prof ha scritto:Il bilancino nel valutare il danno subito dall'inglese è assolutamente necessario e siccome io rimango dell'opinione che il vero danno si aggiri minimo minimo sui 45 sec (si deve tenere conto di tutto, anche della perdita del ritmo da parte del corridore la quale perdita, incidentalmente, è la meno considerata ma probabilmente anche la fonte del danno maggiore, datosi che la cronometro è pura concentrazione e, appunto, ritmo - vedere "Il manuale del buon cronoman" edizioni prof

)
Prof in linea teorica concordo con te, perché effettivamente è così; la rottura di ritmo ha degli effetti protratti, aldilà del tempo stimato del danno.
Però, c'è un però. Prendo spunto da una lucidissima osservazione di Marco nel resoconto della tappa che riporto di seguito:
Fuori i cronoman, dentro gli eclettici
Il percorso della cronometro da Gabicce Mare a Saltara, ottava tappa della corsa rosa, era tutto fuorché manna per gli specialisti. Composto da tre parti ben distinte, ha finito col livellare i valori in campo (son volati minutini, non minutoni: al Tour una crono di 55 km avrebbe scavato ben altri solchi), premiando i funamboli nel primo tratto (quello più tortuoso), i cronoman puri nel secondo (quello sì da specialisti) e gli scattisti - o più in generale i fondisti - sulla dura rampa di 700 metri che portava al traguardo.
Ciò che ha stupito tutti ieri è stata la voragine di differenze di prestazione fra i tre settori. Ad esempio Nibali è andato benissimo nel toboga costiero che deve aver guidato assolutamente da drago (avrei voluto seguirlo dall'auto per godermi lo spettacolo) e male (anzi diciamo pure malissimo) nel secondo settore e non troppo bene nella salita finale.
Vengo a Wiggo. Ha forato al 17° chilometro, ovvero a poco dal termine dell'ultima salita costiera di Monte San Bortolo in località Santa Marina.
Diciamo che è presumibile che a quel punto Wiggo non avesse di certo acquisito un buon ritmo ed un buon assetto, perché il suo tempo pesarese (anche al netto di ...) non dice quello. E' invece vero che Wiggo appena dopo la discesa comincia a macinare gran ritmo nel settore a lui più congeniale. Pertanto il danno di ritmo ed assetto non lo puoi considerare oltre i due chilometri di salita restante ed i tre di discesa verso Pesaro, perché da lì in poi Wiggo avvia il suo "concerto rossiniano".
Ora tento di immaginare la tua replica, in cui ravvisi il fatto che Wiggo avrebbe macinato ancor meglio, pure sulla salita di Novilara (appena passato Pesaro) e ti dico: "Può essere", ma la velocità fatta mi porta a considerare non probabile una migliore performance per l'inglese.
Lo scenario di percorso descritto mi porta a dire una cosa sui percorsi. Io, come già scrissi lo scorso anno per la crono basca di Onati, non sono contrario alle crono lunghissime nei GT, anzi, però sono visceralmente contrario a percorsi iper-specialistici (lungo piattone, lunga cronoscalata).
Secondo me il GT deve esprimere la forza dell'eclettismo ed il fantastico tracciato crono di ieri è la dimostrazione (da Wiggo a Pozzovivo) che la cronometro va corsa su un tracciato da corsa in linea adatta ai più (quindi vallonata, su e giù anche e soprattutto su strade non ampissime) "da un solo uomo per volta".
Credo che questo fosse lo spirito d'avventura delle crono di un tempo, schiacciato per la ricerca della specializzazione. Per fortuna grazie alla testardaggine dei baschi ed alla fantasia di Rcs Sport questa disciplina bellissima (e divenuta noiosa allo sfinimento) potrà ritrovare nuova linfa nei prossimi anni.
Perché è vero che un piattone da 70 km scava un solco incolmabile ed assolutamente idiota ed immeritato, ma una crono corsa su un finale della Liegi non è assolutamente così e ciascuno (dal piccolo scalatore al colosso fisicato o longilineo) è portato a dare il meglio nei settori che più gli si addicono mandando al diavolo le specializzazioni in uno specifico assetto e dando spazio alla forza di testa nel sapersi gestire. In quel caso sì che l'intelligenza del campione emergerebbe radicalmente.
Per questa ragione ho la massima ammirazione per l'impresa di Dowsett.
prof ha scritto:Vincè ha fatto una bellissima cronometro. Poi dovrà spiegarci come ha fatto a perdere 3 min 38 sec l'anno scorso nell'ultima crono del Tour e farsi superare anche da Froome per il secondo posto, ma questo è un altro discorso.

Non è che soffriamo un po' la 3a settimanina ?
E' stata l'unica crisi della terza settimana (nel 2013 Vincè non patirà di certo quella economica) che sinora ha subito veramente (il Giau fu cosa isolata).
Pertanto è un elemento da tenere in considerazione, in funzione delle performance di coloro che vanno forte in salita come Scarponi e, forse, Evans che sono lì vicini.
Scarponi senza i secondi di Ascea avrebbe una classifica travolgente (e per me lo è).
Per questa ragione Nibali deve dimenticare il pallottoliere dei secondi e mettere altro fieno in cascina. La preda va cacciata finché scappa. Se fa a tempo a nascondersi poi salta fuori quando meno te l'aspetti. E se la preda è un felino o una volpe inglese potrebbero anche mordere mortalmente o rubarti le galline.
Quindi spero che Vincenzo pure oggi, dovesse piovere, vada a caccia di qualche secondo ancora. Che battaglia sia.