Belluschi M. ha scritto:Ecco, arriva una domanda sacrosanta e circostanziata e non sai / non vuoi rispondere.
Questo perché a mio modo di vedere il presupposto su cui sei partito è sbagliato. Per me l'antidoping non ha assolutamente il controllo sugli atleti. Lo aveva forse in passato, ma adesso non più.
Belluschi perché non leggi bene quello che ho scritto e a cosa non voglio rispondere? Non è una fuga.
Fai una attività sportiva ed hai un punto di vista che ti consentirebbe di comprendere le cose quasi dall'interno e invece ti fai prendere dalla fregola internettara di replicare dente per dente.
La domanda di Nocs andava ad aprire i dubbi sui "nuovi" per dare un senso alla storia di Di Luca. Quello era ciò a cui non volevo rispondere, perché è un esercizio dannoso e pure OT. E' quello che io chiamo "perverso loop". (fine della precisazione a Belluschi)
Se vogliamo fare ipotesi sul doping di Di Luca è effettivamente opportuno parlarne nel topic dell'altra stanza.
Io invece sono tra quelli (e sono felice di avere compreso che anche Silvio Martinello sia fra questi) che vuole dare un significato storico a questa vecchia generazione.
Se la fonte unica di informazioni sul fenomeno del doping è la Gazzella 2000 è normale dire "radiazione subito, vuotiamogli il conto corrente, esproprio proletario (bella Sub)", ma chi ha conosciuto almeno un paio dei ragazzi messi indiscriminatamente sotto accusa (solo per la carta d'identità) ben conosce in quale situazione si svolgeva la loro attività sportiva. Lo ha detto, come mai nessuno prima, Silvio Martinello domenica al Processo. Qualcun altro invece non ha detto nulla ...
I migliori ragazzi del nostro ciclismo che oggi hanno più di 40 anni, quando ne avevano 17 e 18 prima dei campionati mondiali juniores venivano sottoposti all'auto-emotrasfusione dai luminari di Ferrara a spese della Federazione Ciclistica Italiana o del Coni (non so), dopo il mitico ritiro federale ossigenante di Livigno in altura.
E chi effettuava materialmente quei pagamenti o comunque avallava quelle pratiche?
I dopati (solo oggi lo sarebbero tecnicamente) potevano essere anche minori, ma chi decideva era già adulto e "vaccinato".
I destini sportivi di quei ragazzi dopo quel messaggio fornito dai massimi vertici del loro sport quale poteva essere?
Citofonare Donati, uomo che finalmente sta osservando le cose come si deve, senza prendere di mira i singoli (gli ex juniores di talento).
Dopo l'emotrasfusione venne il periodo dei tecnici che dicevano "tu sei forte, ma adesso, per restare ai vertici, devi fare delle cure per tenere su il fisico e per recuperare meglio ed eliminare le tossine da affaticamento che appesantiscono il fegato". Il doping era necessario, nelle parole dei guru, ed era un bene per la salute.
Dato il là ai motori "turbo-compressi", chi di quei ragazzi avrebbe potuto continuare l'attività con un normale motore cosworth (giusto per tornare alla formula1 del tempo)? Chi aveva una passione insopprimibile e voleva realizzare il sogno ha accettato il compromesso. Quelle erano le regole non scritte.
E Martinello ieri lo ha detto con una forza, una orgogliosa serenità ed una chiarezza inarrivabili.
Certo, molti che non hanno accettato hanno dovuto smettere (penso anche a gente come il nuotatore Giovanni Franceschi) e verso di loro l'intero movimento ha un debito morale e materiale, ma prima di alzare le mani sul caino in bici non è forse il caso di alzarle sul caino dietro la scrivania che ha creato regole non scritte impedendo ai "no turbodotati" di continuare e peggio ancora, crea le regole scritte e non scritte di oggi?
Perché su una cosa dobbiamo essere chiari, caro dirigente per tutte le stagioni:
- O passi alla storia per il ciclismo della collaborazione con Ferrara
- O passi alla storia come il dirigente del ciclismo pulito e della tolleranza zero.
Entrambe le cose non si possono fare e siccome la prima è già storia bisogna che ne prendi atto.
C'è una intera generazione in questo momento che attende giustizia storica perché acriticamente criminalizzata.
Se poi li vogliamo condannare comunque regalandoli come reietti alla storia, prima condanniamo e leviamo di torno chi li ha indirizzati al "crimine".
Quando poi, ai nostri giorni, ci sono casi di positività di atleti, il cui padre era entrato in conflitto coi tecnici federali prendendo un altro tecnico, ed altre di squadre under 23 minori e mai nessuno dei big teams (ma proprio mai, perché le voci le sentiamo tutti), anche la tolleranza zero diventa una sonora panzana.
Subsonico ha scritto:Me sà che te devi accontentà di Grassi...

Ah Sub damme retta, chi s'accontenta gode.
Grassi, e con lui anche voi sebbene ci possiate scherzare o non vogliate crederci, avete avuto un ruolo enorme nell'aver aperto questa enorme breccia e fatto entrare aria nuova.
Giornalisti a parte, magari se ne sta ad occupa' pure er mio omonimo (quello vero) de 'ste faccende a livello de magnaccioni.
