La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Reverberi e' uno dei pochi saggi in un ambiente di stolti.
Non solo non esistono tutti quei corridori a quel livello , ma avremo sempre più pochissime squadre con 30 corridori di livello ( UAE, Visma , red bull ) , ed almeno la meta del world tour composte da una decina di ciclisti di ottimo/buon livello e altri mestieranti tappabuchi o giovani buttati allo sbaraglio senza alcuna prospettiva.
Se ci pensate corridori quanti sono i corridori che possono essere veramente competitivi 150,200?
Non solo non esistono tutti quei corridori a quel livello , ma avremo sempre più pochissime squadre con 30 corridori di livello ( UAE, Visma , red bull ) , ed almeno la meta del world tour composte da una decina di ciclisti di ottimo/buon livello e altri mestieranti tappabuchi o giovani buttati allo sbaraglio senza alcuna prospettiva.
Se ci pensate corridori quanti sono i corridori che possono essere veramente competitivi 150,200?
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
E la tristezza sai qual'è ? Che per evitare queste (e ttante altre) storture l'unica soluzione è tornare al ciclismo delle cucine, dei gelati e delle fabbriche di salami con squadre da 15 corridori.giorgio ricci ha scritto: ↑lunedì 22 settembre 2025, 16:04 Reverberi e' uno dei pochi saggi in un ambiente di stolti.
Non solo non esistono tutti quei corridori a quel livello , ma avremo sempre più pochissime squadre con 30 corridori di livello ( UAE, Visma , red bull ) , ed almeno la meta del world tour composte da una decina di ciclisti di ottimo/buon livello e altri mestieranti tappabuchi o giovani buttati allo sbaraglio senza alcuna prospettiva.
Se ci pensate corridori quanti sono i corridori che possono essere veramente competitivi 150,200?
Se vuoi fare di un "piccolo movimento" un gigante che genera un sacco di soldi devi per forza attirare chi soldi ne ha. Il che vuol dire che al 99,9999 % va a finire che le regole le scrive chi i soldi li mette.
È solo un branco di comunisti radical-chic che commenta il ciclismo (cit.)
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
1) io ho qualche dubbio che stiano risparmiando budget..Mario Rossi ha scritto: ↑lunedì 22 settembre 2025, 15:24 https://bici.pro/news/giovani/editorial ... a-vacilla/
Non so se sia questa la sezione giusta (secondo me sì perchè è necessario l'intervento dell'UCI), ma sono davvero lieto che si metta in luce una criticità nevralgica per il futuro del ciclismo.
Si sta entrando in una spirale da cui si rischia di non uscire. Nell'ultimo lustro tutte le squadre, per risparmiare sul budget, fanno infornate dalla devo per avere manovalanza al minimo e ridurre i costi dei gregari. Approdare alla devo si sta trasformando in una pericolosa trappola. In molti casi (Tudor, Jayco) si corre a rimborso spese per passare e poi durare il tempo di un contratto. Il meccanismo si autoalimenta. Il problema è che poi ci sono i casi Le Huitoze, ottimo prospetto, che dopo 2 anni di professionismo si ritira. Il suo posto sarà preso da corridori che per continuare il sogno accetteranno il minimo sindacale. Il dirigente della VC Beaujolais ha ragione nel sostenere che sempre più giovani smetteranno dopo il primo contratto da pro. Non so la strategia, ma se non si interviene le conseguenze saranno nefaste. Urge un metodo per non far sparire Professional e Continental
I costi stanno salendo all inverosimile
Se una squadra come arkea..ha un budget di 20 ml di euro! 20
2) non ho capito il pezzo sulla tudor e jayco.. puoi spiegare meglio?
3) Le huitouze non si ritira passa al gravel. Il problema è che il ciclismo attuale chiede tanto ad un ventenne.. tantissimo
Nessuno si diverte , son tutti concentratissimi , non hanno una vita. La gioventù c è solo una volta nella vita
4) l articolo riguarda il mondo dilettantistico
La base della piramide
In Italia è già stato distrutto
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In Francia sta facendo la stessa fine
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Non ho capito in che modo risparmi budget facendo una squadra in più e continuando a pagare i corridori. Le squadre Devo hanno un costo, immagino anche superiore nella maggior parte dei casi a quello delle Continental autonome. I neoprofessionisti li paghi uguale sia che escano da un'altra squadra sia che escano dalla tua squadra Devo.
Io non so se è anche questo il caso, ma in Italia tra dirigenti e giornalisti vedo una tendenza generale a criticare, o associarli a crisi e decadenza, tutti i modelli che non si adattano al modello italiano, ormai palesemente sconfitto. A me sembra di vedere un ciclismo internazionale in grande salute, con qualche stortura sportiva ovvio ma non è che possiamo pretendere le utopie, al quale l'Italia non riesce ad adattarsi (il motivo più ovvio che mi viene in mente è che le facce di direttori sportivi, organizzatori e dirigenti sono perlopiù le stesse che c'erano nel 2004 quando ho iniziato a seguire il ciclismo). Se diminuisce la percentuale di francesi e italiani in gruppo per quale motivo dovrebbe essere un indizio di crisi? A me sembra il contrario, ci sono corridori da tutto il mondo, aumenta l'interesse generale, aumenta la base a cui attingere, aumentano i soldi investiti nel ciclismo. Vogliamo cacciare Decathlon o Ineos per avere cinquanta squadre sponsorizzate dall'azienda di paese? Sarà un modello che ci poteva piacere, un po' perché lo dominavamo, un po' per passatismo, ma anche con tutto lo sforzo del mondo non è che si può ripristinare (ma al netto di potere o non potere, perché era un modello migliore? Non mi dite che era più "democratico", ha sempre comandato chi aveva più budget, nell'idillico mondo del dilettantismo italiano tutti i migliori passavano dalla Zalf che era praticamente più monopolistica della UAE di oggi, era solo tutto più piccolo)
Io non so se è anche questo il caso, ma in Italia tra dirigenti e giornalisti vedo una tendenza generale a criticare, o associarli a crisi e decadenza, tutti i modelli che non si adattano al modello italiano, ormai palesemente sconfitto. A me sembra di vedere un ciclismo internazionale in grande salute, con qualche stortura sportiva ovvio ma non è che possiamo pretendere le utopie, al quale l'Italia non riesce ad adattarsi (il motivo più ovvio che mi viene in mente è che le facce di direttori sportivi, organizzatori e dirigenti sono perlopiù le stesse che c'erano nel 2004 quando ho iniziato a seguire il ciclismo). Se diminuisce la percentuale di francesi e italiani in gruppo per quale motivo dovrebbe essere un indizio di crisi? A me sembra il contrario, ci sono corridori da tutto il mondo, aumenta l'interesse generale, aumenta la base a cui attingere, aumentano i soldi investiti nel ciclismo. Vogliamo cacciare Decathlon o Ineos per avere cinquanta squadre sponsorizzate dall'azienda di paese? Sarà un modello che ci poteva piacere, un po' perché lo dominavamo, un po' per passatismo, ma anche con tutto lo sforzo del mondo non è che si può ripristinare (ma al netto di potere o non potere, perché era un modello migliore? Non mi dite che era più "democratico", ha sempre comandato chi aveva più budget, nell'idillico mondo del dilettantismo italiano tutti i migliori passavano dalla Zalf che era praticamente più monopolistica della UAE di oggi, era solo tutto più piccolo)
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Le devo costano come una continental cioè poco e niente visto che la maggior parte dei giovani in quelle squadre corre praticamente gratis. In più il personale di supporto, mezzi ecc è grosso modo quello impiegato le WT quindi costo zero.Atlantic ha scritto: ↑martedì 23 settembre 2025, 20:141) io ho qualche dubbio che stiano risparmiando budget..Mario Rossi ha scritto: ↑lunedì 22 settembre 2025, 15:24 https://bici.pro/news/giovani/editorial ... a-vacilla/
Non so se sia questa la sezione giusta (secondo me sì perchè è necessario l'intervento dell'UCI), ma sono davvero lieto che si metta in luce una criticità nevralgica per il futuro del ciclismo.
Si sta entrando in una spirale da cui si rischia di non uscire. Nell'ultimo lustro tutte le squadre, per risparmiare sul budget, fanno infornate dalla devo per avere manovalanza al minimo e ridurre i costi dei gregari. Approdare alla devo si sta trasformando in una pericolosa trappola. In molti casi (Tudor, Jayco) si corre a rimborso spese per passare e poi durare il tempo di un contratto. Il meccanismo si autoalimenta. Il problema è che poi ci sono i casi Le Huitoze, ottimo prospetto, che dopo 2 anni di professionismo si ritira. Il suo posto sarà preso da corridori che per continuare il sogno accetteranno il minimo sindacale. Il dirigente della VC Beaujolais ha ragione nel sostenere che sempre più giovani smetteranno dopo il primo contratto da pro. Non so la strategia, ma se non si interviene le conseguenze saranno nefaste. Urge un metodo per non far sparire Professional e Continental
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3) Le huitouze non si ritira passa al gravel. Il problema è che il ciclismo attuale chiede tanto ad un ventenne.. tantissimo
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E qui si ritorna al discorso iniziale. Eccetto 2 o 3 WT le altre sono formate da 30 corridori di cui massimo 10/15 portano punti gli altri detto malissimo sono "manovalanza" e possono essere intercambiabili tra di loro. Con le Devo questi 15/20 (magari non tutti ovvio) cerchi di costruirteli in casa a basso costo senza la necessità di ingaggiarli da fuori. Poi ovviamente da una Devo può anche emergere un campione o un buon corridore, sono un romantico voglio ancora pensare che il fine delle seconde squadre sia ancora questo
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
L'anno scorso uscirono interviste al compianto Privitera e Sierra dove hanno affermato di correre a rimborso spese. Io penso che tranne in Visma e UAE nelle devo si corra così. Poi si passa pro al minimo, che nelle Professional è 30k lordi per corridore mentre nelle WT poco meno di 40k lordi all'anno. Alle squadre conviene fare dei biennali a dei giovani che si accontentano del minimo. Con meno di mezzo milione ci fai un terzo della squadra. Il discorso Le Huitoze è uguale. Io penso che la Groupama gli avrà fatto l'offerta su cifre simili a quelle prese nel biennio, nelle Professional idem mentre le altre WT hanno interesse a promuovere uno della devo per fare il lavoro che avrebbe fatto il francese. Abbiamo assistito a un ciclismo dove Puccio e Declerq, facendo un lavoro tendenzialmente interscambiabile, sono stati 15 anni nel WT. Adesso non succede perchè a questi corridori devi adeguare il contratto, al pischelletto no.Atlantic ha scritto: ↑martedì 23 settembre 2025, 20:14 1) io ho qualche dubbio che stiano risparmiando budget..
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3) Le huitouze non si ritira passa al gravel. Il problema è che il ciclismo attuale chiede tanto ad un ventenne.. tantissimo
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Il problema è che questa girandola funziona solo se, come in Francia e Benelux, si creano strutture dove i ragazzi possono continuare a studiare per avere un futuro. In quei paesi è molto alta la percentuale di atleti laureati. In Italia questo non succede e ti ritroverai, da quì a 5 anni, una generazione rovinata, con gente che per inseguire il sogno è andata nelle Devo, sacrificando lo studio, per alimentare un sistema terribile. Soluzioni non ne ho ma sono preoccupato
Sparo una sentenza su Remco per me lui è un Benoot che ci crede di più. Cioè non sarà lui il futuro dei belgi nei GT ma mi da sempre più la sensazione di essere quelli che per me sono i "classici mezzi corridori belga". Sono forti, però la salita non è roba per loro.
Io, 4 febbraio 2022
Io, 4 febbraio 2022
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Gravel ? Ma di cosa parliamo daiAtlantic ha scritto: ↑martedì 23 settembre 2025, 20:141) io ho qualche dubbio che stiano risparmiando budget..Mario Rossi ha scritto: ↑lunedì 22 settembre 2025, 15:24 https://bici.pro/news/giovani/editorial ... a-vacilla/
Non so se sia questa la sezione giusta (secondo me sì perchè è necessario l'intervento dell'UCI), ma sono davvero lieto che si metta in luce una criticità nevralgica per il futuro del ciclismo.
Si sta entrando in una spirale da cui si rischia di non uscire. Nell'ultimo lustro tutte le squadre, per risparmiare sul budget, fanno infornate dalla devo per avere manovalanza al minimo e ridurre i costi dei gregari. Approdare alla devo si sta trasformando in una pericolosa trappola. In molti casi (Tudor, Jayco) si corre a rimborso spese per passare e poi durare il tempo di un contratto. Il meccanismo si autoalimenta. Il problema è che poi ci sono i casi Le Huitoze, ottimo prospetto, che dopo 2 anni di professionismo si ritira. Il suo posto sarà preso da corridori che per continuare il sogno accetteranno il minimo sindacale. Il dirigente della VC Beaujolais ha ragione nel sostenere che sempre più giovani smetteranno dopo il primo contratto da pro. Non so la strategia, ma se non si interviene le conseguenze saranno nefaste. Urge un metodo per non far sparire Professional e Continental
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2) non ho capito il pezzo sulla tudor e jayco.. puoi spiegare meglio?
3) Le huitouze non si ritira passa al gravel. Il problema è che il ciclismo attuale chiede tanto ad un ventenne.. tantissimo
Nessuno si diverte , son tutti concentratissimi , non hanno una vita. La gioventù c è solo una volta nella vita
4) l articolo riguarda il mondo dilettantistico
La base della piramide
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
https://www.uci.org/pressrelease/the-uc ... UBHKLtGFQc
Un po' di novità prodotte dal congresso UCI di oggi, prima degli annunci sulle assegnazioni dei mondiali per le diverse discipline.
Per questa sezione, le più significative sono il fatto che le prime 5 squadre della classifica Pro vengono invitate d'ufficio a tutti gli eventi .Pro insieme alle squadre professional del paese della competizione; la riduzione del Tour de Suisse maschile a 5 giorni, segno di un declino devastante; dicono di aver approvato un cronoprogramma per quanto riguarda l'Extreme Weather Protocol e la sua attivazione, vedremo di che si tratterà; altre disposizioni in tema di barriere ai traguardi e obblighi vari per gli organizzatori ai primi due livelli.
Un po' di novità prodotte dal congresso UCI di oggi, prima degli annunci sulle assegnazioni dei mondiali per le diverse discipline.
Per questa sezione, le più significative sono il fatto che le prime 5 squadre della classifica Pro vengono invitate d'ufficio a tutti gli eventi .Pro insieme alle squadre professional del paese della competizione; la riduzione del Tour de Suisse maschile a 5 giorni, segno di un declino devastante; dicono di aver approvato un cronoprogramma per quanto riguarda l'Extreme Weather Protocol e la sua attivazione, vedremo di che si tratterà; altre disposizioni in tema di barriere ai traguardi e obblighi vari per gli organizzatori ai primi due livelli.
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
A questo si aggiunge che le squadre, nel ranking mondiale, potranno godere dei punti conseguiti dai propri atleti (se sono nella top 20 di punteggio all'interno della squadra nella divisione strada) anche in altre discipline (cross, XCO, pista) entro una certa soglia.
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Il "se" tra parentesi credo faccia una bella differenza limitando potenziali interpretazioni negative di questo passaggioudra ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 12:56 A questo si aggiunge che le squadre, nel ranking mondiale, potranno godere dei punti conseguiti dai propri atleti (se sono nella top 20 di punteggio all'interno della squadra nella divisione strada) anche in altre discipline (cross, XCO, pista) entro una certa soglia.
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
udra ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 12:53 https://www.uci.org/pressrelease/the-uc ... UBHKLtGFQc
dicono di aver approvato un cronoprogramma per quanto riguarda l'Extreme Weather Protocol e la sua attivazione, vedremo di che si tratterà; altre disposizioni in tema di barriere ai traguardi e obblighi vari per gli organizzatori ai primi due livelli.
Per l'Extreme Weather Protocol ci sarebbe la possibilità di un inversione di una tappa con un giorno di riposo dopo i fatti di Livigno 2024 ?
Per le barriere ai traguardi, ci saranno i materassi gialli usati nelle gare di "Flanders Classics" ?
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Il Giro di Svizzera ridotto a 5 giorni ? Ma lo hanno chiesto gli organizzatori o gli è stato imposto ?
Una corsa con una storia così rischia di sparire o di diventare un Giro di Slovacchia qualsiasi .
Una corsa con una storia così rischia di sparire o di diventare un Giro di Slovacchia qualsiasi .
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Direi che è una richiesta, l'Uci non può imporre riduzioni d'imperio o almeno credo.giorgio ricci ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 13:53 Il Giro di Svizzera ridotto a 5 giorni ? Ma lo hanno chiesto gli organizzatori o gli è stato imposto ?
Una corsa con una storia così rischia di sparire o di diventare un Giro di Slovacchia qualsiasi .
Può declassare la corsa, qua il problema credo sia che trovare sedi di tappa con comitati locali sia quasi impossibile.
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Come mai ?udra ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 13:56Direi che è una richiesta, l'Uci non può imporre riduzioni d'imperio o almeno credo.giorgio ricci ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 13:53 Il Giro di Svizzera ridotto a 5 giorni ? Ma lo hanno chiesto gli organizzatori o gli è stato imposto ?
Una corsa con una storia così rischia di sparire o di diventare un Giro di Slovacchia qualsiasi .
Può declassare la corsa, qua il problema credo sia che trovare sedi di tappa con comitati locali sia quasi impossibile.
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Mi aggiungo alla domanda.noel ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 13:58Come mai ?udra ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 13:56Direi che è una richiesta, l'Uci non può imporre riduzioni d'imperio o almeno credo.giorgio ricci ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 13:53 Il Giro di Svizzera ridotto a 5 giorni ? Ma lo hanno chiesto gli organizzatori o gli è stato imposto ?
Una corsa con una storia così rischia di sparire o di diventare un Giro di Slovacchia qualsiasi .
Può declassare la corsa, qua il problema credo sia che trovare sedi di tappa con comitati locali sia quasi impossibile.
Cioè, davvero un paese benestante come la Svizzera non trova i soldi per pagare gli organizzatori?
Il TdS ridotto a soli 5 giorni di gara mi mette addosso una tristezza infinita, una volta era la terza corsa a tappe più importante al mondo.
Se non è stata l'UCI a ridurre i giorni di gara, mi sembra un autogol clamoroso da parte degli organizzatori, si mettono sullo stesso livello del Giro di Slovenia (che si corre più o meno in quel periodo) con tutto il rispetto parlando.
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Lo segnalo qui:
https://www.inbici.net/gn/ladesivo-poli ... g_rewarded
Immagino che ora Chloe perderà facilmente sostenitori (per inciso la trovo anch'io una pessima scelta aver esposto un simile adesivo ma ognuno è responsabile delle proprie azioni).
Peraltro non è neppure il primo caso di "comportamenti controversi" da parte di atleti a stelle e strisce: qualcuno ricorderà la vicenda di Quinn Simmons che qualche anno fa venne momentaneamente sospeso dalla Lidl-Trek per aver pubblicato un tweet provocatorio e di stampo razzista in risposta ad un giornalista che, se non ricordo male, contestava Trump.
https://www.inbici.net/gn/ladesivo-poli ... g_rewarded
Immagino che ora Chloe perderà facilmente sostenitori (per inciso la trovo anch'io una pessima scelta aver esposto un simile adesivo ma ognuno è responsabile delle proprie azioni).
Peraltro non è neppure il primo caso di "comportamenti controversi" da parte di atleti a stelle e strisce: qualcuno ricorderà la vicenda di Quinn Simmons che qualche anno fa venne momentaneamente sospeso dalla Lidl-Trek per aver pubblicato un tweet provocatorio e di stampo razzista in risposta ad un giornalista che, se non ricordo male, contestava Trump.
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Che cesso di forum sta diventando....
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Penso, ma ricordo di aver letto anche qua lo stesso, che in Svizzera si presentino dagli organizzatori dei privati in comitato.
Il che significa che il pubblico non mette soldi, o almeno suppongo.
Immaginate se al giro d'Italia le regioni si tenessero distanti dall'aprire i cordoni della borsa, si farebbero 21 tappe tutte sopra gli Appennini o quasi
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Ma quello dello studio è sempre stao un problema..quando passavi alla grassi, alla vellutex, alla zalf, alla sintofarm ecc...gia tanto se finivi le superiori. Anzi second me l'attenzione allo studio nelle devo mi sembra migliore di quella di un tempoMario Rossi ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 10:11L'anno scorso uscirono interviste al compianto Privitera e Sierra dove hanno affermato di correre a rimborso spese. Io penso che tranne in Visma e UAE nelle devo si corra così. Poi si passa pro al minimo, che nelle Professional è 30k lordi per corridore mentre nelle WT poco meno di 40k lordi all'anno. Alle squadre conviene fare dei biennali a dei giovani che si accontentano del minimo. Con meno di mezzo milione ci fai un terzo della squadra. Il discorso Le Huitoze è uguale. Io penso che la Groupama gli avrà fatto l'offerta su cifre simili a quelle prese nel biennio, nelle Professional idem mentre le altre WT hanno interesse a promuovere uno della devo per fare il lavoro che avrebbe fatto il francese. Abbiamo assistito a un ciclismo dove Puccio e Declerq, facendo un lavoro tendenzialmente interscambiabile, sono stati 15 anni nel WT. Adesso non succede perchè a questi corridori devi adeguare il contratto, al pischelletto no.Atlantic ha scritto: ↑martedì 23 settembre 2025, 20:14 1) io ho qualche dubbio che stiano risparmiando budget..
I costi stanno salendo all inverosimile
Se una squadra come arkea..ha un budget di 20 ml di euro! 20
2) non ho capito il pezzo sulla tudor e jayco.. puoi spiegare meglio?
3) Le huitouze non si ritira passa al gravel. Il problema è che il ciclismo attuale chiede tanto ad un ventenne.. tantissimo
Nessuno si diverte , son tutti concentratissimi , non hanno una vita. La gioventù c è solo una volta nella vita
4) l articolo riguarda il mondo dilettantistico
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Il problema è che questa girandola funziona solo se, come in Francia e Benelux, si creano strutture dove i ragazzi possono continuare a studiare per avere un futuro. In quei paesi è molto alta la percentuale di atleti laureati. In Italia questo non succede e ti ritroverai, da quì a 5 anni, una generazione rovinata, con gente che per inseguire il sogno è andata nelle Devo, sacrificando lo studio, per alimentare un sistema terribile. Soluzioni non ne ho ma sono preoccupato
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Sarà un paese benestante ma se pensi alla fine che ha fatto il campionato di Zurigo..lucks83 ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 14:38Mi aggiungo alla domanda.
Cioè, davvero un paese benestante come la Svizzera non trova i soldi per pagare gli organizzatori?
Il TdS ridotto a soli 5 giorni di gara mi mette addosso una tristezza infinita, una volta era la terza corsa a tappe più importante al mondo.
Se non è stata l'UCI a ridurre i giorni di gara, mi sembra un autogol clamoroso da parte degli organizzatori, si mettono sullo stesso livello del Giro di Slovenia (che si corre più o meno in quel periodo) con tutto il rispetto parlando.
Probabilmente è tutto lasciato ai privati , almeno penso , e questi di grano non ne sganciano per il ciclismo..
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Ma che interesse può avere un privato a finanziare una corsa ciclistica? Il ciclismo è utile a promuovere un territorio, per questo sono le amministrazioni o le aziende di promozione turistica locali a mettere i soldi.
O fuzil de Lampião, tem cinco laços de fita
O lugar que ele habita, não falta moça bonita
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Mi sembra un paese in controtendenza. Non mi sembra che le altre corse a tappe del WT abbiano problemi simili. Anche lo stesso Romandia mi pare goda di ottima salute.
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Chissà se tra tutte le riunioni di questi giorni, coglieranno l'assist della UEFA per provare a salvare le ultime gare della stagione....
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Sono però due piani diversi, un conto è una nazionale e un altro uno sponsor privato
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
"Il Finestre toglie e il Finestre dà" (Merlozero)
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Ma no siamo a cifre completamente differentinoel ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 9:39 Le devo costano come una continental cioè poco e niente visto che la maggior parte dei giovani in quelle squadre corre praticamente gratis. In più il personale di supporto, mezzi ecc è grosso modo quello impiegato le WT quindi costo zero.
E qui si ritorna al discorso iniziale. Eccetto 2 o 3 WT le altre sono formate da 30 corridori di cui massimo 10/15 portano punti gli altri detto malissimo sono "manovalanza" e possono essere intercambiabili tra di loro. Con le Devo questi 15/20 (magari non tutti ovvio) cerchi di costruirteli in casa a basso costo senza la necessità di ingaggiarli da fuori. Poi ovviamente da una Devo può anche emergere un campione o un buon corridore, sono un romantico voglio ancora pensare che il fine delle seconde squadre sia ancora questo
Una devo viaggia tra il milione e i 3
Le continental italiane tra i 250 e il 500 ,(esclusa la colpack)
I mezzi son completamente differenti
Giro della vda..in contemporanea con il tour
Le devo con motorhome stile moto gp..almeno una 15 persone di staff più ammiraglie ecc
Le continental..il camper
Le dilettanti nulla
3 anni fa..la groupama devo si è fatta la settimana prima tutto il giro della valle con staff e corridori..una ventina di persone..una spesa impossibile per una continental
Il personale e lo staff devo è completamente differente da quello pro
Idem quello della squadra junior
L autoeder grenke.. che domina i mondiali junior.. per 8 corridori costerà un ml di euro
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Ha rischiato di chiudere 2 anni fa
https://www.arcinfo.ch/sport/cyclisme/t ... ud-1379060
Purtroppo il ciclismo in Svizzera.. non gode di buona salute
Giro di Svizzera anni fa era 10 giorni..adesso la metà..mamma mia
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Per curiosità, ma dove lo vedi in salute?Beppugrillo ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 7:38 Io non so se è anche questo il caso, ma in Italia tra dirigenti e giornalisti vedo una tendenza generale a criticare, o associarli a crisi e decadenza, tutti i modelli che non si adattano al modello italiano, ormai palesemente sconfitto. A me sembra di vedere un ciclismo internazionale in grande salute, con qualche stortura sportiva ovvio ma non è che possiamo pretendere le utopie, al quale l'Italia non riesce ad adattarsi (il motivo più ovvio che mi viene in mente è che le facce di direttori sportivi, organizzatori e dirigenti sono perlopiù le stesse che c'erano nel 2004 quando ho iniziato a seguire il ciclismo). Se diminuisce la percentuale di francesi e italiani in gruppo per quale motivo dovrebbe essere un indizio di crisi? A me sembra il contrario, ci sono corridori da tutto il mondo, aumenta l'interesse generale, aumenta la base a cui attingere, aumentano i soldi investiti nel ciclismo. Vogliamo cacciare Decathlon o Ineos per avere cinquanta squadre sponsorizzate dall'azienda di paese? Sarà un modello che ci poteva piacere, un po' perché lo dominavamo, un po' per passatismo, ma anche con tutto lo sforzo del mondo non è che si può ripristinare (ma al netto di potere o non potere, perché era un modello migliore? Non mi dite che era più "democratico", ha sempre comandato chi aveva più budget, nell'idillico mondo del dilettantismo italiano tutti i migliori passavano dalla Zalf che era praticamente più monopolistica della UAE di oggi, era solo tutto più piccolo)
In che paesi noti un aumento dell interesse generale?
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Ma sei sicuro che nel wt..passano pro al minimo contrattuale..?Mario Rossi ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 10:11 L'anno scorso uscirono interviste al compianto Privitera e Sierra dove hanno affermato di correre a rimborso spese. Io penso che tranne in Visma e UAE nelle devo si corra così. Poi si passa pro al minimo, che nelle Professional è 30k lordi per corridore mentre nelle WT poco meno di 40k lordi all'anno. Alle squadre conviene fare dei biennali a dei giovani che si accontentano del minimo. Con meno di mezzo milione ci fai un terzo della squadra. Il discorso Le Huitoze è uguale. Io penso che la Groupama gli avrà fatto l'offerta su cifre simili a quelle prese nel biennio, nelle Professional idem mentre le altre WT hanno interesse a promuovere uno della devo per fare il lavoro che avrebbe fatto il francese. Abbiamo assistito a un ciclismo dove Puccio e Declerq, facendo un lavoro tendenzialmente interscambiabile, sono stati 15 anni nel WT. Adesso non succede perchè a questi corridori devi adeguare il contratto, al pischelletto no.
Anni fa Savio aveva l opzione per 2 corridori Italiani..
Li faceva passare al minimo
Poi a luglio passano nel wt (entrambi poi con risultati modesti)
Il contratto era molto più del doppio di quello di Savio
Seixas non prende 40mila euro lordi
Aru quando passò pro , prendeva più di 100mila euro annue
Per le huitouze non ci son state offerte
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Dai Fabio non prendere Seixas come esempio. Se vuoi ti dico che nemmeno Nordhagen e Brennan sono passati a 40 k. Io ti parlo delle squadre di seconda fascia. Quanto prendono secondo te Lozuet, Thierry e Epis dell'Arkea? E Koerdt e Dhont della DSM? Di esempi ce ne sono tantissimi. Se guardi i roster delle squadre meno ricche di corridori del genere ce ne sono a bizzeffe. Non sarò un finanziere e magari poi arriveranno anche a 65 mila, ma non superano gli 80. Io nel mio messaggio non critico le scelte delle squadre. Si parla di imprese che per legge devono avere minimo 25 corridori. Se il lavoro di 15 può essere interscambiabile è chiaro che punti al ribasso. Ma ai giovani chi li tutela? Neanche prima, come diceva Fiammingo, le squadre erano attente alla scuola, ma tra continental e professional fino ai 28 anni un ragazzo di ciclismo riusciva a campare. 10 anni fa Le Huitoze diventava il nuovo Davy, oggi ci sono 20 giovani nella devo pronti a fare lo stesso lavoro a minori costi.Atlantic ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 20:13Ma sei sicuro che nel wt..passano pro al minimo contrattuale..?Mario Rossi ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 10:11 L'anno scorso uscirono interviste al compianto Privitera e Sierra dove hanno affermato di correre a rimborso spese. Io penso che tranne in Visma e UAE nelle devo si corra così. Poi si passa pro al minimo, che nelle Professional è 30k lordi per corridore mentre nelle WT poco meno di 40k lordi all'anno. Alle squadre conviene fare dei biennali a dei giovani che si accontentano del minimo. Con meno di mezzo milione ci fai un terzo della squadra. Il discorso Le Huitoze è uguale. Io penso che la Groupama gli avrà fatto l'offerta su cifre simili a quelle prese nel biennio, nelle Professional idem mentre le altre WT hanno interesse a promuovere uno della devo per fare il lavoro che avrebbe fatto il francese. Abbiamo assistito a un ciclismo dove Puccio e Declerq, facendo un lavoro tendenzialmente interscambiabile, sono stati 15 anni nel WT. Adesso non succede perchè a questi corridori devi adeguare il contratto, al pischelletto no.
Anni fa Savio aveva l opzione per 2 corridori Italiani..
Li faceva passare al minimo
Poi a luglio passano nel wt (entrambi poi con risultati modesti)
Il contratto era molto più del doppio di quello di Savio
Seixas non prende 40mila euro lordi
Aru quando passò pro , prendeva più di 100mila euro annue
Per le huitouze non ci son state offerte
Ti pongo io la questione. Secondo te il ciclismo sta andando in una direzione nella quale i Puccio, gli Erviti, i Marcato ci saranno ancora? Per me no ed è un peccato.
Sparo una sentenza su Remco per me lui è un Benoot che ci crede di più. Cioè non sarà lui il futuro dei belgi nei GT ma mi da sempre più la sensazione di essere quelli che per me sono i "classici mezzi corridori belga". Sono forti, però la salita non è roba per loro.
Io, 4 febbraio 2022
Io, 4 febbraio 2022
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
L arkea ha fatto passare i corridori perché aveva solo un anno di sponsorizzazione.
Non poteva far firmare ad altri dei biennali perché non aveva la copertura per il 2026
No io la penso come te
È un sistema sbagliatissimo
Pretende risultati a 17 anni (ma adesso a 15) per entrare nelle devo (ma ormai parliamo di junior)
E gli altri? Tutti esclusi
Quelli che danno la vita per il ciclismo a 15..16 anni ,e entrano nelle giocabili delle wt , vista la mole di allenamenti, la loro vita sarà esclusivamente il ciclismo
Niente studio..scuole professionali..apprendistato al lavoro
Niente amicizie ecc
Ma se l uci annulla la cdm u23.. per potenziare quella junior
E se da allievi hanno già il procuratore
Ormai il sistema è andato
Non poteva far firmare ad altri dei biennali perché non aveva la copertura per il 2026
No io la penso come te
È un sistema sbagliatissimo
Pretende risultati a 17 anni (ma adesso a 15) per entrare nelle devo (ma ormai parliamo di junior)
E gli altri? Tutti esclusi
Quelli che danno la vita per il ciclismo a 15..16 anni ,e entrano nelle giocabili delle wt , vista la mole di allenamenti, la loro vita sarà esclusivamente il ciclismo
Niente studio..scuole professionali..apprendistato al lavoro
Niente amicizie ecc
Ma se l uci annulla la cdm u23.. per potenziare quella junior
E se da allievi hanno già il procuratore
Ormai il sistema è andato
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Scusa la curiosità, chi ti dà queste informazioni ? Non i nomi, ovviamente.Atlantic ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 20:02Ma no siamo a cifre completamente differentinoel ha scritto: ↑giovedì 25 settembre 2025, 9:39 Le devo costano come una continental cioè poco e niente visto che la maggior parte dei giovani in quelle squadre corre praticamente gratis. In più il personale di supporto, mezzi ecc è grosso modo quello impiegato le WT quindi costo zero.
E qui si ritorna al discorso iniziale. Eccetto 2 o 3 WT le altre sono formate da 30 corridori di cui massimo 10/15 portano punti gli altri detto malissimo sono "manovalanza" e possono essere intercambiabili tra di loro. Con le Devo questi 15/20 (magari non tutti ovvio) cerchi di costruirteli in casa a basso costo senza la necessità di ingaggiarli da fuori. Poi ovviamente da una Devo può anche emergere un campione o un buon corridore, sono un romantico voglio ancora pensare che il fine delle seconde squadre sia ancora questo
Una devo viaggia tra il milione e i 3
Le continental italiane tra i 250 e il 500 ,(esclusa la colpack)
I mezzi son completamente differenti
Giro della vda..in contemporanea con il tour
Le devo con motorhome stile moto gp..almeno una 15 persone di staff più ammiraglie ecc
Le continental..il camper
Le dilettanti nulla
3 anni fa..la groupama devo si è fatta la settimana prima tutto il giro della valle con staff e corridori..una ventina di persone..una spesa impossibile per una continental
Il personale e lo staff devo è completamente differente da quello pro
Idem quello della squadra junior
L autoeder grenke.. che domina i mondiali junior.. per 8 corridori costerà un ml di euro
È solo un branco di comunisti radical-chic che commenta il ciclismo (cit.)
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Comunque nel giro di tre anni avremo:
2029: Mondiali di ciclocross a Treviso ed Europei su strada a L'Aquila;
2030: Mondiale Marathon di MTB in Val Gardena;
2031: mega Mondiale multidisciplinare in Trentino.
2029: Mondiali di ciclocross a Treviso ed Europei su strada a L'Aquila;
2030: Mondiale Marathon di MTB in Val Gardena;
2031: mega Mondiale multidisciplinare in Trentino.
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Guarda io non ho le informazioni che hai tu ma se dici che una Continental costa 3/500 mila (che ci sta) non ci credo nemmeno se vedo il bilancio che Arkea spenda 1 mln per la devo. Diciamo pure che la metà vadano in stipendi (e anche qui sono di manica larga) è possibile che spendano 500 Mila euro l'anno solo per portare in giro del personale e dei mezzi per l'europa a fronte di risultati così scadenti? E non vale nemmeno il discorso della visibilità visto che hanno una WT. Secondo me se spendono 500 Mila per la devo è già tanto, e parliamo di un quarantesimo del budget tutale, decisamente più credibile
È solo un branco di comunisti radical-chic che commenta il ciclismo (cit.)
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
In Francia le continental pagano gli stipendi e contributinoel ha scritto: ↑sabato 27 settembre 2025, 9:18Guarda io non ho le informazioni che hai tu ma se dici che una Continental costa 3/500 mila (che ci sta) non ci credo nemmeno se vedo il bilancio che Arkea spenda 1 mln per la devo. Diciamo pure che la metà vadano in stipendi (e anche qui sono di manica larga) è possibile che spendano 500 Mila euro l'anno solo per portare in giro del personale e dei mezzi per l'europa a fronte di risultati così scadenti? E non vale nemmeno il discorso della visibilità visto che hanno una WT. Secondo me se spendono 500 Mila per la devo è già tanto, e parliamo di un quarantesimo del budget tutale, decisamente più credibile
Tra corridori e staff sei su 700..800mila euro
12 corridori a 30mila lordi 360mila
Più lo staff 12/15 persone a 30/40mila lordi
Poi c è tutto il resto
Saranno molto oltre il ml..
Il budget intorno ai 4..500 mila ce le hanno in Francia le squadre di divisione 1 dilettanti
Le 4 continental federali (vendee u , rouen , avc aix e bourg en bresse) son tra i 700 e 800mila
Le devo con budget inferiori al ml non devono pagare gli stipendi e i contributi
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo
Sono sbalordito, poi critichiamo le squadre di calcio nostrane di lega pro.Atlantic ha scritto: ↑sabato 27 settembre 2025, 15:29In Francia le continental pagano gli stipendi e contributinoel ha scritto: ↑sabato 27 settembre 2025, 9:18Guarda io non ho le informazioni che hai tu ma se dici che una Continental costa 3/500 mila (che ci sta) non ci credo nemmeno se vedo il bilancio che Arkea spenda 1 mln per la devo. Diciamo pure che la metà vadano in stipendi (e anche qui sono di manica larga) è possibile che spendano 500 Mila euro l'anno solo per portare in giro del personale e dei mezzi per l'europa a fronte di risultati così scadenti? E non vale nemmeno il discorso della visibilità visto che hanno una WT. Secondo me se spendono 500 Mila per la devo è già tanto, e parliamo di un quarantesimo del budget tutale, decisamente più credibile
Tra corridori e staff sei su 700..800mila euro
12 corridori a 30mila lordi 360mila
Più lo staff 12/15 persone a 30/40mila lordi
Poi c è tutto il resto
Saranno molto oltre il ml..
Il budget intorno ai 4..500 mila ce le hanno in Francia le squadre di divisione 1 dilettanti
Le 4 continental federali (vendee u , rouen , avc aix e bourg en bresse) son tra i 700 e 800mila
Le devo con budget inferiori al ml non devono pagare gli stipendi e i contributi
È solo un branco di comunisti radical-chic che commenta il ciclismo (cit.)
Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo


Esattamente (paragone azzeccatissimo)
Un mondo che vive molto sopra il suo livello
Parlo del giro della valle d Aosta (perché lo vedo da più di 30 anni)
Prima erano tutti sullo stesso livello
1 o 2 ammiraglie , magari un piccolo camioncino per il meccanico
Poi è arrivato il primo motorhome.. con la bmc development
A occhio costava come il budget annuale di qualche squadra partecipante