La tua idea per avvicinare un pubblico più ampio può anche essere corretta, ma da dove deduci che il pubblico del ciclismo in tv è quello che descrivi tu? Un pubblico benestante e altospendente.herbie ha scritto: ↑venerdì 13 giugno 2025, 11:22 E' certamente così...
Solo che, con questo pubblico "di nicchia", con cultura sportiva, esigente, benestante (sono quelli che comprano le bici da 15k e seguono le rubriche di viaggi alle Hawaii perchè poi CI VANNO) , uno sport come il ciclismo, in Italia, sta morendo, elegantemente, ma sta morendo, con il pubblico di nicchia che balla nel salone del transatlantico.
Per altro morendo nel rincorrere una fetta di pubblico che non è quella con cui era nato ed era diventato il secondo sport nazionale. Il ciclismo non è lo sci, che col pubblico di nicchia, esigente, benestante, ecc.ecc. ci è nato e non deve snaturarsi per continuare.
L'unica scommessa che potrebbe rivitalizzare uno sport che è PER ESSENZA nazional-popolare è rifarlo diventare tale, renderlo accessibile economicamente e comprensibile ai livelli culturali più bassi, non a quelli che vanno dal preparatore e se gli parli di allenamenti specifici li conoscono meglio dei sughi per la pastasciutta.
Una telecronaca "urlata", che punta sui corridori nazionali, esattamente come nel calcio e in tutte le altre discipline sportive, pure "di nicchia" per altro. Il commentatore dello sci di fondo rimane ugualmente impassibile se è in testa un atleta italiano o uno isalandese, oppure non ci vede forse un traino possibile ancora maggiore per gli audience del suo sport?
E' quasi solo nel ciclismo che una quantitativamente importante parte del pubblico inorridisce se il Fabretti di turno ti parla di TIberi a ogni piè sospinto e questo per uno sport che ha perso un abisso di fetta di pubblico che fino a pochi decenni fa aveva....strano autolesionismo, io trovo.
Ma se il Tiberi di turno ti vince tre Tour de France consecutivi diventando all'improvviso il nuovo Indurain o Ganna comincia a fare regolarmente le vittorie di Cancellara, il ciclismo starà continuando a morire, oppure forse una piccola svolta anche a livello di base, giovani, squadre, ci potrebbe essere? Domando. Certo che se il corridore stesso percepisce che nemmeno in patria ha seguito...le cose diventano vieppiù difficili.
Quasi certamente è un pubblico competente ma i pochi che conosco io viaggiano su bici da corsa di 10 anni fa se non ne sono addirittura sprovvisti.
Chi compra bdc da 10 o 15k credo sia più interessato alle nuove ruote ad alto profilo che alle imprese di Paul Magnier.