Pantani the best ha scritto: ↑martedì 16 luglio 2024, 15:33
herbie ha scritto: ↑martedì 16 luglio 2024, 15:05
brunello ha scritto: ↑martedì 16 luglio 2024, 14:52
Comunque continuo a non vedere il problema a valutare il distacco tra un corridore ed un altro dal momento in cui non sono più assieme, sarà un limite mio, ma così facendo la prestazione di Plateau de Beille altro non è che Pla D'Adet ma su una distanza maggiore.
Non ha alcun senso, perchè non rilevi la REALE differenza tra i due, come invece avviene in una crono dove lo sforzo è distribuito regolarmente.
E' come se dicessi: siccome tra i -5 e l'arrivo X ha dato a Y un minuto, quindi 12 secondi al chilometro, questo significa che la differenza tra i due è 12 secondi al chilometro, e su una salita di 30 chilometri bisognerebbe calcolare 12x30".
Non è così. in seguito ad uno scatto, un corridore sta overperformando (non potrebbe fare mai tutta la salita al ritmo della scatto!) e l'altro sta pagando quello che non ha pagato prima, perchè beneficiava della scia, o comunque perchè lo scatto l'ha mandato fuori giri.
La differenza tra i due non è un minuto su cinque chilometri, ma un minuto sui quindi chilometri di salita! Questo a meno che tu non pensi che i due siano saliti con grande riserva fino ai -5 e poi abbiano entrambi aperto il gas, ma la salita l'hanno fatta tutta forte, come sempre.
E' ovvio che quando scatti mi stai dando molto più del distacco in secondi al chilometro rispetto a quella che sarebbe la reale differenza tra noi se facessimo la salita a tutta in una cronometro. Quest'ultima differenza conta, che è poi quello che quasi sempre è il distacco reale che si misura in cima...
Ma che ragionamento è scusa??
Allora si può fare lo stesso identico ragionamento su una cronometro dove magari corridore x vi arriva meno affaticato dalle tappe precedenti rispetto a corridore y. In generale allora anziché prendere come riferimento l'intero chilometraggio della salita finale, prendiamo come riferimento tutto il chilometraggio della tappa, anzi tutto il chilometraggio delle tappe affrontate fino lì, anzi tutto il chilometraggio effettuato nell'anno solare, anzi tutto il chilometraggio effettuato nell'intera carriera allenamento compreso, e su di esso facciamo la media del distacco accusato all'arrivo.
QUesta di prendere a riferimento tutta la tappa è quanto di più DISOMOGENEO possibile (fermate, pause, tratti in scia, tratti a tirare il gruppo, ecc.ecc.). Che c'entrano le tappe precedenti? se fai un test da confrontare con altre prestazioni lo fai su uno sforzo massimale in una certa unità di tempo, a prescindere dal fatto che il giorno prima sei andato in piscina...
Utilizzare il distacco in secondi al chilometro come parametro di riferimento, come ti sto cercando di spiegare da vari post, ha senso se lo sforzo è su un tratto omogeneo dove lo sforzo viene fatto in maniera massimale e regolare.
La classica salita-test, insomma.
Allora se tra i due corridori ci sono 50 secondi, se la salita è di 10 km. significa che il primo può dare 5 secondi al chilometro in salita al secondo, e questo è un parametro che può rivelarsi affidabile come confronto su altre salite .
In realtà , proprio per il fatto che salite differenti, con pendenze e lunghezze differenti, esaltano scalatori con caratteristiche differenti, in salita questo parametro non viene molto utilizzato.
Niente di più significativo che il rapporto peso potenza, viceversa, in salita.
Aveva invece molto senso dire che un distacco di otto secondi al chilometro in una cronometro è un distacco enorme, che nemmeno Indurain ha mai dato ai suoi avversari.
Ma appunto perchè si dà come assodato che la cronometro sia una sforzo distribuito in maniera approssimabile all'omogeneità e su un terreno sostanzialmente regolare (la pianura o falsopiano) e in solitaria.
Ma è ovvio che se vai a misurare quanto guadagna in uno scatto un corridore ti verrà fuori un valore abnorme che non misura la reale differenza in salita tra i due corridori....Sullo scatto Pogacar avrà fatto (sparo un cifra) i 2300 di VAM per un chilometro, e in quel momento, vuoi per il contraccolpo morale , vuoi perchè si era finito a tirare come un mulo fin lì, VIngegaard avrà continuato sui 1800 di prima, e magari qualcosa meno.
Pogacar allora può fare i 2300 di VAM, quelli dello scatto, per tutta la salita? O comunque farà i 2000 del tratto dell'attacco su tutte le salite, che siano 20, o 30 chilometri? Evidentemente no. Avrà risparmiato qualcosa, 10 watt? del suo potenziale massimo fin lì, e da l' in poi ha dato tutto tirando fuori dei watt in più rispetto al suo ritmo massimale...
In ogni caso, il tempo che aveva nella gambe, visto che si è gestito per arrivare in cima nel più breve tempo possibile come tutti gli atleti, è sostanzialmente quello reale misurato, VAM e peso potenza medio calcolato. A meno che ti dica guarda sono andato a spasso, anche nel finale mi son tenuto un margine, per assurdo...non sarà mai così.
Non ha senso andare a prendere VAM e distacco al chilometro DEL tratto dove ha attaccato facendo un fuorigiri, con l'avversario in calo per altro, per dire che quella è la differenza che c'è tra lui e Vingegaard in secondi al chilometro in salita.
Qualche volta sì, andare troppo piano rispetto al proprio massimo all'inizio ti fa fare una sottoprestazione anche se poi apri tutto il gas in cima, proprio per il cambio di ritmo troppo violento, o comunque per il fatto che non riesci poi a recuperare tutto quanto perso prima....
personalmente sono dell'opinione che anche gestendo male la distribuzione dello sforzo, in sostanza se fai una cronoscalata fino in cima il tuo tempo viene fuori lo stesso. Fatta eccezione per i casi in cui invece ti pianti per un ritmo che non puoi tenere...ma devi proprio sopravvalutarti molto e sbagliare totalmente il passo....di solito te ne accorgi subito iniziando a forzare, se il passo che pensavi di poter fare invece quel giorno non lo puoi tenere.