Steven PInker "Illuminismo adesso" X
Gli psicologi hanno chiamato “euristica della disponibilità” il fatto di stimare la probabilità di un evento sulla base della facilità con cui ne vengono in mente gli esempi. (Euristica ha la stessa radice di quell’eureka famoso di Archimede: il verbo trovare). Non sempre tale euristica porta a soluzioni vere, come ad es, quando in un sondaggio si domandò se nella lingua inglese erano più le parole che cominciavano con k o quelle che possedevano tale consonante in terza posizione? La risposta quasi unanime fu la prima, perché alla gente veniva facile l’esempio di keep, kind, kill, kid e king, ma la risposta giusta sarebbe stata la seconda.
È facile capire come tale “e.d.d.” alimentata dalla politica giornalistica del “se c’è sangue c’è notizia” possa indurre un senso di derpressione circa lo stato del mondo
Le conseguenze delle notizie brutte sono a loro volta negative e può trasformare i patiti della notizia in persone che hanno perso del tutto il contatto con la realtà (nota mia, evete presente i comunisti del Berluska?)
Nel 2011 avevo scritto un libro “Il declino della violenza”, che presentava centinaia di grafici e mappe per dimostrare come questi atti perniciosi si sono ridotti nel corso della storia e quasi nessuna affermazione fu contestata dagli esperti, che hanno familiarità con i numeri, ma nell’opinione pubblica l’accettazione non fu per niente simile, bensì era del tipo “Dire che la violenza è diminuita significa essere un ingenuo, sentimentale, idealista, romantico, sognatore etc."
Tutto ciò mi spinge a pensare che le radici psicologiche della
progressofobia sono molto profonde! Una di queste può essere sintetizzata nello slogan “il cattivo è più forte del buono”. Per meglio comprendere, si possono fare esperimenti mentali del tipo: quanto riuscite a immagnare di sentirvi meglio del momento presente e quanto invece potete immaginare peggio? La risposa alla prima parte è "un po’", ma alla senconda … tende quasi all’infinito!
L’asimmetria dello stato d’animo è un corollario della legge dell’entropia e anche la letteratura psicologica conferma che le persone temono le perdite più di quanto agognino i guadagni e si fissano maggiormente sugli insuccessi, più di quanto non assaporino la buona sorte e infine sono più ferite dalle critiche di quanto rincuorate dalle lodi.
Un’eccezione si trova nella memoria autobiografica: la connotazione negativa dei fatti accaduti a noi si attenua con il tempo e la dimostrazione è data dal quasi slogan “ai miei bei vecchi tempi” che è, però, il frutto di una cattiva memoria.
La tendenza a enfatizzare gli aspetti negativi di molte situazioni ha prodotto, in parte, la vittoria di Trump, il quale ha avuto gioco più facile nel gettare, da par suo, i semi del malcontento e della disperazione.
Pertanto possiamo terminare questo capitolo con una
notizia: il mondo ha compiuto progressi spettacolari in ciascuna misura del benessere umano, ma quasi nessuno ne è a conoscenza!
P.S. Nei prossimi capitoli vedremo in dettaglio il motivo di questa
notizia.