Posto per comodità di individuazione dei toponimi questa altimetria, con l'indicazione delle 17 salite maggiori di questa tappa veramente esigente e dal disegno a dir poco spettacolare.
La tappa presenta un dislivello complessivo di 3078 metri, in pratica assomma in 177 km circa il 20% di dislivello in più della Amstel che però di chilometri ne prevede 250.
Le salite di pendenza in doppia cifra sono peraltro concentrate proprio nella parte finale, garantendo con buona certezza soluzioni a sorpresa, perché le strade, già strette, non saranno sicurissime soprattutto con la pioggia. La sensazione è che qua il rischio pagherà ... in secondi (ed anche in risorse per la giornata successiva).
Questi sono invece i dettagli delle 17 "côtes" abruzzesi. Sono tante, come detto, le salite con punte di pendenza in doppia cifra:
La prima vera salita della giornata (preceduta solo da lungo falsopiano di 4 km verso San Salvo) è la salita di Cupello, salita di 4,3 km con una pendenza media del 5% e punte dell'8%.
Dopo una discesa e l'unico lungo tratto di pianura di 22 chilometri verso il mare e lungo la costa (oggi poco vento), inizia un'altra salita lunga, 4,5 km, ma dalla pendenza dolce, la salita di Paglieta (pendenza 4,5% e massima del 4%. Paglieta è una vecchia conoscenza della Tirreno Adriatico, che ha fatto spesso qua la sede di tappa.
Dopo Paglieta è la volta della salita più lunga della giornata, ben 4,8 km, Mezzagrogna, salita abbastanza irregolare con punte del 10% e media del 4,5%.
Dopo Mezzagrogna niente discesa perchè la strada continua in falsopiano per poi affrontare il primo breve strappo con pendenze significativamente in doppia cifra, lo strappo di Castel Frentano, soli 500 metri ma con punte oltre il 15%.
In rapida successione lunga la strada provinciale 215 troveranno a questo punto una serie di mangiaebevi; c'è anche il rifornimento ma l'assenza di pianura non aiuterà paradossalmente a "mangiare e bere".
Dopo Castel Frentano è la volta nuovamente di una salita lunga e dolce, la salita di Villa San Vincenzo - Cerchiara di 3,4 km al 4% e punte del 6%, salita regolarissima
Nella foto bellissima vista all'orizzonte del borgo di Piano delle Fonti - Colle Spedale, salita successiva a quella ritratta in primo piano
Colle Spedale è una salita breve, solo 1,6 km, ma con pendenza che aumenta progressivamente sino al culmine dove sfiora il 15%
Ultima salita della prima serie, il Guardagrele è lungo 3,4 km e segna il punto più alto della corsa coi suoi 564 metri. La salita è abbastanza irregolare, con le pendenze più accentuate verso il termine ed in particolare lungo due tornanti, di cui l'ultimo è ritratto in foto. In quel punto la pendenza tocca il 9%. La media è del 4%.
Dopo Guardiagrele termina la prima serie di difficoltà e dopo l'iniziale discesa, si scende ulteriormente in dolce falsopiano per un totale di 23 chilometri.
Per un serio attacco di giornata è forse il tratto della SP 215 il più adatto per la fuga, anche per poi successivamente guadagnare nel tratto in discesa e falsopiano veloce.
Riterrei questo tratto più idoneo rispetto a Paglieta o Mezzagrogna. Farlo ancor prima lo riterrei una missione impossibile e viste le fatiche che attendono pure suicida.
La prima salita della seconda e definitiva serie (da lì mancheranno 67 chilometri al traguardo) è la salita di Colle Spaccato, salita che unitamente alle due successive, Bucchianico e Fonte Pietra (e le due di Chieti: Pietragrossa e Tricalle) sono ormai piatti fissi della Tirreno Adriatico, in particolare quando questa affronta le cime della Maielletta come Passo Lanciano.
Colle Spaccato è una discreta salita, lunga 2,1 km e dalla pendenza costante attorno al 6% con punte dell'8%.
A seguire una salita di grande impatto scenografico, la salita di Bucchianico con il borgo all'orizzonte ed a spaventare un poco coloro che la affrontano cominciando a sentire la fatica. La salita è breve, circa un chilometro, ed abbastanza irregolare. Nella foto è visualizzato il tratto più duro con punte al 15%.
Salita brevissima quella di Fonte Pietra, solo 600 metri, che culmina con un tratto di 200 metri che sfiora il 14%.
Sembrerà un paradosso, ma solo ora dopo parecchi chilometri di pianura arriva il primo Gpm (o Kom come esige la grafica del Giro 2013). Può essere questa (anzi lo sarà di certo) una specifica volontà degli organizzatori per non incentivare fughe per i punti Gpm (maglia verde, son daltonico) nella prima parte di corsa.
ll primo Gpm è la salita di Villamagna, salita discreta di quasi 3 km (2,8 per la precisione) con punte all'11% e media al 5,5%.
La discesa successiva da Via Livoli è abbastanza ampia, ma presenta alcune curve con curvatura irregolare a stringere ed anche alcuni tornanti di pendenza al 10%, ed un rettilineo al 13%. Sarà una discesa da prendere con le pinze in caso di pioggia.
Niente pianura dopo il termine della discesa, si torna subito a salire con la salita di Ripa Teatina, salita divisa in tre tronconi per complessivi 4,5 km al 4%.
Il primo tratto è il più severo con punte al 13%, qua in immagine
un secondo tratto della salita di Ripa Teatina è all'interno del borgo ed il terzo all'uscita dallo stesso ed è quello ritratto nell'immagine seguente
Dopo un breve falsopiano in salita, la strada scende per una via tortuosa immersa nel bosco ed al termine della discesa da fare con cautela (è la più stretta tra quelle del finale), ecco il primo dei due mostri di salite urbane di Chieti (entrambe percorse nella ormai classica tappa della T/A che arriva nel capoluogo abruzzese di provincia).
La salita di Pietragrossa, salita arcigna di 1,5 km con punte al 18%, salita che fa male.
Dopo Pietragrossa rapida discesa lungo Via Masci e Via Albanese e subito impennata verso la località chietina di Tricalle. Un mostro alla vista ed alle gambe
Al culmine della salita, lunga 1,1 km si toccano le maggiori pendenze attorno al 20%
A questo punto ampia discesa velocissima di cinque chilometri con tornanti ben disegnati ed assolutamente regolari. In questo rettilineo si toccheranno velocità notevoli.
Una volta scesi a Chieti Scalo, cinque chilometri di pianura saranno necessari per raggiungere la località di Dragonara, dove inizia la salita più tosta e decisiva di questa tappa, la salita di Santa Maria de Cryptis, salita di 3,3 chilometri con punte del 19%. La salita è assolutamente irregolare e presenta un certo numero di veri e propri muri di una discreta lunghezza nel dipanarsi del suo tracciato.
La presentazione ai corridori la fa questo primo muro:
Impressionante anche questo secondo tratto a cavallo del ponticello che sovrapassa l'autostrada.
Nella seconda parte della salita, cambia leggermente lo scenario con alcuni severi tornanti. E' qua che le pendenze toccano il 19%. Prima e dopo dei tornanti la strada spiana leggermente e in quei punti sarà necessario rilanciare. Sarà proprio lì che cederanno coloro che non hanno la gamba. Questa non è una salita da cicloalpinismo, bensì una di quelle classiche salite che richiedono di fare velocità per ripartire dopo i muri, ovvero quelle che poi scavano i solchi maggiori fra chi ne ha e chi no e qua si potrebbero creare anche medi distacchi a mio avviso.
Verso la fine la salita diviene più regolare ma è solo un breve tratto prima di un breve falsopiano in discesa ed una rapida ed ampia discesa che porta a San Giovanni Teatino.
La salita di San Giovanni Teatino è divisa in due tronconi, il primo all'ingresso del paese (qua in immagine)
ed il secondo all'uscita dal paese verso le Vie Monte Rosa e Monte Bianco, lungo una strada molto tortuosa e non troppo ampia; questo inserimento è evidente che sia stato cercato e voluto da parte di chi ha disegnato la tappa per evitare facili rientri dopo la Santa Maria de Cryptis (una scelta azzeccatissima). Per questo è stata preferita questa variante parallela alla provinciale, provinciale ove poi i corridori confluiscono per effettuare la discesa.
La salita di San Giovanni Teatino è lunga nel complesso 1,5 km, con una punta del 17%. Il secondo tratto è più regolare con pendenze attorno al 7-8%
La discesa successiva è ampia e pendente ed abbastanza rettilinea nella prima parte, più tortuosa e stretta nella seconda.
Siamo all'ultima salita della tappa, mancano poco meno di 10 chilometri all'attacco del tratto più duro (viene dopo un breve falsopiano) ed in cima ne mancheranno solo 7,5 di chilometri. La salita lunga 1,3 chilometri aumenta la propria pendenza col passare dei metri toccando la punta del 19% a poco dal termine
A questo punto inizia la discesa, che potrebbe anche diventare decisiva in caso di pioggia, sebbene sia una strada bellissima e con tornanti regolarmente disegnati.
Il primo tornante presenta un panorama mozzafiato, che coloro che saranno in testa però non vedranno.
Ecco un secondo tornante molto ampio dove sicuramente ci vorranno grandi doti di guida per conservare il vantaggio sino al traguardo.
Questo è il tornante più delicato in caso di pioggia perché leggermente in contropendenza ad uscire. Toccando ferro, è il tornante del Cimitero di San Silvestro.
Qua c'è da giurarci che andranno alla morte, comunque
Arrivati alla costa, dopo aver oltrepassato una rotonda che potrebbe scompaginare ulteriormente il lavoro di eventuali gruppetti inseguitori, si svolta a sinistra nell'Adriatica e da qui al traguardo ci saranno solo tra rettilinei che comporranno una S. I chilometri di pianura da fare saranno esattamente cinque, di cui 2,350 del rettilineo finale composto da Viale Marconi e Corso Vittorio Emanuele II, dove all'angolo di Corso Umberto I ci sarà l'arrivo.
2 chilometri e 350 metri non finiscono mai!
Ecco gli ultimi cinquanta metri di una fantastica tappa, almeno nel disegno.
Uno dei più bei disegni di tappa che abbia mai visto.
Per chi volesse divertirsi a pregustare la tappa ecco il video fly-by a volo d'uccello della mappa Google:
http://www.mapmyride.com/routes/render_ ... pmyrun.com
E qua il tracciato che consente anche di vedere il meteo in realtime.
http://www.mapmyride.com/routes/edit/205998298/
Allego anche il file gps