Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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lemond
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Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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cauz. ha scritto:
alfiso ha scritto: Ma Sagan non è stupido,
ne sei sicuro?
io ho proprio l'impressione che non ci troviamo di fronte a due volpi...
se la stupidita' di vincenzone e' fatto noto, quella di sagan forse dovremo imparare a conoscerla (o magari lui ci smentira', chissa').
certo e' che nibali paga parecchio la sua completa mancanza di carisma, come gia' sottolineato da altri. mai visto un capitano cosi' snobbato in decenni di ciclismo, continuo a credere che sia fondamentale per lui abbandonare la liquigas.
Prendo lo spunto da quanto scritto da Cauz e Alfiso, per allargare un po' l'orizzonte e cercare di discutere se, nella storia del nostro "sport" di ieri e di oggi, il talento si è accompagnato all'intelligenza?
La prima cosa da fare è descrivere il significato della parola: in senso letterale vuol dire saper leggere fra ... le righe, ovvero capire al volo le varie situazioni, però si può anche (in senso più lato) descrivere come un modo di vivere (al meglio) per sé e per gli altri. Insomma, intelligenza significa anche non essere "quaqquaraqqua", perché prima o poi ... Puoi ingannare uno per sempre, tutti per un periodo, ma è esculo che tu possa ingannare tutti per sempre. E poi esiste la legge del cretino: colui che reca danno agli altri e contemporaneamente a ... sé stesso. :crazy:
Basta con i prolegomeni ed entriamo in argomento.

Bartali è il primo che ho conosciuto e sono stato suo tifoso. Mi sbrigo col dire che era una persona per bene, durante la guerra ha anche rischiato molto per aiutare chi era contro il nazi-fascismo, però quanto a capacità di ... mi sembra si possa associare a Celentano. :x Stesso talento, stessa ...

Coppi aveva la fama di essere un intellettuale, però era un convinto cattolico e votava D.C. pur dopo l'esperienza avuta con quel mondo ... sui giornali. :x

Anquetil - Puolidor: ecco un esempio eclatante di pensiero versus istinto. Jacques è, per me, il prototipo della persona intelligente, un signore in tutto e capace di dire quel che pensava, ma pure di essere astuto e di fare del "contadino" (sia detto "absit iniuria verbis) Poupou quel che voleva. E infatti Antenne2 lo scelse come successore di Chapatte per la cronaca del Tour e non se ne pentì di certo. :)

Mercks: non saprei che dire, perché la superiorità era tale che la scaltrezza sarebbe stata superflua. però aveva il difetto di voler, spesso, esagerare.

Moser-Saronni, per me sono entrambi al di sopra della media in questa categoria e la loro rivalità (vera finta?) ha giovato molto al ciclismo italiano

Visentini invece mi pareva molto al di sotto della media, mentre Roche è tutto il contrario, però il mio giudizio come persona di quest'ultimo non è lusinghiero.

Hinault il classico bretone, ovvero in altre parole un contadino dal cervello fino, anche se la sua parola contava come quella di ... Bossi :crazy:

Lemond come Anquetil, con il più il fatto di saper fare anche il gregario, cosa non è capitata mai al Grande Jacques, che era un "mostro" già a vent'anni (o poco più)

Fignon, ovvero l'intelligenza allo stato puro, ma troppo "naif" per ottenere i risultati che avrebbe meritato. ;)

Armstrong molto, molto capace di essere un "leader" e di sapersi destreggiare in tutti gli aspetti del ciclismo, però uno che ha trascorso in Francia così gran tempo, avrebbe dovuto conoscere piuttosto bene la lingua (vedere Carlo Ancillotti dopo un mese e mezzo ;) ) :x

Pantani ... aspetto che si esprima Donchi :cincin:

Basso l'ò già scritto: non lo conosco, però prima di parlare, sembra che pensi (a differenza di altri dei nostri tempi) :)

Nibali-Gilbert-Andy-Sagan molto più talento ciclistico che intellettuale, vedi Bartali.

Tiernan-Locke capisce e si sa esprimere in francese. :)

... a voi. :) :cincin:
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da TIC »

Ci mancava tanto quello che ci insegna cosa e' l'intelligenza...
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lemond
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da lemond »

TIC ha scritto:Ci mancava tanto quello che ci insegna cosa e' l'intelligenza...
Caro Tic, io non ti voglio insegnare proprio niente, ho scritto solo il mio parere su alcuni ciclisti che conosco un po' e, semmai, chiedevo (fra le righe) anche il tuo giudizio su quelli o su altri che non ho menzionato. Poi se a te non interessa, però vuoi partecipare lo stesso con "mala grazia", fai pure ... "unicuique suum". :uhm:
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alfiso

Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da alfiso »

3d stimolante e pieno di insidie.
Rimando a domani perchè da Iphone è dura. Anticipo solo.
Anquetil intelligente: divino nel ciclismo, intelligente marquis de sade libertino e satrapo nel privato. Con tanta, anche triste, letteratura.
Intelligenti: Bugno e Garzelli. A domani sul perchè.
TASSO
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da TASSO »

bellissimo topic : L INTELLIGENZA DEI CICLISTI


Per come la penso io.......... credo che chi sia veramente forte e si senta almeno tale possa permettersi di essere poco intelligente......... scattando a piu' riprese e andando all attacco anche quando potrebbe fare a a meno a patto che naturalmente poi vinca la gara ............... e faccio 2 nomi bettini , gilbert che hanno dimostrato di vincere scattando a piu' riprese e vincere magari in solitaria !! logicamente chi è meno forte e meno presuntuoso possa giocare d astuzia magari correndo tutta la gara coperto e a ruota.........e su tutti e proprio su tutti dico un solo nome : FREIRE
Strong
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da Strong »

per ora mi limito a leggere pareri su corridori del passato...

xlemond:
c'è un buco temporale nelle tua analisi, è voluto?

bugno
chiappucci
indurain
i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
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lemond
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da lemond »

Strong ha scritto:per ora mi limito a leggere pareri su corridori del passato...

xlemond:
c'è un buco temporale nelle tua analisi, è voluto?

bugno
chiappucci
indurain
Sì, perché Indurain non lo conosco per niente, così come Bugno. Su Chiappucci invece avrei potuto esprimermi, ma mi è passato di mente. Comunque avevo chiuso con ... a voi. :) Grazie comunque, in attesa di leggere il tuo parere :cincin: e anche quello di ... TIC. :D
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galliano
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da galliano »

argentin mi ha sempre impressionato in tal senso, pur non tifando x lui.
gimondi ha ottenuto il massimo nella sua epoca, sintomo di intelligenza, probabilmente.
francesco casagrande invece mi è parso poco intelligente ciclisticamente parlando.
attacchi scriteriati e polemiche inutili.

cunego piuttosto banalotto e scontato, mentre garzelli mi pare intelligente fuori e dentro le corse.
Fiammingo
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da Fiammingo »

Un corridore molto intelligente sia in corsa che fuori e' stato Leonardo Piepoli. (tranne quando abbocco' alla finta promessa di Garzelli al tour de suisse che gli promise il classico "a me la classifica a te la tappa")
Silvio Martinello e Giovanni Lombardi penso abbiano dimostrato sia in carriera, sia soprattutto dopo, di essere sopra la media.
Fred Morini,soprattutto dopo, per come ha gestito l'infortunio e la sopravvivenza nell'ambiente.
alfiso

Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da alfiso »

Car Lemond,
non vorrei complicare le cose, dicendo che andrebbe fatta una distinzione (anche per necessità italica) fra intelligenza e furbizia.
Per quello che è il mio modello di intelligenza ho avuto la fortuna di conoscere direttamente i due che ho indicato sopra, Gianni Bugno e Stefano Garzelli.
Gianni Bugno è di una intelligenza notevole con un enorme dono non casuale, una smisurata auto-ironia. Non è un grande comunicatore di massa ma, a suo agio, fra pochi è una persona estremamente solare, tutt'altra cosa rispetto al burbero dell'immagine pubblica e spara pure una marea di battute ... anzi ama proprio sparar cazzate per ridere e divertirsi. Non conosce la puzza sotto al naso, anche se quando correva era agorafobico.

Stefano Garzelli lo conosco da quando era allievo. Grande classe ed affidabilità. Una persona di parola ed una tenacia da gran testa.
In una gara juniores, quando lui correva in maglia VC Sommese, si era trovato in una fuga a cinque con ben quattro compagni di fuga della stessa squadra.
Io ero giudice di gara (sigh!, pure calimero) in quella prova ed ho avuto il piacere e la fortuna di assistere agli attacchi dei suoi avversari (le provarono tutte) per staccarlo ed isolarlo. Non ebbe la benchè minima reazione emotiva, che ci poteva stare, e rincorse con regolarità ognuno che partiva con estremo criterio senza spendere più del dovuto, poi sull'ultima salita diede la paga ai quattro, che poi con ammirazione estrema a fine gara gli fecero i complimenti. E lui quasi si schermiva per averli battuti. Un bellissimo ricordo. Poi ho avuto modo di averlo ospite in una occasione conviviale. Una gran brava persona, mite e tenace.
In questo 3d aspetto Morris
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lemond
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da lemond »

alfiso ha scritto:Car Lemond,
non vorrei complicare le cose, dicendo che andrebbe fatta una distinzione (anche per necessità italica) fra intelligenza e furbizia.
Giusto, ma poi tu ti sei riferito solo all'intelligenza, la furbizia lasciamola a chi se la merita: uomo furbino ti muovi proprio ben in questo gran casino ... e il ciclismo rappresenta proprio terra di conquista per costoro, purtroppo. :grr:
alfiso ha scritto:
Per quello che è il mio modello di intelligenza ho avuto la fortuna di conoscere direttamente i due che ho indicato sopra, Gianni Bugno e Stefano Garzelli.
Gianni Bugno è di una intelligenza notevole con un enorme dono non casuale, una smisurata auto-ironia. Non è un grande comunicatore di massa ma, a suo agio, fra pochi è una persona estremamente solare, tutt'altra cosa rispetto al burbero dell'immagine pubblica e spara pure una marea di battute ... anzi ama proprio sparar cazzate per ridere e divertirsi. Non conosce la puzza sotto al naso, anche se quando correva era agorafobico.

Stefano Garzelli lo conosco da quando era allievo. Grande classe ed affidabilità. Una persona di parola ed una tenacia da gran testa.
In una gara juniores, quando lui correva in maglia VC Sommese, si era trovato in una fuga a cinque con ben quattro compagni di fuga della stessa squadra.
Io ero giudice di gara (sigh!, pure calimero) in quella prova ed ho avuto il piacere e la fortuna di assistere agli attacchi dei suoi avversari (le provarono tutte) per staccarlo ed isolarlo. Non ebbe la benchè minima reazione emotiva, che ci poteva stare, e rincorse con regolarità ognuno che partiva con estremo criterio senza spendere più del dovuto, poi sull'ultima salita diede la paga ai quattro, che poi con ammirazione estrema a fine gara gli fecero i complimenti. E lui quasi si schermiva per averli battuti. Un bellissimo ricordo. Poi ho avuto modo di averlo ospite in una occasione conviviale. Una gran brava persona, mite e tenace.
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Eh, eh, io questa discussione l'avevo ideata propio pensando a Maurizio, che però è troppo taciturno, così come Donchi :grr: :grr:
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Winter
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da Winter »

lemond ha scritto:
Anquetil - Puolidor: ecco un esempio eclatante di pensiero versus istinto. Jacques è, per me, il prototipo della persona intelligente, un signore in tutto e capace di dire quel che pensava, ma pure di essere astuto e di fare del "contadino" (sia detto "absit iniuria verbis) Poupou quel che voleva. E infatti Antenne2 lo scelse come successore di Chapatte per la cronaca del Tour e non se ne pentì di certo. :)
Devo corregerti
Era co-conduttore con Chapatte (che oltre a esser ex corridore era un grande giornalista)
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da KELLY1 »

un personaggio sinora non citato anche se porta molto indietro negli anni è Fiorenzo Magni un fior di campione nello sport e fuori.
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

il ciclismo e làintelligenza mi portano verso Savoldelli:

come ha gestito le tappe a Zoldo Alto e a Sestriere, nel suo secondo Giro, sono la prova che con nervi d'acciaio, cuore, ottime discese e una grande capacitaà di leggere la corsa, si puoà vincere da non favoriti.

Anche Cassani ha fatto dellàintelligenza la sua arma in più,
non come telecronista, ma già prima, quando sapeva leggere le corse e "comandava" la squadra italiana ai mondiali pur non essendone capitano.
“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
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lemond
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da lemond »

Winter ha scritto:
lemond ha scritto:
Anquetil - Puolidor: ecco un esempio eclatante di pensiero versus istinto. Jacques è, per me, il prototipo della persona intelligente, un signore in tutto e capace di dire quel che pensava, ma pure di essere astuto e di fare del "contadino" (sia detto "absit iniuria verbis) Poupou quel che voleva. E infatti Antenne2 lo scelse come successore di Chapatte per la cronaca del Tour e non se ne pentì di certo. :)
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Era co-conduttore con Chapatte (che oltre a esser ex corridore era un grande giornalista)
Grazie, mi ero confuso, perché la mia memoria ... anche se Robert Chapatte me lo rammento bene e, sono d'accordo: era molto bravo come telecronista, come corridore invece non l'ò mai visto, se non in spezzoni dell'I.N.A, ma non credo fosse ... :cincin:
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da lemond »

KELLY1 ha scritto:un personaggio sinora non citato anche se porta molto indietro negli anni è Fiorenzo Magni un fior di campione nello sport e fuori.
Già e grazie alla furbizia (cosa diversa dice Alfiso ed io concordo) riuscì a vincere un Giro d'Italia, "rubandolo" a Gastone Nencini. :(
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da lemond »

Maìno della Spinetta ha scritto:il ciclismo e làintelligenza mi portano verso Savoldelli:

come ha gestito le tappe a Zoldo Alto e a Sestriere, nel suo secondo Giro, sono la prova che con nervi d'acciaio, cuore, ottime discese e una grande capacitaà di leggere la corsa, si puoà vincere da non favoriti.

Anche Cassani ha fatto dellàintelligenza la sua arma in più,
non come telecronista, ma già prima, quando sapeva leggere le corse e "comandava" la squadra italiana ai mondiali pur non essendone capitano.
Su Savoldelli sono d'accordo, anche se non ho gradito per niente il suo acquisto (al volo) dei due uomini di un'altra squadra, quando lui era in maglia Discovery o similia, per Cassani non saprei.
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da eliacodogno »

lemond ha scritto:Su Savoldelli sono d'accordo, anche se non ho gradito per niente il suo acquisto (al volo) dei due uomini di un'altra squadra, quando lui era in maglia Discovery o similia, per Cassani non saprei.
Diciamo che sulla strada del Sestriere il Falco trovò anche altri alleati (Ardila e Van Huffel diedero il contributo più plateale ma non furono i soli), perciò non so...
Secondo me fu decisiva la scarsissima popolarità di Simoni in gruppo (e quindi la volontà di vederlo perdere) più che l'ansia di Paolo nel cercare alleati...
Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)

'Idea del Forum' per me non vuol dire assolutamente niente. (H.F.)
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da Deadnature »

Io credo fu una questione di denaro (che ci sta, per carità, anche se ancora oggi, da tifoso di Simoni, quel Giro mi infastidisce): non penso francamente che a un Ardila o un Van Huffel cambiasse la vita la vittoria di Simoni piuttosto che di Savoldelli.
Guardando al presente, come corridori dotati di intelligenza ciclistica citerei sicuramente Contador, Freire e direi anche Basso.
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Un blog consigliato da Basso, quello giusto.

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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da Strong »

Deadnature ha scritto:corridori dotati di intelligenza ciclistica citerei sicuramente Contador, Freire e direi anche Basso.
le parti in grassetto non ritengo (parere mio) possano stare nella stessa frase soprattutto se dopo poche parole compare anche il nome di Oscarito
i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da Deadnature »

Ah beh, non è una verità scritta nella pietra! :D Contador io l'ho sempre visto estremamente lucido in corsa, con picco emblematico l'anno della convivenza con Armstrong, che mentalmente era difficilissima.
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da Laura Grazioli »

Io considero l'intelligenza la capacità di modificare l'ambiente circostante con i mezzi che si ha a disposizione: tipo il polpo che vede un pesce in un barattolo ed è in grado di svitare il barattolo.
Quindi io trovo intelligente un corridore che, con mezzi ridotti dovuto alle sue capacità, riesce ad ottenere il massimo quindi il primo nome che mi viene in mente è Frank Schleck.
Lui non è un campione, ma ha saputo sfruttare al massimo i mezzi che aveva a disposizione, cioè un fratello assolutamente devoto (il che non va a favore di Andy). Grazie alla sua influenza sul fratello ha ottenuto risultati che sarebbero stati impossibili per le sue possibilità atletiche.
Un uomo comincerà a comportarsi in maniera ragionevole solo quando avrà esaurito ogni altra possibile soluzione
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da Deadnature »

In effetti alla base c'è anche la definizione di intelligenza: la tua escluderebbe, in parte, Contador, giacché si è sempre mostrato abbastanza superiore agli altri da non doversi troppo preoccupare dell'aspetto strategico.
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da alfiso »

Vabbeh Strong. Ogni scarrafone è bello a mamma soja. Il mondo non è bello se non è litigherello.
Ma almeno argomenta un po'. Non basta la sentenza. Ci saranno delle ragioni.

Ps. Io lo dico sebbene, allo stato, il buon Alberto non lo metterei nella categoria dei miei "intelligenti". Esercizio peraltro difficile per un leader in genere, in quanto costretto a continui compromessi e alla policy di squadra e diplomatica (eccetto uno, ma definirlo leader è forse eccessivo).
Ultima modifica di alfiso il mercoledì 22 febbraio 2012, 16:18, modificato 1 volta in totale.
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da thepirate87 »

Mi limito all'intelligenza in corsa:
sicuramente Freire è un corridore intelligente, ma trai corridori non di primissimo piano (o meglio, non trai capitani)uno estremamente intelligente era Giovanni Lombardi. E' passato da essere velocista a tirare le volate a Zabel e Cipollini, a far da gregario "fac totum" a Basso. In più, negli anni con Cipollini, una tappa nei grandi giri riusciva spesso a portarla a casa con una fuga o nel finale di giro
La buca l'è mèa straca se la sa mèa ad vaca...

Ecco Pantani che getta la bandana...scatto di Pantani!
alfiso

Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

Messaggio da leggere da alfiso »

lemond ha scritto:Anquetil - Puolidor: ecco un esempio eclatante di pensiero versus istinto. Jacques è, per me, il prototipo della persona intelligente, un signore in tutto e capace di dire quel che pensava, ma pure di essere astuto e di fare del "contadino" (sia detto "absit iniuria verbis) Poupou quel che voleva. E infatti Antenne2 lo scelse come successore di Chapatte per la cronaca del Tour e non se ne pentì di certo. :)
Caspita Lemond, io non sono un savonarola (mi considero abbastanza libertino), ma nel caso de Le Roi Jacques mi sento una suora verginella.
Negli anni 60 emulò un altro grande italiano innamorandosi della moglie di un medico, ma poi ... fece molto di più del nostro grande airone.
Pertanto distinguo tra il Jacques ciclista (divino) e l'uomo, solo "istintivamente" un "prototipo della persona intelligente", un signore un po' medievale che usava l'intelligenza per assecondare i suoi istinti e fare, non solo di quel contadino, ciò che voleva :D ;)

Percui distinguo fra l'Anquetil divino, inarrivabile del primo link ciclistico:
http://www.jesuismort.com/biographie_ce ... l-5057.php

dal sultano ;) di questo secondo:
http://archiviostorico.corriere.it/2004 ... 9112.shtml
PARIGI - Tutte le donne di Jacques Anquetil, il mito del ciclismo francese - cinque Tour de France e due Giri d' Italia - morto nel 1987 all' età di 53 anni per un cancro allo stomaco. A 17 anni dalla sua scomparsa esce un libro-choc firmato dalla figlia Sophie, che toglie ogni velo dalla vita privata del campione e del suo harem. «Sono stata una bambina con due madri... una di loro era figlia dell' altra, e per 15 anni le mie due mamme hanno vissuto sotto lo stesso tetto» scrive Sophie. Una storia familiare incredibile con al centro il «sultano» Jacques. Nel 1958 Anquetil sposò Janine (ex moglie del suo medico), che aveva già due figli, Alain e Annie. Nel ' 69, dopo il ritiro dalle corse, Jacques voleva un figlio ma Janine non fu in grado di darglielo: così tra moglie e marito ci fu un accordo segreto, Annie (figlia di Janine) acconsentì a diventare la «favorita» di Jacques e nacque Sophie. Anni dopo un altro intreccio, quando Jacques volle come amante Dominique (moglie dell' altro figlio di Janine) ed ebbe da lei Christopher. Sophie, che oggi ha 32 anni, è serena: «Mia nonna Nanou (Janine), mia madre Annie, mio padre Jacques: io li amo tutti. Non ho niente, davvero niente da rimproverare a tutti loro».

Il libro era disponibile alla Libreria dello Sport di Milano. :o :whip: :oops: :censura: :fuori: :old: :drool: :ponpon: :drool: :ponpon: :whip: :yoga: :trofeo: :worthy: :trofeo: :ponpon: :drool: :drool:
lemond ha scritto:Gilbert ... molto più talento ciclistico che intellettuale, vedi Bartali.
Sai Carlo che su questa frase non concordo molto. Sia su Gilbert che su Bartali (in parte).
Lo argomento, anche se è probabile che tu ne sappia ben altre (come del postino di Villa d'Almè ...).
Gilbert parla molte lingue e le parla nel modo che piace a te, ovvero per essere divulgativo, ovvero come forma di rispetto per i suoi interlocutori.
Fra l'altro parla molte lingue con proprietà di linguaggio. Insomma per un ciclista (ma pure per un calciatore) mi pare una bella caratteristica.
Nessuno in Belgio ha dimenticato, quando nel bel mezzo della buriana politica e dei venti secessionisti più o meno urlati, in una intervista sul canale fiammingo con il telecronista che lo intervistava in francese rispose orgogliosamente in fiammingo, fottendosene con altrettanto orgoglio dei nazionalismi rombanti (andando quindi controcorrente). Il popolo delle Fiandre, orgogliosamente burbero ed abituato dalla storia ad essere sottomesso a tutti (spagnoli, francesi, tedeschi, ecc.) ha molto gradito e nobilmente restituito l'affetto. I valloni orgogliosi del loro campione, si sono accorti di avere ancora un canale di dialogo coi fiamminghi. Non pareva loro vero.
Visto il passato non proprio lindo e senza macchia, ma molto chicchierato di Roi Albert, diciamo che Gilbert è stato il vero re del Belgio del 2010-2011; e non si fa re un ignorante (battuta scontata, la so già).
Ma questa sua attitudine non riguarda solo le vicende belghe. Anche qua in Italia, alle domande ostentamente in francese della Ale De Stefano, PG si è sempre sforzato a rispondere in italiano. Percui questo è proprio il suo modo di fare e di agire.

Bartali era un grande personaggio, oppresso dalla sua immagine pubblica e troppo spesso vittima ingenua della stessa. Però aldilà dell'atteggiamento burbero aveva un gran cuore. Io l'ho conosciuto anziano a tavola con un suo ex gregario, grande amico di mio padre.
Potevi starlo ad ascoltare per ore. E comunque la sua vita ha intrecciato la storia della guerra e del dopoguerra di questo Paese. Un briciolo di naturale intelligenza "almeno contadina" era indispensabile (resta anche tanta ingenuità).
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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alfiso ha scritto: Ma almeno argomenta un po'. Non basta la sentenza. Ci saranno delle ragioni.
lo scatto durante il problema ad andy è stata una prova (grande) della non eccelsa intelligenza
gli avrà si permesso di vincere quel tour (che diversamente forse avrebbe perso sulla strada) ma le ripercussioni sono state devastanti e di certo non si è guadagnato la simpatia degli atleti.
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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Contador vince spesso anche quando non è al meglio, segno che ad una classe eccelsa accompagna un'ottima lettura della corsa. Del resto non trovo errori strategici nella sua condotta, errori che invece sono solitamente numerosi nei suoi avversari (Riccò su tutti).
Lo metterei a metà tra gli intelligenti e i furbi, visto che riesce sempre a costruire trame di alleanze molto efficaci (con gli spagnoli ma non solo) in cambio di favori e regalini. E persino gli avversari sconfitti non sembrano avere grande antipatia nei suoi confronti (emblematico l'arrivo sul Tourmalet nel 2010)
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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eliacodogno ha scritto:emblematico l'arrivo sul Tourmalet nel 2010
emblematico che quel tour non l'abbia vinto lui.... :)
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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Deadnature ha scritto:Io credo fu una questione di denaro (che ci sta, per carità, anche se ancora oggi, da tifoso di Simoni, quel Giro mi infastidisce): non penso francamente che a un Ardila o un Van Huffel cambiasse la vita la vittoria di Simoni piuttosto che di Savoldelli.
Guardando al presente, come corridori dotati di intelligenza ciclistica citerei sicuramente Contador, Freire e direi anche Basso.
Certo, ma dato che fu decisiva la salita verso Sestriere non furono solo Ardila e Van Huffel (che aspettarono Paolo sul Finestre) a fornire un contributo; ma ricordo che in discesa rientrò un gruppo di almeno 5-6 (c'era di sicuro Gonchar, non saprei chi altri, anche se ho la registrazione da qualche parte...) che si davano cambi nel fondovalle verso Pragelato, mentre Simoni rimase prima senza Di Luca e infine da solo (giustamente visto che pure Rujano cercava di vincere).

Sui corridori attuali che hai citato concordo su Contador e Freire, mentre Basso... sì, non compie azioni scriteriate e illogiche, però non ha nell'intelligenza tattica una dote decisiva per emergere. Come è stato di recente per i già citati Savoldelli e Garzelli
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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Strong ha scritto:
eliacodogno ha scritto:emblematico l'arrivo sul Tourmalet nel 2010
emblematico che quel tour non l'abbia vinto lui.... :)
Ah, dici che quindi gli abbracci e le pacche di Andy erano una finta e che il biondino già sapeva che l'antidoping avrebbe fatto il suo corso...???
Io non credo che Contador e Schleck siano nemici, non ho elementi per crederlo. In base agli elementi che ho mi sembra una forzatura (come la rivalità Basso-Cunego, esistita su qualche giornale ma mai divenuta effettiva tra i protagonisti)
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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eliacodogno ha scritto:Ah, dici che quindi gli abbracci e le pacche di Andy erano una finta e che il biondino già sapeva che l'antidoping avrebbe fatto il suo corso...???
...veri come i sorrisi di questa foto

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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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alfiso ha scritto:
lemond ha scritto:Anquetil - Puolidor: ecco un esempio eclatante di pensiero versus istinto. Jacques è, per me, il prototipo della persona intelligente, un signore in tutto e capace di dire quel che pensava, ma pure di essere astuto e di fare del "contadino" (sia detto "absit iniuria verbis) Poupou quel che voleva. E infatti Antenne2 lo scelse come successore di Chapatte per la cronaca del Tour e non se ne pentì di certo. :)
Caspita Lemond, io non sono un savonarola (mi considero abbastanza libertino), ma nel caso de Le Roi Jacques mi sento una suora verginella.
Negli anni 60 emulò un altro grande italiano innamorandosi della moglie di un medico, ma poi ... fece molto di più del nostro grande airone.
Pertanto distinguo tra il Jacques ciclista (divino) e l'uomo, solo "istintivamente" un "prototipo della persona intelligente", un signore un po' medievale che usava l'intelligenza per assecondare i suoi istinti e fare, non solo di quel contadino, ciò che voleva :D ;)

Percui distinguo fra l'Anquetil divino, inarrivabile del primo link ciclistico:
http://www.jesuismort.com/biographie_ce ... l-5057.php

dal sultano ;) di questo secondo:
http://archiviostorico.corriere.it/2004 ... 9112.shtml
PARIGI - Tutte le donne di Jacques Anquetil, il mito del ciclismo francese - cinque Tour de France e due Giri d' Italia - morto nel 1987 all' età di 53 anni per un cancro allo stomaco. A 17 anni dalla sua scomparsa esce un libro-choc firmato dalla figlia Sophie, che toglie ogni velo dalla vita privata del campione e del suo harem. «Sono stata una bambina con due madri... una di loro era figlia dell' altra, e per 15 anni le mie due mamme hanno vissuto sotto lo stesso tetto» scrive Sophie. Una storia familiare incredibile con al centro il «sultano» Jacques. Nel 1958 Anquetil sposò Janine (ex moglie del suo medico), che aveva già due figli, Alain e Annie. Nel ' 69, dopo il ritiro dalle corse, Jacques voleva un figlio ma Janine non fu in grado di darglielo: così tra moglie e marito ci fu un accordo segreto, Annie (figlia di Janine) acconsentì a diventare la «favorita» di Jacques e nacque Sophie. Anni dopo un altro intreccio, quando Jacques volle come amante Dominique (moglie dell' altro figlio di Janine) ed ebbe da lei Christopher. Sophie, che oggi ha 32 anni, è serena: «Mia nonna Nanou (Janine), mia madre Annie, mio padre Jacques: io li amo tutti. Non ho niente, davvero niente da rimproverare a tutti loro».

Il libro era disponibile alla Libreria dello Sport di Milano. :o :whip: :oops: :censura: :fuori: :old: :drool: :ponpon: :drool: :ponpon: :whip: :yoga: :trofeo: :worthy: :trofeo: :ponpon: :drool: :drool:
lemond ha scritto:Gilbert ... molto più talento ciclistico che intellettuale, vedi Bartali.
Sai Carlo che su questa frase non concordo molto. Sia su Gilbert che su Bartali (in parte).
Lo argomento, anche se è probabile che tu ne sappia ben altre (come del postino di Villa d'Almè ...).
Gilbert parla molte lingue e le parla nel modo che piace a te, ovvero per essere divulgativo, ovvero come forma di rispetto per i suoi interlocutori.
Fra l'altro parla molte lingue con proprietà di linguaggio. Insomma per un ciclista (ma pure per un calciatore) mi pare una bella caratteristica.
Nessuno in Belgio ha dimenticato, quando nel bel mezzo della buriana politica e dei venti secessionisti più o meno urlati, in una intervista sul canale fiammingo con il telecronista che lo intervistava in francese rispose orgogliosamente in fiammingo, fottendosene con altrettanto orgoglio dei nazionalismi rombanti (andando quindi controcorrente). Il popolo delle Fiandre, orgogliosamente burbero ed abituato dalla storia ad essere sottomesso a tutti (spagnoli, francesi, tedeschi, ecc.) ha molto gradito e nobilmente restituito l'affetto. I valloni orgogliosi del loro campione, si sono accorti di avere ancora un canale di dialogo coi fiamminghi. Non pareva loro vero.
Visto il passato non proprio lindo e senza macchia, ma molto chicchierato di Roi Albert, diciamo che Gilbert è stato il vero re del Belgio del 2010-2011; e non si fa re un ignorante (battuta scontata, la so già).
Ma questa sua attitudine non riguarda solo le vicende belghe. Anche qua in Italia, alle domande ostentamente in francese della Ale De Stefano, PG si è sempre sforzato a rispondere in italiano. Percui questo è proprio il suo modo di fare e di agire.

Bartali era un grande personaggio, oppresso dalla sua immagine pubblica e troppo spesso vittima ingenua della stessa. Però aldilà dell'atteggiamento burbero aveva un gran cuore. Io l'ho conosciuto anziano a tavola con un suo ex gregario, grande amico di mio padre.
Potevi starlo ad ascoltare per ore. E comunque la sua vita ha intrecciato la storia della guerra e del dopoguerra di questo Paese. Un briciolo di naturale intelligenza "almeno contadina" era indispensabile (resta anche tanta ingenuità).

Io, lo sanno tutti credo, sono estremamente sintetico e quindi poco rispettoso :D. Jacques, sapevo che era un gaudente in tutti i sensi e se anche la mia natura mi porta ad essere diverso, ho molta stima per coloro che sanno interpretare il libertinismo in maniera ... Se venissi una volta ad Empoli ti farei conoscere un mio amico che può ritenersi a giusto titolo il paradigma del tipo. Per referenze, puoi chiedere a Lorenzo Bitossi :) (anche lui troppo taciturno). :x
Sul grande vallone, di cui sono tifoso, ti ringrazio delle informazioni, ma infatti come uomo è simpaticissimo, onesto e ... Però, per come perde certe corse, sembra che voglia scrivere un libro sull'argomento. Gino era un grande uomo, di cuore, e quindi concordo. :cincin:
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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Strong ha scritto:
eliacodogno ha scritto:Ah, dici che quindi gli abbracci e le pacche di Andy erano una finta e che il biondino già sapeva che l'antidoping avrebbe fatto il suo corso...???
...veri come i sorrisi di questa foto

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Almeno quella rivalità esisteva poi effettivamente...l'altra :no:
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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eliacodogno ha scritto: Almeno quella rivalità esisteva poi effettivamente...l'altra :no:
tu dici?
andy non è un cagnaccio come Arsmtrong ma la faccia che aveva all'arrivo di quella tappa io me la ricordo ancora (e anche Laura :D )
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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strong, sicuro di essere finito nel 3d giusto?
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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Strong ha scritto:
eliacodogno ha scritto: Almeno quella rivalità esisteva poi effettivamente...l'altra :no:
tu dici?
andy non è un cagnaccio come Arsmtrong ma la faccia che aveva all'arrivo di quella tappa io me la ricordo ancora (e anche Laura :D )
Mah...io non credo che Andy abbia per le mani il randello dell'antidoping e quindi la frase da cui è partito il discorso...non la capisco... :boh:
Comunque sì, dico con un certo convincimento che Andy (manco fosse lo sceriffo del gruppo) non serbi particolare rancore verso Alberto. E la faccia al termine della giornata sportivamente più brutta della sua vita non è granchè come prova
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eliacodogno ha scritto:Mah...io non credo che Andy abbia per le mani il randello dell'antidoping e quindi la frase da cui è partito il discorso...non la capisco... :boh:
neppure io lo penso, ma non era questo che volevo dire. magari qualche voce girava....
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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pacho ha scritto:strong, sicuro di essere finito nel 3d giusto?
io si e tu?
l'asilo mariuccia ha già chiuso?
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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Strong ha scritto:
eliacodogno ha scritto:Mah...io non credo che Andy abbia per le mani il randello dell'antidoping e quindi la frase da cui è partito il discorso...non la capisco... :boh:
neppure io lo penso, ma non era questo che volevo dire. magari qualche voce girava....
?? :dubbio:
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Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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Da quando seguo il ciclismo i più "intelligenti" che ho visto finora:
1) Freire: volpone nato; l'ideotipo della gestione perfetta della corsa. E quando l'ottima forma lo accompagnava era imbattibile: mi ha stupito nel bis a Verona quando rispose agli scatti nell'ultimo passaggio sulle Torricelle e nel momento topico, poco prima dello scollinamento.
2) Savoldelli: ha vinto uno dei Giri più duri mai disegnati, come quello del 2005 attraverso una condotta di gara ineccepibile. L'anticipo nella discesa del Duran per "respirare" un pò prima del ritorno di Basso, la stoccata ad Ortisei, ed il capolavoro di gestione nella mitica tappa del Finestre-Sestriere.
3) Indurain: il Navarro accompagnava al suo gran motore una ottima gestione della corsa, ed una grande intelligenza tattica: vedi il famoso attacco nella tappa del Tour del '95 in Vallonia (era la discesa dell'Haute-Leve?). L'ho visto in seria difficoltà nel Tour del '96, e non solo nella celebre "cotta" di Les Arcs: errori tattici vari della Banesto nelle tappe del massiccio centrale, e defaillance nelle tappe pirenaiche...ma lì non era lo stesso Indurain degli anni precedenti.

I "meno furbi": beh finora non ho mia visto un cavallo pazzo ai livelli di Hoogerland :D (che adoro tra l'altro).
Come ricordava qualcuno Casagrande non brillava per acume tattico e buttò via il Giro del 2000. I fratelli Schleck: motori BMW, componentistica elettronica assente :D
Quando ero piccolo mi innamoravo di tutto, ma il primo vero amore non si scorda mai: Merano-Aprica, 5 giugno 1994.
alfiso

Re: Il ciclismo e l'intelligenza (storia e cronaca)

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lemond ha scritto:Io, lo sanno tutti credo, sono estremamente sintetico e quindi poco rispettoso :D. Jacques, sapevo che era un gaudente in tutti i sensi e se anche la mia natura mi porta ad essere diverso, ho molta stima per coloro che sanno interpretare il libertinismo in maniera ...
...
Sul grande vallone, di cui sono tifoso, ti ringrazio delle informazioni, ma infatti come uomo è simpaticissimo, onesto e ... Però, per come perde certe corse, sembra che voglia scrivere un libro sull'argomento. Gino era un grande uomo, di cuore, e quindi concordo. :cincin:
Sorry Lemond, mi son dilungato su Anquetil, perchè è davvero un personaggio da letteratura rosa, noir, e pure di quella con gli orpelli (histoire d'o).

Riguardo invece a Gilbert e Bartali li voglio accomunare in un punto di vista particolare.
Se il calcio ha contribuito a dividere la Croazia dalla Serbia (Dinamo Zagabria-Stella Rossa Belgrado 1990), è altrettanto vero che il ciclismo ha contribuito a tenere assieme l'Italia ed il Belgio (Bartali e Gilbert).
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