il_panta ha scritto:Kittel non lo vedo mai negli ordini di arrivo, non ha gambe o i percorsi non gli si addicono?
oggi si è staccato su una cote di discreta pendenza, ma lunga 2,8 km. mi pare.
Oggi tuttavia, mi permetto di dire, un velocista puro all'antica come lui ha vita molto difficile. Chi più chi meno, tengono egregiamente pressochè tutti, i velocisti da sprint di gruppo compatto. E, per fortuna, è sempre più difficile trovare tappe molto piatte dall'inizio alla fine.
PS: sulla questione della neve: è già stata inquadrata ottimamente da chi ha sottolineato lo scarso uso dei materiali più all'avanguardia contro le intemperie oggi ampiamente disponibili. Se un corridore poi vuole correre leggero per aver un piccolo vantaggio nel peso e forse nella minore sudorazione, deve anche fare i conti con il maggiore dispendio energetico per il maggior freddo patito in caso di freddo intenso. Sono calcoli che proprio perchè sei in corsa, devi fare. Inoltre, non è proibito vestirsi "a cipolla", vestirsi e svestirsi.
Nella storia del ciclismo non c'è stato solo il Gavia nel 1988 corso in condizioni impossibili. Sono piene le cineteche di corse, specie al nord, con un freddo barbino, acqua e neve. La Liegi di Hinault ad esempio....
Ci sono corridori che soffrono di più il freddo e altri di meno. Come quando uno sta male, si ritira, così anche chi soffre il freddo in quelle condizioni ha un colpo di sfortuna. Occasione d'oro magari per qualcun altro...
I rischi veri i corridori li corrono ad ogni discesa e in certi sprint con i paletti in mezzo alla strada. Tutti i giorni, purtroppo.