Pantani the best ha scritto: ↑lunedì 28 aprile 2025, 20:10
PassistaScalatore ha scritto: ↑lunedì 28 aprile 2025, 18:33
Pantani the best ha scritto: ↑lunedì 28 aprile 2025, 18:26
Tornando in tema, rivedendo il suo attacco di ieri ormai sembra prenderci gusto nel fare queste frullate alla Froome.
Onestamente non saprei dire se questo nuovo modo di attaccare senza alzarsi sui pedali sia dovuto solo ad uno stile che reputa più producente oppure è anche una maniera di scoraggiare ancora di più i suoi rivali.
Detto questo, chiusa questa prima parte di stagione riservata alle classiche è tempo di bilanci definitivi nei suoi riguardi.
Ovviamente chi pensava come il sottoscritto che il Pogacar 2025 fosse sempre un marziano ma meno marziano rispetto alla versione 2024, è giusto che torni indietro sui propri passi.
Quello che ha fatto tra Strade Bianche e Liegi con in mezzo tutte le altre classiche non ha eguali nella storia di questo sport.
Delle 3 corse che non ha vinto, una, l'Amstel, l'ha persa per eccesso di sicurezza, l'altra, la Sanremo,l'ha persa dopo aver provato l'impossibile rendendo una corsa dal percorso storicamente poco selettivo una gara in cui in epoca moderna mai si era visto un simile sparpaglio.
Quindi per finire la Roubaix in cui a dispetto delle teorie sul suo peso poco adatto a quella corsa, è arrivato secondo alla sua prima partecipazione e dietro solo probabilmente al miglior interprete di questo millennio, il tutto facendo la solita condotta iper aggressiva prima della caduta.
Il merito di Pogacar è quello di rendere avvincenti le corse anche quando non riesce a primeggiare, dote che appartiene ed è appartenuta veramente a pochissimi eletti.
Anzi alla fine si può dire che il Pogacar più spettacolare è proprio quello che nelle rare occasioni perde una corsa, proprio perché nella stragrande maggioranza dei casi prima di abdicare le prova veramente tutte.
Infatti come dissi dopo il suo secondo posto alla Roubaix dove quella sua caduta probabilmente ci ha privato di uno dei finali più avvincenti possibili immaginabili, l'aspetto positivo è che non avendola vinta ci riproverà con ancora più convinzione dei suoi mezzi su quel tipo di percorso, stessa cosa per quanto riguarda la Sanremo, anche se qui mi chiedo cosa possa ancora inventarsi che non ha già testato, e l'unica risposta plausibile è quella d'imboccare le prime "rampe" della Cipressa con un ritmo ancora più indiavolato da parte dei suoi gregari.
Comunque ora si volta pagina con nel mirino il Tour de France.
A questo punto è lecito chiedersi cosa potrà fare in questa sua versione col presentarsi al Tour senza un Giro d'Italia corso in precedenza come lo scorso anno.
Anche qui ci sono due schieramenti, ovvero coloro che pensano che lo scorso anno proprio il fatto di aver partecipato al Giro dominandolo con nonchalance possa avergli permesso di ottenere quel boost nella condizione di forma vista al successivo Tour, e chi invece pensa che volenti o nolenti una corsa a tappe di 3 settimane qualche strascico in termini di logoramento te lo porta, a maggior ragione quando come accaduto al Giro 2024 si è impossessato della leadership fin dalla seconda tappa con tutto l'ulteriore stress che questo comporta a livello di onori della corsa giorno dopo giorno.
Probabilmente come al solito la verità può stare benissimo nel mezzo.
Io come già detto spero solo che Vingegaard riesca a presentarsi al suo top per garantire almeno quel minimo di pathos che anche lo scorso anno perlomeno fino a Plateau de Beille, ma se vogliamo esagerare estenderei il tutto fino a Isola 2000, certamente non venne a mancare.
L'unico problema è che questa rivalità per essere avvincente nella sua massima espressione avrebbe bisogno di valori gerarchici invertiti, proprio perché Vingegaard è più attendista e in generale ha una condotta di gara meno aggressiva e più ragionata, ergo, se dovesse capire fin da subito di essere inferiore potrebbe nuovamente limitarsi a correre per la seconda posizione.
Stesso Vingegaard sul quale nessuno mi toglierà dalla testa il fatto che inconsapevolmente è stato il principale artefice di questa ulteriore evoluzione dello sloveno.
L'averlo battuto nei due Tour 2022 e 2023 ha ulteriormente motivato a migliorarsi Pogacar per cercare di sconfiggerlo, rendendolo di fatto il mostro che stiamo vedendo da inizio 2024 a oggi.
è vero che, per fare un paragone col decennio passato, per inventiva Pogacar è più un Contador che può proporre anche azioni apparentemente avventate, attacchi da lontano, tenta anche se non è al meglio. Vingegaard come condotta di gara è più un Froome.
Ma, per ragioni che forse andrebbero affrontate in un'altra sezione nel sito, la Visma non sembra più quella di 5 anni fa. Lo scettro è passato alla UAE. Io ci spero, in una sfida vera, ma non ci credo poi molto.
Su quello che dici nel finale non sono per niente d'accordo e la ragione è semplice: se così fosse, Pogacar avrebbe cambiato la stagione in funzione di una sfida "ad armi pari" con il danese. Invece aveva deciso di fare il Giro ben prima dell'infortunio di Vingegaard. Ha fatto ugualmente una campagna di primavera impegnativa. Non ha cambiato approccio alla stagione.
La differenza è l'ingresso nella piena maturità, con i 27 anni che da tanto tempo sono indicativi come l'età in cui il corpo dà il meglio, e l'assenza di un infortunio che nel 2023 non gli diede la possibilità di preparare la "base di fondo" come dovuto, e poi si è visto quando si arrivò alla seconda metà del Tour.
Ma sconfiggere Vingegaard nella sua economia non significa doversi snaturare, ma raggiungere un livello ancora più elevato.
Te la rigiro in questo modo: se non ci fosse stato Vingegaard e di conseguenza Pogacar avrebbe vinto facilmente 4 Tour consecutivi, non dico che si sarebbe seduto sugli allori vista la sua indole, ma probabilmente gli sarebbe venuto a mancare quel quid motivazionale in più che gli consente di esplorare i propri limiti.
Nel 2024 per quanto abbia fatto una stagione leggendaria a tutto tondo, è evidente che approcciò la stagione con l'obiettivo primario di riprendersi il Tour cercando di sconfiggere Vingegaard.
Anche qui conoscendo il personaggio e nonostante il suo status di ciclista più forte del mondo non sia mai stato in discussione, è evidente che quella doppia sconfitta nella corsa più importante del mondo gli rodeva e non poco.
Del resto non mi invento nulla se dico che una rivalità se presa dal lato giusto porta solo benefici dovuti al fatto che i protagonisti si stimolano a vicenda.
Devo di nuovo usare l'esempio del tennis dove è opinione abbastanza diffusa anche da parte dei diretti interessati sul motivo per il quale i big three si sono spinti fino a quel tipo di longevità, ovvero grazie alla motivazione di voler far meglio dei due rivali, vedi per esempio corsa agli slam.
Lo stesso Murray per raggiungere i loro livelli si dice che abbia spinto il proprio fisico abbondantemente oltre il limite.
Non parliamo poi della rivalità Messi vs Ronaldo.
In definitiva non dico che Vingegaard sia stato l'unico fattore dietro a questo ulteriore upgrade di Pogacar ma può essere stato quello principale.
Quoto questo tuo passaggio ma ci infilo anche il commento successivo di TheAchitech99.
Tutto giusto quello che dite, sicuramente la voglia di rivalsa sul rivale che lo ha battuto è uno stimolo a crescere, ma forse non avete considerato che la questione, in fondo, sarebbe pure più semplice di quello che è.
Sapete che Pogacar ha cambiato preparatore a inizio 2024?
"Pogacar cambia preparatore atletico. Dal 2019 al 2023, la sua preparazione era curata da Íñigo San Millán, poi è stato scelto Javier Sola, un preparatore spagnolo. Javier Sola ha introdotto nuove metodologie di allenamento, come lavori di forza e maggiori variazioni di ritmo, integrandoli con allenamenti a secco."
Oltre agli indubbi vantaggi che porta a fisico e mente il cambio di una routine di allenamento che un atleta esegue da anni, magari ormai in maniera meccanica, possiamo dedurre che il Pogacar pre 2024 probabilmente era ancora una Ferrari che non sfruttava appieno tutto il suo potenziale, col cambio di preparatore è come se gli avessero sbloccato una marcia in più.
Il preparatore personale è una figura spesso sottovalutata, ma molti atleti, trovato quello a loro più congeniale, faticano a separarsene: penso a Roglic che si è portato il suo Marc Lamberts in Red Bull ed è rimasto altamente competitivo, nonostante in molti su queste pagine avessero predetto per lui un rapido declino, fuori dalla Visma.
Preparatore che lavorava appunto con atleti Visma e non è un caso che il calabroni nel 2024 non abbiano raggiunto i livelli delle due annate precedenti, addirittura Van Aert che era seguito personalmente dallo stesso Lamberts, col nuovo "santone" Heijboer sembra sul viale del tramonto.
È indubbio che ci siano preparatori atletici migliori di altri, se in UAE hanno preso la decisione di fare il cambio, un motivo ci sarà.
Questo a prescindere dalla voglia di rivalsa sul rivale che ti ha battuto, quella da sola non ha mai fatto andare più forte nessuno.
Tra l'altro il paragone con il tennis e il calcio (ma ci infilo anche lo sci o il basket per esempio) è meno calzante di altre volte, se parliamo di voglia si rivalsa che ti spinge a migliorare.
Il ciclismo è uno sport completamente differente rispetto a questi dove conta tantissimo anche la tecnica personale.
Non a caso, moltissimi campioni di oggi, si affidano ai campioni di ieri per migliorare i propri fondamentali (penso soprattutto ai tennisti ma pure a LeBron e molti altri campioni NBA che andavano a lezione da Hakeem Olajuown per imparare la tecnica e i movimenti in post), oppure nel caso di Ronaldo e molti altri calciatori, che si fermavano al campo dopo l'allenamento, per migliorare appunto la tecnica con sessioni extra.
Il ciclismo è più uno sport come lo sci di fondo, o la corsa su lunghe distanze, dove la preparazione fisica credo faccia il 90% del lavoro, poi il resto lo divido al 9.9% per la testa e lascio uno 0.1% alla tecnica, perché se non sai guidare la bici, mai diventerai un fenomeno, puoi migliorare e basta, quella è una dote naturale che o ce l'hai o non ce l'hai.