I giorni del potere LVI
Si era nel tardo pomeriggio quando Gaio Mario guidò il piccolo esercito oltre i confini del "territorio nemico" e colse di sorpresa la folla ammassata nella parte inferiore del Foro. Gli uomini di Saturnino saranno stati circa 4.000, ma, confronto ai mille compatti di Mario, erano solo una masnada di sbandati e già alla vista dei nuovi arrivati, una metà decise di scapparsene verso casa.
"Lucio Apuleio arrenditi!" Tuonò Mario. L'altro rise, ma quella risata, che avrebbe dovuto denotare sicurezza e sfida, suonò invece roca e falsa.
"Carica!" Urlò il console e la manovra sortì un effetto immediato e non ci fu una vera e propria battaglia, solo una disfatta. Era trascorso pochissimo tempo e già l'occupazione del Foro terminata, quasi senza spargimento di sangue. Saturnino, Labieno, Saufeio ed Equizio si rifugiarono nel tempio di Giove Ottimo Massimo e da lì il capo dei ribelli urlò a Mario che lo avrebbe costretto a uccidere romani e contaminare così il tempio!
Mario rise di cuore, - li staneremo senza versare una goccia del loro sangue.
Lucio Cornelio, vai all'acquedotto e ordina di sospendere la fornitura al colle Capitolino. -
Mentre cominciava l'attesa, dall'altro console arrivò la notizia che Glaucia si trovava rinserrato in casa di Gaio Claudio e che Lucio Valerio sarebbe rimasto a presidiare la domus.
Lucio Apuleio Saturnino fu il primo ad arrendersi, seguito naturalmente dagli altri e tutti i romani (tranne i capi) rivoltosi furono processati e condannati a morte (per tradimento) mediante lancio dalla Rupe Tarpea. Fu uno spettacolo molto apprezzato, perché era da molto tempo che non si vedeva una simile esecuzione.
Restavano sedici romani importanti da processare e la folla ormai si è rivolta contro, ma - Non possiamo lasciare che siano linciati -, disse il Princeps Senatus.
"Vero, aggiunse Mario, dobbiamo trovare un posto sicuro dove alloggiarli e suggerisco di rinchiuderli nella Curia Hostilia."
- Ma come, ribatté Scauro, imprigionare questi traditori nell'Aula del Senato!?" -
"Hanno già profanato il tempio di Giove, quindi ... e la Curia è priva di finestre e possiede le porte più sicure di Roma; altrimenti dovremo ospitarli nelle nostre case, tu Scauro, te la senti di prendere Saturnino, mentre io ospiterò Equizio?" Non ci fu risposta e Mario proseguì:
"Bene, mentre mi occupo dei particolari, tu, Marco Emilio, vai a spiegare ai tuoi Boni nostri colleghi il motivo per il quale siamo costretti a usare come carcere la nostra venerabile sala di riunione!"
Il decimo giorno del mese era quello in cui entravano in carica i nuovi tribuni della plebe, ma due di loro era rinchiusi nella Curia e tutti si preoccupavano all'idea che la folla risorgesse, dato che in tanti erano interessati all'operato dei tribuni della plebe e all'acquisto promesso di grano! Ma poco prima dell'alba Cepione il giovane e il Porcellino, alla testa della loro aggressiva cobriccola si arrampicavano fino ad arrivare al tetto, presero a strappare le tegole dall'intelaiatura e, una volta creato lo spazio sufficiente, comincarono a scagliarle contro i prigionieri! Saturnino fu il primi ad essere colpito, seguito quasi subito da Lucio Equizio e ...
Quando giunsero Mario e i suoi legati era tutto finito, c'erano solo quindici corpi ammucchiati l'uno sull'altro, semisepolti dalle tegole fracassate.
Mario ordinò che solo lui e Scauro potessero entrare, non tanto per constatare i danni, bensì per arrivare a una soluzione concorde su come dovevano essere trattati Cepione, il Poprcellino e gli altri incursori?
Quando uscirono, Mario sentenziò un'amnistia generale: " Tornate alle vostre case o, chi deve, proceda alla nomina dei due tribuni in sostituzione di Lucio Apuleio e Lucio Equizio e che i cadaveri dei quindici siano consegnati alle famiglie per avere onorevole sepoltura; non erano stati giudicati per i reati e perciò sono ancora cittadini romani di buona reputazione!"
La voce dell'accaduto si era sparsa in un baleno e la folla stava accorrendo numerosissima; Mario la vide e capì quel che aveva pensato Saturnino, ma comprese altresì che ciò non faceva per lui, non avrebbe mai voluto essere il re di Roma per il capriccio di quei creduloni, gli era piaciuto molto di più essere il primo in base alle regole antiche.
E allora gli restava da dire una sola cosa al popolo:
"Roma è salva e ho il grande piacere di annunciarvi che una flotta di navi granarie ha attraccato nel porto di Ostia ieri: il prezzo calmierato sarà mantenuto finché non decadrò dalla carica, vale a dire fra 19 giorni, poi saranno i nuovi magistrati a stabilirlo. Lunga vita a Roma".
Ce l'à fatta un'altra volta, disse Scauro, mentre scoppiava in una risata scrosciante, ci ha tenuto testa e ora ci fa pagare anche il conto del grano che lui ha regalato ai capite censi.
Glaucia si uccise, gettandosi sulla spada e tutto sembrava finito, tranne che i giovani fratelli Lucullo citarono in giudizio Gaio Servilio l'Augure per alto tradimento e gli animi erano particolarmente accesi, perché quel caso aveva diviso i Boni: Catulo e Scauro erano solidali con i Lucullo, mentre il Pontefice Massimo Enobarbo e Crasso Oratore erano impegnati per vincoli di amicizia e protezione a sostenere Servilio.
La giuria di cavalieri aveva deciso in anticipo che si sarebbe schierata in favore di Servilio l'Augure e la violenza aveva fatto comparsa già al momento della scelta dei giurati: la combriccola di aristocratici, capeggiata da Cepione e il Porcellino avevano allontanato i sostenitore dell'Augure e ucciso uno di loro e Mario disse a Silla che non ci sarebbe stata storia: "Servilio sarà condannato!" E la cosa andò così.
Di lì a due giorni Marco Antonio celebrò il trionfo e dopo fu eletto primo console; il collega sarebbe stato Aulo Postunio Albino, la cui invasione della Numidia dieci anni prima, aveva fatto precipitare la guerra contro Giugurta e questo fece indignare Gaio Mario, perché per lui quell'uomo rappresentava uno dei peggiori esempi di grande ambizione accompagnata da una totale mancanza di talento!
Giusto pensò Silla e poi, ma io, quando mi potrò candidare per lo meno alla carica di Pretore? Purtroppo sono conosciuto dai Boni come uomo di Mario e come faccio a dissociarmi da colui che ha fatto tanto per me? ...
FINE DEI GIORNI DEL POTERE. DOMANI PROSEGUIREMO CON - IGIORNI DELLA GLORIA -