Storia

[lemond]

Leggo solo ora:

Ti posso dire che viaggiando per il mondo una delle cose che ho imparato e che non si leggono sui libri è che ritenersi più furbi e più intelligenti dei ricchi o dei padroni è la ( magra ) consolazione dei servi e dei poveracci.

Io distinguerei i poveracci (nobile appartenenza) dai servi (che magari sono anchde ricchi).

[Cthulhu]

Leggo solo ora:

Ti posso dire che viaggiando per il mondo una delle cose che ho imparato e che non si leggono sui libri è che ritenersi più furbi e più intelligenti dei ricchi o dei padroni è la ( magra ) consolazione dei servi e dei poveracci.

Io distinguerei i poveracci (nobile appartenenza) dai servi (che magari sono anchde ricchi).

Tu sei troppo filosofico.
I servi che dico io fanno proprio i servi e sono pure poveracci.
Tipo i messicani che pensano che gli americani siano degli imbecilli e poi muoiono affogati nel Rio Grande nel tentativo di raggiungere gli USA per andare letteralmente a pulire il culo agli anziani del popolo tanto cretino...

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXVII

Alla fine di ottobre Mussolini ha dato ordine di trattare con tutti: Salandra, Nitti, Facta, perfino Giolitti; si lusingano le vanità di ciascuno, promtettendo la stessa cosa e cioè la presidenza di un governo di coalizione. L'obiettivo è invece quello di temporeggiare, portare la crisi politica a un punto di non ritorno e, solo allora, spingere Facta alle dimissioni e, minacciando l'insurrezione, impossessarsi del potere senza colpo ferire. Trattare, ingannare minacciare: trattare con tutti, tradire tutti!
La situazione per Facta sembra precipitare e la riapertura della Camera, prevista per il 7 novembre, è troppo lontana, mentre dalla prefettura di Milano arrivano conferme che i fascisti preparano un colpo di mano per la notte del 27 ottobre. Il ministro dell'interno (Paolino Taddei) ha previsto l'arresto immediato dei capi fascisti (Mussolini in testa) al primo segno di sedizione.
Tutto questo il Duce non può saperlo e continua a parlare al mondo con toni smorzati di chi si sente corteggiato da tutti e in particolar modo con "i padroni del vapore", che il 26 ottobre vanno ad incontrarlo al Popolo d'Italia. Alberto Pirelli guida una delegazione di industriali lombardi e la riunione si conclude con un versamento di due milioni di lire sul conto di Giovanni Marinelli, amministratore del P.N.F.
Poco dopo giunge la notizia che Facta non si è dimesso, il che per loro è un bene, perché il fatto dovrà accadere quando gli squadristi saranno a Roma. E il telegramma del ministro Taddei, con l'ordine di arresto dei capi fascisti, per ora langue sulla scrivania del prefetto di Milano: Lusignoli, che spera di diventare ministro.

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXVIII

Milano 27 ottobre. Mussolini ha congedato Costanzo Ciano, che insieme a De Vecchi e Dino Grandi, vorrebe scongiurare la marcia, e sta pensando che ormai, invece essa sta scivolando su di un piano inclinato: alla mezzanotte, se nessuno li arresta nel pomeriggio, nei capoluoghi di provincia di tutt'Italia gli squadristi andranno all'assalto delle prefetture.
Quelle poche ore saranno le ultime in cui dirà sì a tutti i possibili candidati alla Presidenza del Consiglio; ormai li ha in pugno: tutti hanno bisogno del suo appoggio! Con simile stato d'animo alza la cornetta del telefono per chiedere alla segretaria di riservargli un palchetto al Manzoni: "Questa sera me ne vado a teatro!" Resta ormai solo da scoprire se l'esercito del re aprirà il fuoco sulle camice nere.
A Perugia (Hotel Bufani), sede del quadrunvirato (Michele Bianchi, Emilio De Bono, Italo Balbo e Cesare Maria De Vecchi) i primi due sono chini sulle mappe da ore, ma il territorio che dovrebbero controllare resta loro completamente ignoto! E neppure del resto del mondo si sa nulla!
Per il momento la prefettura, che gli squadristi dovrebbero assaltare, è difesa da un triplo cordone di guardie regie e carabinieri, mentre la truppa del comando di zona è consegnata in caserma, ma, al primo fuoco, se l'esercito si muovesse, il comando fascista sarebbe travolto in pochi minuti.
Alle 20 arriva la notizia che gli squadristi toscani e cremonesi (di Farinacci) abbiano anticipato l'azione e pare che stiano combinando un disastro: a Firenze gli uomini del "Gran bastonatore" (Tullio Tamburini) hanno arrestato alcuni ufficiali e assediato la prefettura, dove si tiene un banchetto in onore niente meno che del generale Armando Diaz, "il duca della vittoria". "Imbecilli!" è l'ultima parola che pronuncia Italo balbo, mentre monta in auto per precipitarsi verso il capoluogo toscano. Michelino Bianchi, scosso dai suoi rantoli di tubercolotico, ma con l'immancabile frustino abbandonato sulle gambe, si lascia cadere su una poltrona.

[lemond]

Togliatti tra Stalin e Kruscev - Documentario

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXIX

A Cremona alle 18, nei dintorni della prefettura, l'illuminazione pubblica, sabotata da uno squadrista, si è spenta: è il segnale e una settantina di squadristi, su ordine di Roberto Farinacci sono penetrati nel palazzo. Un'azione condotta con parecchie ore di anticipo, evidentemente suggerita dal desiderio di primeggiare, tipico di Farinacci! Il prefetto, dopo un primo momento di sbandamento, ha fatto arrestare i fascisti. I quaranta squadristi catturati, gli altri sono riusciti a scappare, sono stati rinchiusi in una stanza e stanno piagnucolando come bambini delusi dalle promesse mancate degli adulti.
Alle 20.05 era arrivato il re a Roma e, alla stazione ad attenderlo, c'erano Facta, il prefetto, il d.g. di pubblica sicurezza e il questore. Con un sussulto di orgoglio Vittorio Emanuele III aveva dichiarato che Roma doveva essere difesa ad ogni costo e, se i fascisti si fossero presentati in armi, si sarebbe dovuto dichiarare lo "stato d'assedio" e il proclamarlo sarebbe bastato di per sé a stroncare la marcia. Il re non aveva aggiunto altro e se n'era andato a Villa Savoia.
Verso le 21 Facta aveva ricevuto la telefonata da Lusignoli che gli annunciava che i fascisti non avrebbero appoggiato un suo governo e allora era andato a villa Savoia a rassegnare le dimissioni da capo del governo, proprio nel momento peggiore possibile; se l'avesse fatto anche un giorno prima, ci poteva erssere un nuovo incaricato, ma così Facta lasciava l'Italia senza nessun governo di fronte all'aggressione fascista. Tornato al Viminale aveva concesso il permesso di andare a dormire!
Efrem Ferraris, il suo giovane capo di gabinetto, entra invece nella sua veglia d'armi e per ore osserva il "lampeggiare" dei telefoni che collegano le prefetture al ministero e per lui dura fino all'alba lo spettacolo "grandioso" dello sfaldarsi di uno Stato!

[jerrydrake]

Togliatti tra Stalin e Kruscev - Documentario

Grazie dei consigli per l'ascolto, non mancherò. Certo che Togliatti non è proprio il più imparziale e coerente dei commentatori...

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXX

Al teatro Manzoni, nell'intervallo del primo atto, Mussolini è stato avvertito che a Cremona sta succedendo un macello! I soldati hanno tirato ad alzo uomo sugli squadristi di Farinacci e il duce rientra subito in ufficio. Appena giunto riceve una telefonata di Balbo da Firenze, che lo informa di essere riuscito in extremis a fermare il disastro che stavano combinando quegli "scalzacani" do Tamburini e a omaggiore il generale Diaz.
Riattaccato il telefono, scrive: "Il quadrunvirato segreto d'Azione dichiara decaduto l'attuale governo, disciolta la Camera e aggiornato il Senato. L'esercito è consegnato nelle caserme e non deve partecipare alla lotta." È quel che spera, perché sa benissimo che se l'esercito intervenisse non ci sarebbe nessuna lotta. Ormai ogni decisione è nelle mani del re, quel nano maledetto che lo disprezza per le sue origini plebee, dichiererà lo stato d'assedio?
Facta viene svegliato poco dopo l'una di notte per andare al ministero della guerra, dove il generale Pugliese, sdegnato e inviperito, chiede (ormai da due giorni) ordini scritti per poter attuare la difesa della capitale. Il ministro gli assicurà che li avrà e Facta, d'accordo, sale dal re e, dopo il colloquio, ritorna al Viminale per preparare lo "stato d'assedio" che il re Vittorio Emanuele III firmerà l'indomani mattina.
Poco dopo le 6.00 Facta trasmette al generale Pugliese gli ordini scritti per la difesa di Roma e, dopo mezz'ora, parte il telegramma per i prefetti con l'ordine di arresto per i sediziosi! Alle 8 e 30 il manifesto con lo "stato d'assedio" è affisso per le vie di Roma.

[lemond]

Documentario sulla rivoluzione russa, prima dell'ottobre

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXI

Mentre nelle strade di Roma si affigge il proclama dello stato d'assedio, che dovrebbe stroncare la "marcia", nelle campagne del Lazio l'insurrezione è già fallita! Le tre colonne fasciste che hanno raggiunto le zone di concentramento sono uomini avviliti, male armati (quei pochi che hanno un fucile militare non possiedono cartucce), fradici di pioggia (sembra l'armata di Napoleone dopo la Beresina). L'interruzione delle linee ferroviarie a Orte e Civitavecchia obbliga i fascisti a proseguire a piedi e rimangono imprigionati in questa terra di nessuno, fra Orte e Tivoli, a marcire sotto la pioggia in questo vicolo cieco della storia.
Ma ... alle ore 12 e 30 il ministero della guerra comunica al comando di divisione l'ordine di sospensione dello "stato d'assedio". Il re, contrariamente a tutte le premesse e a tutti gli impegni, non ha firmato il decreto! Inutile chiedersi il perché: le ragioni sono tante e nessuna!
Benito Mussolini apprende la notizia nel suo ufficio, mentre riceve la visita di Alfredo Rocco, insigne giurista e leader dei nazionalisti, che gli sta proponendo di appoggiare un governo Salandra. Ma in quel momento entrambi sanno che qualsiasi soluzione porterà solo a lui, come primo ministro. Il fondatore del fascismo ha vinto.

[lemond]

8 settembre 1943. L'Italia firma l'armistizio - Documentario

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXII

Benito Mussolini il 31 ottobre a Roma sta pensando: "Quando uno Stato vuole difendersi, può farlo. La verità è che lo Stato in Italia non esisteva più ..." Il giorno prima aveva salito le scale del Quirinale per ricevere dal re l'incarico di governare l'Italia, lui, di origine plebea, zingaro della politica, autodidatta del potere, a soli 39 anni era il più giovane primo ministro del suo Paese.
Gli squadristi erano stati fatti sfilare in città, non si poteva fare altrimenti: quei disgraziati erano stati tenuti per tre giorni e notti all'addiaccio, sotto la pioggia. Alcuni di loro si erano fatti addirittura fatti ammazzare, assaltando caserme di carabinieri, quando era ormai Rachele stava preparando le valigie per il viaggio del duce a Roma! Otto cadaveri postumi. E poi un'aureola di violenza ci voleva, serviva a consacrare il potere del suo figlio prediletto. L'insurrezione militare sarebbe fallita, d'accordo, ma la commedia era diventata realtà e il coltello doveva restare puntato alla gola.
Cosa si farà domani? Nessuno può dirlo, nemmeno in quella stanza: Ci si inebria del fatto compiuto...
Ci sarà tutto il tempo, in futuro, per calcolare ciò che d'irreparabile è andato perduto, consentendo a quest'uomo, stravaccato in poltrona, di prendere "con la forza" il potere sul mondo viaggiando in vagone letto.

Richard Child, ambasciatore degli S.U.A. dice il 31 ottobre 1922 "Qui stiamo assistendo a una bella rivoluzione di giovani; nessun pericolo, è ricca di colore e di entusiamo, ci stiamo divertendo un sacco." (nota mia, ripeto con Giorgio: "Non c'è popolo più stupido degli americani!")

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXIII

Il 16 novembre alle ore 15 entra alla Camera l'onorevole Mussolini e tutta (o quasi) l'Italia è in "luna di miele" con quest'uomo, che fa il suo ingresso con passo trionfale, tanto sollevato da terra che, pur camminando, dà l'impressione di entrare a cavallo.
Sono passati solo 15 gg. da quando, nella sola Roma, si sono avuti 19 morti, ma nessuno sembra voler ricordare i giorni d'angoscia!
I primi a scorgere nel Duce una promessa di pace sono, paradossalmente i liberali: B. Croce continua ad applaudire, Giolitti si augura che sappia far rialzare il Paese, Nitti promette "nessuna opposizione", Salvemini lo incita a spazzar via le "vecchie mummie"; perfino Amendola, cui gli squadristi hanno incendiato il giornale, si aspetta (proprio da Lui!) il ripristino della legalità. Gli italiani, comprese alcune delle vittime, augurano lunga vita e salute all'uomo dell'emergenza, in altre parole sperano e credono che la malattia debba e possa curare se stessa!
Benito Mussolini non sembra intenzionato a deluderli quando prende la parola: "È accaduto che il popolo italiano, nella sua parte migliore, si è dato un governo al di sopra e contro ogni designazione del Parlamento ... Io affermo che la rivoluzione ha i suoi diritti e sono qui per difendere e potenziare al massimo grado la rivoluzione delle camice nere." La marcia, che tutti volevano dimenticare, d'un tratto ha invaso il parlamento!
Mentre gli squadristi si esaltano sulle tribune, solo F.S. Nitti, sdegnato, abbandona l'aula in silenzio e solo Modigliani e Matteotti gridano "viva il Parlamento". La parte restante, quasi la totalità è come se sentisse di meritare l'umiliazione e ciò che resta dell'istituzione democratica si aggiusta a vivere ... a credito!
L'epitaffio lo emette Giovanni Giolitti: "Questa camera ha il governo che si merita!" E la successiva votazione di fiducia sarà la conferma di un'adamantina volontà di capitolazione!

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXIV

Il 24 novembre il Parlamento ha concesso a B. Mussolini i pieni poteri per la riforma dell'amministrazione pubblica, ma la sua ambizione travalica le frontiere e, partecipare alla conferenza di pace di Losanna è stato il primo passo, affinché l'Italia torni a essere una grande potenza. Però sa che deve ingabbiare la bestia che lui stesso ha scatenato: a Milano gli squadristi hanno platealmente occupato i seggi durante le consultazioni amministrative, a Brescia si sono spinti fino a picchiare i preti nelle canoniche e poi ci sono stati i fatti di Torino ... una mattanza! Perfino Francesco Giunta, tra i suoi squadristi più violenti, gli parla di ferocia inaudita, di un'orda di teppisti, di un'intiera città in preda a bande di assassini! Dalle ore 13 del 18 dicembre, fino al pomeriggio del 20, 300 camice nere agli ordini di Piero Brandimarte hanno compiuto un massacro, così lo definisce il duce stesso, che aggiunge: "un'onta per la razza umana!" Il 23 dicembre, però, ha proclamato l'amnistia generale per i reati di sangue a sfondo politico e il 28 ha istituito la Milizia volontaria per la Sicurezza nazionale, vale a dire che per evitare altri loro crimini, gli assassini di Brandimarte devono diventare un'Istituzione dello Stato, una specie di guardia nazionale. Questo è il cauterio che il Duce intende applicare alla ferita!
L'acquiescenza dilaga, sommerge la penisola, gli italiani chiudono gli occhi e si mettono a fare dei bei sogni, perché ormai sono stanchi della realtà e il nuovo anno comincia nel suo nome: Benito Mussolini, l'eroe della stanchezza!

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXV

Il 12 gennaio 1923 c'è la prima riunione del Gran Consiglio del Fascismo, assemblea consultiva composta da tutti i "ras". Dovrebbero essere i suoi più grati e fidati collaboratori e invece è tutto un lievito di rancori. Hanno cominciato a lamentarsi fin dal giorno successivo alla marcia, ad esempio per la mancata nomina di De Bono a ministro della guerra! Poi è stato Ciano a protestare per un altro non incarico, mentre Alfredo Rocco non ha digerito la subalternità a De Stefani, che era stato suo allievo all'Università di Padova e via di questo passo!
Roberto Farinacci è diventato il "leader" dello scontento e se ne sta arroccato nel feudo provinciale di Cremona a capitanare la dissidenza, autonominatosi custode della purezza originaria. E questa notte è lì, in una poltroncina di seconda fila, pronto a sabotare ogni progetto di "normalizzazione", ogni ordine di smobilitazione, perché tutti lo sanno, è proprio questo che Mussolini intende imporre ai gerarchi!
Il progetto da sabotare si chiama Milizia volontaria per la Sicurezza nazionale, un corpo dii volontari armati, inquadrati nell'esercito mediante reclutamento regolare, ma legato da giuramento solo al Presidente del Consiglio. Tutte le squadracce locali saranno disciolte e chi vorrà rimanere fascista dovrà arruolarsi nella Milizia, perché, dichiara il duce: " Vi avverto, l'Italia sopporta al massimo un Mussolini, ma non parecchie dozzine!"
Lo scontento lievita e in molti lamentano che è inutile rimanere nel partito se questo deve servire solo gli amici del Duce e Balbo gli chiede:"Benito, ma la rivoluzione è stata fatta per te, o per tutti noi!?"
Sulla domanda di Balbo, la seduta viene tolta.

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXVI

Poco dopo la metà di aprile dell'anno di grazia 1923 si incontrano Benito Mussolini, fino a ieri bestammiatore compulsivo, mangiapreti e fautore del libero amore e il cardinale Gasparri, un uomo che ha servito per tutta la vita Dio a modo suo, nel senso che ha tradito ogni giorno la "sua" città celeste per quella terrena. Nessuno saprà che cosa si sono detti, è certo soltanto che l'incontro è durata a lungo e che all'uscita il Primo MInistro della Santa Sede si dice sodisfatto.
Per Mussolini la trattativa con la Chiesa è l'asso nella manica per il braccio di ferro che lo contrappone ala Partito Cattolico di Luigi Sturzo: "... questo prete politicante e deforme, che non celebra mai una messa e se ne va in giro a maneggiare di bassa politica! I preti vanno bene in chiesa, ma non devono strascicare le loro sottane nelle anticamere ministeriali!"
Anche dentro il Parito Popolare c'è chi la pensa come il Duce; la destra, vicina alle gerarchie vaticane, infatti partecipa al governo.
Il congresso decisivo del P.P. si è inaugurato a Torino il 12 aprile e il 15 è stato votato a maggioranza un ordine del giorno che segna una chiara vittoria di don Sturzo/De Gasperi, il che significa che la collaborazione al governo dei popolari sarà condizionata al rispetto della loro autonomia e alla salvaguardia di una legge elettorale di tipo proporzionale. È questa la vera posta in gioco, perché Mussolini ha in parlamento solo 36 deputati fascisti; perché il suo potere diventi stabile e assoluto ha bisogno di nuove elezioni e una legge "ad hoc" che gli consegni una maggioranza granitica. E per far questo capisce che la libertà è un mezzo non un fine e come mezzo deve essere controllata con la forza. Basta con i minuetti della politica!

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXVII

Il comandante della Milizia è Italo Balbo, lui l'idolo dei bastonatori, è diverntato il normalizzatore! Lui, che ha insegnato a rispondere "me ne frego", a esaltarsi nella ribellione e che la vita è solo guerra di bande, ora deve dire che la cosa più importante è l'ordine e gli ordini del duce! Gli odii sono nascosti dall'ordine/i, ma sussistono e l'Italia è divisa in feudi fascisti in conflitto. Un caso esemplare è quello di Alfredo Misuri che si è appellato alla libertà costituzionale, preannunciando che avrebbe tenuto alla Camera un discorso di "opposizione fascista"!
"Il fascismo degenera, mezzo milione di iscritti hanno sopraffatto il nucleo sano! I simoniaci dell'ultimora inquinano la pubblicas amministrazione. Lo Stato va distinto dal partito, la funzione democratica del Parlamento va ripristinata!"
"Me ne occupo io, risponde al duce, Italo Balbo, c'è a Roma Arconovaldo Bonaccorsi, metto in moto lui!
Misuri sbuca da un orinatoio quando arriva Arconovaldo, che impugna un bastone e Alfredo, che si sta aggiustando la patta, non lo vede nemmeno; il colpo sul cranio echeggia nel vicolo stretto (non quello di Monopoli ), L'onorevole Misuri resta a terra nel suo sangue.
Il giorno dopo, 30 maggio, votando sull'esercizio provvisorio, i suoi colleghi del Parlamento, come se nulla fosse, confermano la fiducia al governo con 238 favorevoli e 83 contrari.

[lemond]

ad integrazione del libro di Sturati, una chiosa di Barbero sul fascismo a Torino e in Piemonte.

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXIX

Da mesi Giacomo Matteotti si sente solo nella sua intransigenza; molti, soprattutto fra gli uomini del sindacato, sono propensi a collaborare con i fascisti, nella speranza che il passato socialista di Mussolini e la sua tattica di normalizzazione possa portare benefici ai lavoratori. Questi uomini non vogliono capire che "la marcia su Roma" ha segnato l'inizio della dittatura e non la fine dei conflitti! L'unica strada per salvare questa Italia, sempre più perduta, è andare all'estero per stringere alleanze con i compagni framncesi, belgi, tedeschi, inglesi.
A Montecitorio si discute la riforma della legge elettorale e la Commissione ha approvato la proposta firmata da Acerbo, che prevede l'assegnazione dei due terzi dei seggi alla lista che ottenga la maggioranza relativa e, se l'aula non la boccerà, le prossime elezioni potrebvbero essere le ultime. E fuori dall'aula, i vertici del Partito fascista minacciano una seconda ondata di violenza in caso di bocciatura.
Si sa che i liberali di Giolitti hanno già accettato questo mostruoso sistema elettorale, coltivando la speranza che serva ad addomesticare il fascismo. I popolari sono al bivio della loro storia politica e don Luigi Sturzo è stato costretto alle dimissioni, per volere del Vaticano. Bandito il fondatore, la sopravvivenza del partito dei cattolici è nelle mani dei deputati e Filippo Turati prende la parola per inchiodare i deputati cristiani allaloro piccola croce.
De Gasperi annuncia che il suo partito darà battaglia sulla legge elettorale, ma poco dopo Cavezzoni sostiene che ci sono dei momenti in cui un buon cristiano non può tradire gli impegni già presi con il governo e la legge Acerbo passa con l'appoggio decisivo dei cattolici vaticanisti!

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXX

Luglio (colbenechetivoglio ) è stato un mese di trionfi: Don Sturzo cacciato, i popolari asserviti, così quasi tutto il resto del Parlamento, la stampa internazionale che lo paragona ad Alessandro Magno ... Solo i suoi uomini lo ostacolano: lui vorrebbe occuparsi del mondo, ma non può, perché a Roccacannuccia c'è stata una rissa o da altre parti c'è scapparto il morto! In quel mese ha dovuto presiedere ben quattordici riunioni del Gran Cosiglio, tutte dedicate ai dissidi interni al partito!
Ma ecco, che proprio a fine estate la fortuna (come spesso accade) lo assiste: al confine greco-albanese, una delegazione di ufficiali italiani, in missione per conto delle potenze alleate, è stata massacrata per ragioni ignote da una banda di briganti balcanici. Finalmente l'occasione di giocare la carta del nazionalismo italiano nell'Oriente mediterraneo e invia una squadra navale a occupare l'isola di Corfù. L'entusiamo rimonta, il fascismo riprende quota grazie all'audacia del suo Duce, libero dalla zavorra delle ambizioni meschine dei gregari!
"L'Italia vuole essere trattata dalle grandi nazioni del mondo come una sorella, non come una cameriera. (dichiarazione di Benito Mussolini alla stampa). Nota mia, ecco un altro che ce l'aveva con i camerieri!

[Gimbatbu]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXX

Luglio (colbenechetivoglio ) è stato un mese di trionfi: Don Sturzo cacciato, i popolari asserviti, così quasi tutto il resto del Parlamento, la stampa internazionale che lo paragona ad Alessandro Magno ... Solo i suoi uomini lo ostacolano: lui vorrebbe occuparsi del mondo, ma non può, perché a Roccacannuccia c'è stata una rissa o da altre parti c'è scapparto il morto! In quel mese ha dovuto presiedere ben quattordici riunioni del Gran Cosiglio, tutte dedicate ai dissidi interni al partito!
Ma ecco, che proprio a fine estate la fortuna (come spesso accade) lo assiste: al confine greco-albanese, una delegazione di ufficiali italiani, in missione per conto delle potenze alleate, è stata massacrata per ragioni ignote da una banda di briganti balcanici. Finalmente l'occasione di giocare la carta del nazionalismo italiano nell'Oriente mediterraneo e invia una squadra navale a occupare l'isola di Corfù. L'entusiamo rimonta, il fascismo riprende quota grazie all'audacia del suo Duce, libero dalla zavorra delle ambizioni meschine dei gregari!
"L'Italia vuole essere trattata dalle grandi nazioni del mondo come una sorella, non come una cameriera. (dichiarazione di Benito Mussolini alla stampa). Nota mia, ecco un altro che ce l'aveva con i camerieri!

Ma mannaggia! Quando facevo il cameriere sembrava mi volessero tutti bene. Ipocriti! Fingevano!

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXX

Luglio (colbenechetivoglio ) è stato un mese di trionfi: Don Sturzo cacciato, i popolari asserviti, così quasi tutto il resto del Parlamento, la stampa internazionale che lo paragona ad Alessandro Magno ... Solo i suoi uomini lo ostacolano: lui vorrebbe occuparsi del mondo, ma non può, perché a Roccacannuccia c'è stata una rissa o da altre parti c'è scapparto il morto! In quel mese ha dovuto presiedere ben quattordici riunioni del Gran Cosiglio, tutte dedicate ai dissidi interni al partito!
Ma ecco, che proprio a fine estate la fortuna (come spesso accade) lo assiste: al confine greco-albanese, una delegazione di ufficiali italiani, in missione per conto delle potenze alleate, è stata massacrata per ragioni ignote da una banda di briganti balcanici. Finalmente l'occasione di giocare la carta del nazionalismo italiano nell'Oriente mediterraneo e invia una squadra navale a occupare l'isola di Corfù. L'entusiamo rimonta, il fascismo riprende quota grazie all'audacia del suo Duce, libero dalla zavorra delle ambizioni meschine dei gregari!
"L'Italia vuole essere trattata dalle grandi nazioni del mondo come una sorella, non come una cameriera. (dichiarazione di Benito Mussolini alla stampa). Nota mia, ecco un altro che ce l'aveva con i camerieri!

Ma mannaggia! Quando facevo il cameriere sembrava mi volessero tutti bene. Ipocriti! Fingevano!

Se erano fascisti o cattolici (tara baralla fa le frittelle)de seguro.

[Gimbatbu]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXX

Luglio (colbenechetivoglio ) è stato un mese di trionfi: Don Sturzo cacciato, i popolari asserviti, così quasi tutto il resto del Parlamento, la stampa internazionale che lo paragona ad Alessandro Magno ... Solo i suoi uomini lo ostacolano: lui vorrebbe occuparsi del mondo, ma non può, perché a Roccacannuccia c'è stata una rissa o da altre parti c'è scapparto il morto! In quel mese ha dovuto presiedere ben quattordici riunioni del Gran Cosiglio, tutte dedicate ai dissidi interni al partito!
Ma ecco, che proprio a fine estate la fortuna (come spesso accade) lo assiste: al confine greco-albanese, una delegazione di ufficiali italiani, in missione per conto delle potenze alleate, è stata massacrata per ragioni ignote da una banda di briganti balcanici. Finalmente l'occasione di giocare la carta del nazionalismo italiano nell'Oriente mediterraneo e invia una squadra navale a occupare l'isola di Corfù. L'entusiamo rimonta, il fascismo riprende quota grazie all'audacia del suo Duce, libero dalla zavorra delle ambizioni meschine dei gregari!
"L'Italia vuole essere trattata dalle grandi nazioni del mondo come una sorella, non come una cameriera. (dichiarazione di Benito Mussolini alla stampa). Nota mia, ecco un altro che ce l'aveva con i camerieri!

Ma mannaggia! Quando facevo il cameriere sembrava mi volessero tutti bene. Ipocriti! Fingevano!

Se erano fascisti o cattolici (tara baralla fa le frittelle)de seguro.

Lavoravo in un bar praticamente attaccato a Palazzo Chigi, puoi immaginare la frequentazione variegata....

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXXI

Il fascismo possiede una sola concezione della vita: quella guerriera e pertanto le gerarchie di ordine militare devono essere "ferreamente costituite". Italo Balbo, generalissimo" della Milizia vorrebbe applicare le direttive del Duce, ma putroppo la "materia prima" è scadente. Gli ufficiali hanno dimostrato di non sapere quasi niente intorno alle discipline militari; lui si vedrà costretto a proporre l'introduzione di ufficiali dell'esercito nei quadri della Milizia! Il più emblematico è Farinacci, anche se è un caso a parte e si sottrae al giudizio, se non quello della storia, che dirà di lui: NESSUNA COMPETENZA!
Quanto a minaccia dimissioni colletive invito l'onorevole Farinacci e compagni a meditare sulla opportunità e gravità del gesto che si propongono compiere - stop - Indirizzo attuale MIlizia è dovuto esclusivamente da me esso è opera mia - stop - Dichiaro che tendo a liberare la Milizia non dal fascismo ma dal partito il quale è un vasto pietoso panorama di beghe imbecilli e interminabili oggetto di riso e quotidiano scherno da parte di tutti gli avversari - stop - Benito Mussolini, telegramma al prefetto di Cremona, 17 settembre 1923

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXXII

Milano, 28 ottobre 1923, primo anniversario della Marcia, il Duce è apparso in sella al cavallo in divisa da caporale d'onore della Milizia e migliaia di uomini con le medaglie d'oro sul petto lo hanno accolto in tripudio. La Milano fascista celebra a passo di corsa il primo anno di governo con la stessa frenesia con cui il Capo l'à vissuto, accumulando riforme su riforme e anche l'occupazione di Corfù si è chiusa con il prestigio ritrovato dell'Italia; i rapporti con il Vaticano sono ridiventati cordiali, dopo mezzo secolo di ostilità. E naturalmente le opposizioni sono state domate! (Solo Giacomo Matteotti resiste) Anche la dissidenza interna di Farinacci è stata messa fuorigioco, con il nuovo regolamento che lascia il Duce unico arbitro nella scelta dei segretari federali. La libera stampa, infine, è stata imbrigliata con una serie di decreti, che consentono alla polizia di fare irruzione nelle sedi dei giornali, con le stesse modalità previste per le bische clandestine e le case di tolleranza.
Persino filosofi e artisti celebrano Benito Mussolini: Benedetto Croce, Luigi Pirandello, Luigi Barzini (giornalista esimio) sono con lui.
In questa scena festosa gli arriva la notizia che a Filettole, un comune toscano in provincia di Pisa, un contadino socialista (Pietro Pardi) è stato assassinato da Sandro Carosi, il capo squadrista della zona. Mussolini sembra morso da una tarantola e subito dopo si apparta in una stanza e Cesare Rossi, l'unico che può entrare, lo trova accasciato e gemente! Gli consegna due foto che dovrebbe dedicare a Emma Grammatica e Luisa Tetrazzini, entrambe sue grandi ammiratrici. Messo di fronte alla propria effigie fotografica, il Duce si riscuote e, come dedica, scrive: "Anno secondo, era fascista. Bisogna cominciare a inoltrarsi nel tempo."

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXXIII

Il 30 novembre si dovrebbe approvare la conversione in legge di un decreto del 1921, concernente i rapporti fra Italia e e Unione sovietica; prende la parola NIcola Bombacci che, tutti sanno, è l'uomo di Mosca, ma è pure amico di Benito Mussolini; anche questo è notorio e si vocifera che la recente retata di arresti di dirigenti comunisti non lo abbia coinvolto per tale motivo.
Da anni Bombacci si sta adoperando per la stipula di accordi commerciali e per il riconoscimento dello Stato sovietico e comincia con una reprimenda ai governi precedenti che non hanno fatto nulla in questa materia. Dipoi prosegue in maniera anonima, fino al gran finale: "Io prego il governo, per tramite dell'onorevole Mussolini, di voler giungere a un trattato, anche perché le due rivoluzioni (bolscevìca e fascista) possano ancora concludersi in un'alleanza fra i due popoli." Qui l'eloquio s'inceppa, schiacciato forse dalle parole appena pronunciate, poi riprende "La Russia è su un piano rivoluzionario e, se voi (come dite) avete una mentalità di questo tipo, non dovrebbe esserci difficoltà per una definitiva alleanza fra i due Paesi."
IL "caso Bombacci" scoppia già il giorno seguente e il 5 dicembre il Comitato esecutivo del P.C.d'I. lo invita a rassegnare le dimissioni da deputato. La base operaia, che lo venera da anni, non ci capisce niente: Bombacci ha parlato per la Russia, per Lenin, perché il Partito vuole cacciarlo?
Il "Cristo degli operai" non si dimette, ma il Partito lo espelle proprio nei giorni in cui da Mosca giunge la notizia che Lenin ha avuto un secondo ictus e la paralisi del corpo è ormai completa. Non resta che preparasi alla morte.

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXXIV

La Camera è stata sciolta il 25 gennaio e le elezioni convocate per il 6 aprile, si annunciano come un plebiscito a favore o contro Benito Mussolini. In questo primo 1924 il fascismo si è indebolito, ma lui giganteggia e proprio il 27 gennaio è riuscito a sottoscrivere con la Jugoslavia un accordo che assegna Fiume all'Italia, Ormai è lui solo che detta la linea e alla grande assemblea del Fascismo, riunita a Palazzo Venezia, dichiara che non farà alleanza con nessun partito, accetta però di includere nelle liste uomini di ogni altra tendenza. La strategia è chiara; prosciugare gli altri partiti e travasare i "migliori" nel partito fascista. Per far questo bisogna finirla con le violenze casuali dei ras squadristi, il fascismo trionferà alle elezioni battendo "la via legalitaria". Però le sue ultime parole sono: "Quando si tratta della Patria e del fascismo siamo pronti a morire, siamo pronti a uccidere."
Durante la riunione, ma a bassa voce, manifesta ammirazione per Lenin, che non aveva esitato ad autorizzare la Ceka all'uso dei metodi del terrore. Anche a lui serve un'organizzazione del genere e, per guidarla, si è fatto il nome di Amerigo Dùmini, che negli ultimi mesi si è distinto per aver svolto diverse mansioni segrete in Francia. A Dùmini bisognerà procurare una tessera ferroviaria.

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXXV

Il Duce in pubblico continua a ostentare il disprezzo per la corsa alle poltrone che chiama "ludi cartacei!", però ha dato disposizioni precise per la compilazione del "listone". Chi vuole entrare in Parlamento deve farlo a capo chino, dopo aver abiurato l'appartenenza al vecchio partito e devono essere ben consci che sono nominati dall'unico uomo che conta!
La lotta alla "medaglietta parlamentare" da parte dei ras dello squadrismo, che l'ànno sempre pubblicamente disprezzata, non è meno accanita e in generale è un disastro, fatto di espulsioni e dissidenze!
Ma sul piano politico la strategia di Mussolini sta dando buoni frutti: una gigantesca operazione trasformistica che corremperà quel poco che resta delle idealità risorgimentali, un'opera di totale trasformazione mentale/morale.
L'opposizione residua, in preda al "cupio dissolvi" presenterà 21 liste e quindi, vale il princio (sempre latino) sebbene qui, applicato al contrario "divide et impera", ovvero tante opposizioni, nessuna opposizione!
Un solo cruccio tormenta il Duce, nella persona di Cesare Forni, l'eroe di guerra e ras della Lomellina, che minaccia di presentare una lista autonoma nel collegio di Mortara, dove è venerato dagli squadristi, al grido di "rivoluzione tradita!" E questo è il telegramma (di risposta) inviato alle federazioni provinciali lombarde e piemontesi: "Si ordina di considerare i più temibili nemici del fascismo i signori Cesare Forni e Raimondo Sala. In conseguenza di ciò, e parallelamente alle istruzioni impartite dal capo del governo ai prefetti, dovrà ai suddetti signori essere resa impossibile la vita ..."
Il 15 marzo Benito Mussolini rivendica il diritto del fascismo di punire i suoi traditori e Forni poi non è nemmeno morto, ma le gravi condizioni in cui è ridotto, gli hanno fatto cpomprendere che chi non è con noi è contro di noi!"

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXXVI

Giacomo Matteotti scrive a Filippo Turati il 6 aprile 1924 "La nostra resistenza deve essere più attiva, tutti i diritti devono essere rivendicati, lo stesso codice riconosce la legittima difesa. Nessuno può lusingarsi che il fascismo dominante deponga le armi e restituisca all'Italia la legalità; tutto ciò che ottiene lo sospinge invece verso nuovi arbitrii e soprusi! È la sua essenza, la sua origine, la sua unica forza!"
Naturalmente in quell'inizio di aprile le illegalità proliferano come le colonie batteriche in un corpo in putrefazione! E, specie nei piccoli centri, i ras del luogo arrivano addirittura a ingiungere la consegna dei certificati elettorali alla sede locale del fascio.
Benito in quei giorni è scontento di tutto e di tutti, ma soprattutto di quel maledetto "sistema eletorale" e non sopporta che i capi fascisti non risistano alla "voluttà della medaglietta"! E alla fine dichiara: "Questa è l'ultima volta che si fanno le elezioni. La prossima voterò io per tutti!"
Della stessa opinione è anche Ignazio Silone, dirigente del P.C.d'I. fuoriuscito in Francia: "In tempi di distruzione della democrazia, le elezioni sono un metro del tutto sbagliato per misurare i rapporti di forza."

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXXVII

Due italiani su tre hanno votato per la lista nazionbale del Fascio Littorio e sono stati eletti dunque tutti i suoi 356 candidati. Ad essi si devono aggiungerne 19 di una lista nazionale bis! Non ci sono dubbi, ormai l'Italia è sottomessa e perfino Piero Gobetti definisce la subordinazione ottenuta un "capolavoro del mussolinismo". A Benito è concessa anche la cittadinanza onoraria della città eterna, una specie di mimèsi dei trionfi dei generali vittoriosi dell'urbe.
Nel primo discorso agli italiani si sente investito della responsabilità di un compito storico, pertanto dichiara equamine: "Vogliamo dare cinque anni di pace e di fecondo lavoro al popolo; periscano tutte le fazioni, anche quella fascista!"
Ma non tutta l'Italia è con lui e l'analisi del voto rivela che il listone è in minoranza nelle grandi regioni industralizzate del Nord e in tutti i capoluoghi (Milano compresa). Il trionfo è dovuto al plebiscito soprattutto del Sud dove, prima della marcia su Roma, il fascismo non esisteva proprio. Mussolini lo sa e ne è profondamente infastidito; l'esasperazione tocca l'apice quando legge che l'opposiziome ha intenzione, già nella prima seduta del Parlamento, di contestare la legalità delle elezioni!
Le fazioni non persicono nemmeno all'interno del partito e gli squadristi di provincia continuano con le violenze private, ammantate da motivazioni politiche.
Il 24 maggio (nono anniversario dell'entrata dell'Italia nella Grande Guerra) si inaugura il Parlamento uscito dalle elezioni "trionfali", ma i socialisti disertano l'aula e i loro banchi vuoti aprono una voragine per Mussolini, che odia dover passare per "uomo di destra"

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXXVIII

30 maggio 1924 a Montecitorio parla Giacomo Matteotti e la sua è una requisitoria puntuale contro le illegalità elettorali e altresì in opposizione a quei socialisti propensi alla collaborazione, Per lui tutti i ponti sono stati tagliati e, sommerso dai boati dei fascisti, si rivolge al compagno di banco e gli dice:" Il mio discorso l'ò fatto. Ora potete prepararmi l'orazione funebre." Mussolini ha finto indifferenza, ma quando ha abbandonato l'aula, ai cronisti parlamentari è apparso livido, il volto tirato! E appena può parlare con i suoi, si esprime chiaramente: "Cosa fa Dùmini, cosa fa la nostra Ceka? È inammissibile che, dopo un discorso del genere, quest'uomo possa ancora circolare!
A sorpresa, però, il Duce il 7 giugno tierne uno dei suoi discorsi più moderati e conciliatori, come se avesse dimenticato l'episodio di Matteotti e si rivolge ai socialisti come interlocutori e non nemici. Si diffonde addirittura la notizia che Mussolini voglia portare i socialisti nel governo, in fondo ha sempre desiderato riabbracciare i vecchi compagni.
Ma intanto Dùmini "non si fa le seghe!" e il 10 giugno è a Roma insieme a Giuseppe Viola, Albino Volpi, Augusto Malacria e Amleto Poveromo (tutti ex arditi e pregiudicati per reati comuni), inscatolati in una Lancia Lambda davanti al portone di casa Matteotti.
Erano le quattro e mezzo, stavo giocando con i miei compagni e all'improvviso vidi Matteotti uscire. Un uomo gli sferrò un pugno, facendolo cadere a terra. Matteotti invocò aiuto, ma sopraggiunsero altri quattro e lo colpirono duramente, poi lo presero per la testa e per i piedi e lo portarono dentro la macchina, che ci passò accanto. Potemmo vedere che Matteotti stava lottando, poi l'auto si dileguò. Renato Barzotti, detto leoncino, dieci anni, testimone oculare del rapimento.

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) LXXXIX

La sera dell'undici giugno, quando Rossi affronta il presidende del Consiglio, stando alla sua testimonianza, Mussolini si sarebbe rifugiato nel sarcasmo e di fronte all'osservazione: "I socialisti sono inquieti a Montecitorio, perché da ieri non sanno niente di Matteotti", la risposta sarebbe: "Sarà andato a puttane!"
Il 12 giugno la notizia è ormai di dominio pubblico e addirittura i custodi di un'abitazione vicina, temendo una ronda di ladri, si sono annotati la targa di una certa Lancia Lambda.
Alle 19 e 30 il Duce affronta il Parlamento per augurarsi che l'onorevole Matteotti possa presto tornare in Parlamento, mentre in quel momento Benito Mussolini conosce luogo, dimensioni e copertura della fossa in cui giace il cadavere!
Dùmini intanto è stato arrestato alla stazione Termini e Rossi, Marinelli e Finzi si riuniscono in gran segreto nell'ufficio di De Bono, alla direzione nazionale pubblica sicurezza.
Rossi dice chiaramente che si può arrestare Dùmini per qualche giorno, ma poi si deve rilasciare, altrimenti dirà che è stato LUI ad avergli messo l'idea in testa!
Rimasto solo, il quadrunviro della Marcia e capo della polizia telefona subito al Duce: "Ti stanno gettando addosso la responsabilità" - "Quei vigliacchi mi vogliono ricattare!" -
Poi la comunicazione s'interrompe, comincia una notte di fantasmi.

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XC

L'undici giugno il Presidente del Consiglio si presenta al Parlamento, alla presenza dei soli deputati fascisti, che non bastano a colmare il "cratere" lasciato dalle opposizioni. Davanti a suoi, comunque, Mussolini condanna l'abominio e si dice pronto anche a fare "giustizia sommaria", perché questo delitto è stato commesso soprattutto contro il fascismo! Dopo di che, dichiara conclusa la sessione estiva della Camera e ne aggiorna la riapertura a data da destinarsi.
Velia Matteotti ottiene di incontrare il P.d.C. e chiede che le siano restituite le spoglie del marito; Mussolini trema e balbetta: "Non so nulla signora, se lo sapessi, vivo o morto, restituirei suo marito a lei."
Un'ondata di sdegno e commozione sta sommergendo il fascismo e Mussolini non può che affermare: "Per il momento non c'è niente da fare. Quei ragazzi hanno fatto troppe cazzate; io sono impotente, De Bono non è buono a nulla!"
Lui ha sempre predicato la necessità storica della violenza chirurgica e si ritrova le mani impiastricciate di feci e sangue: il delitto bestiale! Se non si spezza, la catena delle responsabilità giungerà fino a lui e allora chiede le dimissioni di Aldo Finzi e Cesare Rossi. Il primo accetta, irretito da una promessa, ma Rossi invia una lettera segreta di aperte minacce e si dà alla macchia.
"È superfluo avvertirti che se il cinismo di cui hai dato prova spaventevole fino a oggi, ti inducesse a ordinare la soppressione fisica durante la mia latitanza, saresti egualmente un uomo distrutto, perché la mia lunga e dettagliata dichiarazione documentata è già, si capisce, in mano ad amici fidati". Lettera riservata di Cesare Rossi a Benito Mussolini, 15 giugno 1924.

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XCI

A dispetto dello sdegno generale Vittorio Emanuele III riconferma la fiducia al capo del governo e Benito Mussolini si rianima; nelle piazze tornano a mulinare i manganelli. Leandro Arpinati, il ras di Bologna, il 19 giugno raduna migliaia di squadristi e tre giorni più tardi porta in piazza 50.000 camicie nere da tutta l'Emilia.
Dùmini è stato interrogato, ma continua a negare il coinvolgimento dei vertici fascisti e ogni intenzione omicida: Giacomo matteotti è morto accidentalmente nel corso della colluttazione a causa di uno sbocco di sangue, soffocato cioè dalla propria tubercolosi.
Forte di tutto ciò il 24 giugno, il capo del governo tiene un discorso moderato e si presenta come uomo d'ordine votato a sedare tutte le violenze.
Il 26 giugno il governo ottiene la fiducia del Senato (225 favorevoli, 21 contrari e 6 astenuti) e fra i favorevoli c'è anche Benedetto Croce: "Il cuore del fascismo, proclama, è l'amore della patria italiana, è il sentimento della sua salvezza".
Dal foro di Cremona, facendo eco alle parole dell'insigne professore napoletano, entra in campo a difendere Dùmini il grande avvocato Roberto Farinacci (si è comprato sia il diploma liceale che la laurea in legge). Così il regime si schiera compatto a difesa degli assassini!
La maggioranza degli italiani è inorridita dal delitto e forse vorrebbe la caduta del fascismo per bonificare le proprie case, infestate di fantasmi, ma poi, verso l'ora di cena, le esigenze della vita quotidiana prevalgono e la moralità non è fra queste! Il Paese è opaco, il sentimento di giustizia è fiacco e il sentimento di rivolta si riduce alla passione morbosa con cui si segue la cronaca dello scandalo!

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XCII

Margherita Sarfatti è la persona che infonde al duce il coraggio necessario a superare lo sconforto; un altro è il re, che gli ha mantenuto la fiducia e d'altra parte l'inchiesta giudiziaria non lo coinvolge direttamente e i membri del Consiglio nazionale, che partecipano alle assise del 7 agosto, si trovano di fronte a un uomo che sente di poter superare la burrasca e riprendere in pugno il partito. E il suo motto è: "Bisogna cloroformizzare le opposizioni e il popolo italiano!" Fra una settimana è ferragosto e cade di venerdì, il popolo avrà tre giorni pieni per portare al mare i figli, per riconciliarsi con i vecchi, con i morti, intorno a una tavola ben imbandita. Avrà tre giorni per non pensare più a niente.
Purtroppo per LUI il cadavere di Matteotti sarà scoperto il 16 agosto e l'orrore invade di nuovo il mondo. Durante la notte, nelle strade della capitale, i ritratti di Mussolini sono ritoccati con chiazze di vernice rosso sangue. Il fantasma ormai non c'è più, ma sembra l'inizio della fine per il regime.
Solo la solita Margherira Sarfatti resta ben salda: "Il ritrovamento di questo sciagurato cadavere farà tacere la canea e i voltagabbana che la seguono." (Lettera a Benito)

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XCIII

Lucia Elisabetta Garzarolo seppellisce il 21 gosto, con Giacomo, l'ultimo dei suoi sette figli, tutti strappatile dalla tubercolosi, dalla vita e dal fascismo! Da questo momento in avanti tutto precipita e il regime, di nuovo odiato dal mondo, ripiomba nel baratro dello squadrismo. Il 5 settembre a Torino Piero Gobetti è atteso in strada e bastonato a sangue. Il 12 settembre l'operaio Giovanni Corvi assassina con tre colpi di rivoltella il sindacalista fascista Armando Casalini. Da Cremona Farinacci invoca la pulizia etnica delle opposizioni, mentre il giornale fascista "L'impero" chiede il campo di concentramento per i capi dell'Aventino.
Ma "ai piani alti" prosegue il declino del governo e il 14 settembre gli industriali presentano a Mussolini un memoriale, che ha il valore di un ultimatum e il Corriere della Sera lo attacca aoertamente. Il 28 ottobre le celebrazioni per il secondo anniversario della Marcia si svolgono in piazze deserte e torna addirittura a farsi sentire D'Annunzio, che definisce l'Italia del delitto Matteotti una "fetida rovina".
Sembra che il Partito Nazionale Fascista sia rinchiuso in sé, come una fortezza assediata.
Nei corridoi di Montecitorio si vocifera di accordi fra i principali leader liberali per scalzare Mussolini e Turati arriva a scrivere alla KUliscioff che oramai "la successione è aperta". Il 26 novembre precipita anche Italo Balbo per l'accertata responsabilità nell'omicidio di Don Minzoni.
Ma l'animale politico che è Benito Mussolini è ancora capace di colpi a effetto e ci riesce con un progetto di nuova legge elettorale: il collegio uninominale. Le opposizioni, che devono molto al sistema proporzionale, saranno falcidiate, mentre i vecchi notabili gradiranno il dono; i fascisti moderati e gli squadristi forsennati, eletti solo in grazia del listone proporzionale, saranno in balìa del ricatto di Mussolini che potrà scegliere uno per uno quale collegio assegnare. Mussolini è di nuovo in sella.
Le opposizioni, arroccate da mesi sull'Aventino, mentre l'Italia attendeva che sferrasse un attacco finale, sono costrette a ritornare alla Camera e Giovanni Amendola, che è venuto in possesso del memoriale di Cesare Rossi in cui si accusa apertamente Mussolini, lo fa pubblicare. L'impressione è enorme e Il Corriere della Sera chiede per la prima volta le dimissioni del Presidente del Consiglio. Siamo di nuovo al muro contro muro, di nuovo ai coltelli.

[lemond]

Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XCIV

Il 31 dicembre 1924 il Duce si sente solo, ma non basta, perche proprio in quel giorno 33 consoli della Milizia sono arrivati a palazzo Chigi e vogliono parlare con lui, guidati da Enzo Galbiati e Aldo Tarebella, quest'ultimo è una leggendas: capitano degli Arditi, sei volte decorato al valore e uiscritto al Fascio primigenio di Milano. È lui che scopre subito le carte: "Duce, siamo da voi er dirvi che le prigioni sono piene di fascisti e voi non volete assumervi la responsabilità della rivoluzione. Ce la assumeremo noi andando davanti al giudice Occhiuto, che sarà ben lieto di rinchiuderci a Regina Coeli. O tutti in prigione, voi compreso, o tutti fuori!"
Il Capo non sa che cosa dire, solo un: "Mi hanno fatto il vuoto intorno ... mi hanno gettato questo cadavere fra le gambe ..."
- Duce, ma vi pare troppo un cadavere per la rivoluzione?!" -
La contestazione dell'eroe lascia dietro di sé un uomo disfatto e con le spalle al muro.
Il 3 gennaio 1925 l'aula di Montecitorio è gremita e poco dopo le 15 l'onorevole Mussolini entra dalla solita porticina e appare accigliato e scuro in volto (annota il cronista del Corriere della Sera), ma quando ha la parola parte subito all'attacco: "L'articolo 47 dello Statuto dice che la Camera dei deputati ha il diritto di accusare i ministri del re e di tradurli dinanzi all'Alta corte di giustizia: Domando formalmente se in questa Camera c'è qualcuno che si voglia valere dell'articolo 47?"
È sufficiente che parli uno solo e lui sarebbe perduto, ma qui non c'è nessun sventurata che rispose!

FINE

[lemond]

[UribeZubia]

Lemond ha scritto :

"Ho terminato proprio oggi il libro di Scurati su Mussolini e quindi non sono di certo un estimatore, ma non sono stati i ladri e i corrotti i peggiori alleati della presa del potere del Nostro. Ad es. mica penserai che Benedetto Croce e Luigi Pirandello, così come Giolitti e il re potessero rientrare in simile categoria, ma sono stati determinanti, così come altri grandi personaggi, che poi si sono pentiti, ma poi. "
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Carlo,riporto qui quanto da te scritto nel thread coronavirus per non andare oltremodo fuori tema.

Anche io ho terminato il libro di Scurati (il primo,M il figlio del secolo)) ed ora sto leggendo il secondo (M.L'uomo della provvidenza).
A proposito della tua affermazione,non dimenticherei però ad esempio tal Roberto Farinacci (giusto per citarne uno),talmente onesto che quando venne arrestato dai partigiani aveva con se' dodici valigie piene di gioielli e denaro...

Nn dimenticherei inoltre nemmeno il cosiddetto "Oro di Dongo" contenuto nelle valigie trovate sull'autocarro dove venne riconosciuto e arrestato Mussolini.

[lemond]

Lemond ha scritto :

"Ho terminato proprio oggi il libro di Scurati su Mussolini e quindi non sono di certo un estimatore, ma non sono stati i ladri e i corrotti i peggiori alleati della presa del potere del Nostro. Ad es. mica penserai che Benedetto Croce e Luigi Pirandello, così come Giolitti e il re potessero rientrare in simile categoria, ma sono stati determinanti, così come altri grandi personaggi, che poi si sono pentiti, ma poi. "
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Carlo,riporto qui quanto da te scritto nel thread coronavirus per non andare oltremodo fuori tema.

Anche io ho terminato il libro di Scurati (il primo,M il figlio del secolo)) ed ora sto leggendo il secondo (M.L'uomo della provvidenza).
A proposito della tua affermazione,non dimenticherei però ad esempio tal Roberto Farinacci (giusto per citarne uno),talmente onesto che quando venne arrestato dai partigiani aveva con se' dodici valigie piene di gioielli e denaro...

Nn dimenticherei inoltre nemmeno il cosiddetto "Oro di Dongo" contenuto nelle valigie trovate sull'autocarro dove venne riconosciuto e arrestato Mussolini.

Ma Farinacci è sempre stato un antagonista del Nostro e forse lui sì una barzelletta vera e propria. Il duce era un bugiardo, voltagabbana etc, ma non aveva fra le caratteristiche prioritarie l'essere un ladro! Un po' come Giulio Andreotti o il Berluska, salvo che i primi due erano veri uomini politici, l'altro solo un affarista senza scrupoli e un pessimo intenditore di calcio!

[UribeZubia]

Beh antagonista... Farinacci ha sempre fatto il lavoro sporco per conto del PNF, si è preso la laurea in legge utilizzando la tesi di un altro,e poi ha difeso nel processo di Chieti gli assassini materiali di Matteotti riuscendo a far loro infliggere pene irrisorie.
Tutto questo faceva molto comodo al duce,anche se poco dopo il processo di Chieti lo dimise da segretario del PNF e lo ricaccio'nella sua Cremona.

[lemond]

Beh antagonista... Farinacci ha sempre fatto il lavoro sporco per conto del PNF, si è preso la laurea in legge utilizzando la tesi di un altro,e poi ha difeso nel processo di Chieti gli assassini materiali di Matteotti riuscendo a far loro infliggere pene irrisorie.
Tutto questo faceva molto comodo al duce,anche se poco dopo il processo di Chieti lo dimise da segretario del PNF e lo ricaccio'nella sua Cremona.

Ma il Duce si serviva di tutti "pro domo sua", ma stai tranquillo che considerava Farinacci un becero e nulla più. Poi anche Benito non è che fosse un intellettuale, ma un animale politico, sì.

[UribeZubia]

Beh antagonista... Farinacci ha sempre fatto il lavoro sporco per conto del PNF, si è preso la laurea in legge utilizzando la tesi di un altro,e poi ha difeso nel processo di Chieti gli assassini materiali di Matteotti riuscendo a far loro infliggere pene irrisorie.
Tutto questo faceva molto comodo al duce,anche se poco dopo il processo di Chieti lo dimise da segretario del PNF e lo ricaccio'nella sua Cremona.

Ma il Duce si serviva di tutti "pro domo sua", ma stai tranquillo che considerava Farinacci un becero e nulla più. Poi anche Benito non è che fosse un intellettuale, ma un animale politico, sì.

Su questo posso anche essere d'accordo,in realtà volevo sottolineare come anche nell'entourage del Duce vi fossero affaristi,ladri senza scrupoli oltre che naturalmente i numerosissimi tagliagole e farabutti.

[Cthulhu]

Lemond ha scritto :

"Ho terminato proprio oggi il libro di Scurati su Mussolini e quindi non sono di certo un estimatore, ma non sono stati i ladri e i corrotti i peggiori alleati della presa del potere del Nostro. Ad es. mica penserai che Benedetto Croce e Luigi Pirandello, così come Giolitti e il re potessero rientrare in simile categoria, ma sono stati determinanti, così come altri grandi personaggi, che poi si sono pentiti, ma poi. "
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Carlo,riporto qui quanto da te scritto nel thread coronavirus per non andare oltremodo fuori tema.

Anche io ho terminato il libro di Scurati (il primo,M il figlio del secolo)) ed ora sto leggendo il secondo (M.L'uomo della provvidenza).
A proposito della tua affermazione,non dimenticherei però ad esempio tal Roberto Farinacci (giusto per citarne uno),talmente onesto che quando venne arrestato dai partigiani aveva con se' dodici valigie piene di gioielli e denaro...

Nn dimenticherei inoltre nemmeno il cosiddetto "Oro di Dongo" contenuto nelle valigie trovate sull'autocarro dove venne riconosciuto e arrestato Mussolini.

Ma Farinacci è sempre stato un antagonista del Nostro e forse lui sì una barzelletta vera e propria. Il duce era un bugiardo, voltagabbana etc, ma non aveva fra le caratteristiche prioritarie l'essere un ladro! Un po' come Giulio Andreotti o il Berluska, salvo che i primi due erano veri uomini politici, l'altro solo un affarista senza scrupoli e un pessimo intenditore di calcio!

che ha vinto cinque Champions League

[Cthulhu]

E comunque nemmeno Hitler rubava e nemmeno Stalin.
Erano tizi così megalomani che pensavano di essere destinati a comandare il mondo, qualsiasi loro desiderio era un ordine, che se ne facevano dei soldi ?
Rubano quelli che " non si mai come va a finire, io intanto mi metto un gruzzolo da parte"

[lemond]

Beh antagonista... Farinacci ha sempre fatto il lavoro sporco per conto del PNF, si è preso la laurea in legge utilizzando la tesi di un altro,e poi ha difeso nel processo di Chieti gli assassini materiali di Matteotti riuscendo a far loro infliggere pene irrisorie.
Tutto questo faceva molto comodo al duce,anche se poco dopo il processo di Chieti lo dimise da segretario del PNF e lo ricaccio'nella sua Cremona.

Ma il Duce si serviva di tutti "pro domo sua", ma stai tranquillo che considerava Farinacci un becero e nulla più. Poi anche Benito non è che fosse un intellettuale, ma un animale politico, sì.

Su questo posso anche essere d'accordo,in realtà volevo sottolineare come anche nell'entourage del Duce vi fossero affaristi,ladri senza scrupoli oltre che naturalmente i numerosissimi tagliagole e farabutti.

Su codesto non ci piove! Anzi mi sembra tu sia anche troppo gentile con costoro, perché in quegli anni è riuscito (quell'uomo senza scrupoli, né morale) a raccogliere il peggio del peggio (mescolato anche a un po' di meglio, purtroppo). La mia paura, però rispondere con il moralismo, tipico delle c.d. anime belle.

[lemond]

che ha vinto cinque Champions League

Grazie sopattutto alla nebbia che scese a non so a quanti minuti dalla fine a Belgrado, altrimenti alcune non le giocava nemmeno. Ma poi che significa? Moltiplicò per (diciamo dieci) lo stipendio dei giocatori migliori che passava il mercato e naturalamente riuscì a farli venire al MIlan e questo un po' lo ha aiutato nei risultati.

[Cthulhu]

che ha vinto cinque Champions League

Grazie sopattutto alla nebbia che scese a non so a quanti minuti dalla fine a Belgrado, altrimenti alcune non le giocava nemmeno. Ma poi che significa? Moltiplicò per (diciamo dieci) lo stipendio dei giocatori migliori che passava il mercato e naturalamente riuscì a farli venire al MIlan e questo un po' lo ha aiutato nei risultati.

Comunque dire che non ci capiva di calcio è come dire che Contador non aveva talento. O che gli americani sono un popolo di cretini.

[lemond]

che ha vinto cinque Champions League

Grazie sopattutto alla nebbia che scese a non so a quanti minuti dalla fine a Belgrado, altrimenti alcune non le giocava nemmeno. Ma poi che significa? Moltiplicò per (diciamo dieci) lo stipendio dei giocatori migliori che passava il mercato e naturalamente riuscì a farli venire al MIlan e questo un po' lo ha aiutato nei risultati.

Comunque dire che non ci capiva di calcio è come dire che Contador non aveva talento. O che gli americani sono un popolo di cretini.

Vero, ma che ci trovi di strano nel fatto che uno come il Berluska non capisca di calcio, così come di politica, nonostante sia stato per quasi un ventennio a capo del governo? Capire è una parola grossa, mentre lui arrivava a pensare solo in questi termini: ho i soldi compro i migliori e quindi i risultati si vedranno e di solito questo è vero, ma riguarda il potere del denaro, non il calcio. Per il secondo aspetto, all'ingrosso si può dire che si faceva guidare dai sondaggi, mentre il compito di uno statista è l'esatto contrario e tutti i politologi ci dicono che la funzione del governo è quella di indirizzare.
Del Bagnino non ho detto che non aveva talento e infatti nei primi tempi mi aveva "infinocchiato" e sono stato per anni suo tifoso, però più lo conoscevo e più mi accorgevo che aveva grosse tare per diventare quello che in tanti pensano sia stato, in primis non sapeva guidare la bicicletta, era fermo in volata e come passista ha sempre lasciato alquanto a desiderare e per quello bastava vedere come si muoveva sulla sella: uno spettacolo al contrario! Invece era un "furbo di tre cotte" (non so se questa espressione ti è consueta?) era spagnolo, il che aiutava molto in certi aspetti e godeva di buona stampa, perché di solito i furbi sono bravi con i giornalisti.
E veniamo all'ultimo capitolo, il sogno americano. Chi nel lontano 1962 o '63 fece un discorso incentrato sul ... credo in inglese si dica I'm a dream? Un povero nero che ringraziava il Dio onnipotente (quanto questo aggettivo fosse vero lo avrebbe verificato qualche anno dopo sulla propria pelle) per quel sogno che sarebbe diventato presto realtà: "LIberi finalmente!" anche nel profondo sud. Nel 2021 non ci siamo ancora arrivati in uno Stato che dice di voler esportare la democrazia e la libertà nel mondo intiero! Nemmeno i fascisti in Italia sono stati così crudeli/stupidi con i social/comunisti!

[lemond]

Lo stratega visionario. Di L.M. Migliorini