Colleen McCullough "Le donne di Cesare" XVI
Cesare si era impegnato, come magistrato, a essere il curatore della via Appia e dopo poco si accorse che ciò richiedeva alla sua borsa molto più di quanto previsto, nonostante che i questori dell'Erario fossero abbastanza disponibili con i fondi pubblici. Occupato in questo lavoro, seguiva poco le imprese di Pompeo con i pirati: li stava sbaragliando quasi ovunque, tranne a Creta, dove continuava a imperversare Metello Capretto, che aveva rifiutato ostinatamente di sottomettersi agli ordini superiori di Magno! Alla fine di quell'anno Roma era pronta a dare a Pompeo qualunque cosa avesse chiesto.
Per contro Lucio Licinio Lucullo aveva avuto un anno atroce in guerra: travagliato da sconfitte, ammutinamenti e altro e ciò poneva i suoi agenti a Roma nell'impossibilità di confutare le affermazioni dei clienti pompeiani, secondo cui la Bitinia, il Ponto e la Cilicia dovevano essere dati immediatamente a Pompeo, privando Lucullo del comando e ordinandogli di tornare a Roma in disgrazia!
Catulo e Ortensio combattevano tutti i giorni in Senato per contrastare il generale piceno, ma ogni ora le sue file si ingrossavano, non c'era più il solo Cesare a parlare, bensì più della metà dell'assemblea. E Pompeo ottenne l'incarico per l'Oriente.
Servilia dette alla luce una figlia all'inizio di settembre, una bimba dai capelli biondi e Silano negli ultimi mesi di gravidanza, era stato particolarmente gentile, tanto che nessuno poteva immaginare che la loro unione fosse meno che perfetta.

Ma Servilia non si curava di ciò, presa com'era dalla gelosia verso la nuova moglie di Cesare, stupida come poche, ma altrettanto bella e con le parentele giuste!
Bruto vedeva Giulia regolarmente, ma aveva preso vieppiù in odio il suo aspetto (pieno di foruncoli) e sua madre che lo voleva lontano dalla zio, ma Giulia riusciva a temperare i suoi conati!
Un giorno a casa di Bruto e Servilia arrivò il fratello Cepione, portando notizie interessanti: Pompeo lo voleva accanto a lui in Oriente e così avrebbe avuto modo di raggiungere il fratellastro Catone che, anche lui, apprezzava tanto!

Servilia pensava che in realtà Cepione era fratello germano di Catone e solo per la madre di lei, ma nessuno (o quasi) lo sapeva e cogitava altresì che non era giusto che l'oro di Tolosa finisse nella mani del cuculo nel nido della sua famiglia! E allora chiamò il suo schiavo più fedele, Sinone per proporgli la libertà e in più una borsa d'oro!
"Come minimo, domina, per questo, mi chiederai un assassinio!"
- Esatto, confermò Servilia. -
"Il coraggio non mi manca, dimmi."
- Non mi fido di nessuno, però questo assassinio dovrà essere compiuto fuori Roma e quindi i rischi per me saranno minori e se ucciderai l'uomo fra Tessalonica e l'Ellesponto, potrai più facilmente scomparire. Però, per maggior sicurezza, sappi che ho comunque modo di tenerti in pugno e tanto per cominciare ti pagherò solo una parte subito e per l'altra ti deve bastare la parola di patrizia romana! -
"Che cosa devo fare?"
- Prima di tutto devi procurati un veleno infallibile e che non possa creare sospetti. Poi dovrai partire con mio fratello Quinto Servilio Cepione, che andrà in Oriente fra due giorni per consegnare a Pompeo titoli di credito e registri contabili, non ci sarà denaro contante che possa tentarti. Tu dovrai attenerti scrupolasamente ai miei ordini, perché suo fratello Catone, che lo aspetta in Macedonia, è un individuo diffidente, maligno etc. e verrà di corsa a organizzare le esequie di Cepione, pertanto non ci dovrà essere nessun sospetto che non sia morto di malattia. -
"D'accordo."
- Bene, allora vai a chiedere a mio fratello/astro che venga qui. -
Quando Cepione arrivò, Servilia gli chiese di rifare testamento, pensando che avesse lasciato il patrimonio al fratello Catone, ma fu molto stupita che invece fosse Bruto l'erede, perché Cepione pensava che il patrimonio dovesse andare a un Servilio, non certo a un Porcio!
Che splendida giornata era quella e le prossime ancora migliori e persino la lontananza di Cesare le era meno dolorosa!
