontignano è storicamente una località sciistica (linko il sito: https://www.frontignano360.it/) ma probabilmente ha molto più futuro come centro per gli sport estivi, se non altro perché si trova a 1.300 metri sì e no (inoltre credo che al momento funzioni una sola seggiovia). Nel sito linkato sopra, merita un passaggio la mappa interattiva dei percorsi mountain bike. Però io purtroppo lo sterrato non lo mastico, quindi di seguito parlo solo di asfalto e di come salire fino a Frontignano, pur sapendo che probabilmente il bello comincia da lì in su.

Versante Ussita
► Mostra testo
Dubbi sui versanti qui non ce ne sono. Si arriva da due strade, stop. Semmai il dubbio è dove iniziano e finiscono le due salite. Il versante di Ussita è quello che è sempre rimasto aperto, è indubbiamente il versante principale ed è anche il più semplice. Si parte dal centro di Ussita (acqua freddissima sia nella fontana che direttamente nel torrente), ma anche per arrivare a Ussita in realtà un po' bisogna salire prima. Ci potresti arrivare dall'alto, dal valico delle Arette (https://earth.google.com/web/@42.963780 ... wiF29oJEAE), previsto e poi annullato alla Tirreno-Adriatico di quest'anno, comunque un grande punto panoramico. Altrimenti ci arrivi dal basso, da Visso, seguendo una strada in leggerissima salita affiancata al torrente e agli allevamenti di trote.
La prima parte della salita, appena fuori Ussita, è estremamente semplice, si passa accanto al Palazzetto del Ghiaccio (credo del tutto abbandonato, ma in funzione quando ero più piccolo) e al bivio per Colorito, sede classica dei campi estivi dei gruppi scout della zona. L'inizio vero della salita è facilissimo da riconoscere perché è al primo tornante, larghissimo, ancora in mezzo alle case. Da qui è una di quelle salite "asimmetriche" (senza i picchi di Moncenisio da Novalesa) in cui i rettilinei tra un tornante e l'altro sono duri quando si va in una direzione e facili quando si va nella direzione opposta. Per carità, parliamo solo di 6 tornanti in tutto, ma in tutti i casi quelli verso sud-est sono nettamente più impegnativi di quelli verso nord-ovest. Che è anche un bell'aiuto per fare una salita che nei numeri complessivi (7,3 km al 6,5%) risente proprio di questa media (ulteriormente abbassata dal tratto facile iniziale).
Per me la salita finisce all'incrocio con l'altro versante, ma in realtà lì non si è ancora arrivati a Frontignano. Si può salire fino al paese e in particolare fino a Pian dell'Arco (altri 2 km) (https://earth.google.com/web/@42.913541 ... iMgcXNBxAB) rimanendo sull'asfalto e volendo ancora più su, con un altro paio di chilometri su sterrato, fino all'arrivo della seggiovia Saliere. Fin qui arriva anche la macchina di Google, che mostra uno sterrato semplice, fattibile anche in bici da corsa (con le difficoltà del caso in discesa). Da qui in su la bici da corsa bisogna abbandonarla, ma in mountain bike o a piedi c'è ancora tantissimo da fare volendo.

Versante Castelsantangelo sul Nera
► Mostra testo
Questo è il versante visto alla Tirreno-Adriatico, parte da Castelsantangelo sul Nera e passa per San Placido, è sicuramente più duro dell'altro ma rimane complessivamente una salita abbordabile perché è molto corta. Si può dividere in tre zone: l'approccio da Castelsantangelo in una zona con diverse case, il drittone dove si concentra il maggior dislivello fino a San Placido, infine la zona dei tornanti, piuttosto semplice e decisamente la più piacevole da percorrere.
La strada è rimasta completamente chiusa per anni dopo il terremoto (in realtà si riusciva a passare in bici, infatti ci sono passato più volte), in compenso ora che è stata riaperta l'asfalto è nuovo, quindi altro punto a favore. Al contrario è un contro, in estate, l'esposizione a sud e la poca ombra, perché gli alberi lungo la strada ci sono ma sono molto bassi (nella maggior parte dei Sibillini è così).

Nell'anello dei Sibillini da fare in bici da corsa questa salita si inserisce in mezzo, direi a prescindere da verso e punto di partenza. Si può aggirare molto facilmente passando da Visso, però per gli amanti del dislivello vale la pena inserirla perché tutto sommato non aggiunge troppa difficoltà. I collegamenti alle altre strade dopo aver fatto la salita di Frontignano sono abbastanza forzati: se si sale da Ussita e si scende a Castelsantangelo o si torna indietro o si ricomincia subito a salire verso Castelluccio, se invece si sale da Castelsantangelo e si scende a Ussita si può risalire dal Valico delle Arette oppure raggiungere comunque Macereto (una delle zone più belle dei Sibillini) passando da Visso.
Rispondi