barrylyndon ha scritto:Commento di un lettore all'articolo che celebrava la vittoria di Nibali a Torino al Giro, dalla Gazzetta.it:
Verotifoso 12:07, 30 Maggio 2016
A volte certi commenti meritano risposte puntuali, a volte semplicemente sorrisi. Ad esempio ci sono commenti fantastici sul fatto che Nibali ha sempre vinto contro nessuno. Non meriterebbe risposta, visto che chi fa certi commenti o è un troll o è un incompetente. Però qualche volta...ecco, parliamo di GImondi. Universalmente il più grande italiano della storia delle grandi corse a tappe del dopoguerra, dopo Coppi e Bartali. Tre Giri, un Tour ed una Vuelta oltre ad una serie innumerevole di podi. Vogliamo vedere le sue vittorie con l'occhio degli incompetenti/troll? Tour del 1965. Vince davanti a Poulidor e Motta. Il primo non a caso è ricordato come l'eterno secondo. Mai indossata la maglia gialla nemmeno per un giorno, e vincitore solo di una Vuelta in carriera. Il secondo vincerà il Giro del 1966 (con Gimondi fuori dal podio, battuto anche dal vecchio Anquetile, capirai che campione) e poi come atleta da corse a tappe scomparirà quasi del tutto. A dirla tutta Gimondi non ha affrontato in quel Tour il numero uno dell'epoca, ossia Anquetil. Se ci fosse stato lui sarebbe arrivato secondo, non c'è dubbio Giro del 1967. Gimondi batte Balmamion (due Giri d'Italia e poi scomparso) ed un Anquetil ormai a fine carriera. Facile battere i vecchietti; Vuelta del 1968. Va beh, non è che batta Ocana o Fuente. Batte Perez Frances, uno che non ha mai vinto un grande giro; Giro del 1969. Qui siamo alle comiche. Merckx lo fanno fuori con la storia del doping, e Gimondi vince su Michelotto (Michelotto chi?) e Zilioli; Giro del 1976. Bel regalo di fine carriera. Il secondo è De Muynck. Capirai che fuoriclasse. Vincerà un Giro nel 1978 contro Moser, altro fenomeno in salita. Ecco, non ci vuole molto ad infangare le vittorie di un campione. Basta sminuirne i meriti, ridicolizzarne gli avversari e fare il sarcastico. Ah, ovviamente occorre essere in malafede e/o incompetenti. Grandissimo Gimondi, naturalmente, fuoriclasse vero e tempo irripetibile per l'Italia.
Beh, visto che Barry mi ha stuzzicato con il cilismo "robotico"... e poi qui si sta commettendo reato di lesa maestà! E' come far pipi nell'acquasantiera...
Dunque, si diceva, Tour del 1965 vinto davanti a quella "pippa" di Poulidor... Poulidor, poveretto, si è scontrato con uno dei mostri sacri del ciclismo, Jacques Anquetil. Per questo arrivava sempre secondo al Tour. Per fare un paragone con i tempi moderni é un po' come il caso di Ullrich: senza Armstrong di Tour ne avrebbe vinti 4 o 5. E poi in quel 1965, quando finalmente Jacques era fuori dai giochi, il povero Poupou, come lo chiamavano affettuosamente i Francesi, si é trovato sulla sua strada un ragazzino...
Già, un ragazzino, perché Felice non aveva neanche ancora compiuto 23 anni ed era neo-professionista. Aveva appena corso il Giro, finito neanche un mese prima. Giro corso da gregario di Adorni e, ciononostante concluso al quarto posto. Roba da non credersi. Inarrivabile, inimmaginabile ai giorni nostri.
E poi l'anno dopo. Quarto al Giro, battuto da un fior di campione come era Gianni Motta e "persino dal vecchio Anquetil". Però, visto che all'epoca non si preparava un unico appuntamento, Felice quell'anno di consolò vincendo la Roubaix, la Parigi Bruxelles (che a quell'epoca contava quanto la Roubaix) e il Lombardia. Insomma, a 24 anni aveva già un palmarès che la maggior parte sottosciverebbe per la fine della carriera.
Quanto al Giro vinto l'anno successivo, battendo "Balmamion e un Anquetil a fine carriera", forse é bene ricordare che a quell'epoca il Giro aveva fior di partecipanti. Nei primi 10, oltre ai due già menzionati c'erano i soliti Vittorio Adorni e Gianni Motta e fra gli stranieri un futuro vincitore del Tour de France, Lucien Aimar e un belga, tale Eddy Merckx. Un giovane Merckx si dirà. Certo. Aveva la stessa età che aveva Gimondi quando vinse il Tour e già due Sanremo in saccoccia. Quell'anno divenne per la prima volta Campione del mondo e, oltre alla Sanremo, vinse la Gand-Wevelgem e la Freccia, fu secondo alla Liegi, terzo al Fiandre, ottavo alla Roubaix e sesto al Lombardia. E l'anno dopo mazzolò tutti quanti al Giro e da allora non ci fu più spazio per nessuno.
Ora dimmi Barry: questo era il ciclismo che amavo e che corrispondeva alla mia visione di questo sport. Ti pare una visione "robotica"? O non é piuttosto uno sport robotico quello di oggi, dove si programmano i picchi di forma, dove non si corre quasi mai e si passa un mucchio di tempo ad andare su e giù dal Teide e non si è "maturi" se non dopo la fatidica soglia dei 27 anni suonati?
Insomma, meglio non fare paragoni con il passato per spiegare o giustificare eventi nel cislismo odierno. Era altra roba, un altro sport.