Chi è stato il più grande scalatore della storia
Chi è stato il più grande scalatore della storia
Visto il grande interesse, allora proponiamolo : chi è stato il più grande scalatore della storia
Ultima modifica di Pino_82 il mercoledì 16 luglio 2025, 18:56, modificato 2 volte in totale.
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Topic-vespaio se mai ne ho visto uno: seguo con interesse 

Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
topic nonnettistico che andrebbe proposto in stagione invernale
con tutto il rispetto per l'opener


Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Ma io durante la stagione invernale tendo a non scrivere
É chiaro un gioco, Binda nn si può mai paragonare a Pogacar, è quasi la pallamano con il calcio
Però, per quanto hanno impresso nella loro epoca (si aggiungo anche Froome come è giusto, perdonatemi ma la US Postal proprio nn riesco) diciamo per farsi un idea, dato che ci sono centinaia di intenditori qui
E anche per aprire il discorso molto naif a più decenni

É chiaro un gioco, Binda nn si può mai paragonare a Pogacar, è quasi la pallamano con il calcio
Però, per quanto hanno impresso nella loro epoca (si aggiungo anche Froome come è giusto, perdonatemi ma la US Postal proprio nn riesco) diciamo per farsi un idea, dato che ci sono centinaia di intenditori qui
E anche per aprire il discorso molto naif a più decenni
-
- Messaggi: 1479
- Iscritto il: lunedì 2 aprile 2018, 16:44
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Mi fermo all'89, anno in cui è finito il vero ciclismo.
Tenderei a mettere sullo stesso piano Bartali e Coppi, il primo più forte sulle salite del Tour, il secondo su quelle del Giro, e Gaul.
Poi Bahamontes e Fuente, probabilmente i migliori su salita secca.
Quindi Merckx pre Blois, Ocaña '71-'73 e il Fignon del Tour 1984.
Pure Trueba, comunque, in salita era fortissimo. Peccato per il resto.
Tenderei a mettere sullo stesso piano Bartali e Coppi, il primo più forte sulle salite del Tour, il secondo su quelle del Giro, e Gaul.
Poi Bahamontes e Fuente, probabilmente i migliori su salita secca.
Quindi Merckx pre Blois, Ocaña '71-'73 e il Fignon del Tour 1984.
Pure Trueba, comunque, in salita era fortissimo. Peccato per il resto.
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
ecco, per me che sono il re degli ignoranti, Eddie, le potenzialità in salita ed il tragico incidente in pista, mi piacerebbe qualcuno approfondissecycling_chrnicles ha scritto: ↑mercoledì 16 luglio 2025, 19:16 Mi fermo all'89, anno in cui è finito il vero ciclismo.
Tenderei a mettere sullo stesso piano Bartali e Coppi, il primo più forte sulle salite del Tour, il secondo su quelle del Giro, e Gaul.
Poi Bahamontes e Fuente, probabilmente i migliori su salita secca.
Quindi Merckx pre Blois, Ocaña '71-'73 e il Fignon del Tour 1984.
Pure Trueba, comunque, in salita era fortissimo. Peccato per il resto.

-
- Messaggi: 1262
- Iscritto il: sabato 7 maggio 2016, 16:10
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
È molto molto difficile
Scelgo Bartali perché a memoria è stato il primo scalatore dominante nelle grandi corse a tappe.
Coppi era completo, fortissimo a cronometro e in salita. Nei suoi picchi migliori era persino più forte di Bartali, ma non era uno scalatore puro, in più Bartali ha perso potenzialmente molti dei suoi anni migliori per la Seconda Guerra Mondiale. Coppi era più giovane e a tratti ancora più dominante.
Appena sotto potrei mettere Pantani, Gaul, Bahamontes, Fuente (che però andava forte solo in salita) e Ocaña. Pogacar e Vingegaard li vedo un po' più indietro. Però il Pogacar di questi ultimi anni in salita se la sarebbe giocata tranquillamente con Merckx e Hinault. Sarebbe stato interessante vedere un duello fra questi grandi fuoriclasse. Pogacar è meno forte a cronometro, ma i percorsi attuali lo favoriscono in questo senso.

Scelgo Bartali perché a memoria è stato il primo scalatore dominante nelle grandi corse a tappe.
Coppi era completo, fortissimo a cronometro e in salita. Nei suoi picchi migliori era persino più forte di Bartali, ma non era uno scalatore puro, in più Bartali ha perso potenzialmente molti dei suoi anni migliori per la Seconda Guerra Mondiale. Coppi era più giovane e a tratti ancora più dominante.
Appena sotto potrei mettere Pantani, Gaul, Bahamontes, Fuente (che però andava forte solo in salita) e Ocaña. Pogacar e Vingegaard li vedo un po' più indietro. Però il Pogacar di questi ultimi anni in salita se la sarebbe giocata tranquillamente con Merckx e Hinault. Sarebbe stato interessante vedere un duello fra questi grandi fuoriclasse. Pogacar è meno forte a cronometro, ma i percorsi attuali lo favoriscono in questo senso.
-
- Messaggi: 7401
- Iscritto il: domenica 9 gennaio 2011, 19:14
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Parlare di Eddy Merckx è fuori tema in questa discussione, perchè non è nell'elenco, please.
1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Pantani, perchè faceva tanto nonostante i percorsi sfavorevoli del Tour.
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Scalatori più o meno puriSalvatore77 ha scritto: ↑mercoledì 16 luglio 2025, 19:35 Parlare di Eddy Merckx è fuori tema in questa discussione, perchè non è nell'elenco, please.
Si, Lemond è un eccezione, dovrei toglierlo, però era stato anche votato
Merckx e Hinault sono fuoriclassi totali, ma nn scalatori puri (16 e 20 crono vinte già solo al Tour)
Lo è anche Pogacar, ma che eccella sopra tutto in salita, lo stiamo vedendo tutti
-
- Messaggi: 1750
- Iscritto il: martedì 26 luglio 2011, 12:30
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Sono troppo di parte e ho vissuto solo gli ultimi 30 anni abbondanti di ciclismo per dire qualcosa di diverso da Pantani, il mio mito sportivo per antonomasia.
Zavoli; "Lei sarebbe Pantani, come per esempio Coppi fu Coppi, se avesse osservato alla lettera quella dieta?"
Pantani; "No io credo che ogni tanto bisognerebbe bere anche il vino non solo il pane e l'acqua. Però credo che l'importante nello sport, che deve essere anche uno specchio della vita di chi ti guarda, di avere delle regole e rispettarle queste regole"
Pantani; "No io credo che ogni tanto bisognerebbe bere anche il vino non solo il pane e l'acqua. Però credo che l'importante nello sport, che deve essere anche uno specchio della vita di chi ti guarda, di avere delle regole e rispettarle queste regole"
-
- Messaggi: 1750
- Iscritto il: martedì 26 luglio 2011, 12:30
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Dopo questo video potete pure chiudere qui la discussione

Zavoli; "Lei sarebbe Pantani, come per esempio Coppi fu Coppi, se avesse osservato alla lettera quella dieta?"
Pantani; "No io credo che ogni tanto bisognerebbe bere anche il vino non solo il pane e l'acqua. Però credo che l'importante nello sport, che deve essere anche uno specchio della vita di chi ti guarda, di avere delle regole e rispettarle queste regole"
Pantani; "No io credo che ogni tanto bisognerebbe bere anche il vino non solo il pane e l'acqua. Però credo che l'importante nello sport, che deve essere anche uno specchio della vita di chi ti guarda, di avere delle regole e rispettarle queste regole"
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Il più grande Coppi. Il più grande scalatore puro Pantani.
"lo spettro di un Giro d'Italia nelle gambe" 

Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Nessuno di quelli in lista ha vinto il grande giro principale quindi dico Raúl Alarcón o Amaro Antunes
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Quindi stai sostanzialmente dicendo che Pogacar in un GT le prenderebbe da Hinault perché se la gioca in salita ma le prende a crono.gampenpass ha scritto: ↑mercoledì 16 luglio 2025, 19:24 È molto molto difficile![]()
Scelgo Bartali perché a memoria è stato il primo scalatore dominante nelle grandi corse a tappe.
Coppi era completo, fortissimo a cronometro e in salita. Nei suoi picchi migliori era persino più forte di Bartali, ma non era uno scalatore puro, in più Bartali ha perso potenzialmente molti dei suoi anni migliori per la Seconda Guerra Mondiale. Coppi era più giovane e a tratti ancora più dominante.
Appena sotto potrei mettere Pantani, Gaul, Bahamontes, Fuente (che però andava forte solo in salita) e Ocaña. Pogacar e Vingegaard li vedo un po' più indietro. Però il Pogacar di questi ultimi anni in salita se la sarebbe giocata tranquillamente con Merckx e Hinault. Sarebbe stato interessante vedere un duello fra questi grandi fuoriclasse. Pogacar è meno forte a cronometro, ma i percorsi attuali lo favoriscono in questo senso.
Per me siamo fuoristrada.
A crono più forte Hinault ma in salita non c'è paragone a favore di Pogacar.
Hinault ammazzava tutti a crono, mi pare abbia vinto solo una tappa di montagna al tour.
Pogacar 5 solo l'anno scorso.
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Scalatore puro?
Non me ne voglia il mio mito Pantani e nemmeno Tadej ma...
Scelgo Bartali.
3 Giri, 2 Tour e un Giro (1940) e un Tour (1937) persi per due maledette e sfortunate cadute..
Un altro Giro (1938) e un altro Tour (1947) saltati per motivi politici quando era al top, soprattutto nel 1938, e soprattutto gli anni migliori di carriera portatigli via dalla guerra.
Non me ne voglia il mio mito Pantani e nemmeno Tadej ma...
Scelgo Bartali.
3 Giri, 2 Tour e un Giro (1940) e un Tour (1937) persi per due maledette e sfortunate cadute..
Un altro Giro (1938) e un altro Tour (1947) saltati per motivi politici quando era al top, soprattutto nel 1938, e soprattutto gli anni migliori di carriera portatigli via dalla guerra.
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Pantani, un fisico progettato per scavare i solchi in salita.
Capace di far male su qualsiasi pendenza, con uno stile unico ed inconfondibile.
Avesse corso in anni diversi avrebbe fatto incetta di vittorie.
Sul resto superfluo pronunciarsi, ormai.
Capace di far male su qualsiasi pendenza, con uno stile unico ed inconfondibile.
Avesse corso in anni diversi avrebbe fatto incetta di vittorie.
Sul resto superfluo pronunciarsi, ormai.
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Si, Vam Impe ed Herrera ci stavano bene, pazienza
Io ho votato Pantani, cosciente che Binda/Bartali/Gaul magari anche Bahamontes potevano essergli superiori, ma per quanto ho ammirato qualcosa di questi straordinari campioni, nn ho abbastanza cultura in merito, per potere stabilire se i nove minuti dati ad Ullrich a les Deux Alpes valgano più o meno dei quindici dati s volta da Bartali al Tour, piuttosto che da Coppi al giro, i dieci di qualche leggendaria impresa di Gaul e di certo le mezze ore di Binda, ciclismo ancora più antesignano.
Quindi, anche se è evidente che Pogacar è più performante in termini di prestazioni rispetto agli altri (tolto Vinge), Pantani è stato il più puro scalatore che ho visto spingere davvero forte in molte occasioni
Io ho votato Pantani, cosciente che Binda/Bartali/Gaul magari anche Bahamontes potevano essergli superiori, ma per quanto ho ammirato qualcosa di questi straordinari campioni, nn ho abbastanza cultura in merito, per potere stabilire se i nove minuti dati ad Ullrich a les Deux Alpes valgano più o meno dei quindici dati s volta da Bartali al Tour, piuttosto che da Coppi al giro, i dieci di qualche leggendaria impresa di Gaul e di certo le mezze ore di Binda, ciclismo ancora più antesignano.
Quindi, anche se è evidente che Pogacar è più performante in termini di prestazioni rispetto agli altri (tolto Vinge), Pantani è stato il più puro scalatore che ho visto spingere davvero forte in molte occasioni
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Si, Vam Impe ed Herrera ci stavano bene, pazienza
Io ho votato Pantani, cosciente che Binda/Bartali/Gaul magari anche Bahamontes potevano essergli superiori, ma per quanto ho ammirato qualcosa di questi straordinari campioni, nn ho abbastanza cultura in merito, per potere stabilire se i nove minuti dati ad Ullrich a les Deux Alpes valgano più o meno dei quindici dati s volta da Bartali al Tour, piuttosto che da Coppi al giro, i dieci di qualche leggendaria impresa di Gaul e di certo le mezze ore di Binda, ciclismo ancora più antesignano.
Quindi, anche se è evidente che Pogacar è più performante in termini di prestazioni rispetto agli altri (tolto Vinge), Pantani è stato il più puro scalatore che ho visto spingere davvero forte in molte occasioni
Io ho votato Pantani, cosciente che Binda/Bartali/Gaul magari anche Bahamontes potevano essergli superiori, ma per quanto ho ammirato qualcosa di questi straordinari campioni, nn ho abbastanza cultura in merito, per potere stabilire se i nove minuti dati ad Ullrich a les Deux Alpes valgano più o meno dei quindici dati s volta da Bartali al Tour, piuttosto che da Coppi al giro, i dieci di qualche leggendaria impresa di Gaul e di certo le mezze ore di Binda, ciclismo ancora più antesignano.
Quindi, anche se è evidente che Pogacar è più performante in termini di prestazioni rispetto agli altri (tolto Vinge), Pantani è stato il più puro scalatore che ho visto spingere davvero forte in molte occasioni
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Si, Vam Impe ed Herrera ci stavano bene, pazienza
Io ho votato Pantani, cosciente che Binda/Bartali/Gaul magari anche Bahamontes potevano essergli superiori, ma per quanto ho ammirato qualcosa di questi straordinari campioni, nn ho abbastanza cultura in merito, per potere stabilire se i nove minuti dati ad Ullrich a les Deux Alpes valgano più o meno dei quindici dati s volta da Bartali al Tour, piuttosto che da Coppi al giro, i dieci di qualche leggendaria impresa di Gaul e di certo le mezze ore di Binda, ciclismo ancora più antesignano.
Quindi, anche se è evidente che Pogacar è più performante in termini di prestazioni rispetto agli altri (tolto Vinge), Pantani è stato il più puro scalatore che ho visto spingere davvero forte in molte occasioni
Io ho votato Pantani, cosciente che Binda/Bartali/Gaul magari anche Bahamontes potevano essergli superiori, ma per quanto ho ammirato qualcosa di questi straordinari campioni, nn ho abbastanza cultura in merito, per potere stabilire se i nove minuti dati ad Ullrich a les Deux Alpes valgano più o meno dei quindici dati s volta da Bartali al Tour, piuttosto che da Coppi al giro, i dieci di qualche leggendaria impresa di Gaul e di certo le mezze ore di Binda, ciclismo ancora più antesignano.
Quindi, anche se è evidente che Pogacar è più performante in termini di prestazioni rispetto agli altri (tolto Vinge), Pantani è stato il più puro scalatore che ho visto spingere davvero forte in molte occasioni
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Si, Vam Impe ed Herrera ci stavano bene, pazienza
Io ho votato Pantani, cosciente che Binda/Bartali/Gaul magari anche Bahamontes potevano essergli superiori, ma per quanto ho ammirato qualcosa di questi straordinari campioni, nn ho abbastanza cultura in merito, per potere stabilire se i nove minuti dati ad Ullrich a les Deux Alpes valgano più o meno dei quindici dati s volta da Bartali al Tour, piuttosto che da Coppi al giro, i dieci di qualche leggendaria impresa di Gaul e di certo le mezze ore di Binda, ciclismo ancora più antesignano.
Quindi, anche se è evidente che Pogacar è più performante in termini di prestazioni rispetto agli altri (tolto Vinge), Pantani è stato il più puro scalatore che ho visto spingere davvero forte in molte occasioni
Io ho votato Pantani, cosciente che Binda/Bartali/Gaul magari anche Bahamontes potevano essergli superiori, ma per quanto ho ammirato qualcosa di questi straordinari campioni, nn ho abbastanza cultura in merito, per potere stabilire se i nove minuti dati ad Ullrich a les Deux Alpes valgano più o meno dei quindici dati s volta da Bartali al Tour, piuttosto che da Coppi al giro, i dieci di qualche leggendaria impresa di Gaul e di certo le mezze ore di Binda, ciclismo ancora più antesignano.
Quindi, anche se è evidente che Pogacar è più performante in termini di prestazioni rispetto agli altri (tolto Vinge), Pantani è stato il più puro scalatore che ho visto spingere davvero forte in molte occasioni
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Si, Vam Impe ed Herrera ci stavano bene, pazienza
Io ho votato Pantani, cosciente che Binda/Bartali/Gaul magari anche Bahamontes potevano essergli superiori, ma per quanto ho ammirato qualcosa di questi straordinari campioni, nn ho abbastanza cultura in merito, per potere stabilire se i nove minuti dati ad Ullrich a les Deux Alpes valgano più o meno dei quindici dati s volta da Bartali al Tour, piuttosto che da Coppi al giro, i dieci di qualche leggendaria impresa di Gaul e di certo le mezze ore di Binda, ciclismo ancora più antesignano.
Quindi, anche se è evidente che Pogacar è più performante in termini di prestazioni rispetto agli altri (tolto Vinge), Pantani è stato il più puro scalatore che ho visto spingere davvero forte in molte occasioni
Io ho votato Pantani, cosciente che Binda/Bartali/Gaul magari anche Bahamontes potevano essergli superiori, ma per quanto ho ammirato qualcosa di questi straordinari campioni, nn ho abbastanza cultura in merito, per potere stabilire se i nove minuti dati ad Ullrich a les Deux Alpes valgano più o meno dei quindici dati s volta da Bartali al Tour, piuttosto che da Coppi al giro, i dieci di qualche leggendaria impresa di Gaul e di certo le mezze ore di Binda, ciclismo ancora più antesignano.
Quindi, anche se è evidente che Pogacar è più performante in termini di prestazioni rispetto agli altri (tolto Vinge), Pantani è stato il più puro scalatore che ho visto spingere davvero forte in molte occasioni
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Si, Vam Impe ed Herrera ci stavano bene, pazienza
Io ho votato Pantani, cosciente che Binda/Bartali/Gaul magari anche Bahamontes potevano essergli superiori, ma per quanto ho ammirato qualcosa di questi straordinari campioni, nn ho abbastanza cultura in merito, per potere stabilire se i nove minuti dati ad Ullrich a les Deux Alpes valgano più o meno dei quindici dati s volta da Bartali al Tour, piuttosto che da Coppi al giro, i dieci di qualche leggendaria impresa di Gaul e di certo le mezze ore di Binda, ciclismo ancora più antesignano.
Quindi, anche se è evidente che Pogacar è più performante in termini di prestazioni rispetto agli altri (tolto Vinge), Pantani è stato il più puro scalatore che ho visto spingere davvero forte in molte occasioni
Io ho votato Pantani, cosciente che Binda/Bartali/Gaul magari anche Bahamontes potevano essergli superiori, ma per quanto ho ammirato qualcosa di questi straordinari campioni, nn ho abbastanza cultura in merito, per potere stabilire se i nove minuti dati ad Ullrich a les Deux Alpes valgano più o meno dei quindici dati s volta da Bartali al Tour, piuttosto che da Coppi al giro, i dieci di qualche leggendaria impresa di Gaul e di certo le mezze ore di Binda, ciclismo ancora più antesignano.
Quindi, anche se è evidente che Pogacar è più performante in termini di prestazioni rispetto agli altri (tolto Vinge), Pantani è stato il più puro scalatore che ho visto spingere davvero forte in molte occasioni
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Si, Vam Impe ed Herrera ci stavano bene, pazienza
Io ho votato Pantani, cosciente che Binda/Bartali/Gaul magari anche Bahamontes potevano essergli superiori, ma per quanto ho ammirato qualcosa di questi straordinari campioni, nn ho abbastanza cultura in merito, per potere stabilire se i nove minuti dati ad Ullrich a les Deux Alpes valgano più o meno dei quindici dati talvolta volta da Bartali al Tour, piuttosto che da Coppi al giro, i dieci di qualche leggendaria impresa di Gaul e di certo le mezze ore di Binda, ciclismo ancora più antesignano.
Quindi, anche se è evidente che Pogacar è più performante in termini di prestazioni rispetto agli altri (tolto Vinge), Pantani è stato il più puro scalatore che ho visto spingere davvero forte in molte occasioni
Io ho votato Pantani, cosciente che Binda/Bartali/Gaul magari anche Bahamontes potevano essergli superiori, ma per quanto ho ammirato qualcosa di questi straordinari campioni, nn ho abbastanza cultura in merito, per potere stabilire se i nove minuti dati ad Ullrich a les Deux Alpes valgano più o meno dei quindici dati talvolta volta da Bartali al Tour, piuttosto che da Coppi al giro, i dieci di qualche leggendaria impresa di Gaul e di certo le mezze ore di Binda, ciclismo ancora più antesignano.
Quindi, anche se è evidente che Pogacar è più performante in termini di prestazioni rispetto agli altri (tolto Vinge), Pantani è stato il più puro scalatore che ho visto spingere davvero forte in molte occasioni
-
- Messaggi: 1479
- Iscritto il: lunedì 2 aprile 2018, 16:44
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Se guardiamo il periodo migliore, il Fignon del 1984 era una cosa inarrivabile.
Sicuramente, in anni e con modi diversi, Coppi, Bartali, Gaul, Mercxk, Ocana, Van Impe hanno fatto imprese che sono notevoli, scelgo però un corridore che ho visto correre (Van Impe aveva già dato il meglio di sé quando ho iniziato a seguirlo). Ovviamente fra Fignon e Vingegaard e Pogacar il più grande è stato Pantani, anche se sarebbe stato troppo scontato e banale sceglierlo
Sicuramente, in anni e con modi diversi, Coppi, Bartali, Gaul, Mercxk, Ocana, Van Impe hanno fatto imprese che sono notevoli, scelgo però un corridore che ho visto correre (Van Impe aveva già dato il meglio di sé quando ho iniziato a seguirlo). Ovviamente fra Fignon e Vingegaard e Pogacar il più grande è stato Pantani, anche se sarebbe stato troppo scontato e banale sceglierlo
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
"Il Finestre toglie e il Finestre dà" (Merlozero)
"Il Finestre toglie e il Finestre dà" (Merlozero)
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
p.s. Ragazzi nn so perché mi si è moltiplicato per sette il messaggio, ho un telefono che rilascia smiles in automatico 
Si, si può concordare con Coppi il più grande, Pogacar il più forte, Pantani il più scalatore
Però il mio è stato un voto per limite di conoscenza
Un buon amatore di una sessantina di anni, saprebbe individuare le differenze di girare con i pignoni di Coppi e Bartali, piuttosto che di Pantani, piuttosto che i rapporti di oggi. Io per quanto intuisca che vi sono differenze macroscopiche del mezzo nelle varie epoche, vedo sempre un Coppi che scava solchi incredibili, ma fare anche lui fatica, piuttosto che lo stesso Merckx ; dal periodo Lemond in poi (Moser 1984 fa lo spartiacque) si comincia a vedere un nuovo modo di stare in bici, cosa che dal periodo Contador in poi si fa più moderno, relazionato al presente

Si, si può concordare con Coppi il più grande, Pogacar il più forte, Pantani il più scalatore
Però il mio è stato un voto per limite di conoscenza
Un buon amatore di una sessantina di anni, saprebbe individuare le differenze di girare con i pignoni di Coppi e Bartali, piuttosto che di Pantani, piuttosto che i rapporti di oggi. Io per quanto intuisca che vi sono differenze macroscopiche del mezzo nelle varie epoche, vedo sempre un Coppi che scava solchi incredibili, ma fare anche lui fatica, piuttosto che lo stesso Merckx ; dal periodo Lemond in poi (Moser 1984 fa lo spartiacque) si comincia a vedere un nuovo modo di stare in bici, cosa che dal periodo Contador in poi si fa più moderno, relazionato al presente
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Chiunque abbia votato Zoetemelk è un grande 

Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Esatto, Fignon 1984, che sale a Crans Montana a 450 watt medi, quando fino ad allora le prestazioni massime si aggiravano intorno i 400 watt (e vince il Tour con undici minuti di vantaggio)
Qualcuno può raccontare qualcosa di quel Tour?
Qualcuno può raccontare qualcosa di quel Tour?
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Un gran burlone.
Forse Uganda ?
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
-
- Messaggi: 1479
- Iscritto il: lunedì 2 aprile 2018, 16:44
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Quel Tour, in buona parte, lo puoi già recuperare su YouTube Pino.
La tappa clou è quella di La Plagne.
Fu anche la Boucle dell'esplosione di Herrera.
I colombiani si sapeva da tempo che erano forti (ed erano pure tanti, all'epoca...poi la qualità calò fino alla rinascita con la generazione Quintana). Coppi e Koblet a fine carriera andarono a correre là e le presero da Ramon Hoyos (parliamo di fine anni '50). Negli anni '70 Gimondi e altri erano andati a correre il Clasico Polimeros Colombiano, trovando una concorrenza qualificata nei corridori locali. Cochise Rodriguez, poi, aveva corso in Europa con ottimi risultati (ma non era uno scalatore puro, anzi). Nel 1980 vinsero per la prima volta l'Avenir, all'epoca corsa a tappe di due settimane, con Florez (mettendo nel sacco, peraltro, il sopraccitato Soukho). A inizio anni '80 iniziarono a chiamarli sia al Tour che alla Vuelta e i risultati arrivarono subito. Herrera, tra tutti, era il più forte in salita e fino all'Alpe d'Huez fu il corridore più brillante in montagna.
Ma era un Tour durissimo e finì per presentare il conto al colombiano, che mai aveva fatto una gara del genere. Al contrario, la durezza del tracciato esaltò Fignon, che negli ultimi 10 giorni fu la cosa più vicina a Merckx vista nel pre Pogacar. Vinceva anche volate contro Hinault e Kelly.
-
- Messaggi: 1750
- Iscritto il: martedì 26 luglio 2011, 12:30
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Se non sbaglio il Tour ha eletto Bahamontes come il più grande scalatore della storia nella corsa francese.
Noi in Italia avendo infiammato le montagne del Giro siamo più legati al mito Gaul, ma da quello che ho letto in giro per il web Bahamontes pur non avendo la completezza del lussemburghese in salita aveva picchi superiori.
Noi in Italia avendo infiammato le montagne del Giro siamo più legati al mito Gaul, ma da quello che ho letto in giro per il web Bahamontes pur non avendo la completezza del lussemburghese in salita aveva picchi superiori.
Zavoli; "Lei sarebbe Pantani, come per esempio Coppi fu Coppi, se avesse osservato alla lettera quella dieta?"
Pantani; "No io credo che ogni tanto bisognerebbe bere anche il vino non solo il pane e l'acqua. Però credo che l'importante nello sport, che deve essere anche uno specchio della vita di chi ti guarda, di avere delle regole e rispettarle queste regole"
Pantani; "No io credo che ogni tanto bisognerebbe bere anche il vino non solo il pane e l'acqua. Però credo che l'importante nello sport, che deve essere anche uno specchio della vita di chi ti guarda, di avere delle regole e rispettarle queste regole"
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Grazie, si lo a andrò a vedere
Ci sono qualche cinque tappe sulle Alpi, prima i Pirenei, 23 tappe, neanche un riposo : insomma un Tour incredibile
Ci sono qualche cinque tappe sulle Alpi, prima i Pirenei, 23 tappe, neanche un riposo : insomma un Tour incredibile
-
- Messaggi: 1479
- Iscritto il: lunedì 2 aprile 2018, 16:44
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Si accordarono loro due per dire che Bahamontes fosse più forte su salita secca e Gaul su salite ripetute.Pantani the best ha scritto: ↑giovedì 17 luglio 2025, 12:11 Se non sbaglio il Tour ha eletto Bahamontes come il più grande scalatore della storia nella corsa francese.
Noi in Italia avendo infiammato le montagne del Giro siamo più legati al mito Gaul, ma da quello che ho letto in giro per il web Bahamontes pur non avendo la completezza del lussemburghese in salita aveva picchi superiori.
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Da adolescente ho avuto la fortuna di poter seguire le imprese di questo corridore,che vinceva (o perdeva di poco) giri (uno perso per fare pipì,altro che il fair play di ieri) e tour costruiti ad hoc per un certo Anquetil che,sopratutto grazie alle cronometro che ai tempi si facevano su 50/60 km,,vinse 5 tour 2 Giri e 1 Vuelta.I Tour erano per squadre nazionali ,potete immaginare che squadra poteva avere il lussemburghese Charly Gaul.
Divenne una leggeda perchè vinceva ribaltando situazioni di classifica proibitive,guadagnando in montagna minuti a decine sui diretti rivali.
S ritirò a soli 30 anni stanco di un ambiente mai veramente amato ,e con antipatie contraccambiate.
Un breve excursus delle sue imprese.
Charly Gaul, l’uomo delle imprese leggendarie.
In occasione di ciò che sarebbe stato il suo 90° compleanno, ricordiamo la storia vincente ma triste del ciclista lussemburghese, scalatore leggendario
7 dicembre 2022
|
di Stefano Marelli
Una tappa epica
Il passato che tutti volevano rievocare era un’epoca fatta di gloria e successi, imprese titaniche per sempre incise nella leggenda del ciclismo. Le sue gesta sul Monte Bondone al Giro d’Italia del 1956, addirittura, sono da molti considerate il più grande exploit in assoluto nella storia delle due ruote. Era l’8 giugno, ma a Merano, da dove partiva la tappa, pareva tornato l’inverno. Nelle prime due settimane di gara, il 24enne Charly Gaul - alla terza stagione da professionista - era già riuscito a vincere un paio di tappe, la Pescara-Campobasso e la crono bolognese con arrivo al santuario della Madonna di San Luca. In classifica, però, rimaneva abbastanza lontano per non mettere in allarme nessuno quando si mise a spingere sui pedali come un dannato malgrado il vento, la pioggia gelida e poi la neve che avevano deciso di violentare quella ventesima tappa destinata a non esser mai dimenticata. Le condizioni erano così terribili che i primi ritiri si registrarono già sulla prima salita, superata per primo da Gaul in compagnia dell’iberico Bahamontes - fra i suoi pochi amici - con oltre 40 secondi di vantaggio su Fornara, che portava la Maglia rosa. Sul Rolle, invece, Gaul transitò da solo: l’amico spagnolo - pur essendo il più vicino dei suoi inseguitori - accusava ormai tre minuti di ritardo.
La pioggia divenne neve, e i ‘girini’ presero a cadere come mosche congelate in volo. Ad alzare bandiera bianca fu pure Defilippis, malgrado quando montò sull’ammiraglia fosse virtualmente il nuovo leader, avendo staccato Fornara di oltre cinque minuti. Poco dopo fu lo stesso Fornara, mezzo morto, a dare forfait alle porte di Trento. Gaul non si accorse di nulla, e continuò ad arrampicarsi incurante della neve che gli cadeva sulla testa e del freddo che gli ghiacciava i freni, peraltro inutili lungo quegli ultimi km che conducevano al Monte Bondone. Fatto sta che il lussemburghese Charly Gaul, una volta transitato sotto lo striscione del traguardo dopo oltre 9 ore di tregenda, dovette attendere quasi 8 minuti prima di veder spuntare Fantini, il secondo classificato, e addirittura oltre 12 minuti per conoscere il nome del terzo: era il grande Fiorenzo Magni, che avendo una spalla fratturata reggeva il manubrio con un tubolare stretto fra i denti. Il termometro segnava meno quattro gradi, e a flirtare con l’assideramento erano pure i giornalisti, benché se ne stessero al chiuso delle automobili. Degli 86 ciclisti partiti quel mattino, a ritirarsi furono ben 45, fra cui Poblet, Nencini e il già citato Bahamontes: Gaul, che non riusciva a staccare dal manubrio le dita congelate, recuperò la bellezza di 14 posizioni, si impadronì della Maglia rosa, la difese nelle ultime due tappe e, a 24 anni da compiere, vinse probabilmente il più leggendario dei Giri d’Italia.
L’anno seguente (1957) stava per ripetere l’impresa: in rosa da tre giorni, quando si ritrovò ad affrontare il ‘suo’ Monte Bondone - forte di un buon vantaggio in classifica e confidando nella correttezza dei rivali - si fermò un minuto per mingere: gli avversari (soprattutto Nencini e Louison Bobet) ne approfittarono per attaccarlo vigliaccamente e riuscirono a fargli perdere quattro posizioni. La Maglia rosa andò a Nencini, e inutile fu per Gaul vincere la tappa successiva (a Levico Terme): fu l’italiano a vincere il Giro. Si rifece ampiamente della delusione nel 1958, andando a conquistare nientemeno che il Tour de France: e lo fece alla sua maniera, staccando tutti di una decina di minuti sulle strade che dividevano Briançon da Aix-les-Bains, comprensive di cinque colli spezzagambe. Quella cavalcata gli fece scalare paurosamente la classifica, fino alla terza posizione: la maglia gialla arrivò due giorni più tardi, grazie alla vittoria nella lunga crono da Besançon a Digione.
Il folletto Charly Gaul - poco più di 170 cm per 60 kg scarsi e già ribattezzato Angelo della montagna - con quel successo alla Grande Boucle si ritagliò definitivamente un posto nell’Olimpo del ciclismo, suffragato l’anno successivo da una seconda affermazione al Giro d’Italia, ottenuta - di nuovo - grazie a un’impresa dal sapore epico. Il 6 giugno in cartellone c’era la penultima tappa, che portava la carovana da Aosta a Courmayeur fra infiniti saliscendi. In rosa c’era il grande Jacques Anquetil, che aveva appena strappato il simbolo del primato proprio a Gaul, che l’aveva indossato per una dozzina di giorni. Il lussemburghese andò all’attacco sul Piccolo San Bernardo, il francese provò a rispondere, ma presto entrò in una delle peggiori crisi della sua carriera, fu costretto a lasciar fuggire il rivale e giunse al traguardo con nove minuti di ritardo. Nelle ultime tappe, Anquetil recuperò qualcosina, ma Gaul riuscì comunque a difendere il primo posto finale con oltre 6 minuti di margine. Stremato nel fisico da fatiche ciclopiche e dalle pillole che in quegli anni tutti prendevano in dosi massicce, Charly Gaul - fra gli scalatori più entusiasmanti di tutti i tempi - scese di sella quando aveva soltanto trent’anni. Stanco di un ambiente che in fondo non aveva mai amato - antipatia peraltro ricambiata - per qualche anno tornò ogni tanto a veder sfrecciare i suoi ex colleghi, se il Tour passava per caso vicino alla sua casetta nel bosco. Ma si piazzava dove non c’era nessuno, per evitare che qualcuno, riconoscendolo, si mettesse a far domande sulle quelle sue lontane imprese entrate ormai nel mito. Una delle poche volte che accettò di mostrarsi in pubblico fu il funerale di Marco Pantani, altro scalatore tormentato a cui Gaul diceva di sentirsi assai vicino.
https://www.laregione.ch/sport/ciclismo ... y-due-anni
Divenne una leggeda perchè vinceva ribaltando situazioni di classifica proibitive,guadagnando in montagna minuti a decine sui diretti rivali.
S ritirò a soli 30 anni stanco di un ambiente mai veramente amato ,e con antipatie contraccambiate.
Un breve excursus delle sue imprese.
Charly Gaul, l’uomo delle imprese leggendarie.
In occasione di ciò che sarebbe stato il suo 90° compleanno, ricordiamo la storia vincente ma triste del ciclista lussemburghese, scalatore leggendario
7 dicembre 2022
|
di Stefano Marelli
Una tappa epica
Il passato che tutti volevano rievocare era un’epoca fatta di gloria e successi, imprese titaniche per sempre incise nella leggenda del ciclismo. Le sue gesta sul Monte Bondone al Giro d’Italia del 1956, addirittura, sono da molti considerate il più grande exploit in assoluto nella storia delle due ruote. Era l’8 giugno, ma a Merano, da dove partiva la tappa, pareva tornato l’inverno. Nelle prime due settimane di gara, il 24enne Charly Gaul - alla terza stagione da professionista - era già riuscito a vincere un paio di tappe, la Pescara-Campobasso e la crono bolognese con arrivo al santuario della Madonna di San Luca. In classifica, però, rimaneva abbastanza lontano per non mettere in allarme nessuno quando si mise a spingere sui pedali come un dannato malgrado il vento, la pioggia gelida e poi la neve che avevano deciso di violentare quella ventesima tappa destinata a non esser mai dimenticata. Le condizioni erano così terribili che i primi ritiri si registrarono già sulla prima salita, superata per primo da Gaul in compagnia dell’iberico Bahamontes - fra i suoi pochi amici - con oltre 40 secondi di vantaggio su Fornara, che portava la Maglia rosa. Sul Rolle, invece, Gaul transitò da solo: l’amico spagnolo - pur essendo il più vicino dei suoi inseguitori - accusava ormai tre minuti di ritardo.
La pioggia divenne neve, e i ‘girini’ presero a cadere come mosche congelate in volo. Ad alzare bandiera bianca fu pure Defilippis, malgrado quando montò sull’ammiraglia fosse virtualmente il nuovo leader, avendo staccato Fornara di oltre cinque minuti. Poco dopo fu lo stesso Fornara, mezzo morto, a dare forfait alle porte di Trento. Gaul non si accorse di nulla, e continuò ad arrampicarsi incurante della neve che gli cadeva sulla testa e del freddo che gli ghiacciava i freni, peraltro inutili lungo quegli ultimi km che conducevano al Monte Bondone. Fatto sta che il lussemburghese Charly Gaul, una volta transitato sotto lo striscione del traguardo dopo oltre 9 ore di tregenda, dovette attendere quasi 8 minuti prima di veder spuntare Fantini, il secondo classificato, e addirittura oltre 12 minuti per conoscere il nome del terzo: era il grande Fiorenzo Magni, che avendo una spalla fratturata reggeva il manubrio con un tubolare stretto fra i denti. Il termometro segnava meno quattro gradi, e a flirtare con l’assideramento erano pure i giornalisti, benché se ne stessero al chiuso delle automobili. Degli 86 ciclisti partiti quel mattino, a ritirarsi furono ben 45, fra cui Poblet, Nencini e il già citato Bahamontes: Gaul, che non riusciva a staccare dal manubrio le dita congelate, recuperò la bellezza di 14 posizioni, si impadronì della Maglia rosa, la difese nelle ultime due tappe e, a 24 anni da compiere, vinse probabilmente il più leggendario dei Giri d’Italia.
L’anno seguente (1957) stava per ripetere l’impresa: in rosa da tre giorni, quando si ritrovò ad affrontare il ‘suo’ Monte Bondone - forte di un buon vantaggio in classifica e confidando nella correttezza dei rivali - si fermò un minuto per mingere: gli avversari (soprattutto Nencini e Louison Bobet) ne approfittarono per attaccarlo vigliaccamente e riuscirono a fargli perdere quattro posizioni. La Maglia rosa andò a Nencini, e inutile fu per Gaul vincere la tappa successiva (a Levico Terme): fu l’italiano a vincere il Giro. Si rifece ampiamente della delusione nel 1958, andando a conquistare nientemeno che il Tour de France: e lo fece alla sua maniera, staccando tutti di una decina di minuti sulle strade che dividevano Briançon da Aix-les-Bains, comprensive di cinque colli spezzagambe. Quella cavalcata gli fece scalare paurosamente la classifica, fino alla terza posizione: la maglia gialla arrivò due giorni più tardi, grazie alla vittoria nella lunga crono da Besançon a Digione.
Il folletto Charly Gaul - poco più di 170 cm per 60 kg scarsi e già ribattezzato Angelo della montagna - con quel successo alla Grande Boucle si ritagliò definitivamente un posto nell’Olimpo del ciclismo, suffragato l’anno successivo da una seconda affermazione al Giro d’Italia, ottenuta - di nuovo - grazie a un’impresa dal sapore epico. Il 6 giugno in cartellone c’era la penultima tappa, che portava la carovana da Aosta a Courmayeur fra infiniti saliscendi. In rosa c’era il grande Jacques Anquetil, che aveva appena strappato il simbolo del primato proprio a Gaul, che l’aveva indossato per una dozzina di giorni. Il lussemburghese andò all’attacco sul Piccolo San Bernardo, il francese provò a rispondere, ma presto entrò in una delle peggiori crisi della sua carriera, fu costretto a lasciar fuggire il rivale e giunse al traguardo con nove minuti di ritardo. Nelle ultime tappe, Anquetil recuperò qualcosina, ma Gaul riuscì comunque a difendere il primo posto finale con oltre 6 minuti di margine. Stremato nel fisico da fatiche ciclopiche e dalle pillole che in quegli anni tutti prendevano in dosi massicce, Charly Gaul - fra gli scalatori più entusiasmanti di tutti i tempi - scese di sella quando aveva soltanto trent’anni. Stanco di un ambiente che in fondo non aveva mai amato - antipatia peraltro ricambiata - per qualche anno tornò ogni tanto a veder sfrecciare i suoi ex colleghi, se il Tour passava per caso vicino alla sua casetta nel bosco. Ma si piazzava dove non c’era nessuno, per evitare che qualcuno, riconoscendolo, si mettesse a far domande sulle quelle sue lontane imprese entrate ormai nel mito. Una delle poche volte che accettò di mostrarsi in pubblico fu il funerale di Marco Pantani, altro scalatore tormentato a cui Gaul diceva di sentirsi assai vicino.
https://www.laregione.ch/sport/ciclismo ... y-due-anni
-
- Messaggi: 1479
- Iscritto il: lunedì 2 aprile 2018, 16:44
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Gaul era forte anche a cronometro e nel '58 bastonò Anquetil pure sul suo terreno.
Nel '59 stavamo 3-1 nei GT col normanno.
Non ricondurrei l'inversione di valori ai Tour disegnati per Anquetil. Non a caso, il normanno ottenne la prima vittoria sul rivale al Giro, nel 1960. Annata in cui il Giro valeva anche più del Tour. E sul Gavia Gaul fu staccato da un altro scalatore fortissimo: il dimenticato Imerio Massignan.
Banalmente a un certo punto della carriera Anquetil, che era un pazzo scatenato, mise un po' a posto la testa. Mentre Gaul fu rallentato da problemini fisici e si stanco presto del ciclismo. Personaggi di un altro ciclismo.
Sul vecchio Suiveur c'è un po' di roba su Gaul: https://www.suiveur.it/storie/mano-libe ... -montagna/
Nel '59 stavamo 3-1 nei GT col normanno.
Non ricondurrei l'inversione di valori ai Tour disegnati per Anquetil. Non a caso, il normanno ottenne la prima vittoria sul rivale al Giro, nel 1960. Annata in cui il Giro valeva anche più del Tour. E sul Gavia Gaul fu staccato da un altro scalatore fortissimo: il dimenticato Imerio Massignan.
Banalmente a un certo punto della carriera Anquetil, che era un pazzo scatenato, mise un po' a posto la testa. Mentre Gaul fu rallentato da problemini fisici e si stanco presto del ciclismo. Personaggi di un altro ciclismo.
Sul vecchio Suiveur c'è un po' di roba su Gaul: https://www.suiveur.it/storie/mano-libe ... -montagna/
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Concordo con chi dice che la superiorità mostrata da Fignon su ogni terreno - salita, crono, volata - fu di tipo merckxiano (limitatamente all'ultima settimana) e non solo, perché i suoi avversari non erano di tipo merckxiano, ma ha dovuto lottare con Hinault, considerato all'epoca, senza discussioni, il terzo grande del ciclismo moderno dopo Coppi e Merckx. E' anche vero che dopo l'incidente Hinault non tornò mai quello di prima (l'anno dopo stava sicuramente meglio), ma non era tanto lui ad andare piano quanto Fignon ad essere superiore (davvero impressionante il doppio colpo del KO inflitto a Hinault - 6 minuti guadagnati - nelle due tappe consecutive dell'Alpe D'Huez, dove neanche vinse, e poi a La Plagne).
Tuttavia... non mi sento di votare per lui. Quell'exploit è rimasto isolato, troppo, con Fignon che né prima né dopo si è mai neanche avvicinato a quei livelli. Solo tendinite? Chissà. Di certo aveva imparato la lezione del Giro perso da Moser.
"lo spettro di un Giro d'Italia nelle gambe" 

Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Tour de France 1984 - Wikipedia
https://share.google/epB6KvGaohg7eivmq
Questo il percorso, di oltre 4000 km, 23 tappe, in pratica una settimana sulle Alpi, ma anche Massiccio e Pirenei, due tappe oltre i 300 km, insomma uno dei Tour più impegnativi della storia
Credo il passaggio sulle Alpi più impegnativo della storia, Grenoble, la cronoscalata, L'Alpe e la Plagne, Morzine e Crans, quindi tappa da 320 e la lunga crono
Un ultima settimana senza precedenti
https://share.google/epB6KvGaohg7eivmq
Questo il percorso, di oltre 4000 km, 23 tappe, in pratica una settimana sulle Alpi, ma anche Massiccio e Pirenei, due tappe oltre i 300 km, insomma uno dei Tour più impegnativi della storia
Credo il passaggio sulle Alpi più impegnativo della storia, Grenoble, la cronoscalata, L'Alpe e la Plagne, Morzine e Crans, quindi tappa da 320 e la lunga crono
Un ultima settimana senza precedenti
-
- Messaggi: 1479
- Iscritto il: lunedì 2 aprile 2018, 16:44
Re: Chi è stato il più grande scalatore della storia
Gli anni '80, più precisamente direi dall'83 all'89, sono il periodo migliore del ciclismo insieme a quello a cavallo tra gli anni '50 e gli anni '60 e agli anni '30.Pino_82 ha scritto: ↑giovedì 17 luglio 2025, 13:27 Tour de France 1984 - Wikipedia
https://share.google/epB6KvGaohg7eivmq
Questo il percorso, di oltre 4000 km, 23 tappe, in pratica una settimana sulle Alpi, ma anche Massiccio e Pirenei, due tappe oltre i 300 km, insomma uno dei Tour più impegnativi della storia
Credo il passaggio sulle Alpi più impegnativo della storia, Grenoble, la cronoscalata, L'Alpe e la Plagne, Morzine e Crans, quindi tappa da 320 e la lunga crono
Un ultima settimana senza precedenti
Periodi senza dominatori, ma con livello medio altissimo.
Unica pecca i percorsi del Giro fino all'87. Perché '87, '88 e '89 sono tanta roba.