Gigilasegaperenne ha scritto: ↑domenica 28 settembre 2025, 19:40
Fiandre ha scritto: ↑domenica 28 settembre 2025, 17:25
Comunque per un po' basta mondiali troppo duri
Il ciclismo è bello soprattutto per le tattiche i giochi di squadra, le gare aperte a più alternative
Gli uno contro uno in salita vanno bene nei grandi giri, non a caso si aspettano tre settimane per questi scontri.
Al mondiale si vuole vedere un equilibrio che fino agli ultimi chilometri
Secondo me abbiamo avuto tanti Mondiali brutti o bruttissimi proprio perché dominati dai giochi di squadra. L'equilibrio fino agli ultimi chilometri è una bella cosa se è frutto dell'equilibrio nei valori degli atleti, non se è il risultato di un percorso che non permette di fare la differenza o di una gara dominata dalla tattica. Io penso che il bello del ciclismo stia molto più nello scontro diretto che nelle strategie. Se poi uno è mostruosamente più forte degli altri, è giusto che vinca anche nettamente.
Sono d'accordo con te sul fatto che Mondiali così duri non debbano essere la norma, ma infatti le edizioni con cui leggevo paragoni risalgono a 30 anni fa (Duitama) e 45 anni fa (Sallanches). A mio parere è giusto che in un ciclo di - sparo un numero tanto per dire - cinque anni ci siano un Mondiale per velocisti (ne farei anche a meno, personalmente, ma è un gusto mio e probabilmente sono in minoranza), uno per scalatori e un po' di percorsi nel mezzo, con varie caratteristiche e livelli di difficoltà.
Fra l'altro il Mondiale di oggi era molto anomalo perché aveva un dislivello da tappone alpino, ma distribuito su salite cortissime. Tant'è vero che, a eccezione di Pogacar che è il più forte sia nei Grandi Giri che nelle classiche dure, i primi sei sono tutti corridori che hanno fatto meglio nelle gare di un giorno che nei GT. Quindi non credo vedremo percorsi simili tanto presto. Lo stesso Sallanches, tra due anni, sarà più lineare, con un dislivello quasi tutto riconducibile a un'unica salita di 3 km da ripetere.
Post molto interessante, che condivido praticamente in toto.
Parto dal presupposto che a me piace lo spettacolo da lontano, ma se la corsa ai -80 è già decisa, non va neanche bene perchè poi nel finale ci si annoia. Peggio ancora se già mesi prima della corsa sappiamo il nome del vincitore. L'ideale, come dici tu, è una corsa che diventa equilibrata ma non per via dell'attendismo, ma perché i valori fra i big sostanzialmente si equivalgono. A mio avviso la grande classica più bella dell'anno è stata la Sanremo dove abbiamo visto 45 minuti allucinanti. E' finita in una volata a 3, ma è stata una corsa super-spettacolare, in cui se le son date di santa ragione e siamo rimasti fino alla fine con il cuore in gola. Insomma, ne una corsa dominata da tatticismi, ne la presenza di un mattatore che ammazza la corsa, cosa che invece abbiamo visto al Fiandre, alla Liegi, al Mondiale (con Pogacar) e alla Roubaix (con Mathieu).
Sui percorsi del mondiale, anche io dico che andrebbero assegnati cercando di mantenere una certa varietà. Il mondiale per velocisti non mi piace, ma ci sta che nell'arco di 6-7 edizioni ce ne sia uno che può sorridere agli sprinter (magari con qualche asperità che lasci comunque la possibilità di altro epilogo). Analogamente mondiali troppo duri non possono essere piazzati tutti gli anni.
Detto ciò, va detto che la scelta dei percorsi dovrebbe anche tenere conto del contesto. Anni fa, quando l'attendismo la faceva da padrone, avrei dato un rene per avere un mondiale come quello odierno. Senza il Pogacar (e l'Evenepoel) di turno, ci saremmo goduti una bella corsa, combattuta fino in fondo. Analogamente. fino a qualche anno fa avrei appoggiato un cambio di percorso della Sanremo che invece adesso, alla luce degli attuali protagonisti, lascerei inalterato. Insomma, oggi come oggi, eviterei percorsi troppo duri perchè altrimenti ne viene fuori un dominio incontrastato. Fra 10 anni, quando Pogacar si sarà ritirato, magari tornerò a sperare di vedere percorsi come quello di Kigali.